Poiché il mondo è bello perché è vario, ti do la mia ricetta anch’io.
LUCE. Tranne il sole diretto, dalle il più luce possibile. Il che significa davanti e vicina, molto vicina, a una finestra sempre aperta, con solo una tendina leggerissima a schermare il sole delle ore centrali della giornata. Se non hai la possibilità di tenerla davanti e vicina a una finestra sempre aperta, scrivi, per studiare un’eventuale soluzione alternativa.
BAGNATURA. Se tu non sai esattamente di quali materiali è formato il composto (e non vedo come potresti saperlo), non bagnare il vaso per immersione. Il composto in cui vengono allevate le phalaenopsis commerciali non è adatto a essere bagnato per immersione. Se vuoi per forza bagnare il vaso per immersione (c’è anche chi non sa resistere), allora dovresti subito rinvasare la pianta in bark di pezzatura medio-grande e con un buon drenaggio sul fondo. Altrimenti limitati a versare l’acqua lungo il bordo del vaso. Quanta? Dipende da tante cose, ma soprattutto dal grado di assorbimento del composto. Come addestramento iniziale potresti fare così. Prendi due sottovasi puliti, o due vaschette di polistirolo, fa lo stesso. Metti il vaso con la pianta sopra uno dei due sottovasi. Prendi un vasetto di yogurt da una porzione e riempilo per due terzi di acqua. Versa l’acqua lungo il bordo del vaso della phalaenopsis. L’acqua che scolerà dal vaso nel sottovaso rimettila dentro il vasetto dello yogurt e riversala un’altra volto lungo il bordo del vaso. Continua così finchè tutta l’acqua sarà assorbità. Per una pianta tenuta dentro alla temperatura di 20-23 gradi basterà approssimativamente per una settimana. Per essere più precisa ti basterà guardare le radici attraverso le pareti trasparenti del vasetto. Se le radici sono verdi e belle turgide non annaffiare. Quando hanno palesemente cambiato colore nel senso che cominciano a diventare grigiastre o biancastre, allora bagna. Sempre stando attenta a non far assorbire più di 50-70 ml di acqua per volta.
ACQUA. Io uso acqua piovana. Ideale è l’acqua di osmosi per acquari. Ma in genere è possibile usare anche acqua di rubinetto, solo che in tal caso bisogna rinvasare spesso.
VAPORIZZAZIONI. Sarebbe meglio che, finché non hai preso confidenza con la pianta, non vaporizzassi affatto (ma so che è un consiglio inutile). Cerca almeno di vaporizzare il meno possibile, solo al mattino dei giorni di sole, facendo in modo che la vaporizzazione dia luogo a goccioline finissime, il più fini possibili, in modo che le goccioline stesse restino aderenti alle foglie senza scorrere in basso verso l’ascella delle foglie. Puoi far questo usando un buon vaporizzatore, pigiando con forza e stando ad almeno un metro dalla pianta.
CONCIMAZIONE. Concima regolarmente. Io concimo, poco, anzi pochissimo, tutte le settimane. Pochissimo vuol dire approssimativamente 0,012 grammi di sale per pianta alla settimana. Se ci scrivi la formula del tuo concime, in tanti potranno darti indicazioni sulla soluzione da usare.
TEMPERATURA. L’ideale sembra essere tra i 19 e i 25-26 gradi. Io le mie le ho tenute occasionalmente anche a 16 gradi e d’estate per lunghi periodi anche a 34 gradi. Però penso che non gradiscano forti oscillazioni tra notte e giorno. Per questo mi ha sempre lasciato un po’ perplesso la possibilità di tenerle fuori anche nella bella stagione. Eviterei di far prendere la notte una temperatura che sia di oltre 10 gradi inferiore al giorno. Le phalaenopsi vengono tutte, più o meno, da zone in cui l’escursione termica tra notte e giorno è particolarmente bassa. Ma su questo non saprei dirti di preciso.