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perché è morta

billgates13

Giardinauta Senior
io ritengo il suicidio un grande atto di vigliaccheria prima verso se stessi poi verso i propri.
in secondo tempo lo reputo anche un grande atto di coraggio togliersi la vita cosa che io non farei mai per motivi semplici...la vita è sempre bella anche nelle disgrazie ed oltre.
nella vita si lotta sempre con tutti e contro tutti poi succeda quello che succeda.
ho letto adesso qui la notizia e la reputo solo cronaca.
 

Stefano De C.

Florello Senior
Anche perchè non è che in realtà si ci suicida di più rispetto a prima, sono magari solo cambiate le motivazioni scatenanti.
Anche una mia compagna di classe si uccise nel 1997, quindi so che si prova
 

Stefano De C.

Florello Senior
Cmq,riguardo all'articolo, va anche detto che a parole si contesta la raccomandazione (un conto è che magari vengo segnalato a un'azienda liberamente, faccio un normale colloquio e poi quella decide se assumermi o meno, un conto è quando una persona viene imposta da qualcuno a prescindere delle qualità, ed è su questo che bisogna combattere), ma poi, tutti ci hanno sempre ricorso, e la crisi c'entra marginalmente, il malcostume c'era pure prima
 

garofano

Maestro Giardinauta
Ho letto la storia di Luana e agiungo delle considerazioni in più.
La questione delle raccomandazioni ci sta tutta.A me è capitato,credo di averlo raccontato,di avere un regolare contratto per soli tre mesi,al solo scopo di mantenere il posto per il raccomandato di turno che l'avrebbe occupato.Quando il raccomandato è arrivato,ho notato subito le differenze:il mio metodo di lavoro non andava bene:non andava bene che facessi visite frequenti alle persone che tenevo in cura,non andava bene che li seguissi anche quando non ero di turno di reperibilità (ma come,i alleggerisco il lavoro e vi lamentate?).Non mi avevano spiegato nulla di certe procedure, ne'l'utilizzo di certe macchine (ci occupavamo di anche di persone malate di SLA,che hanno bisogno di presidi particolari) Ho dovuto crearmi il mio bagagli da sola, studiando e frequentando corsi.Al raccomandato,manco è entrato,si sono prodigati in istruzioni e consigli,gli hanno spiegato tutto.Compiva cappellate ma andavano tutte benissimo.Successivamente sono venuta a sapere che il mio metodo di lavoro è diventato la regola,con grande soddisfazione da parte delle persone in cura e dei loro familiari.E questo è niente...la raccomandazione è diffusa,ma da qui a dire che raccomandato fa rima con preparato...ce ne corre.E la faccenda della raccomandazione rode,rode,eccome se rode...a ME RODE TANTISSIMO
C'è un altro aspetto:i medici sono un po' una categoria a parte:c'è spesso una sottile rivalità in merito alla competenza professionale,condita con un po' di presunzione che a volte sfocia nell'arroganza. A me personalmente fa piacere se qualcuno mi da dei consigli per fare meglio una certa cosa,gli sono grata perchè imparo qualcosa in più,magari ne trovassi...ma spesso le cose vanno diversamente.Il chirurgo italiano che ha rifiutato i consigli,e pure malamente,rientra in un certo habitus mentale,purtroppo .Ma non solo:Luana ha avuto il "torto" di essere una donna.
L'Italia e la Francia,pur essendo in Europa e pur essendo confinanti, in quanto a mentalità e progresso,sono distanti anni luce Qui in Italia ci sono sacche di una mentalità provinciale, una visione molto maschilista riguardo a certe branche della Medicina,fra cui la Chirurgia.Purtroppo il suo "azzittimento" rientra una certa deviata normalità.
Comunque,per dirvela tutta,è facile che,a parita di laurea, un uomo per la gente sia sempre un dottore,una donna è per lo più chiamata "signora".
A me personalmente non importa nulla,anzi,quando mi "restituiscono "il titolo,io dico scherzosamente (ma non troppo):)che mi hanno fatto un complimento:di dottori ce ne sono tanti,di signori molto pochi.
Comunque,io la suo posto,non so se sarei tornata,credo proprio di no.Se potessi me ne andrei subito dall'Italia,ma..ho cinquantacinque anni e alla mia età...chi me se pija?E poi,ho doveri familiari che mi tengono legata qui.Il nostro è un gran bel Paese,ma per viverci se si è ricchi o se ci si viene in villeggiatura.
Il suicidio di Luana è dovuto ad una serie di fattori:delusione per avere visto le sue aspettative tradite,conseguente depressione,stress anche fisico per il fatto che doveva andare a lavorare da una pare e dall'altra,lo stress proprio del lavoro del chirurgo.Il comportamento maleducato del collega di per se' non porta a suicidarsi:lo si manda a quel paese e magari gli si tira pure uno schiaffo.Nel caso di Luana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Io la penso così,ma posso sbagliarmi...
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Se c'è una inchiesta in corso naturalmente non possiamo sapere.
Però ci sono molti indizi.
Io vorrei sapere per esempio come ha fatto ad arrivare solo quinta una con quel po'po' di titoli.
È praticamente impossibile averne di più. Ci saranno stati i soliti prenotati.
E questo è un malcostume. Poi capisco che andare a lavorare all'estero ti abitua bene, poi riapprodi qua e ti infili in una palude in cui tutto stagna, ogni passo successivo è un'agonia,ogni volta che cerchi di dare una svolta ti senti bloccata, dipendi da cavilli, leggi, leggine, non devi sgomitare, devi sapere che ci sono gli intoccabili e che se tutto va bene lavorerai a contatto di gomito con gli imparentati, i politicizzati e i tangentati.
Questi forti della loro arroganza non si faranno certo intimidire da competenze superiori. Così è se vi pare e dopo almeno un decennio di ascesa continua equivale a un demansionamento che può portare altro che alla depressione.
Mio figlio è all'estero e mi auguro che ci rimanga.
 

