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che lavoro fate?

elleboro

Florello
rosaeviola,
se non erro sei stata tu a dire che la parità dei diritti non esiste, ma esiste solo quella dei doveri Io trovo che sia il contrario.. o forse anche che che diritti e doveri non sono esterni a noi, ma interni.. ed è li che sta la fregatura!
quando ne hai voglia e, in OT, ne parliamo. può essere interessante.
 

elleboro

Florello
ciao Emanuela,
anche questo può essere un bel tema da approfondire. Il problema, come penso sempre, è solo ed esclusivamente un fatto di precedenze.
per fare un esempio: mia cognata non può venire al cinema perchè deve lavare le tende. Io non riesco a lavare le tende perchè devo andare al cinema.
(poi si scopre che le tende di mia cognata vengono lavate ogni tre settimane e le mie ogni tre mesi e magari ti viene in mente che si potrebbe fare una via di mezzo così se ne avvantaggerebbero sia la mia casa, sia il cervello di mia cognata. Ma l'equilibrio, si sa, è merce rara).

Quando ne avrai voglia, potremo approfondire anche questo tema negli OT.
Io però parto già dal fatto che una vera piacerista non se ne vergogna...
se lo fa è perchè è una doverista, alla quale piacerebbe tanto... andare anche al cinema. Infatti quando è il momento di scegliere... lava le tende.

Ah! Sarà un bellissimo tema. Se ne avrai voglia... sono qua.
 

RosaeViola

Master Florello
elleboro ha scritto:
rosaeviola,
se non erro sei stata tu a dire che la parità dei diritti non esiste, ma esiste solo quella dei doveri Io trovo che sia il contrario.. o forse anche che che diritti e doveri non sono esterni a noi, ma interni.. ed è li che sta la fregatura!
quando ne hai voglia e, in OT, ne parliamo. può essere interessante.

Elleboro, concordo appieno con quel che dici...libertà e parità sono un fatto di consapevolezza interiore...solo che non è facile farlo capire agli altri. :(
Questo volevo dire quando ho affermato che qui da noi la parità non esista.
Io combatto da una vita su queste cose e mi accorgo che molte donne credono di vivere alla pari, mentre in realtà, la parità che hanno è solo in alcune cose.
Molte donne che lavorano, si sentono di essere state parificate perchè la sera dell'8 marzo possono uscire a cena o a far bisboccia...e già il dire posso uscire a cena, mi fa alzare il pelo...

La non parità è già dover discutere con gli su quello che sarebbe giusto spettasse ad entrambi equamente e discutere per far capire questo alle persone con cui ci si relaziona, richiede una continua e pedissequa discussione e non è esaltante tutto ciò, specie in una società che ritiene che le donne ormai, la parità ce l'abbiano davvero.

Comunque apriamo davvero un altro 3D...non sarebbe male discuterne più a fondo.

Volevo anche dirti che condivido pienamente quello che dici sul fatto che siano poche le donne ad essere piaceriste...sembra sempre che se non si soffra, non si sia degne di appartenere al nostro sesso...che pizza!!!

Ho smesso tanto tempo, ma proprio tanto tanto, fa di essere passiva e quando l'ho fatto, ho dovuto pagare pegno. La società non è pronta a questo e certi concetti sono ancora troppo radicati in molte (troppe) persone.
 
Ultima modifica:

RosaeViola

Master Florello
elleboro ha scritto:
RosaeViola ha scritto:
sembra sempre che se non si soffra, non si sia degne di appartenere al nostro sesso...che pizza!!!
quote]

brava! questo è il punto.

Tu con me sfondi una porta aperta...sono anni che lotto per affossare il senso di colpa come metodo educativo nei confronti dei figli e delle figlie...e specie in queste ultime, i risultati sono davvero tremendi e si ripercuotono anche sulla loro progenie...

Anche questo stato di cose appartiene ad un modello educazionale: discutere è da uomini, sottomettersi e sentirsi in colpa, è da donne.

