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Tanta luce in iverno ... che fare?

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Holden Caulfield

Guest
Ho letto che la mia orchidea, un oncidium, ha bisogno nel periodo invernale di pochissime inaffiature, per non dire nussuna, di un'ambiente fresco, 10-15 gradi, ma sopratutto di tantissima luce. dato che oin inverno è molto difficile trovare tanta luce, e che comunque io ho dei problemi a lasciare le tapparelle aperte d'inverno, pensavo di installare un neon, come quelli che si usano negli acquari. Dite che è una buona idea? E le altre informazioni che ho trovato sono giuste?
Ciao
Andrea da Modena
 
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Carla

Guest
Ciao Andrea, di lampade per acquari ne esistono sostanzialmente di due tipi: quelle fitostimolanti e quelle per esaltare i colori dei pesci. Le prime (che se non sbaglio sono lampade pentafosfore reperibili anche nei negozi di materiale elettrico) sono appositamente studiate per favorire la crescita delle piante, e come tali sono adatte per la coltivazione di praticamente tutte le piante comprese le orchidee. Tuttavia devi prestare attenzione al fatto che i neon scaldano parecchio, quindi dovrebbero essere tenuti ad una certa distanza dalla pianta. Salutoni
 
G

Giulio

Guest
Ciao, per l'oncidium, puoi tenerlo sotto i neon in inverno, però ti consiglio il minimo indispensabile. Infatti la pianta dovrebbe essere piuttosto grandicella, non molto adatta ai neon. In ogni caso, ti consiglio quelli 'standard' a luce fredda (cool). Costano meno e rendono una quantità di luce maggiore rispetto a quelli per acquari a parità di wattaggio. Meglio se 2 da 36W o 3-4 da 20W posti al massimo a 25-30 cm dalla sommità delle foglie. Meglio se più vicine.
ciao
Giulio
 
C

Carla

Guest
Ciao. Io mi sono permessa di dare consigli a Holden perchè essendo una appassionata di acquari ho una discreta conoscenza di lampade e del loro uso in relazione alle piante. Mi scuso per eventuali errori o imprecisioni ma secondo me le lampade standard non sono adatte alle piante perchè vengono realizzate in modo da emettere luce perfettamente visibile all'occhio umano, ma tale luce risulta scarsamente utilizzabile dalle piante per i processi di fotosintesi. Le piante infatti non sono in grado di assorbire nello stesso modo tutti i tipi di radiazione luminosa, ma ne sfruttato solo alcuni ignorando quasi completamente altri. Le lampade fitostimolanti (o pentafosfore, cioè quelle normalmente usate negli acquari) invece emettono una radiazione luminosa molto piu' simile alla radiazione solare e quindi piu' adatta allo sviluppo delle piante. Per quanto riguarda la quantità di luce emessa, i due tipi di lampade emettono pressochè la stessa quantità di luce, solo che le fitostimolanti a noi sembrano meno luminose perchè non sono realizzate per essere perfettamente visibili all'occhio umano ma per essere pienamente sfruttabili dalle piante. Io non sono un'esperta di orchidee ma mi ero permessa di consigliare di tenere una discreta distanza tra la pianta e le lampade basandomi sul fatto che Holden aveva detto che la pianta richiede un ambiente fresco e considerando l'elevata temperatura che raggiungono le lampade. Salutoni.
 
H

Holden Caulfield

Guest
Grazie a tutti delle risposte. Essendo anch'io un appassionato di acquari conoscevo già la differenza tra i neon " comuni " e quelli per acquari. Sono d'accordo che i neon normali sevano ben a poco per una pianta, ma ero indeciso se metterci quelli fitostimolanti o quelli sempre per piante, ma normali. E cmq sono anche d'accordo a metterli abbastanza lontano dalla pianta in quanto tutti i tipi di neon, sopratutto se devono stare accesi per molte ore, si scaldano parecchio e scaldano molto anche l'ambiente vicino.
Grazie a tutti e buon giardinaggio. ;)
 
