assolutamente d’accordo con Pietro Puccio la differenza è tra “la sopravvivenza e l’estinzione”.
Rispetto alla normalità, sono stato in ospedale psichiatrico a sufficienza per non poter dare “un concetto vero e proprio di normalità!”.
Caro Alex adesso ti farò ridere perché mi prendo il piacere di citare Mao Tse Tung (Mao Tze Dong, ma chi era costui????) “Il vero, il buono e il bello non esistono che di fronte al falso, al cattivo al brutto e si sviluppano in lotta con essi. Il positivo e il negativo non sono valori assoluti di segno contrario, ma la loro esistenza è relativa all’opposizione reciproca che crea passeggere unità di contrari.....Le contraddizioni appaiono senza tregua e sono senza tregua risolte, ed è quanto costituisce la legge dialettica dello sviluppo delle cose e dei fenomeni.”
BOOOM, è caduto qualcosa?
Un mio maestro di vita, Franco Basaglia, mi ha insegnato che “seguendo questa interpretazione delle cose e dei fenomeni, si può dedurre che la salute esiste in quanto valore contrapposto alla malattia, con la quale si da reciprocamente significato”. Basaglia dicendo salute e malattia faceva riferimento in specifico alla salute e malattia mentale, a salute e malattia si possono sostituire le parole “normalità e devianza”.
Quindi caro Alex, sono assolutamente convinto che l’uomo, l’umanità debbano esistere nella diversità.
L’uomo non è più solo un animale è un’animale culturale, non vive solo per riprodursi, ma cerca di dominare la vita. Preciso subito che se questo sia giusto o sbagliato e che lo faccia nel modo giusto o sbagliato e un altro discorso, il giudizio (?universale?) ci sarà alla fine, di fronte a chi ognuno meglio crede.
Gli animali “non culturali” vivono per riprodurre la vita, secondo un istinto, un disegno “naturale???” o “divino?????”. Quindi la leonessa che non mangia l’antilope deve sparire, la sua diversità non può essere accettata, non deve comunicare alla sua discendenza questo “errore” pena la scomparsa della specie. Sparire per selezione, come spariscono gli animali albini, o quelli che hanno organi che funzionano male, ho quelli che non possono riprodursi.
L’uomo che è “culturale” sta imparando a dominare la vita, ha già imparato a curarsi, a fare i trapianti, non ha più bisogno di riprodursi ad ogni costo, ha rapporti non solo per riprodursi e con mezzi estranei si riproduce anche se ha degli impedimenti naturali.
Se sia bene o male non lo so, personalmente non ho figli e non intendo averne, sono contrario alla fecondazione assistita, alla clonazione, alla manipolazione genetica e anche ai trapianti ...........ma chissà forse solo finchè non potrà toccare anche a me...... “le contraddizioni appaiono senza tregua, ...... questo costituisce la legge dialettica dello sviluppo delle cose e dei fenomeni.”
Per il resto viva la diversità.