Ho letto la storia di Luana e agiungo delle considerazioni in più.
La questione delle raccomandazioni ci sta tutta.A me è capitato,credo di averlo raccontato,di avere un regolare contratto per soli tre mesi,al solo scopo di mantenere il posto per il raccomandato di turno che l'avrebbe occupato.Quando il raccomandato è arrivato,ho notato subito le differenze:il mio metodo di lavoro non andava bene:non andava bene che facessi visite frequenti alle persone che tenevo in cura,non andava bene che li seguissi anche quando non ero di turno di reperibilità (ma come,i alleggerisco il lavoro e vi lamentate?).Non mi avevano spiegato nulla di certe procedure, ne'l'utilizzo di certe macchine (ci occupavamo di anche di persone malate di SLA,che hanno bisogno di presidi particolari) Ho dovuto crearmi il mio bagagli da sola, studiando e frequentando corsi.Al raccomandato,manco è entrato,si sono prodigati in istruzioni e consigli,gli hanno spiegato tutto.Compiva cappellate ma andavano tutte benissimo.Successivamente sono venuta a sapere che il mio metodo di lavoro è diventato la regola,con grande soddisfazione da parte delle persone in cura e dei loro familiari.E questo è niente...la raccomandazione è diffusa,ma da qui a dire che raccomandato fa rima con preparato...ce ne corre.E la faccenda della raccomandazione rode,rode,eccome se rode...a
ME RODE TANTISSIMO
C'è un altro aspetto:i medici sono un po' una categoria a parte:c'è spesso una sottile rivalità in merito alla competenza professionale,condita con un po' di presunzione che a volte sfocia nell'arroganza. A me personalmente fa piacere se qualcuno mi da dei consigli per fare meglio una certa cosa,gli sono grata perchè imparo qualcosa in più,magari ne trovassi...ma spesso le cose vanno diversamente.Il chirurgo italiano che ha rifiutato i consigli,e pure malamente,rientra in un certo habitus mentale,purtroppo .Ma non solo:Luana ha avuto il "torto" di essere una donna.
L'Italia e la Francia,pur essendo in Europa e pur essendo confinanti, in quanto a mentalità e progresso,sono distanti anni luce Qui in Italia ci sono sacche di una mentalità provinciale, una visione molto maschilista riguardo a certe branche della Medicina,fra cui la Chirurgia.Purtroppo il suo "azzittimento" rientra una certa deviata normalità.
Comunque,per dirvela tutta,è facile che,a
parita di laurea, un uomo per la gente sia sempre un dottore,una donna è per lo più chiamata "signora".
A me personalmente non importa nulla,anzi,quando mi "restituiscono "il titolo,io dico scherzosamente (ma non troppo)
che mi hanno fatto un complimento:di dottori ce ne sono tanti,di signori molto pochi.
Comunque,io la suo posto,non so se sarei tornata,credo proprio di no.Se potessi me ne andrei subito dall'Italia,ma..ho cinquantacinque anni e alla mia età...chi me se pija?E poi,ho doveri familiari che mi tengono legata qui.Il nostro è un gran bel Paese,ma per viverci se si è ricchi o se ci si viene in villeggiatura.
Il suicidio di Luana è dovuto ad una serie di fattori:delusione per avere visto le sue aspettative tradite,conseguente depressione,stress anche fisico per il fatto che doveva andare a lavorare da una pare e dall'altra,lo stress proprio del lavoro del chirurgo.Il comportamento maleducato del collega di per se' non porta a suicidarsi:lo si manda a quel paese e magari gli si tira pure uno schiaffo.Nel caso di Luana è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Io la penso così,ma posso sbagliarmi...