njnye

Florello Senior
Se vai all'estero e ritorni è perché comunque pensi di ritrovare in patria più di quello che avevi da emigrante, altrimenti sei masochista. Poi come in tutte le cose, quando scommetti puoi vincere o perdere, ma bisogna accettare la sconfitta.
Avrà fatto le sue valutazioni ed erano molto probabilmente di natura personale e non professionale, visto che si parla chiaramente del matrimonio.
La verità è che non sappiamo nulla di quello che l'ha spinta al suicidio, il lavoro può causare stress ma ci deve essere dell'altro. Il fratello sembra stia dicendo che non aveva altri motivi per vivere, che non li trovava nel marito, nella famiglia, negli amici, negli hobby, nel futuro... Capisco quindi che voglia credere che il lavoro era l'unica cosa che la faceva soffrire, io onestamente non ci scommetterei anche perché non mi piace perdere...
 

Stefano De C.

Florello Senior
Comunque non è che all'estero è sempre e comunque tutto rose e fiori, ci sono eprsone che sono tornate perchè non si sono trovate appieno amloro agio, oppure non hanno trovato un'occupazione soddisfacente
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Se vai all'estero e ritorni è perché comunque pensi di ritrovare in patria più di quello che avevi da emigrante, altrimenti sei masochista. Poi come in tutte le cose, quando scommetti puoi vincere o perdere, ma bisogna accettare la sconfitta.
Avrà fatto le sue valutazioni ed erano molto probabilmente di natura personale e non professionale, visto che si parla chiaramente del matrimonio.
La verità è che non sappiamo nulla di quello che l'ha spinta al suicidio, il lavoro può causare stress ma ci deve essere dell'altro. Il fratello sembra stia dicendo che non aveva altri motivi per vivere, che non li trovava nel marito, nella famiglia, negli amici, negli hobby, nel futuro... Capisco quindi che voglia credere che il lavoro era l'unica cosa che la faceva soffrire, io onestamente non ci scommetterei anche perché non mi piace perdere...
La questione è mal posta: se tu vieni demansionato e squalificato la sindrome depressiva che ne consegue ti porta ad un progressivo deterioramento su più piani, anche la perdita di interesse per i tuoi familiari.
Tieni conto che non è l'evento di un giorno, è un carico progressivo e logorante. Non c'è solo la depressione endogena c'è quella reattiva.
Insomma non è così campata per aria l'ipotesi del fratello.
Anche perché lei scriveva e riferiva a più fonti che stava maturando scoraggiamento, apprensione ecc
Ambienti di lavoro pesantemente disfunzionali possono eccome innescare patologie psichiatriche (vedasi mobbing). Ad ogni modo nessuno dice che l'eden è all'estero.
Diciamo che confrontarsi con regole chiare, meritocrazia ecc fa comunque bene alle salute (mentale)
 

