in commercio (specie nei consorzi agrari e nei garden)e'possibile trovare zolfo bagnabile da mischiare ad acqua,nelle dosi e nei tempi consigliati sulla confezione(spesso le dosi sono riportate per100 litri d'acqua,allora basta fare la proporzione a un litro togliendo 2 zeri...),cara Mitcha aspetta una settimana dopo aver nebulizzato lo zolfo(mi raccomando controllate CHE NON SIA MISCELATO AD ANTICRITTOGAMICI DI SINTESI,IL PRINCIPIO ATTIVO DEVE ESSERE SOLO LO ZOLFO!)
ciao Elebar,la "poltiglia bordolese e'inefficace contro l'oidio,
Mi scuso per il termine “poltiglie”che non era usato per indicare le varie poltiglie (dei sali di rame),ma semplicemente in modo confidenziale,per indicare le varie combinazioni e forme con cui e usato lo zolfo.
Lo zolfo è usato in fitoiatria press' a poco dalla metà dell’ottocento, vale a dire subito dopo la comparsa in Europa dell' oidio della vite (Inghilterra, 1845).11 suo impiego è rimasto incontrastato sino agli anni '50 del 900 per combattere soprattutto le varie forme di oidio, o mal bianco" che colpiscono, oltre alla vite, altre piante coltivate come i fruttiferi, la bietola, il grano, le orticole, le floreali, ecc. Successivamente il suo ruolo si è alquanto ridimensionato per la disponibilità di pp. aa. antioidici organici, oggi con lo sviluppo dell’agricoltura biologica torna alla ribalta.
L' attività antioidica dello zolfo, è nel con tempo curativa e preventiva e si esplica solo dopo che esso è sublimato, cioè passato allo stato di vapore. Il suo meccanismo di azione sui funghi patogeni è stato per molto tempo scarsamente conosciuto e si ritiene oggi che esso agisca come metalloide puro che interferisce principalmente sui processi ossido-riduttivi della cellula. poiche l' azione dello zolfo è condizionata dalla sua sublimazione, avranno particolare importanza la temperatura -ambiente ed il grado d ifinezza della polvere costituente il prodotto,La finezza, oltre che dalla dimensione media delle particelle, è normalmente espressa in gradi Chancel che sono un indice ricavato sulla base della velocità di decantazione della polvere in etere etilico(mi scuso per la pignoleria). Un buon prodotto non deve avere meno di 75-80 oChancel. È evidente che, a parità di temperatura, la sublimazione sarà tanto maggiore quanto piu elevato è il grado di finezza.( Temperatura e finezza condizionano non solo l' efficacia del trattamento ma possono perfino annullare il risultato dell'intervento o determinare l'insorgenza di fatti fitotossici (ustioni, ). Di conseguenza gli zolfi meno fini (polverulenti) verranno usati a temperature piu elevate, quelli piu fini (idrosospensibili) a temperature piu basse. Nell' attuazione dei trattamenti con zolfi occorre tener presente:
- la temperatura ambientale che, se troppo bassa (al di sotto di 10-12 oC), non consente la formazione dei vapori e quindi l' attività del prodotto, mentre, se troppo elevata (oltre i 35-40°C), può aggravare i rischi fitotossici, per cui, stante queste condizioni, si consiglia che le solforazioni avvengano preferibilmente in giornate solatie, ma nel tardo pomeriggio;
- la finezza delle particelle del prodotto che influisce sulla sua attivita, adesività e sul potere coprente, cioè su caratteristiche che si esaltan quanto piu la micronizzazione, o finezza, è elevata;
- lo stato del cielo che, se coperto, può ridurre l' efficacia del tratta mento a causa, altresi, dell' elevata umidità relativa dell' aria.
