• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Zone climatiche

Pat

Moderatrice Globale / Sez. Piante d'Appartamento
Membro dello Staff
valentinaTS ha scritto:
Una domanda "intrusa" per Pietro Puccio: come scopro a che zona climatica appartengo ?
Grazie
......... ci sono le tabelle in rete, le stò cercando da mezz'ora ma ancora non ho trovato un tubo :confused: continuo ................ :rolleyes:
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Recentemente in un altro Forum dedicato alla flora tropicale e subtropicale ho inviato il seguente messaggio che riporto integralmente qui (con la speranza che il moderatore non se ne abbia a male...)

"Visto che si è già accennato alle zone climatiche, quanto segue vuole essere un spunto (molto grezzo) di discussione per cercare di arrivare a qualche conclusione che possa essere di valido aiuto per tutti noi. Esistono molte classificazioni delle aree climatiche che tengono conto di vari parametri, ma in genere o non sono disponibili o sono poco utili ai nostri fini. Infatti la stragrande maggioranza delle informazioni sulla rusticità delle varie specie proviene da pubblicazioni o da siti web anglofoni, i quali da anni utilizzano il metodo proposto dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA) per la indicazione delle zone climatiche. Questo metodo è forse il più impreciso, ma è certamente il più semplice e facile da adottare, e si basa esclusivamente sulla media dei valori minimi annuali di temperatura registrati in un congruo numero di anni. La suddivisione delle zone secondo tale metodo è riportata in molti siti, tra cui consiglio questo per le utili indicazioni che riporta:
http://www.usna.usda.gov/Hardzone/index.html

Il metodo, come detto, non tiene conto di tutti gli altri parametri climatici che intervengono sulla rusticità o meno ed in effetti è necessario apportare delle correzioni (lo hanno fatto negli USA nel disegnare la mappa delle zone) al fini di potere applicare i dati di rusticità in situazioni diverse da quelle di origine. Esistono alcune mappe dell’Italia più o meno dettagliate, ma a mio parere tenerne conto per l’introduzione di nuove specie subtropicali e tropicali porterebbe ad una strage. Fra le tante ‘diversità’ che possono incidere o addirittura stravolgere la classificazione vi è la durata del periodo freddo, infatti per ogni specie esiste un valore minimo di temperatura di sopravvivenza legato alla durata, classico esempio quello della Cocos nucifera che supera indenne a Miami temperature minime sporadiche più basse di quelle che si hanno a Palermo, dove però muore già a fine autunno-inizio inverno quando le temperature minime cominciano ad attestarsi sui 14 –16 °C.

A questo proposito ho raccolto dati (pubblici) sulle temperature di alcune stazioni meteo italiane per ricavare la relativa zona secondo il metodo dell’USDA. A parte miei errori, sicuramente presenti, ne risulta l’immagine di una Italia tropicale, cosa che tutti sappiamo non essere. Per tentare di chiarire questa incongruenza ho riportato le medie (30 anni) delle temperature minime giornaliere di dicembre, gennaio e febbraio delle stazioni italiane e quelle di tre località degli USA; è evidente a parità di zona la marcata diversità nelle temperature medie ed è proprio questo che fa la differenza (anche se non tutta).



Visto che a noi interessa ricavare una mappatura del nostro territorio tale che siano applicabili le indicazioni di rusticità di letteratura, non possiamo utilizzare il metodo alla lettera. Una maniera per risolvere il problema è quello di partire dalle temperature minime assolute, ma correggere la zona risultante sulla base delle indicazioni di rusticità, o meno, di specie note e diffuse e per far questo occorre l’esperienza sul campo di tutti. Sempre come proposta iniziale ho inserito nell’ultima colonna quella che sulla base di indicazioni sulla rusticità di amici sparsi per l’Italia, nonché di informazioni raccolte nei vari forum di giardinaggio, potrebbe essere a mio parere una classificazione cautelativa.

