Queste iniziative mi lasciano sempre scettico e dubbioso. Premetto che la sindrome da iperattività detta anche “sindrome minima cerebrale”, “sindrome del bambino iperattivo”, “danno minimo cerebrale”, “incapacità specifica di apprendimento “ ecc. esiste ed è stata ben caratterizzata fin dal 1845 nonché curata col metilfenidato (Ritalin) tuttora farmaco di scelta (tralasciando la destro-amfetamina). Questa sindrome che da studi epidemiologici risulta abbastanza diffusa, tanto che dal 4% al 10% dei bimbi dei due sessi (più maschi che femmine in un rapporto 4:1) presentano qualcuno dei sintomi caratterizzanti , include sì l'iperattività ma anche problemi più o meno seri di apprendimento, incapacità di leggere, di scrivere, di effettuare semplici calcoli aritmetici ecc. Ovviamente l'iperattività in se non è una sindrome, in quanto i bambini possono diventare iperattivi anche per noia, per mancanza di stimoli in presenza di compagni meno brillanti di loro, per alimentazione inadeguata, fame ecc. E allora mentre la soluzione non consiste nell'impedire la somministrazione di un farmaco appropriato in caso di patologia accertata, il vero problema sta nella diagnosi che spesso è imperfetta od eccessiva soprattutto in una società in cui bimbi e meno bimbi sono spesso incontrollabili per generalizzata maleducazione ed eccessiva tolleranza nei loro confronti da parte di genitori assenti od altrettanto maleducati.