njnye

Florello Senior
La questione è mal posta: se tu vieni demansionato e squalificato la sindrome depressiva che ne consegue ti porta ad un progressivo deterioramento su più piani, anche la perdita di interesse per i tuoi familiari.
Tieni conto che non è l'evento di un giorno, è un carico progressivo e logorante. Non c'è solo la depressione endogena c'è quella reattiva.
Insomma non è così campata per aria l'ipotesi del fratello.
Anche perché lei scriveva e riferiva a più fonti che stava maturando scoraggiamento, apprensione ecc
Ambienti di lavoro pesantemente disfunzionali possono eccome innescare patologie psichiatriche (vedasi mobbing).
Chi lavora in ambienti molto competitivi, peggio ancora se clientelari, conosce bene il mobbing e ancora di più conosce la frustrazione di sprecare il proprio tempo e le proprie energie a causa di un sistema che premia altri principi; questo può ovviamente generare depressione, ma da lì a suicidarsi c'è di mezzo l'assenza di vie d'uscita e di un'immagine migliore di futuro. Il supporto della famiglia è fondamentale, se non altro per ricordare che c'è dell'altro oltre al lavoro. Dalle sabbie mobili del resto non ci esci da solo, ma solo se c'è qualcuno che ti tira una fune.
Non so nulla della vittima e quindi non mi pronuncio, dico solo che il sistema italiano ha tanti suicidi sulla coscienza (e tanti omicidi che passano sotto altro nome), questo non lo metterei in testa alla lista perché tra le righe io percepisco altro. Mi sembra più una scelta giornalistica che di sostanza, fare una riflessione sul senso della vita nella società attuale (tanto più nel caso di 40enni che hanno investito tanto sul lavoro in un paese come il nostro) avrebbe attirato meno click di un titolone sui giovani - cervelli in fuga rientrati - vittime del sistema clientelare.
 

lilly

Giardinauta
Non ho letto tutti i commenti, perché avevo troppo sonno. Ma poi ho deciso di tornare per esprimere il mio pensiero.

Ma qualcuno di voi, è stato a lungo illuso, facendovi vivere nella speranza di un lieto fine?
Qualcuno di voi, ha dovuto affrontare malattie terribili per se stessi e per i cari che vi circondavano, sfiorando 3-4-5 volte la morte?
Ma qualcuno di voi, è stato mai privato dei propri punti fermi della vita, della propria dignità, del proprio onore, della propria forza costruttiva, gratuitamente o per semplice indolenza?
Qualcuno di voi, è stato privato del proprio lavoro per far posto ad un'amante e si è sentito dire "è colpa tua, non ti sei più fatta vedere"?
Qualcuno di voi, ha affrontato ospedali, analisi, controlli per 30 anni di fila?
Qualcuno di voi, ha visto gli amici più vicini e fedeli affondare la lama del coltello nel proprio cuore e nella propria anima?
Ho visto qualcuno dire che la vita è bella. E' bella quando hai piccole cose da affrontare e nessuno ti ha privato di quello che meritavi. altrimenti, diventa meno bella ed è più facile pensare che non merita di essere vissuta quando il dolore e la sofferenza ti soffocano e non ti lasciano più respirare, se pure piena delle meraviglie che il Signore ha deciso di regalarci.
Il suicidio, non è affatto un atto di vigliaccheria, nella vita lo si è spesso, ma al contrario, un grande atto di coraggio, di repulsione per lo schifo che ti circonda ed è anche un atto di egoismo, di liberazione dalle proprie pene.
Qualcuno di voi, ha mai pensato di fermarsi e a riflettere, prima di sputare sentenze superficiali e scontate?