Tutti quei comportamenti caratteriali che denotano una parte maschile prevalente in una donna, fanno pensare a molti che non si sia delle donne ben riuscite...ma ti dirò anche che, una donna che pensa, ragiona e si confronta, è un problema che in nessun posto di lavoro, il titolare vorrebbe.
 

kiwoncello

Master Florello
Elleboro e RosaeViola, interessante l'argomento un pò OT che avete toccato. Direi che l'umanità intera si divide fra doveristi e piaceristi e anche moltissimi (la netta prevalenza) uomini sono doveristi. D'altronde se nella storia dell'umanità avesse prevalso il piacerismo saremmo ancora a dondolarci spulciandoci davanti alla caverna di famiglia chiedendoci se val davvero la pena di cercar una trigre dai denti a sciabola per cena invece che giocare a clavate sul cranio. Mi azzardo a bisbigliare che voi gentili ed irrinunciabili creature spesso diventate doveriste verso cose che davvero essenziali non sono; ma ve ne lamentate invece di trovare un equilibrio come giustamente dice Elleboro. E le caselle della costruzione doverismo aumentano aumentano fino ad invilupparvi in una ragnatela inestricabile.......
Kiwoexdoverista
 

elleboro

Florello
"se nella storia dell'umanità avesse prevalso il piacerismo saremmo ancora a dondolarci spulciandoci davanti alla caverna di famiglia"

non credo proprio... ci saremmo divertite... a portare avanti l'umanità!


solo che l'avremmo fatto per scelta e non per dovere.
 

RosaeViola

Master Florello
E le caselle della costruzione doverismo aumentano aumentano fino ad invilupparvi in una ragnatela inestricabile.......

Però in questo mi sento di dar ragione a Kiwo.
Io sono cresciuta a colpi di "Prima il dovere e poi il piacere".
Beh, in quella ragnatela lì, mi ci sono talmente avviluppata che alla fine ne ero strangolata...non vivevo io e nemmeno gli altri vicino a me, stavano poi così bene e non mi riferisco certo ai doveri di casa, che ho sempre considerato importanti ma fino ad un certo punto...non sono mai stata, insomma, una maniaca della casa...Ma, ad un certo punto, è arrivato il giorno in cui mi sono chiesta a chi facesse così bene che io fossi con me stessa il sergente di ferro che ero...risposta: A NESSUNO.
E così è stata la svolta.
Un tempo mi massacravo imponendomi ritmi assurdi, compiti infami, sacrifici inauditi e per cosa? Per sentirmi brava, per scontare le colpe che involontariamente qualcuno mi aveva appiccicato.
Sono riuscita a by-passare tutto questo, quando ho capito che la mia vita valeva qualcosa, che IO VALEVO ANCHE PIU' DI QUALCOSA e che mi meritavo, quindi, di smettere di punirmi.
Bisogna anche dire, però, che non sono mai stata molto dedita al martirio...per carattere preferisco l'arena alla contrizione da colpa e questo sicuramente mi ha aiutato.

Insomma Kiwo, è vero che spesso siamo noi stesse artefici di tutto ciò ma altrettanto vero è il fatto che prenderne coscienza e uscire da quel meccanismo perverso che è il senso di colpa per essere persone che vogliono anche godere della vita e nella vita, è un percorso non facile e tutt'altro che indolore.
 
R

riverviolet

Guest
Mi allineo completamente ad Elleboro e anche a Rosa.
Capisoc perfettamente quel che vuol dire Bruna quando dice che ci saremmo divertiti nel fare quel che il dovere ci impedisce.
Faccio un esempio, stupido, ma secondo me, abbastanza calzante, riferito al primo anno di scuola di mio figlio.
Come prepararlo? E' il caso di farlo?
A queste domande, con mio marito, ci siamo risposti che la scuola è una cosa seria, ma studiare è un gioco, faticoso, come qualsiasi altro gioco, ove fisico e mente devono agire.
Anche l'ozio è stancante, tutto richiede energia, giusto?
La scuola e la disciplina non sono granchè divertenti, quello no, ma abbiam pensato che al momento la cosa, poteva essere taciuta.

Bene, ci siamo rivolti a educatori, per confrontarci e ci hanno detto che la linea era sbagliata, che il lavoro non è gioco!
E' vero, nel gioco anche la competizione non ha valore fori della gara e non coinvolge troppo il valore intrinseco di una persona, mentre a scuola capita sovente che un brutto voto sia motivo di disperazione.
E secondo gli educatori, questo è un bene.
 

ErikaErika

Maestro Giardinauta
RosaeViola ha scritto:
elleboro ha scritto:
Anche questo stato di cose appartiene ad un modello educazionale: discutere è da uomini, sottomettersi e sentirsi in colpa, è da donne.

A questo proposito consiglio il libro "Gli uomini vengono da marte e le donne da venere". Me lo ha prestato un'amica, l'ho accettato col sopracciglio alzato e devo dire che non è il solito manuale su come diventare una super-donna/mamma/persona in tredici mosse ma dà qualche spunto di riflessione carino. Niente che ti illumini di immenso :cool2: intendiamoci, ma sicuramente una lettura piacevole.
 
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