I
Il Marchese del Ficus
Guest
Chi ha orecchie per intendere, intenda. Gli altri in roulotte.
(sono seduto dalla parte del torto, solo perchè tutti gli altri posti erano già occupati) Bertolt Brecht
Un caro saluto a tutti\e da dietro il muro
La scritta invincibile
Al tempo della guerra mondiale
in una cella del carcere italiano di San Carlo
pieno di soldati arrestati, di ubriachi e di ladri,
un soldato socialista incise sul muro col lapis copiativo
viva Lenin!
Su, in alto, nella cella semibuia, appena visibile,
ma scritto in maiuscole enormi.
Quando i secondini videro, mandarono un imbianchino
con un secchio di calce e quello,
con un lungo pennello, imbianco' la scritta minacciosa.
Ma siccome, con la sua calce,
aveva seguito soltanto i caratteri
ecco che c'e' scritto nella cella, in bianco
viva Lenin!
Soltanto un secondo imbianchino copri' il tutto con piu' largo pennello
si' che per lunghe ore non si vide piu' nulla.
Ma al mattino, quando la calce fu asciutta,
ricomparve la scritta viva Lenin!
Allora i secondini mandarono contro la scritta un muratore armato di coltello.
E quello raschio' una lettera dopo l'altra, per un'ora buona.
E quand'ebbe finito, c'era nella cella, ormai senza colore
ma incisa a fondo nel muro, la scritta invincibile:
viva Lenin!
E ora levate il muro! disse il soldato.
da: Bertolt Brecht, Poesie di Svendborg, Trad. it. di Franco Fortini, Einaudi 1976
Al tempo della guerra mondiale
in una cella del carcere italiano di San Carlo
pieno di soldati arrestati, di ubriachi e di ladri,
un soldato socialista incise sul muro col lapis copiativo
viva Lenin!
Su, in alto, nella cella semibuia, appena visibile,
ma scritto in maiuscole enormi.
Quando i secondini videro, mandarono un imbianchino
con un secchio di calce e quello,
con un lungo pennello, imbianco' la scritta minacciosa.
Ma siccome, con la sua calce,
aveva seguito soltanto i caratteri
ecco che c'e' scritto nella cella, in bianco
viva Lenin!
Soltanto un secondo imbianchino copri' il tutto con piu' largo pennello
si' che per lunghe ore non si vide piu' nulla.
Ma al mattino, quando la calce fu asciutta,
ricomparve la scritta viva Lenin!
Allora i secondini mandarono contro la scritta un muratore armato di coltello.
E quello raschio' una lettera dopo l'altra, per un'ora buona.
E quand'ebbe finito, c'era nella cella, ormai senza colore
ma incisa a fondo nel muro, la scritta invincibile:
viva Lenin!
E ora levate il muro! disse il soldato.
da: Bertolt Brecht, Poesie di Svendborg, Trad. it. di Franco Fortini, Einaudi 1976
(sono seduto dalla parte del torto, solo perchè tutti gli altri posti erano già occupati) Bertolt Brecht
Un caro saluto a tutti\e da dietro il muro