G

Giulio

Guest
Ciao, premetto che tutto il discorso delle luci me lo ero studiato qualche anno fa per il primo orchidario, quindi probabilmente qualcosa mi sfuggirà, comunque per quanto riguarda i tubi neon, si, alcuni, tipo i gro-lux, hanno uno spettro che si avvicina più di altre alla curva di assorbimento della clorofilla e quindi teoricamente, sarebbero da preferire. In realtà già i normali cool-white hanno una curva di emissione che si avvicina molto a quella dei modelli più evoluti. In compenso sono molto più economici ed emettono una quantità totale di luce maggiore (1200 lumen per i normali 18W contro 900-1000 lumen della maggior parte dei più costosi 20W grow-lux, full spectrum, aqualight ecc.). Se consideri poi che devi cambiarli ogni 6-8 mesi, che quelli normali costano non più di 5-6.000 lire contro le 15-60.000 lire degli altri e che devi mettere *almeno* due o tre tubi, beh ... basta fare due conti. Inoltre ti posso assicurare che fioriscono anche con i tubi da 'poveri' ;)
Anche io ho un paio di oncidium tipo quello di cui si parlava e riesce a fare due o tre spighe all'anno sotto neon normali, in compagnia di un buon numero di paphiopedilum, phragmipedium e specie varie, che fioriscono tranquillamente e copiosamente. Per contro, specie molto esigenti, che vogliono un sacco di sole, come Vanda o Brassavola, possono vegetare bene ma non fiorire.
Certo, i neon non sono il massimo. Nessun neon. Il massimo è, ovviamente, la luce solare. Mi riferiscono alcuni che le luci HID (a vapori metallici o qualcosa del genere) da 400 o più watt sono assai migliori dei neon. Ma non le ho mai provate quindi non so dirti di più. Quello che so è che costano un sacco di soldi, vanno cambiate anche loro ogni 6-8 mesi e succhiano corrente come sanguisughe.
Attenzione in ogni caso ai neon da acquari. Alcuni hanno uno spettro 'tarato' per raggiungere le piante sotto uno strato d'acqua. Costano un botto e (per quello che servono a noi) valgono a poco.
ciao
Giulio
 
H

Holden Caulfield

Guest
Grazie Giulio, indubbiamente facendo anche due conti col portafoglio in mano, sarà meglio che faccia la prova con quelli normali e poi guarderò i risultati. L'ultima domanda: ma perchè parli sempre al plurale quando ti riferisci ai neon? Vuoi forse dire che anche se ho solo un'orchidea devo mettere due o più neon? Anche se la tengo vicino ad una finestra?
Grazie della collaborazione a tutti!
 
G

Giulio

Guest
CIao Holden, parlo al plurale perchè un paio di tubi sono il minimo indispensabile perchè le foglie prendano una certa quantità di luce. Tieni presente che l'intensità di luce è inversamente proporzionale al quadrato della distanza, ed i neon già ne fanno poca per conto loro. Per la sola luce artificiale il sistema 'canonico' è considerato: due tubi da 36W distanti 25-30 cm l'uno dall'altro e a non più di 20-30 cm dalle foglie. Le HID assai più luminose vengono invece tenute a circa 1 metro e mezzo, per cui l'intensità è molto più uniforme.
Certo che se la tieni vicino ad una finestra può essere sufficiente anche un solo tubo, però, visto ci sei e visto che tanto la spesa è più o meno la stessa, ti consiglio due tubi da 18/20W. Hai un'intensità più uniforme, un'ingombro non particolarmente elevato, e poi, tanto arriverai sicuramente a dargli un po' di compagnia ;)
ciao
Giulio
 
M

Martin

Guest
Illuminazione artificiale

Ciao a tutti sono nuovo di questo bel forum. Siccome sono un appasionato di orchidee, la prima cosa che ho fatto è stata di entrare in questa sezione a loro dedicata. Vorrei dire anch'io la mia sull'argomento illuminazione artificiale, in quanto ritengo di conoscerlo decentemente sia come appassionato di piante sia come materia di studio.