Il mio, non è ovviamente un elogio al suicidio: non è mai una cosa bella e piacevole che lascia nell'angoscia più profonda chi resta, ma solamente un invito a riflettere e NON vuole assolutamente offendere alcuno.

E,non è mia intenzione fare la saccente
 

garofano

Maestro Giardinauta
Ma qualcuno di voi, è stato a lungo illuso, facendovi vivere nella speranza di un lieto fine?
Qualcuno di voi, ha dovuto affrontare malattie terribili per se stessi e per i cari che vi circondavano, sfiorando 3-4-5 volte la morte?
Ma qualcuno di voi, è stato mai privato dei propri punti fermi della vita, della propria dignità, del proprio onore, della propria forza costruttiva, gratuitamente o per semplice indolenza?
Qualcuno di voi, è stato privato del proprio lavoro per far posto ad un'amante e si è sentito dire "è colpa tua, non ti sei più fatta vedere"?
Qualcuno di voi, ha affrontato ospedali, analisi, controlli per 30 anni di fila?
Qualcuno di voi, ha visto gli amici più vicini e fedeli affondare la lama del coltello nel proprio cuore e nella propria anima?
Questo passaggio m'ha colpito parecchio.Da cio' che è scritto si capisce che non hai avuto finora una vita esattamente facile.
Ti capisco tantissimo,non ho "sperimentato" tutte le cose che elenchi,tipo le analisi e controlli per trent'anni di fila,ma alcune si;credimi,anche a me hanno fatto di tutto per colpirmi e farmi male,ma alla fine non ci sono riusciti.Pesta e ammaccata mi sono comunque rialzata,un po' come Rocky Balboa,che sul ring lo riducono come una mappina a suon di pugni,ma picchia pure lui,e alla fine gliela fa a reggere e vince pure,pesto e ammaccato si, ma vincitore.
In quei momenti il pensiero del suicidio ti passa per la mente,e assecondarlo o meno dipende dall'indice di "coriaceità" (ossia essere coriacei,neologismo inventato adesso da me),dalla tenacia e si,diciamolo,anche dalla testardaggine di ciascuno.Ammetto che personalmente sono parecchio "de marmo",anzi pure de metallo,ma anche i metalli si ammaccano a volte.
Non di meno non solo non giudico,ma comprendo chi è più fragile e so che potrei essere anch'io così,e potrei diventarlo un giorno,solo Dio sa...
A volte il suicidio,lo capisco,puo' essere una paradossale espressione di speranza in un mondo migliore,che non è questo.
Ho analizzato il caso di Luana proprio per capire e contestualizzare la sua storia,mostrando che uno non è che si suicida così per sport,ma che il processo che porta a finire la propria vita in questo modo terribile,nasce da molte cause e matura piano piano.Spesso,purtroppo,gli altri,gli stessi familiari,non si accorgono nemmeno di quello che accade nell'animo della persona che sta così male,e non è nemmeno per egoismo; non ci si accorge pechè non ci si pensa proprio,si presume che sia una cosa che accada agli "altri" e non a chi ci è vicino,ma spesso non è così,purtroppo...
 