ZoneUSDA.bmp
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Gentile come sempre, ma a dire il vero io non ci ho capito molto, o meglio credo di aver capito che per sapere a quale area climatica appartiene la mia zona dovrei almeno conoscere la media delle temperature minime e la rusticità. Il che significa che non lo saprò mai e che mi dovrò accontentare dell'USDA 10 senza farci affidamento per la scelta delle piante. Mi sa che dovrò continuare a naso.
 

Traudi

Guru Giardinauta
Dunque...
nominando il cocus nocifera hai messo il dito nella piaga:( ma non dico di più altrimenti mi tocca andare a cercare quello che scrivo da qualche altra parte;)

Per curiosare il link dell'altro forum lo potresti mettere? si - no- privatamente

Quindi se Genova è classificabile come zona 9a con i venti freddi che ci picchiano, secondo te qui da me dove sono almeno 2 gradi in più è sempre 9a?
la mia testolina confusa non arriverà mai a capire queste tabelle, meno male che ci sei tu che spieghi:flower:
seguendo quanto scrivi Genova è come Huston dove penso faccia molto più freddo..va bene va bene, mi rileggo PIU' attentamente ciò che hai scritto:crazy:

Grazie e ciao:flower: :flower: :flower:
 

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
No problem!

Traudi ha scritto:
...altrimenti mi tocca andare a cercare quello che scrivo da qualche altra parte;)

Per curiosare il link dell'altro forum lo potresti mettere? si - no- privatamente
...
Se non hanno niente da ridire i "destinatari", potete mettere tutti i link che vi pare... ;)
 

ciaseta

Florello Senior
grazie a pat e pietro puccio

anche se purtroppo anch'io come eltu non mi ci trovo granchè.....faccio un pò di confusione con queste cose.....mi aspettavo una cosina un pò più semplice,...gosh! :eek:
 

valentinaTS

Giardinauta Senior
Grazie Pietro per la descrizione (come sempre) accuratissima e grazie anche alle Miss Moderatrici che hanno creato un nuovo 3d con il post "intruso".
Pero' nonostante descrizioni e tabelle non ci ho capito granche'...(Trieste come Roma e Pescara???) riprovero' a rileggere con piu' calma.
Grazie comunque e ciao
 

Pietro Puccio

Appassionato di palme e piante tropicali
Ciao a tutti ed in ordine:

- Elena: naturalmente siamo liberi di ritenere la nostra zona una qualsiasi, ma a decidere alla fine sono le piante e non è molto difficile tramite esse determinarla (sempre con le imprecisioni e la variabilità insita sia nel metodo che nelle piante stesse), ancor più facile è escluderle. Esistono due piante notissime considerate universalmente da zona 10a in su (alcuni addirittura da 9b): la palma da cocco (Cocos nucifera) e la Delonix regia, se in una data area queste piante non sopravvivono possiamo tranquillamente escludere che quest'area sia zona 10. Non conosco la tua città, ma visto che la prima non vive in nessuna zona dell'Italia e che la seconda sopravvive stentatamente solo in particolari nicchie climatiche, senza però fiorire, mi sento di escludere che la tua sia zona 10. Per confronto con altre aree costiere tirreniche direi che come base è zona 9a, con possibilità di sopravvivenza di alcune piante considerate ai margini della zona 9b. Detto questo nessuno vieta di sperimentare specie anche da zona 11 (io l'ho fatto e lo faccio), l'importante è esserne coscienti, adottare fin dall'impianto tutti gli accorgimenti che possano aiutare la pianta e.. non illudersi.