Le lampade standard sono lampade trifosforo. Vengono realizzate per avere delle grosse proiezioni sul verde e sul giallo. E' proprio questa infatti la luce a cui i nostri occhi sono abituati ed è principalmente questa che viene misurata per calcolare i Lumen. Infatti i Lumen vengono misurati in base ad un "osservatore fotopico", cioè misurano quanta luce siamo in grado noi di percepire e non il flusso luminoso totalmente emesso dalle lampade. Se confrontiamo non i Lumen ma il PAR (Photosythetically Available Radiation cioè Radiazione Disponibile per la Fotosintesi) delle varie lampade (e per la crescita delle piante è questo che dovrebbe essere interessante) la differenza tra pentafosforo e trifosforo è praticamente nulla. Inoltre le pentafosforo presentano una distribuzione spettrale migliore delle trifosforo in quanto lo spettro delle prime presenta cinque picchi mentre quello dello delle seconde ne presenta solo tre, cosa di cui il PAR non tiene conto in quanto valuta con il medesimo peso qualsiasi radiazione emessa nel campo di lunghezze d'onda da 300 a 700 nm).
Per valutare quindi l'effettiva efficacia di una lampada il PAR da solo un'indicazione di base ma non è sufficiente, occorre studiare lo spettro.
Occorrono infatti alcune frequenze per attivare le reazioni biochimiche tipiche della fotosintesi. Infatti alcune radiazioni vengono poco sfruttate, mentre altre lo sono di piu'. Ad esempio, come molti sanno, piante che appaiono verdi hanno pigmenti che riflettono in gran parte la radiazione verde, che dunque evidentemente puo' essere solo in piccola parte utilizzata dalle piante. Occorre tuttavia tenere presente che solo una modesta percentuale della luce che arriva alle piante (o meglio dell'energia contenuta nella luce che arriva alle piante) viene effettivamente utilizzata (se non ricordo male, per la radiazione solare normalmente meno dell'1 % dell'energia raggiante che arriva alle piante e' efficace per la fotosintesi), sia perche' e' eventualmente costituita da luce non molto utile, nel senso appena detto, sia anche perche' solo una parte dell'energia contenuta nei fotoni assorbiti e che potrebbe in teoria essere utilizzata risulta poi inefficace per diversi motivi caratteristici di queste reazioni biomolecolari attivate dalla radiazione solare.
Tuttavia dato che l'esame di uno spettro puo' essere talvolta complicato, informazioni utili si possono ricavare dall'analisi di altri due indici spesso presenti nelle descrizioni tecniche delle lampade: la temperatura di colore e il Ra (indice di resa del colore). Senza dilungarci nei dettagli basta considerare che la luce solare presenta uno spettro completo, una temperatura di colore compresa nell'intervallo 5000-6500 K a seconda del momento della giornata, mentre il Ra è pari a 100. Da cio' si puo' dedurre che per ricreare una luce il più possibile simile alla luce solare è opportuno utilizzare lampade con temperatura di colore pari a quella solare e con il Ra più elevato possibile (in ogni caso maggiore di 90). Premesso cio' ritengo che i migliori risultati si potrebbero ottenere affiancando due lampade pentafosforo con diversa temperatura di colore (cioè una calda (sui 6000-6500 K) e una fredda (sui 4000-4500 K)) in modo che una lampada possa colmare possibili vuoti nello spettro di emissione dell'altra, dotate di opportuni riflettori in modo da convogliare la maggiore quantità di luce possiblile senza dispersioni. Se invece volete usare lampade trifisforo (ad esempio per problemi di reperibilità) allora vi consiglio di valutare attentamente gli spettri di emissione delle varie lampade disponibili in modo da trovarne due (o più) il più possibile complementari.
Inoltre data l'inevitabile carenza di queste lampade nei confronti di alcune lunghezze d'onda fondamentali, è necessario usare lampade molto potenti (con conseguente spreco di energia e quindi di soldi). In ultimo vorrei far notare che la temperatura ottimale di lavoro di un neon è di circa 40°C, tuttavia spesso questa temperatura viene superata specialmente in caso di uso per diverse ore. Ciò può causare variazioni anche sensibili nello spettro di emissione. Per questo consiglierei di usare un gruppo di accensione elettronico, che a fronte di una spesa leggermente superiore permette temperature inferiori, una maggiore durata della lampada e un minore consumo energetico.
Ciao a tutti.
 
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