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Gli esami non finiscono mai, anzi sono appena cominciati

Datura rosa

Guru Master Florello
Mi interesserebbe sapere se riscontrate nei giovani che si trovano in questi giorni ad affrontare gli esami le vostre stesse ansie ed i vostri eventuali timori nella stessa circostanza ed anche cosa ne pensiate dei temi d'esame paragonandoli a quelli con i quali abbiamo dovuto cimentarci a nostra volta.
Grazie a chi vorrà rispondere.
Ciao
 
Mi interesserebbe sapere se riscontrate nei giovani che si trovano in questi giorni ad affrontare gli esami le vostre stesse ansie ed i vostri eventuali timori nella stessa circostanza ed anche cosa ne pensiate dei temi d'esame paragonandoli a quelli con i quali abbiamo dovuto cimentarci a nostra volta.
Grazie a chi vorrà rispondere.
Ciao


Ti rispondo volentieri e con la massima sincerità : penso che soggettivamente la situazione di ansiosa attesa sia analoga ogni anno per tutti gli esaminandi, non così, oggettivamente, le difficoltà e la complessità della procedura.
Io appartengo al gruppo "annoso" dei "maturati classici" che sostennero quattro scritti ( italiano, due di latino, greco ) ed agli orali tutte le materie dell'ultimo anno con i " riferimenti" ai due precedenti.
Una commissione completamente esterna con un solo commissario interno, non interrogante ( il mio docente di latino e greco ).
E' vero che il mio programma per le materie scientifiche era meno complesso degli attuali ( l'ho constatato con mio figlio ), ma dall'italiano alla storia dell'arte ho studiato molto di più. Basti pensare alle traduzioni dall'italiano in latino, che in terza liceo dovevamo affrontare senza il Georges, "all'impronta", e che sono state utilissime anche per un corretto impiego della sintassi italiana ( ad esempio , l'uso del congiuntivo, oggi quasi ignoto ,ahimè).
Quanto al tema di italiano, io ebbi quella riflessione di Francesco De Sanctis sulla libertà che ho usato quale argomento di discussione e mi sembra ancora oggi validissimo .
Ma ognuno avverte un maggiore o minore grado di difficoltà a seconda della propria preparazione.
Ti auguro una lieta serata.
 

Silvia

Maestro Giardinauta
Non ricordo quasi nulla della mia lontana maturità (1964) se non l'ansia prima e la soddisfazione poi. Vi si sono sovrapposte decine di esami sostenuti dai miei studenti, fino a qualche anno fa: ho sperimentato le diverse forme di commissione, di organizzazione ecc., prima di quest'ultimo ritorno alla commissione mista esterni/interni.
Per chi non ha tanta pratica vorrei solo far notare che il tema ormai è solo una delle possibilità offerte per la prova scritta d'italiano: le altre forme, basate su documenti forniti allo studente, dovrebbero permettere a ciascuno di trovare la più adatta alla sua preparazione e alle sue caratteristiche: dall'analisi di un testo, all'"articolo di giornale", al "saggio breve". Uso le virgolette perchè alla base resta una sostanziale finzione (non può essere un vero articolo, né un vero saggio); in ogni caso ho visto gli studenti sempre abbastanza rilassati di fronte e una prova che ormai non ha più la classica incognita sull'argomento studiato o no. Questo anche se stampa e tv continuano a insistere sul toto-tema e previsioni più o meno regolarmente smentite.
Discorso diverso per la seconda prova; insegnavo allo scientifico e vedevo sempre molto timore davanti alla prova di matematica.
Per i ragazzi, non dimentichiamolo, l'esame di maturità è il primo un po' consistente che si trovano ad affrontare, dato che i precedenti esami di licenza elementare e media sono di tipo molto familiare e rassicurante. Sono quindi d'accordo col pirata viola per quanto dice in apertura, con la distinzione tra situazione soggettiva e situazione oggettiva.
Scusa la prolissità, ma l'argomento mi stuzzicava..
 

francesco saverio

Giardinauta Senior
Ciao Datura rosa,
questi giorni mio figlio sta affrontando gli esami di maturita' del Liceo Classico.
Sto rivivendo quei momenti con ansia, poiche' a distanza dalla mia maturita' (nel 1977) presso il Tecnico Nautico di BARI,del quale ne conservo un brutto ricordo,poiche' mi diplomai con la sufficienza /36/60, mentre negli anni precedenti presi 4 borse di studio, con ottimi voti e mai rimandato in qualche materia.Quel giorno mi ha lasciato molto rammarico ed un amaro,che non vorrei si ripetesse per mio figlio.Ricordo che quell' anno,il massimo voto in tutto l'istituto fu di 52/60.Studiai tantissimo , ma il commissario esterno mi frego' nel vero senso della parola, andando sui programmi precedenti degli anni precedenti, e pretendeva che avrei dovuto saperli(davvero incredibile)
comunque, grazie ai miei annni buoni scolastici, non fui bocciato essendo andato male nella materia, che avrei dovuto conoscere (macchine-turbine).
L'unico cruccio che ho e' proprio il ripensare a quell'esame a distanza di anni,
per il resto ho maturato tantissima esperienza di sacrifici e lavoro, messo al servizio del pubblico e ne sono entusiasta.Spero invece che mio figlio lo superi brillantemente e se non dovesse essere, gli direi ugualmente bravo, visto che gli esami a volte sono un terno al lotto e di fortuna.
Ciao e a presto da Saverio
 

aseret

Florello Senior
L'ansia c'è sempre, a prescindere dalla difficoltà dell'esame, anche perchè molto dipende dalla commissione, che spesso non tiene conto del curriculum scolastico dei ragazzi, specie se vi sono rivalità fra gli Istituti...
 
L'ansia c'è sempre, a prescindere dalla difficoltà dell'esame, anche perchè molto dipende dalla commissione, che spesso non tiene conto del curriculum scolastico dei ragazzi, specie se vi sono rivalità fra gli Istituti...


Oggi non so, ma all'epoca della mia maturità classica influiva un po' anche la reputazione del liceo frequentato, nei confronti del quale ( il mio a Roma ) alcuni commissari provenienti da altre sedi avevano un certo senso di "rispetto".
Allora esisteva , talvolta, un po' di classismo : un insegnante del classico inviato ad uno scientifico o tecnico si considerava primus inter pares, viceversa il " non classico "era educatamente tollerato in una commissione di ginnasio-liceo.
Mi sembra che poco sia cambiato, anche perchè è l'uomo che si porta dietro le sue carenze.
 
S

scardan123

Guest
io presi il max (era ancora in sessantesimi), del resto avevo una media molto alta, facevo il classico, ma non mi è mai servito il voto di maturità e non mi interessò nemmeno, ormai odiavo il liceo e volevo solamente uscirne, era come una maglia troppo stretta. A distanza di molti anni, ancora a volte mi viene l'incubo del mercoledì, traduzione italiano-greco, o letteratura Edipo, pesantissimo, i paradigmi dei verbi irregolari, un incubo, un incubo! Alla fine penso che se studiavo di meno e me la godevo di più, era meglio, tanto all'università non scelsi facoltà umanistiche e mi laureai comunque in pari e con la lode. Solo il voto di laurea serve, e solo all'inizio.
 
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