lilly

Giardinauta
Questo passaggio m'ha colpito parecchio.Da cio' che è scritto si capisce che non hai avuto finora una vita esattamente facile.
Ti capisco tantissimo,non ho "sperimentato" tutte le cose che elenchi,tipo le analisi e controlli per trent'anni di fila,ma alcune si;credimi,anche a me hanno fatto di tutto per colpirmi e farmi male,ma alla fine non ci sono riusciti.Pesta e ammaccata mi sono comunque rialzata,un po' come Rocky Balboa,che sul ring lo riducono come una mappina a suon di pugni,ma picchia pure lui,e alla fine gliela fa a reggere e vince pure,pesto e ammaccato si, ma vincitore.
In quei momenti il pensiero del suicidio ti passa per la mente,e assecondarlo o meno dipende dall'indice di "coriaceità" (ossia essere coriacei,neologismo inventato adesso da me),dalla tenacia e si,diciamolo,anche dalla testardaggine di ciascuno.Ammetto che personalmente sono parecchio "de marmo",anzi pure de metallo,ma anche i metalli si ammaccano a volte.
Non di meno non solo non giudico,ma comprendo chi è più fragile e so che potrei essere anch'io così,e potrei diventarlo un giorno,solo Dio sa...
A volte il suicidio,lo capisco,puo' essere una paradossale espressione di speranza in un mondo migliore,che non è questo.
Ho analizzato il caso di Luana proprio per capire e contestualizzare la sua storia,mostrando che uno non è che si suicida così per sport,ma che il processo che porta a finire la propria vita in questo modo terribile,nasce da molte cause e matura piano piano.Spesso,purtroppo,gli altri,gli stessi familiari,non si accorgono nemmeno di quello che accade nell'animo della persona che sta così male,e non è nemmeno per egoismo; non ci si accorge pechè non ci si pensa proprio,si presume che sia una cosa che accada agli "altri" e non a chi ci è vicino,ma spesso non è così,purtroppo...


Mi costa risponderti, per ovvi motivi.
Il fatto di avere scosso 2 coscienze, una con 1 like, la tua esplicita, mi commuove e mi rallegra allo stesso tempo.
La mia vita con i miei genitori è stata fantastica, ma piena di insidie che sono continuate con mio marito e la mia adorata gattina. E i problemi, cosa comune a chiunque per carità, non desistono. Abbiamo lottato e ce l'abbiamo fatta, ma è stata dura, molto!
Tutto ciò, ti lascia dei segni non indifferenti ed incancellabili. La reazione? Chi lo sa? Forse qualcuno più fortunato, che ti sta vicino e ti sostiene c'è. Ma c'è anche chi questa fortuna, questa opportunità, per sua sfortuna, non l'ha avuta. E crollare a quel punto, diventa per te, la cosa più giusta e naturale.
Ognuno di noi, ha in fondo all'anima, per quanto sbruffone si dimostri, un angolo oscuro di paura. Se non viene fuori, buon per te. Altrimenti, non sai neanche tu cosa farai.
Come hai bene sottolineato tu, la degenerazione si compie a piccoli passi, non ti accorgi neppure che i passi diventano falcate e ti fanno giungere davanti al baratro.
Basta una sola piccolissima goccia, a spingerti giù.
Credimi, non è stato facile per me, risponderti, mi son dovuta fermare parecchie volte: ma la tua sensibilità, meritava una risposta.
E' sempre stato fin troppo facile per noi tutti (me inclusa), giudicare e legiferare a cuor leggero, senza prima riflettere. Dietro qualunque gesto estremo, c'è sempre una concatenazione di avvenimenti, che nessuno coglierà mai fino in fondo.
Pensiamo, prima di dar fiato alle trombe.
Un abbraccio, Lilly
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Non ho letto tutti i commenti, perché avevo troppo sonno. Ma poi ho deciso di tornare per esprimere il mio pensiero.

