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Per confessarvi che.....

pa0la

Florello
....da diverso tempo leggo questa sezione, con lo stesso animo combattuto con cui guardo i bonsai.
Non vorrei mai sembrarvi inopportuna, in questa sezione ci sto come i cavoli a merenda ma è tanto che avrei voglia di sentire le vostre risposte e mi son detta - perchè mai dovrebbero aversela a male -

Perchè io davanti a un bonsai da un lato mi perdo nella contemplazione di una cultura antichissima e anni di amore e passione e dall'altro mi sento terribilmente a disagio.

E' una risata soffocata, un pianto negato, un bambino a cui dici non correre
Credo che non potrei mai averne uno, tutto quello che saprei fare è metterlo in terra e dirgli - coraggio mangia bevi cresci esplodi in tutta la tua potenza....diventa un albero e fammi ombra

Ma c'è amore e rispetto nelle vostre discussioni, c'è qualcosa che voi vedete e io non vedo

se avete voglia di raccontarmelo...........

pa0la
 

Memes

Giardinauta Senior
Ciao Paola:love_4:

Da quando mi interesso ai bonsai,di certo non è la prima volta che mi trovo a rispondere a pensieri uguali al tuo:eek:k07:

Possiamo partire dal punto di vista tecnico colturale.
Un bonsaista non fa mancare nulla,ma davvero nulla a un bonsai:)
Un bonsai se curato a dovere,non risente di nessun tipo di stress,supera eventuali problemi molto agevolmente,l'unica cosa che a mio parere è da invidiare alle piante in natura è solo la statura. la bellezza,i colori,il portamento di un buon bonsai è del tutto uguale a quello degli alberi,ma soprattutto,hanno la stessa maestosità.

Ora possiamo analizzare il punto di vista "etico",che credo sia molto personale,e differente da bonsaista a bonsaista.
Io rispetto molto la natura,amo le piante in generale,e mai penserei di far del male a loro. Coi bonsai si può sperimentare,nuove forme,nuove piante da poter adattare,ma se proprio penso che una pianta non possa sopportare una vita da bonsai allora preferisco piantarla in piena terra. Per me curare un bonsai significa occuparmi di una pianta (ornamentale,artistica,in qualunque modo la si voglia intendere) e farla sentire il più possibile a suo agio,ma non solo,non devo farle dimenticare prima di tutto è un albero. Come la pianta naturale acquisisce la sua imponenza e la sua maestosità col passare degli anni,così accade con un bonsai,solo che nella pianta naturale tutto ciò viene affidato al caso delle varie intemperie della natura,nel bonsai deve essere l'abilità dell'uomo a fare di ueste piante dei veri e propri alberi.

Quello che vorrei fare è un discorso che non so se sono riuscito a far rendere un minimo per iscritto,spero di si:D
 

pa0la

Florello
non ho mai pensato neppure per un secondo che l'arte del bonsai non sia etica, o che chi la pratica non abbia profondissimo rispetto e amore per l'albero.
Il limite è mio, ed è assolutamente soggettivo.....e neppure tanto razionale se vuoi.
E' proprio che soffro a guardarli :embarrass, e nello stesso tempo non posso fare a meno di subirne il fascino
Pure io vorrei fare un discorso che non so se riesco a fare scrivendo....è un po' come andare a guardare un film orror per il gusto di avere paura (solo che avere paura non mi piace e quindi non ci vado)
:love_4:
pa0la
 

Sirethar

Giardinauta Senior
Personalmente il bonsai andrebbe valutato diversamente da come molti occidentali fanno:
"Fica la pianta che sembra un piccolo albero, me la porto a casa, presa al supermercato a 5 euro. Se crepa pazienza, ne prendo un'altra".

Questo mi dà davvero sui nervi. I bonsai non sono una moda, nè devono esserlo. Sovente in Oriente, i bonsai vengono passati da nonno a nipote (o padre e figlio) come regalo e perchè qualcuno continui a portare avanti la loro opera. Anche perchè essendo una pianta vivente, non è MAI un opera finita.

