Ciao Mimma,
il mio era un discorso generale visto che non conosco alcun particolare sulle condizioni di coltivazione (tipologia del vaso, esposizione, eventuale ricovero invernale, particolari situazioni microclimatiche ecc), a parte essere in vaso. A me sembra che per un albero con un apparato radicale che tende ad andare in profondità e che ha una temperatura minima ottimale di circa 10°C, vivere in vaso e nel clima di Firenze sia lontano dall'essere in una situazione ottimale, quindi non si può pretendere troppo da lui. Per quel che riguarda il motivo di far "patire la sete", è semplicemente per farli rifiorire. Si tratta di una vecchia pratica colturale adottata in Sicilia per ottenere una seconda, abbondante fioritora (e fruttificazione) da quelle varietà di limone che fioriscono prevalentemente in primavera.
Per i concimi, si trovano in commercio un gran numero di combinazioni tra i vari costituenti principali (N, P, K) ed i microelementi, oltre che singolarmente. Infine se il tuo arancio in inverno è in una situazione in cui le temperature possono scendere sotto (orientativamente) i 5° C ed anche sotto lo zero per consistenti periodi, l'eventuale concimazione autunnale è bene sia costituita esclusivamente da potassio (K), per una maggiore resistenza dei tessuti alle basse temperature.
Pietro Puccio