Ma qualcuno di voi, è stato a lungo illuso, facendovi vivere nella speranza di un lieto fine?
Qualcuno di voi, ha dovuto affrontare malattie terribili per se stessi e per i cari che vi circondavano, sfiorando 3-4-5 volte la morte?
e magari l'ha trovata la morte
Ma qualcuno di voi, è stato mai privato dei propri punti fermi della vita, della propria dignità, del proprio onore, della propria forza costruttiva, gratuitamente o per semplice indolenza?
Qualcuno di voi, è stato privato del proprio lavoro per far posto ad un'amante e si è sentito dire "è colpa tua, non ti sei più fatta vedere"?
magari si...

Qualcuno di voi, ha affrontato ospedali, analisi, controlli per 30 anni di fila?
Qualcuno di voi, ha visto gli amici più vicini e fedeli affondare la lama del coltello nel proprio cuore e nella propria anima?
Ho visto qualcuno dire che la vita è bella. E' bella quando hai piccole cose da affrontare e nessuno ti ha privato di quello che meritavi. altrimenti, diventa meno bella ed è più facile pensare che non merita di essere vissuta quando il dolore e la sofferenza ti soffocano e non ti lasciano più respirare, se pure piena delle meraviglie che il Signore ha deciso di regalarci.

e magari anche qualcosa di peggio (o forse no per te ma io ritengo di si)

Il suicidio, non è affatto un atto di vigliaccheria, nella vita lo si è spesso, ma al contrario, un grande atto di coraggio, di repulsione per lo schifo che ti circonda ed è anche un atto di egoismo, di liberazione dalle proprie pene.
Qualcuno di voi, ha mai pensato di fermarsi e a riflettere, prima di sputare sentenze superficiali e scontate?

Il mio, non è ovviamente un elogio al suicidio: non è mai una cosa bella e piacevole che lascia nell'angoscia più profonda chi resta, ma solamente un invito a riflettere e NON vuole assolutamente offendere alcuno.

E,non è mia intenzione fare la saccente

io magari non dico palesemente che è un atto di vigliaccheria, ma spesso lo penso

penso che molte persone abbiano avuto la vita facilitata(non colpevolmente, semplicemente per un certo periodo di tempo gli è andato tutto bene) e poi quando si trovano di fronte a difficoltà vere (o solo meno superficiali) crollano, parlo per esperienze viste di persona in famiglia

ad altre persone è andato così tanto storto che ad un certo punto non reggono e si suicidano, e posso dire che spesso è proprio la famiglia dietro che manca, o quella che affossa del tutto, (anche qui esperienza vista di persona)

ad altre persone le vita riserva prove difficili da sempre, e nonostante tutto resistono e combattono, magari sono un po' acide, o magari sono più dolci di altri
ma c'è chi combatte e chi si arrende

il suicidio non è un atto di coraggio ma un arrendersi, che possa capire (e magari NON condividere) come mai si sono arresi.. è un altro discorso, ma sicuramente non si tratta di un atto di coraggio, non santifichiamoli che non è giusto

l'immolarsi per una causa o per salvare qualcuno è un suicidio che potrebbe essere un atto di coraggio (potrebbe)
ma non l'arrendersi alle difficoltà della vita

il suicido assistito in caso di malattia terminale invece, penso sia un diritto di scelta
 

lilly

Giardinauta
e magari l'ha trovata la morte
magari si...



e magari anche qualcosa di peggio (o forse no per te ma io ritengo di si)



io magari non dico palesemente che è un atto di vigliaccheria, ma spesso lo penso

penso che molte persone abbiano avuto la vita facilitata(non colpevolmente, semplicemente per un certo periodo di tempo gli è andato tutto bene) e poi quando si trovano di fronte a difficoltà vere (o solo meno superficiali) crollano, parlo per esperienze viste di persona in famiglia

ad altre persone è andato così tanto storto che ad un certo punto non reggono e si suicidano, e posso dire che spesso è proprio la famiglia dietro che manca, o quella che affossa del tutto, (anche qui esperienza vista di persona)

ad altre persone le vita riserva prove difficili da sempre, e nonostante tutto resistono e combattono, magari sono un po' acide, o magari sono più dolci di altri
ma c'è chi combatte e chi si arrende

il suicidio non è un atto di coraggio ma un arrendersi, che possa capire (e magari NON condividere) come mai si sono arresi.. è un altro discorso, ma sicuramente non si tratta di un atto di coraggio, non santifichiamoli che non è giusto

l'immolarsi per una causa o per salvare qualcuno è un suicidio che potrebbe essere un atto di coraggio (potrebbe)
ma non l'arrendersi alle difficoltà della vita

il suicido assistito in caso di malattia terminale invece, penso sia un diritto di scelta