I bonsai più belli sono infatti quelli che plasmiamo con il nostro operato (magari anche con errori). Un bonsai è avere un pò di natura in casa, una rappresentazione armoniosa e bella.
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
“….un bambino a cui dici non correre”

Ai nostri figli abbiamo insegnato a camminare, a correre, poi la bicicletta, il motorino, l’automobile. Con trepidazione e paura, e orgoglio per ogni loro successo, e la voglia di fermarli perché non si facessero male e di incitarli perché imparassero meglio. Serve perché possano vivere la loro vita. So che è giusto così, ma quando se ne vanno è doloroso lo stesso. Il mio primo bonsai l’ho seminato quando mia moglie aspettava la nostra figlia più piccola. Adesso hanno 21 anni. Quando anche la ragazza se ne andrà per la sua strada il bonsai resterà con me, avrà ancora bisogno delle mie cure e se le cose andranno come devono sarò io a lasciarlo a qualcuno che proseguirà il mio lavoro.
E’ un brutto bonsai e di una specie non adatta ma per me significa molto.
Questo, è quello che vedo.
 

xadax

Giardinauta Senior
Il bonsai è pazienza, arte, amore per la natura, studio, mistero e concedetemelo un ottimo esercizio per la mente ..... io ho cominciato da poco e per ora ho capito solo questo! :)
 

pa0la

Florello
Personalmente il bonsai andrebbe valutato diversamente da come molti occidentali fanno:
"Fica la pianta che sembra un piccolo albero, me la porto a casa, presa al supermercato a 5 euro. Se crepa pazienza, ne prendo un'altra".

“….un bambino a cui dici non correre”

Il mio primo bonsai l’ho seminato quando mia moglie aspettava la nostra figlia più piccola. Adesso hanno 21 anni.

E infatti mi sono spesso chiesta anche come si possa vendere un bonsai (uno vero, non la moda da supermercato)
Ne ho visti di veramente bellissimi, a prezzi giustamente stratosferici ma......
il prezzo non c'è. è come vendere un figlio a quel punto :confuso:
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Hai ragione, non si dovrebbero vendere, neanche quelli non belli. Però spesso si comincia con una piantina poi, se la passione dilaga, non si può più fare a meno di iniziare sempre nuovi bonsai. Si imparano le tecniche di moltiplicazione, si raccoglie tutto quello che può essere raccolto, anche dalla spazzatura. E il numero aumenta a dismisura, si riempie tutto lo spazio a disposizione. Molte piante sono brutte, non diventeranno mai bonsai, ma non si possono buttare. Si aspetta, si rimanda con la speranza che in futuro ci si vedrà quello che oggi non si vede. E qualcuna delle più belle si può regalare agli amici, a persone che sanno apprezzare piante di nessun valore economico e le curano come se fossero preziose. Credimi, è gratificante regalarle e a distanza di anni è bello sapere che sono vive e rivederle più belle.
 

Memes

Giardinauta Senior
Hai ragione, non si dovrebbero vendere, neanche quelli non belli. Però spesso si comincia con una piantina poi, se la passione dilaga, non si può più fare a meno di iniziare sempre nuovi bonsai.

Ver. Spesso,quando nei centri commerciali si vedono le piccole carmone o ficus ottenute da margotta a 4 € (che ho preso anche io,la carmona sta andando malino,dal ficus mi aspetto risultati bellini tra qualche tempo) non sono nè più nè meno di una qualsiasi pianta messa in bella mostra al centro commerciale che magari ha messo radici da 2 giorni.Questi sono spacciati per bonsai,a volte se va bene possono addirittura essere validi prebonsai,ma come dice conte,uno li compra,magari si appassiona e scopre che il bonsai è tutt'altra cosa:)
 

campogaggiolo

Florello
Beh se proprio vogliamo dirla tutta i bonsai dei supermercati non sono tali. hai ragione quando affermi che vorresti farli esplodere di vita e non limitarli ma :rolleyes: vedi...un albero in vaso è frutto di tutto ciò che "tu" hai donato alla pianta giorno dopo giorno e non un semplice acquisto già pronto sugli scaffali...ecco perché invito sempre tutti a partir da materiale di vivaio che abbia una buona struttura di partenza! Il bonsai o se ci spostiamo in Cina Penjing, è crescita con l'uomo e non sofferenza imposta...i giapponesi vedono in tutto ciò la perfezione della natura modellata a piacimento mentre i cinesi pongono l'accento maggiormente sull'insieme vaso acqua rocce e albero...beh Paola è un discorso bello ma piuttosto difficile questo...:eek:k07: Ti auguro un giorno di averne uno tutto tuo! :Saluto:
 

