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memento mori

Y

yanomami

Guest
:astonishe cosi ricordavano gli antichi frati
la morte ,è
uno dei tanti eventi che accadono
che ci attira di la perche non sappiamo cosa ci sia
ma che ci dispace perche lasciamo cio che conosciamo:sleep2:
 
M

marge

Guest
'mmazza. Yano! guarda che di sera i peperoni fanno male! :lol:

Per sdrammatizzare... vi ricordate il film con Benigni e Massimo Troisi, quando a quest'ultimo veniva ripetuto continuamente "Ricordati che devi morire... ricordati che devi morire..." e Massimo, tra lo scocciato e l'accomodante replica:" Sì sì... mo' me lo scrivo!..." :hands13: :lol:

P.S.: Scusa, Yano, si fa così... per ridere! :Saluto:
 
C

calla bianca

Guest
marge ha scritto:
'mmazza. Yano! guarda che di sera i peperoni fanno male! :lol:

Per sdrammatizzare... vi ricordate il film con Benigni e Massimo Troisi, quando a quest'ultimo veniva ripetuto continuamente "Ricordati che devi morire... ricordati che devi morire..." e Massimo, tra lo scocciato e l'accomodante replica:" Sì sì... mo' me lo scrivo!..." :hands13: :lol:

P.S.: Scusa, Yano, si fa così... per ridere! :Saluto:
eh si che me lo ricordo mi fa ridere da morire quel film e quella frase è nel mio linguaggio comune...l'avrò visto 20 volte e ogni volta rido come una pazza!!
yano anche io sono curiosa di sapere come mai hai inviato questo post?
 

*ALE*

Apprendista Florello
yanomami ha scritto:
:astonishe cosi ricordavano gli antichi frati
la morte ,è
uno dei tanti eventi che accadono
che ci attira di la perche non sappiamo cosa ci sia
ma che ci dispace perche lasciamo cio che conosciamo:sleep2:

Yano vi e' in Val Senales, piu' precisamente nel paese di Certosa, una fontanella credo in ferro battuto con tanti fraticelli, molto bella e uno di loro tiene in mano un "cartello" con questa frase. Ogni volta che sono in zona mi piace fermarmi per fotografarla, ogni frate ha un'espressione diversa dall'altro, molto simpatica e bella.
Grazie per questo ricordo.... :love_4:
Alessia
 
M

marge

Guest
...1001 post? odissea nello spazio (che nessuno si azzardi a dire nell'ospizio!!! :ciglione: ).

Sempre e solo per riderci su, caro Yano! sursusm corda! ché tanto ci arriviamo anche se non ci va!... il più tardi possibile, però! :D
 
M

marge

Guest
ehehehehehh!...

avatar6156_1.gif


In omnia pericula tasta testicula!
:lol:

P.S.: Sempre per sdrammatizzare... :D
 

RosaeViola

Master Florello
Caro Yanomami, la morte ha rappresentato per me, da sempre, un grande terrore.
Non la morte relativamente alla sofferenza e al momento stesso in cui l'interruttore fa "click", ma proprio al fatto della fine dell'esistenza, del dover abbandonare i propri cari, del non poter più godere di un tramonto o di un'alba, di un fiore che sboccia e di tutta la bellezzza di cui siamo circondati, del rumore della carta che scorre sotto le nostre dita mentre leggiamo, del suono struggente di un adagio o della musica festosa di un walzer viennese.

Poi, la vita, che è grande, meravigliosa e maestra, mi ha dato una possibilità di comprensione, mi ha dato una chiave di lettura diversa, mi ha aperto la porta alla possibilità di elaborare la mia paura, attraverso una strada che mai avrei sospettato potesse portare questo in sè: la morte di mio padre.