Non ho detto che tutto il male di questo mondo è capitato a me e a chi mi sta intorno. Sicuramente non c'è mai fine al peggio e sicuramente passare dalle stelle alle stalle non è per niente facile, come viceversa essere provato e affondato, non è il massimo.
Ognuno ha i suoi problemi, che per giudizio meramente soggettivo, sono più o meno gravi, pesanti e sfibranti di altri.

La reazione al logorio, allo stress, al mal de vivre, è strettamente personale e probabilmente legata alle innumerevoli variabili della vita.
C'è magari chi ha combattuto a lungo e poi le forze sono venute a mancare.

Alla fine dei miei pensieri, ho scritto ( forse avrei dovuto adoperare il dizionario milanese), che il mio non era un elogio del suicidio ne una sua santificazione - quella è una prerogativa papale -.

Il disprezzo che avverto nelle tue parole, riguardo ai suicidi, mi lascia a dir poco basita.

Si può pensare che sia giusto lottare contro la vita e non arrendersi, ma non tutti hanno sviluppato la tua aggressività e sono riusciti a forgiarsi una corazza contro la vita.

Il suicida, secondo la mia umile opinione non è affatto un atto di vigliaccheria.

Ma, vivendo per fortuna in democrazia - almeno così ci fanno credere -, ognuno è libero di esprimere i propri concetti.
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
Non ho detto che tutto il male di questo mondo è capitato a me e a chi mi sta intorno. Sicuramente non c'è mai fine al peggio e sicuramente passare dalle stelle alle stalle non è per niente facile, come viceversa essere provato e affondato, non è il massimo.
Ognuno ha i suoi problemi, che per giudizio meramente soggettivo, sono più o meno gravi, pesanti e sfibranti di altri.

La reazione al logorio, allo stress, al mal de vivre, è strettamente personale e probabilmente legata alle innumerevoli variabili della vita.
C'è magari chi ha combattuto a lungo e poi le forze sono venute a mancare.

Alla fine dei miei pensieri, ho scritto ( forse avrei dovuto adoperare il dizionario milanese), che il mio non era un elogio del suicidio ne una sua santificazione - quella è una prerogativa papale -.

Il disprezzo che avverto nelle tue parole, riguardo ai suicidi, mi lascia a dir poco basita.

Si può pensare che sia giusto lottare contro la vita e non arrendersi, ma non tutti hanno sviluppato la tua aggressività e sono riusciti a forgiarsi una corazza contro la vita.

Il suicida, secondo la mia umile opinione non è affatto un atto di vigliaccheria.

Ma, vivendo per fortuna in democrazia - almeno così ci fanno credere -, ognuno è libero di esprimere i propri concetti.

io non ho scritto in milanese e capisco anche l'italiano, ma non c'è disprezzo nelle mie parole, forse tu lo vuoi leggere, ma non c'è
però dire che il suicido è un atto di coraggio è un edificare un'azione che è di fatto una resa.

le mie esperienze vissute riguardo il suicidio, non mi fanno provare disprezzo, ma tristezza perché qualcuno s'è arreso.

cionondimeno.. non mi sento di dire che trattasi di atto di coraggio.. per niente!
avevo anche scritto che potevo comprendere ma non condividere.. quindi non vedo dove sta il disprezzo.. leggi tutto non solo qualche stralcio preso fuori contesto :)
vedrai che non c'è disprezzo.

:ciao:
 
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