Diversi sono i tipi di zolfo che si trovano in commercio per l'uso pratico in agricoltura, ma nell' insieme essi si possono raggruppare - secondo il modo prevalente d' impiego - in zolfi in polvere ed in zolfi bagnabili, detti anche idrosospensibili, che vengono rispettivamente somministrati allo stato polverulento od in sospensione acquosa.(sciolti nell’acqua)
Zolfi in polvere. - Premesso che, stante la precisazione applicativa ora data, sarebbe terminologicamente piu esatto chiamarli « zolfi per trattamenti polverulenti ", in quanto sono in polvere anche gli altri, e che comunque, sono quelli impiegati nelle cosiddette « polverizzazioni», si distinguono essenzialmente nei seguenti tipi:
- zolfo greggio: è ottenuto dalla macinazione del minerale e presenta tra l' altro, una buona adesività dovuta ai materiali che, in natura, accompagnano l' elemento;
- zolfo macinato: è zolfo puro sottoposto a conveniente macinazione. - zolfo raffinato (detto anche « sublimato " o « fiori di zolfo " ): è ottenu to dalla condensazione dei vapori di distillazione dello zolfo greggi che determina la formazione di prodotti di massima purezza e di buona finezza (70-80 °Chancel);
- zolfo ventilato: si ottiene sottoponendo lo zolfo raffinato ad una o portuna ventilazione in corrente di anidride carbonica o di altro gas inerte. Da questa operazione si ricavano prodotti di grande finezza (80-90 °Chancel) e molto attivi;
- zolfo attivato: è di colore scuro, quasi nero, in quanto ottenuto pe fusione dello zolfo con nerofumo (accorgimento dovuto al profo Pirovano) col quale si aumenta l' attività del prodotto risultando mio gliorata la sublimazione grazie al maggior riscaldamento conseguen te al piu elevato assorbimento della radiazione solare.
Zolfi bagnabili (o idrosospensibili). - Si sono affermati, in manier sempre maggiore sotto il profilo applicativo, dopo la fine dell'ultima guerra, poiche presentano rispetto a quelli polverulenti il vantaggio di poter essere miscelati a diversi altri prodotti anticrittogamici e insetti.cidi, di assicurare una migliore adesività sugli organi vegetali da proteggere e di agire a temperature piu basse grazie alla maggiore finezza. I numerosi tipi in commercio possono venire raggruppati in:
- zolfi bagnabili comuni e zolfi micronizzati: resi dispersibili in acqua con l' aggiunta di bagnanti e caratterizzati da particelle assai fini (4 10 micron);
- zolfi colloidali : ottenuti con particolari procedimenti industriali e dotati di particelle estremamente fini (3-6 micron) per cui s' impiegano in quantitativi ridottissimi;
- zolfi bentonitici : si ottengono per fusione di argille colloidali bentonitiche con zolfo e macinando la miscela in modo da produrre una polvere di elevata finezza, che si adopera in dosi ragguardevoli, senza tuttavia correre il pericolo di ustioni, stante il ridotto quantitativo di p.a. e la presenza del supporto bentonitico.
Come già detto, sia gli zolfi bagnabili che quelli per trattamenti polverulenti possono venire impiegati anche in unione ad altri pp. aa. quali per esempio sali di rame, formando gli zolfi ramati, di frequente uso pratico. Questi si trovano già pronti in commercio, ma possono essere preparati pure manualmente, utilizzando, tra l' altro, la seguente formula:
- zolfo puro: 50% - polveri inerti (talco, gesso, caolino, bentonite): 30% - ossicloruro di rame: 20%
Relativamente alla miscibilità dello zolfo va ricordato che anche per esso esistono incompatibilità. Gli zolfi infatti non si possono abbinare a taluni insetticidi (es. idrossimetilnitrobenzene, chlorpyrifos-metil), acaricidi (ciesatin, fenson + propargil) e anticrittogamici (binapacril, captano), ma soprattutto non vanno miscelati con oli minerali, gialli e d' antracene per evitare gravi manifestazioni fitotossiche. T ali inconvenienti si verificano, altresi, se l' impiego separato di oli e zolfi sulla stessa coltura avviene a distanza inferiore ad una ventina di giorni.