Scarboc

Guru Giardinauta
Ciao Paola,ti dico la mia.Anch'io provo disagio quando vedo certe operazioni sugli alberi:gli innesti,le potature,le concimazioni forzate,le capitozzature.E non sto parlando di bonsai,ma di piante che vedi ai lati delle strade,ai frutteti o a quelle che abitano nei giardini che spesso sono fatte indiscriminatamente,fuori stagione o in modo sommario.A meno che tu non viva in una prateria sconfinata o in montagna,vedrai sempre piante "educate" con cesoie e seghetti,e non dirmi che una bella potatina alle rose non la fai anche tu a fine inverno.Ecco,il bonsai è potato,innestato a volte,educato ad arte per simulare la grandezza e la maestosità di un albero cresciuto libero,ovviamente ottenuto con operazioni mirate.Per far sì che questo sia possibile devi conoscere perfettamente la botanica dell'essenza che hai scelto,di cosa ha bisogno,cosa fa se gli poti un rametto ecc.ecc.e a me questa cosa ha sempre dato sicurezza e enorme soddisfazione.Ecco,io personalmente credo che non scorteccerò mai una pianta per ottenerne un jin,o non la riscalderò mai col fuoco per piegarla in un certo modo,ancora non ce la faccio,anche perchè se non sei un maestro rischi di farla morire e io non ci tengo proprio a fare esperimenti;però ecco,io non ho il giardino ma un balcone e quando vedo uno dei miei alberuzzi mi posso immaginare di essere piccina piccina e dormire sotto le loro fronde ombrose,e mi sembra quasi di stare davvero in una prateria.Tutte le filosofie zen e giapponesi non me le sento addosso,mi sento italiana al 100%...ma con un olmo sul balcone:D
 
A

Andrè

Guest
....da diverso tempo leggo questa sezione, con lo stesso animo combattuto con cui guardo i bonsai.
Non vorrei mai sembrarvi inopportuna, in questa sezione ci sto come i cavoli a merenda ma è tanto che avrei voglia di sentire le vostre risposte e mi son detta - perchè mai dovrebbero aversela a male -

Perchè io davanti a un bonsai da un lato mi perdo nella contemplazione di una cultura antichissima e anni di amore e passione e dall'altro mi sento terribilmente a disagio.

E' una risata soffocata, un pianto negato, un bambino a cui dici non correre
Credo che non potrei mai averne uno, tutto quello che saprei fare è metterlo in terra e dirgli - coraggio mangia bevi cresci esplodi in tutta la tua potenza....diventa un albero e fammi ombra

Ma c'è amore e rispetto nelle vostre discussioni, c'è qualcosa che voi vedete e io non vedo

se avete voglia di raccontarmelo...........

pa0la



io posso dire che i miei bonsai, in particolare quelli nati da seme o talea, sono il frutto di desideri, sogni, progetti... e frutto della natura che tento di assecondare cercando di farli cresere proteggendoli e curandoli come posso.
Un albero "nano" non soffre di certo, se non per l'eccesso di cure che gli si prestano o per l'imperizia, la fretta di chi lo coltiva. Le piantine vendute all'ichea o sulle bancarelle non hanno dietro sè tanto affetto, e molto spesso muoiono subito o in breve.
Io li ripulsco, do loro terra buona quando serve, l'acqua, il nutrimento, la luce giusta -compatibilmente con l'esposizione che ho- e mi ricambiano crescendo sani e forti, rigogliosissimi... li guardo e sento di aver fatto qualcosa di buono, li vedo in un futuro in cui sarò polvere, crescere sani tra le cure del mio "erede" a trasmettere, mi illudo, un po' di ciò che il loro artefice ha dedicato loro. E' consolatorio.
 

