Cari amici, vi ringrazio infinitamente per l'incitamento!
Ho aspettato un po', prima di rispondere alle vostre giuste considerazioni, perché mi avete dato modo di riflettere ancora una volta su numerosi problemi connessi con un'attività "creatrice".
Parto dal presupposto che un "creatore" abbia COMUNQUE una personalità ed una sensibilità propria che lo conducono ad avere delle preferenze o dei modi privilegiati di rapportarsi con le differenti situazioni. Nondimeno, molte delle scelte di un creatore derivano da considerazioni che i non addetti ai lavori non possono capire e da conoscenze culturali ("elitarie"?, più che altro professionali!) che i clienti spesso non hanno: mi sembra anche ovvio che sia così, ad ognuno il suo. E qui mi ricollego a quanto diceva Claudio: molti progettisti, siano essi Ingegneri, Architetti, o altro, sono degli integralisti. Nessuna deroga, nessun compromesso: esiste solo ciò che loro hanno scelto come proprio stile, fanno ciò che vogliono senza ascoltare niente e nessuno. Questo non solo è sbagliato, ma anche dannoso, perché ingenera l'idea sbagliata ma assai diffusa del progettista auto-compiacentesi e dalle idee incomprensibili ed astruse. E' un chiudersi nella propria torre d'avorio che è quantomeno inconcludente se non totalmente sterile e deleterio.
Personalmente sono convinto che il dialogo con il committente sia assolutamente imprescindibile da qualsiasi operazione di progettazione: capire i gusti ed i desideri di chi dovrà "vivere" un ambiente sia esso interno o esterno, ma nel contempo perseguire l'armonia col contesto e la maggiore funzionalità e fruibilità possibili. Oltre che, naturalmente, la maggiore "bellezza" possibile.
Il dialogo è anche fondamentale per spiegare e rendere comprensibili idee e scelte che a prima vista spesso non lo sono affatto. Vi faccio un esempio. Uno degli aspetti fondamentali del mio intendere l'Architettura è la relazione degli edifici con la luce. Bene, uno dei miei progetti per un esame di Composizione Architettonica era una casa che aveva linee piuttosto Moderne e nello stesso tempo Organiche, ovvero appariva, alla maggior parte delle persone "non pratiche" troppo fredda, squadrata… "moderna". Ma bastava spendere qualche parola per spiegare gli effetti della luce sulle ampie pannellature in legno delle pareti o ancora spiegare l'effetto della lama luminosa creata dal lucernario sulla sottostante parete in pietra a vista nel soggiorno…. che subito anche i più scettici iniziavano a mostrare il proprio interesse, ad apprezzare ciò che prima creava in loro solo un senso di profondo "distacco". Il passo tra la non comprensione ed i rigetto è brevissimo, in tutti i campi.
Eccezion fatta per rari casi, progettista e committente parlano due linguaggi completamente differenti: deve essere cura di entrambi arrivare alla reciproca comprensione.
Dico "reciproca" perché spesso i committenti sono convinti di poter fare tutto da sé. E, peggio ancora, sono convinti di farlo nel modo migliore. Ragione per la quale credo che preferirei rifiutare o rinunciare ad un incarico, qualora la mia presenza quale progettista fosse finalizzata esclusivamente a sottoscrivere gli integralismi di qualcun altro. Perché ritengo che comunque operi un progettista, come un artista, metta qualcosa di sé in ogni suo lavoro… chiamatelo stile, "mano", firma… io preferisco "anima".
Purtroppo sembra che il discorso prevalente sia di mera convenienza, di qualunquismo, di superficialità nell'affrontare i progetti: via, uno dopo l'altro, tutti fatti con lo stampino, tanto ciò che vale è la legge del mercato, mica quella della qualità e della cura dei dettagli. Eh sì, perché mai come nei piccoli interventi di cui parlava Paola, "Dio è nel dettaglio".
E sfortunatamente, come molti di voi hanno notato, in Italia non si è sentito molto, almeno sino ad ora!! il bisogno di "progettare" il verde. Men che mai si sente la necessità di attuare la contemporanea progettazione degli edifici e delle aree verdi circostanti, considerando gli uni e le altre come entità separate. Fortunatamente qualcosa si sta muovendo, speriamo che una nuova cultura del verde ci pervada!!
OK…. Grazie per la dritta…
Diventerò psico- progettista!