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Le piante grasse e il freddo

Giulia cipolloni

Aspirante Giardinauta
Salve a tutti!
Ho da poco acquistato varie piante tra cui delle echinopsis, trichocereus, frailee, gymnocalycium ed astrophytum.
Vorrei sapere da voi esperti come dovrò comportarmi con l'arrivo del freddo.
Lasciate le vostre piante all'esterno anche in pieno inverno durante il riposo vegetativo?
Grazie in anticipo
 
R

RobertoB

Guest
Io non sono assolutamente un esperto. Ed il tema è sicuramente controverso.
Chiaramente ogni specie fa discorso a se e ha le sue esigenze, ma anche tenendo a mente questo reperire informazioni non è affatto semplice.
Io sto conducendo un mio personale esperimento, se ti può interessare ne parlo qua https://forum.giardinaggio.it/threads/angoletto-roccioso.275124/

Tieni presente comunque due cose fondamentali:
- la temperatura è solo un fattore, ovvero bisogna considerare durata del freddo, umidità dell'aria e della pianta, esposizioni, microclimi, grandezza dei vasi e molti altri imponderabili fattori
-bisogna cercare di capire a che popolazione appartiene la pianta, perché molte specie a vasto areale possono avere popolazioni con una differenza sostanziale nella resistenza al freddo
 
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Giulia cipolloni

Aspirante Giardinauta
Io non sono assolutamente un esperto. Ed il tema è sicuramente controverso.
Chiaramente ogni specie fa discorso a se e ha le sue esigenze, ma anche tenendo a mente questo reperire informazioni non è affatto semplice.
Io sto conducendo un mio personale esperimento, se ti può interessare ne parlo qua https://forum.giardinaggio.it/threads/angoletto-roccioso.275124/

Tieni presente comunque due cose fondamentali:
- la temperatura è solo un fattore, ovvero bisogna considerare durata del freddo, umidità dell'aria e della pianta, esposizioni, microclimi, grandezza dei vasi e molti altri imponderabili fattori
-bisogna cercare di capire a che popolazione appartiene la pianta, perché molte specie a vasto areale possono avere popolazioni con una differenza sostanziale nella resistenza al freddo
Grazie mille
 
R

RobertoB

Guest
P.S. dati sensati, (purtroppo non sempre) li puoi trovare su llifle, una bellissima enciclopedia online. In ogni caso l'ideale quando è possibile è capire la provenienza generica (specie) o specifica (tramite il field number)
E cercare i dati della stazione meteo più vicina.

P.P.S. come per ogni altro fattore le piante possono essere "abituate" al freddo.
 

cmr

Maestro Giardinauta
@Giulia cipolloni: leggo che scrivi da Roma. E' vero che la città è vasta e, sembra strano, il clima di RM-nord (molto umido) è differente da quello di RM-sud (più asciutto), ma le piante che hai citato (echinopsis, trichocereus, frailee, gymnocalycium ed astrophytum) puoi lasciarle fuori tutto l'inverno avendo la accortezza di non esporle alla pioggia ed alle altre intemperie.
 

Giulia cipolloni

Aspirante Giardinauta
@Giulia cipolloni: leggo che scrivi da Roma. E' vero che la città è vasta e, sembra strano, il clima di RM-nord (molto umido) è differente da quello di RM-sud (più asciutto), ma le piante che hai citato (echinopsis, trichocereus, frailee, gymnocalycium ed astrophytum) puoi lasciarle fuori tutto l'inverno avendo la accortezza di non esporle alla pioggia ed alle altre intemperie.

Grazie tante, io sono a Roma Nord
 
R

RobertoB

Guest
Nello specifico: in che modo?

No, nessuna tecnica segreta:LOL:
In letteratura inglese viene chiamato "frost hardening" quel fenomeno per il quale cloni coltivati durante il periodo vegetativo a temperature ridotte sono in grado di resistere durante il riposo a picchi negativi di temperatura più bassi. È un meccanismo adattativo della pianta stessa che modifica la sua fisiologia e biochimica per adattarsi al freddo.
 
R

RobertoB

Guest
Si llifle ha parecchi strafalcioni, alcuni dei quali così evidenti da essere notati persino da me che sono un profano, però tra i migliaia di siti e tabelle scritte da un pinco pallino qualsiasi, e venditori di un'ignoranza imbarazzante trovo che quei dati (in generale, ma ripeto ci sono errori) siano tra i più centrati.

Poi ovviamente se uno vuole andare sullo specifico deve avere la pazienza di cercare tra gli articoli scentifici, che comunque tolte le specie più comuni sono abbastanza lacunosi
 

cmr

Maestro Giardinauta
frost hardening
Confesso di non averne saputo l'esistenza e di essermi velocemente documentato. Spero non troppo velocemente!
In pratica, conoscendo i meccanismi che controllano la resistenza al freddo delle piante e applicandoli al miglioramento genetico alla base della moderna agricoltura si potrebbe ipotizzare, ad es., un bananeto impiantato in Norvegia.....o la creazione di una spiaggia con le palme da cocco nei pressi di Reykjawik.
Poi ti chiedi perchè anche gli asteroidi ci schifano, sfiorandoci soltanto.....
 

Delonix

Florello Senior
Confesso di non averne saputo l'esistenza e di essermi velocemente documentato. Spero non troppo velocemente!
In pratica, conoscendo i meccanismi che controllano la resistenza al freddo delle piante e applicandoli al miglioramento genetico alla base della moderna agricoltura si potrebbe ipotizzare, ad es., un bananeto impiantato in Norvegia.....o la creazione di una spiaggia con le palme da cocco nei pressi di Reykjawik.
Poi ti chiedi perchè anche gli asteroidi ci schifano, sfiorandoci soltanto.....
Cmr, non esageriamo dalla parte opposta, bananeto in Norvegia!Suvvia! è semplicemente il concetto che un ciclamino cresciuto in collina e quindi più al freddo resisterà a temperature minori un po' più rispetto ad un ciclamino che è cresciuto in riva al mare. Anche i norvegesi sono più abituati al freddo dei caraibici e nessuno si stupisce... ;)
 

cmr

Maestro Giardinauta
è semplicemente il concetto che un ciclamino cresciuto in collina e quindi più al freddo resisterà a temperature minori un po' più rispetto ad un ciclamino che è cresciuto in riva al mare.
Questo si chiama "areale di distribuzione" di una specie ed è in funzione di diverse variabili tra cui la temperatura.
Comunque la mia voleva essere palesemente una esagerazione: non si era capito?
...intanto stanno studiano questa cosa del freddo nel mais e in qualche altro ortaggio...:whistle:
 
R

RobertoB

Guest
No, il discorso non era legato al miglioramento genetico (che pur tuttavia esiste, naturale o artificiale che sia).
Forse a fuorviare è stato l'uso della parona "cloni" che viene associata automaticamente all' ingegneria genetica (e archetipi connessi).
Ma esemplificando se stacco 20 pale di fichi d'india e le faccio radicare ottengo 20 cloni ( con buona pace del padre di Dollie). Ora se io ne coltivo 10 a una temperatura media di 30 gradi e 10 a una temperatura media di 15 gradi il secondo gruppo, al sopraggiungere dell'inverno, sarà in grado di sopportare una temperatura minima minore.

Sul miglioramento genetico e bananeti norvegesi non voglio entrare, un argomento che attira troppi talebani, di entrambe le fazioni, per costruire un dialogo
 
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