Datura rosa
Guru Master Florello
Della serie: ricette con erbe selvatiche.
In un altro 3d si parlava di un piatto che, dicevo e confermo, non mancherà mai sulla mia tavola perché lo trovo buonissimo ed ho pensato, quindi, di trascriverne la ricetta.
Si tratta di una preparazione della tradizione pugliese:
Fave e cicorielle (Fav’eCicuredde)
400 gr. di fave secche decorticate
1,5 Kg di cicoria selvatica
1 spicchio di aglio
1 peperoncino
ottimo olio evo di sapore robusto q.b.
sale q.b.
Controllare e mondare le fave, metterle a bagno per una mezz'oretta (essendo decorticate non occorrono lunghi ammolli), scolarle e porle in una pentola (preferibilmente di terracotta) coperte d'acqua. Mettere la pentola sul fornello più piccolo poiché, dopo aver raggiunto l'ebollizione (che formerà della schiuma che andrà eliminata), le fave devono sobbollire molto dolcemente e si dovrà fare attenzione perché le fave tendono ad attaccarsi al fondo e sarà, quindi, utile tenere pronto un pentolino di acqua bollente per eventuali rabbocchi. Per la cottura occorreranno circa 2 ore durante le quali le fave andranno rimestate spesso energicamente.
Preparare nel frattempo la cicoria: mondarla, lavarla più volte, scolarla e lessarla in acqua bollente salata tenendola piuttosto al dente.
Far rosolare l'aglio ed il peperoncino (tritati o interi se si preferisce eliminarli al termine della rosolatura) e quando sono ben dorati aggiungere la cicoria scolata ma non troppo asciutta. Aggiustare di sale e far insaporire dolcemente a pentola coperta
Quando le fave saranno cotte e quasi disfatte con un cucchiaio di legno usato a mo' di frusta, ridurle ulteriormente a crema quasi fino a montarle un pochino aggiungendo tre cucchiaiate di olio.
Non resta che comporre il piatto mettendo sul fondo la crema di fave caldissima, disponendovi sopra la cicoria, anch'essa calda, e irrorando con dell'altro olio.
Si gusta arrotolando la cicoria sula forchetta e spingendo questa a raccogliere la crema di fave.
E' ottima accompagnata da un Negroamaro, da un Primitivo o, comunque, da un vino rosso e robusto.
Esistono delle varianti e delle complementarietà a questo piatto. C'è chi usa aggiungere degli spicchi di patata nell'acqua di cottura delle fave per aumentarne la cremosità. Chi la serve accompagnata da cipolla rossa dolce tagliata sottile e condita con olio, aceto rosso, sale e pepe. Chi la cipolla rossa la usa a spicchi e sfogliata utilizzandola per raccogliere la crema di fave.
E' un piatto altamente energetico e narrano che persino Ercole se ne cibasse tra una fatica e l'altra!!!!!!
Nella tradizione pugliese le fave venivano cotte. come gli altri legumi, in questi recipienti di terracotta
e il cucchiaio per girarle doveva essere rigorosamente di legno e con il manico lungo e a sezione tonda perché veniva utilizzato (come detto sopra, a mo' di frusta) facendolo girare, nserito nel recipiente, velocemente e con forza tra le mani giunte.
In un altro 3d si parlava di un piatto che, dicevo e confermo, non mancherà mai sulla mia tavola perché lo trovo buonissimo ed ho pensato, quindi, di trascriverne la ricetta.
Si tratta di una preparazione della tradizione pugliese:
Fave e cicorielle (Fav’eCicuredde)
400 gr. di fave secche decorticate
1,5 Kg di cicoria selvatica
1 spicchio di aglio
1 peperoncino
ottimo olio evo di sapore robusto q.b.
sale q.b.
Controllare e mondare le fave, metterle a bagno per una mezz'oretta (essendo decorticate non occorrono lunghi ammolli), scolarle e porle in una pentola (preferibilmente di terracotta) coperte d'acqua. Mettere la pentola sul fornello più piccolo poiché, dopo aver raggiunto l'ebollizione (che formerà della schiuma che andrà eliminata), le fave devono sobbollire molto dolcemente e si dovrà fare attenzione perché le fave tendono ad attaccarsi al fondo e sarà, quindi, utile tenere pronto un pentolino di acqua bollente per eventuali rabbocchi. Per la cottura occorreranno circa 2 ore durante le quali le fave andranno rimestate spesso energicamente.
Preparare nel frattempo la cicoria: mondarla, lavarla più volte, scolarla e lessarla in acqua bollente salata tenendola piuttosto al dente.
Far rosolare l'aglio ed il peperoncino (tritati o interi se si preferisce eliminarli al termine della rosolatura) e quando sono ben dorati aggiungere la cicoria scolata ma non troppo asciutta. Aggiustare di sale e far insaporire dolcemente a pentola coperta
Quando le fave saranno cotte e quasi disfatte con un cucchiaio di legno usato a mo' di frusta, ridurle ulteriormente a crema quasi fino a montarle un pochino aggiungendo tre cucchiaiate di olio.
Non resta che comporre il piatto mettendo sul fondo la crema di fave caldissima, disponendovi sopra la cicoria, anch'essa calda, e irrorando con dell'altro olio.
Si gusta arrotolando la cicoria sula forchetta e spingendo questa a raccogliere la crema di fave.
E' ottima accompagnata da un Negroamaro, da un Primitivo o, comunque, da un vino rosso e robusto.
Esistono delle varianti e delle complementarietà a questo piatto. C'è chi usa aggiungere degli spicchi di patata nell'acqua di cottura delle fave per aumentarne la cremosità. Chi la serve accompagnata da cipolla rossa dolce tagliata sottile e condita con olio, aceto rosso, sale e pepe. Chi la cipolla rossa la usa a spicchi e sfogliata utilizzandola per raccogliere la crema di fave.
E' un piatto altamente energetico e narrano che persino Ercole se ne cibasse tra una fatica e l'altra!!!!!!
Nella tradizione pugliese le fave venivano cotte. come gli altri legumi, in questi recipienti di terracotta

e il cucchiaio per girarle doveva essere rigorosamente di legno e con il manico lungo e a sezione tonda perché veniva utilizzato (come detto sopra, a mo' di frusta) facendolo girare, nserito nel recipiente, velocemente e con forza tra le mani giunte.