- Traudi: oltre quanto detto ad Elena, ricordo che questo sistema (USDA) si basa essenzialmente sugli eventi estremi (di temperatura) che possono avvenire anche a distanza di anni, con correzioni che tengono conto della lunghezza del periodo freddo. Per riprendere l'esempio di Houston mentre le temperature minime estreme sono paragonabili a quelle di Genova, le medie dei mesi invernali sono decisamente più alte (1- 2 gradi, che sono tanti), quindi Houston è sicuramente più calda di Genova, ma a causa degli eventi eccezionali è considerata 9a. Faccio presente che come latitudine Houston si trova allo stesso livello di Alessandria (d'Egitto, non del Piemonte), quindi la costa ligure si può ritenere più fortunata e questo grazie al clima particolare del Mediterraneo. Per quel che riguarda il clima di Sanremo, grazie alle palme ho qualche notizia da addetti ai lavori (conosco il direttore della ripartizione Giardini del Comune), a metà degli anni '80 c'è stata una particolare ondata di freddo ed in quell'occasione sono morte tutte le Howea forsteriana (meglio nota come Kentia) in piena terra, l'Howea è considerata da 9b in su, quindi direi che come base è bene riferirsi alla zona 9a, tenendo presente come detto che potrebbero tranquillamente vivere una parte di specie ai margini della 9b.

- Ciaseta: è questo il metodo più semplice, tutti gli altri tengono conto di moltissimi parametri.

- Valentina, perchè ti stupisce Trieste come Roma e Pescara, ritieni sia in situazione più o meno favorevole?
 

ciaseta

Florello Senior
Pietro Puccio ha scritto:
- Ciaseta: è questo il metodo più semplice, tutti gli altri tengono conto di moltissimi parametri.

e meno male !!! ;)

bè, grazie ugualmente, è che sono proprio profana di queste cose e poco abituata a pensarle e ragionarci sopra....
:p
 
Ultima modifica di un moderatore:

Eltuena

Guru Giardinauta
ora sì,

la cosa mi è più chiara. Pietro, dopo i dovuti e sentiti ringraziamenti, devo precisare che la definizione 10 che ho dato della mia zona non me la sono inventata, l'ho trovata in giro da qualche parte. Ora, grazie al tuo chiarimento, ho capito che la mia non è assolutamente zona 10. Sicuramente farò esperimenti, ma sarò cosciente che potrebbero, anzi che quasi certamente, non andranno a buon fine.

Ciao
 

Pat

Moderatrice Globale / Sez. Piante d'Appartamento
Membro dello Staff
Pietro Puccio ha scritto:
Recentemente in un altro Forum dedicato alla flora tropicale e subtropicale ho inviato il seguente messaggio che riporto integralmente qui (con la speranza che il moderatore non se ne abbia a male...)
............ giusto te :love_4: che ci speravo in una tua risposta ;) pensa che dopo aver cercato questa tabella per un'ora con google, e non trovando un bel fico secco di niente :( mi è venuto in mente che in questo foum avevi già postato qualcosa del genere, e quindi, mi bastato fare la ricerca con 3 parole "magiche", il tuo nick e l'ho trovata sulbito -:-

P.S. la ricerca nel forum l' avevo fatta anche prima di google, ma di parole ne avevo messe solo 2 ............. e quindi troppi thread da leggere :baf:
 

SouthStar

Aspirante Giardinauta
Pietro Puccio ha scritto:
Recentemente in un altro Forum dedicato alla flora tropicale e subtropicale ho inviato il seguente messaggio che riporto integralmente qui (con la speranza che il moderatore non se ne abbia a male...)

"Visto che si è già accennato alle zone climatiche, quanto segue vuole essere un spunto (molto grezzo) di discussione per cercare di arrivare a qualche conclusione che possa essere di valido aiuto per tutti noi. Esistono molte classificazioni delle aree climatiche che tengono conto di vari parametri, ma in genere o non sono disponibili o sono poco utili ai nostri fini. Infatti la stragrande maggioranza delle informazioni sulla rusticità delle varie specie proviene da pubblicazioni o da siti web anglofoni, i quali da anni utilizzano il metodo proposto dal Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA) per la indicazione delle zone climatiche. Questo metodo è forse il più impreciso, ma è certamente il più semplice e facile da adottare, e si basa esclusivamente sulla media dei valori minimi annuali di temperatura registrati in un congruo numero di anni. La suddivisione delle zone secondo tale metodo è riportata in molti siti, tra cui consiglio questo per le utili indicazioni che riporta:
http://www.usna.usda.gov/Hardzone/index.html