pa0la

Florello
C'è da dire che quando io infilo una cosa "storta" sono molto coerente con la mia visione "storta".
Non ce l'ho un parco naturale Scar (non ho neanche le rose perchè ho troppo poco sole)...un normalissimo giardino di città.
Soffro pure se taglio l'edera un attimo prima che mi entri in casa, se riesco a convincerla la faccio andare da un altra parte (ha una passione per la cucina l'edera :lol:), una volta all'anno mi faccio aiutare da un caro amico che ha un grosso vivaio e lavora molto bene.
Lui mi dice cosa andrebbe fatto, io lotto strenuamente perchè non lo faccia e poi dato che so benissimo che lui ha ragione e io torto quel pomeriggio esco, così lui riesce a fare la potatura di pulizia all'olivo e sistemare un po' la giungla:eek:
sono grave eh :embarrass
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
“Soffro pure se taglio l'edera….”

Cara Paola, temo che i bonsai non siano per te, almeno per adesso.
Io vedo le cose in modo forse troppo semplicistico, credo che le piante non soffrano, e questo mi fa accettare i fiori recisi e mi permette di mangiare le verdure e soprattutto la frutta ed i semi, che in fondo sono i “bambini” delle piante. Anche se in modo non del tutto coerente. Quando per esempio devo recidere un fiore, uso cesoie affilate e non lo strappo via, non perché penso che la pianta possa soffrire ma per una forma di “rispetto” che non so spiegarmi e mi limito ad accettare. E così non mi fa piacere vedere piante coltivate male per mancanza di attenzioni o trattate come oggetti da esibire.
Ma se è vero che le piante non soffrono è anche vero che muoiono. Quando vedo le centinaia di quercette che nascono ai piedi di una quercia maestosa non riesco a rallegrarmi, so che sono condannate a morire per l’incombenza del genitore e possono salvarsi solo con la morte di questo. Se ne porto via una penso di averle dato una possibilità di sopravvivenza, magari in un vaso in cui non potrà crescere troppo, ma sarà comunque viva, con l’impegno da parte mia di “rispettarla”, curandola nel modo migliore che so, nel suo e nel mio interesse.
 
A

Andrè

Guest
Fastidio? A me, e credo di parlare a nome di tutti, fa solo piacere

a nome mio neanche a dirlo...

quando hai bisogno puoi anche scrivere e non solo leggere:):love_4:

quoto

“Soffro pure se taglio l'edera….”

Cara Paola, temo che i bonsai non siano per te, almeno per adesso.
Io vedo le cose in modo forse troppo semplicistico, credo che le piante non soffrano, e questo mi fa accettare i fiori recisi e mi permette di mangiare le verdure e soprattutto la frutta ed i semi, che in fondo sono i “bambini” delle piante. Anche se in modo non del tutto coerente. Quando per esempio devo recidere un fiore, uso cesoie affilate e non lo strappo via, non perché penso che la pianta possa soffrire ma per una forma di “rispetto” che non so spiegarmi e mi limito ad accettare. E così non mi fa piacere vedere piante coltivate male per mancanza di attenzioni o trattate come oggetti da esibire.
Ma se è vero che le piante non soffrono è anche vero che muoiono. Quando vedo le centinaia di quercette che nascono ai piedi di una quercia maestosa non riesco a rallegrarmi, so che sono condannate a morire per l’incombenza del genitore e possono salvarsi solo con la morte di questo. Se ne porto via una penso di averle dato una possibilità di sopravvivenza, magari in un vaso in cui non potrà crescere troppo, ma sarà comunque viva, con l’impegno da parte mia di “rispettarla”, curandola nel modo migliore che so, nel suo e nel mio interesse.

la saggezza del Conte dice tutto. Sta tutto qui.
 

pa0la

Florello
Non sono così grave da pensare che l'edera soffra, è che ho difficoltà a "interferire" con la natura.
Per carità se una pianta in giardino si ammala interferisco eccome, tratto disinfetto - faccio quello che va fatto per salvarla.
Ma davanti alle quercette in un bosco il mio pensiero è solo che quel bosco è vivo, io divento un ospite invisibile :embarrass
E in effetti, ora che ci penso un fiore non lo recido mai...e neppure li compro


:)molto contenta di sapere che non vi disturba la mia chiacchiera

ciao
pa0la
 
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