Sì, lui mi ha insegnato come si vive e l'ha fatto usando gli strumenti più alti che aveva nella sua semplicità e, al tempo stesso, mi ha insegnato come morire, o meglio, come far rientrare la morte in un contesto che fa parte di tutte le cose che ci circondano, come un evento davvero Naturale, rendendoci parte di quell'evento, facendocelo vivere da "protagonisti", permettendoci anche di parlarne con lui, regalandoci la possibilità di stargli vicino teneramente, amorevolmente e di accompagnarlo a quel momento senza che nessuno, nè noi nè lui, si sentisse solo, dandoci la possibilità di prendere commiato, di scusarci con lui e lui con noi per ogni volta che la nostra vita insieme ci ha portato a soffrire, permettendoci di dirgli quanto bene gli avessimo voluto e gli volessimo.

Mi ha insegnato attraverso il suo comportamento degli ultimi giorni di vita e dalle sue parole, che l'immortalità sta soprattutto nell'aver vissuto lasciando dietro a sè qualcosa per cui essere ricordati e non solo con una preghiera o un'immaginetta o con le celebrazioni e le ricorrenze, ma con il ricordo.

Ricordo...Non è una parola retorica questa, è qualcosa che di sè stessi si tramanda di persona in persona.
Lui, in quei giorni, diceva: "Vedi, tu non hai conosciuto mio padre, ma grazie a quello che mio padre è stato per me, l'hai conosciuto attraverso le mie parole, le mie sensazioni, le mie emozioni".

Oggi, come da tre anni a questa parte, non passa giorno che lui non mi venga in mente, nel bene e nel male, nelle gioie che abbiamo condiviso e nei dispiaceri, non c'è giorno che non ricordi quello che mi diceva, che non pensi quando sono in giardino a come gli sarebbe piaciuto vedere la trasformazione di questo posto, mentre lavoro là fuori, risento le sue parole di quando mi spiegava come potare le rose, raccolgo i frutti del mio lavoro, ricordando i suoi buoni consigli e, senza nemmeno rendermene conto, spessissimo parlo di lui con le mie figlie, racconto episodi della nostra vita insieme, ma non con mestizia, bensì con una forza in più dentro di me.

Ecco, vedi Yanomami, mio padre è vivo, è dentro di me e lo sarà sempre.
 
A

ambapa

Guest
RosaeViola ha scritto:
...
Poi, la vita, che è grande, meravigliosa e maestra, mi ha dato una possibilità di comprensione... Ecco, vedi Yanomami, mio padre è vivo, è dentro di me e lo sarà sempre.
GRAZIE per aver condiviso con noi questi pensieri. Mi hanno profondamente toccato. Forse perchè da un pò di tempo mi assale spesso il pensiero della perdita dei miei genitori. Grazie a Dio stanno entrambi bene ...non so perchè vengo attanagliata da questa paura, ma è veramente una morsa che mi stringe il cuore, un pensiero che non riesco a tollerare. Leggere le tue parole mi ha fatto un gran bene...grazie ancora.:love_4:
 
M

marge

Guest
Credo che esistano vari modi per digerire l'argomento morte.

A quindici anni a me la sola parola dava angoscia e sgomento profondi, non riuscivo neanche a trovare il linguaggio giusto per esprimere tutto lo smarrimento che provavo all'idea, anche solo remota, di perdere qualcuno dei miei cari.
Oggi, che di anni ne ho tanti di più e che molti dei miei cari me li ha portati via, ho un rapporto diverso con la Signora. A volte la derido e rido di lei, a volte la sbeffeggio per esorcizzarne l'angoscia che ancora mi procura, a volte mi incupisco se solo mi soffermo a pensare, oppure, invece, quando sono particolarmente serena, riesco a pensarla quasi con dolcezza e ne accetto con pacatezza e rassegnazione l'esistenza. Dipende dallo stato d'animo... recentemente, sarà perché mi capita di sentirne il fiato sul collo, mi viene di sbeffeggiarla e di riderci sopra, anche di sputarle in faccia!!!
Ognuno reagisce in base a come si sente e alle esperienze che la vita gli ha fatto vivere.
 