Il metodo, come detto, non tiene conto di tutti gli altri parametri climatici che intervengono sulla rusticità o meno ed in effetti è necessario apportare delle correzioni (lo hanno fatto negli USA nel disegnare la mappa delle zone) al fini di potere applicare i dati di rusticità in situazioni diverse da quelle di origine. Esistono alcune mappe dell’Italia più o meno dettagliate, ma a mio parere tenerne conto per l’introduzione di nuove specie subtropicali e tropicali porterebbe ad una strage. Fra le tante ‘diversità’ che possono incidere o addirittura stravolgere la classificazione vi è la durata del periodo freddo, infatti per ogni specie esiste un valore minimo di temperatura di sopravvivenza legato alla durata, classico esempio quello della Cocos nucifera che supera indenne a Miami temperature minime sporadiche più basse di quelle che si hanno a Palermo, dove però muore già a fine autunno-inizio inverno quando le temperature minime cominciano ad attestarsi sui 14 –16 °C.

A questo proposito ho raccolto dati (pubblici) sulle temperature di alcune stazioni meteo italiane per ricavare la relativa zona secondo il metodo dell’USDA. A parte miei errori, sicuramente presenti, ne risulta l’immagine di una Italia tropicale, cosa che tutti sappiamo non essere. Per tentare di chiarire questa incongruenza ho riportato le medie (30 anni) delle temperature minime giornaliere di dicembre, gennaio e febbraio delle stazioni italiane e quelle di tre località degli USA; è evidente a parità di zona la marcata diversità nelle temperature medie ed è proprio questo che fa la differenza (anche se non tutta).



Visto che a noi interessa ricavare una mappatura del nostro territorio tale che siano applicabili le indicazioni di rusticità di letteratura, non possiamo utilizzare il metodo alla lettera. Una maniera per risolvere il problema è quello di partire dalle temperature minime assolute, ma correggere la zona risultante sulla base delle indicazioni di rusticità, o meno, di specie note e diffuse e per far questo occorre l’esperienza sul campo di tutti. Sempre come proposta iniziale ho inserito nell’ultima colonna quella che sulla base di indicazioni sulla rusticità di amici sparsi per l’Italia, nonché di informazioni raccolte nei vari forum di giardinaggio, potrebbe essere a mio parere una classificazione cautelativa.

ZoneUSDA.bmp
Per noi siciliani, oltre ai tuoi preziosissimi dati ed elaborazioni, può essere d'aiuto anche confrontarli con quelli mostrati nel seguente sito del SIAS:
http://www.sias.regione.sicilia.it/presentazione.htm
Sia la parte cartografica, che quella della rete di rilevazione...
Però sono d'accordissimo che, dopo avere fatto le opportune valutazioni preliminari (insomma pere evitare di "sbragantare" troppo!...), la cosa migliore è verificare sul campo.
 

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
Domanda correlata: conoscete qualche sito che indica le altitudini sul livello del mare (più o meno, ovviamente, non paese per paese! :D) delle varie zone d'Italia?
 

Eltuena

Guru Giardinauta
Pietro,

vorrei inserire, sotto la mia firma, la zona USDA di appartenenza. Aiuterebbe a capire meglio quali piante sono a rischio e quali no. Posso scrivere zona 9a senza rischiare di fare la figura dell'imbecille nata? Ah, volevo aggiungere che, due anni fa, ho tenuto una Kentia, in vaso, nel giardino. Fino a tutto gennaio è stata lì, abbastanza tranquilla, poi una gelata notturna: caput!

Grazie
 
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