Y

yanomami

Guest
siccome il successo non richiede spiegazioni,ed il fallimento non ammette scuse,
cercatevi la spiegazione che più vi aggrada per questo post,una vale l'altra,ma di sicuro NON PER SCRIVERE MILLE MESSAGGI ,QUESTO PROPRIO NO!

e poi se non lo avessi tirato fuori io lo avrebbe fatto qualcun altro,e visto che metterlo nelle donazioni di sangue era fuori luogo...................
ah grazie per avermelo fatto notare che ho scritto mille messaggi,non ci ebbi fatto caso.
 

elleboro

Florello
sarà perchè io - mediamente - sono quella che, fra tutti noi, ci sta più vicina, ma direi che la morte e le eventuali paure che trascina con sè, sono molto più complesse di quanto mi sembra che appaia qui. Certo dispiace lasciare i nostri cari e non poter più esser loro materialmente vicini. ma ci sono anche altri aspetti, certamente meno importanti ma che premono con un loro peso.
Pensate a tutte le persone di 70 ed 80 anni che si perderanno tutto quello che, di buono, stanno realizzando in medicina, informatica, biogenetica,telecomunicazioni, trasporti,
scienza in genere...
Io sono curiosissima di natura e non poter vedere come vivremo fra 30, 40, 50 anni, in questo secolo di grandissime e velocissime innovazioni, mi rammarica e indispettisce non poco.
E il timore dell'al di là che dovrebbero avere le coscienze sporche o timorose della bilancia finale? Il dubbio di cosa ci sia veramente, dopo il gran passo, da parte dei non credenti?
Ed ancora: la morte in sè stessa, non credo possa fare gran paura. Ma credo che TUTTI noi si abbia una gran paura di come ci si arrivi. Con malattie dolorose, mancanza di quell'autosufficienza che ciascuno di noi lega (a torto o a ragione) alla dignità umana? o con un trapasso dolce circondanti dall'affetto dei propri cari? O, ancora, senza consapevolezza, nel sonno, oppure colpiti da un invocato "coccolone" nel pieno di un giorno gioioso e felice?
Come vedete questi ed altri sono alcuni degli interrogativi che la Grande Vecchia trascina con sè.
Io sono una parziale non credente, ma l'avvicinarsi del gran passo mi riporta più facilmente ai grandi interrogativi senza risposta. Quelli, per intenderci, che fanno arroventare le rotelline del cervello. Da dove veniamo, dove andiamo. Io sto imparando a scansarli, ma più passa il tempo, più questi si impongono al pensiero.

Come si vede questo è un tema dalle mille facce che, però, come si può notare, non riguardano la morte in sè, ma il prima e il dopo.

Ciò detto, non vorrei che mi si pensasse gravata da tanti dubbi e paure. Certo li ho, ma dedico loro abbastanza poco tempo... almeno per ora. ;-))
 
Ultima modifica:

giumaca

Giardinauta
Io penso spesso alla morte, e vi dirò, da gran vigliacca quale sono, spero di morire prima degli altri per non dover soffrire.
Non mi fà paura non esserci più, forse perchè credo che non tutto finisca, e che, un giorno, mi ritroverò insieme ai miei cari; ma, mi fà tanta, tanta, tanta, tanta paura la perdita delle persone a me care....
Ho subito la perdita di mia suocera due anni e mezzo fà, e, ogni volta che ci penso i miei occhi si riempiono di lacrime, l'impotenza che avevo nel non poter far niente per lei.
La non accettazione della sua perdita anche se lei era lì morta di fronte a me, mi faceva risuonare nel cervello una canzone che mi teneva la mente impegnata, e mi faceva distaccare da quella realtà che non riuscivo ad accettare....
Preferirei di gran lunga morire subito, piuttosto che veder morire le persone a me più care.
Morendo io credo che in qualche modo ci potrò essere per loro, vivendo io in loro luogo, non le potrei più rivedere, e questo sì che sarebbe la cosa più terribile in assoluto...
 

*ALE*

Apprendista Florello
Hai ragione Giumaca, spesso penso la medesima cosa anche io. Odio vedere soffrire i miei cari e spesso penso a quei genitori che perdono i loro figli, mi chiedo come si possa andare avanti senza avere la possibilita' di vedere la cosa piu' bella ed importante della tua vita, deve essere tremendo, non oso immaginare quanto dolore si riversi dentro ai loro cuori, penso sia impossibile quantificare il male.
Alessia
 
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