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Ma voi avete paura di morire?

C

Constance Spry

Guest
Detta così suona proprio da chat, ma volevo proporvi una riflessione.
Qualche giorno fa ho rivisto Quel che Resta del Giorno, uno dei miei film preferiti, che mi risveglia un sacro terrore di sprecare la mia vita e trovarmi alla sera senza aver fatto niente, ma solo tanto stanca.
Mariangela una volta riportò una frase di non ricordo quale famoso giardiniere, forse Lloyd, Russel o Page, che disse che solo per il giardiniere il tempo restituisce più di quanto toglie.
Ieri toglievo le canne ed ero depressa, e pensavo alla morte; questa frase mi ha un po' tirato su il morale. E mi è venuto da pensare che magari il giardinaggio possa essere un modo per pensare di superare il proprio limite cronologico.
Voi avete paura di cessare di esistere?
 
C

chicca

Guest
Connie!..ma che diavolo..
cosa intendi per "superare il proprio limite cronologico"? Una cosa tipo gli iris del "mio" dottore..che io curo in sua memoria?
In ogni caso a questo punto mi sembra ormai chiara una cosa: che le "canne" ti fanno un pessimo effetto..estirpale tutte..ed esci dal tunnel!
 

BEPI

Giardinauta
Scusami Conny,ma a me la tristezza viene non dai film che trasmette la televisione,ma dalla realtà quotidiana,percio' ti consiglio di spegnere il televisore per non aggiungere tristezze virtuali a quelle vere.
Qualche volta pensiamo ai fiori che troveremo nei giardini del Paradiso,i nostri non valgono il confronto,leggi qualche libro di rivelazioni private.....se poi posso aiutarti in qualche modo...sai dove trovarmi
 

elleboro

Florello
io si. Soprattutto perchè quando mi "scappa" di pensarci, immediatamente mi vengono in mente tutti quegli interrogativi
terribili (da dove veniamo, dove andiamo, perchè, ecc...) mi si arroventano le rotelle cerebrali e cado in depressione...
 

alex

Giardinauta Senior
Connie, accidenti..... le canne le devi solo estirpare non 'fumare'!
A parte gli scherzi, alcune volte ci penso anch'io, ma non credo di avere molta paura, da credente penso ai meravigliosi e incantati giardini del paradiso, almeno spero me lo facciano vedere, che non mi mettano al caldo ad estirpare gramigna, e sono convinto che Dio, abbia dato alcune doti particolari a noi giardinieri e messo un seme speciale nel nostro cuore, per vedere le meravigliose crature di questo mondo, con gli occhi e con una luce diversa rispetto ad altri, propio per curare, amare e coltivare tutti i suoi perfetti doni.
Nel frattempo quaggiù ci impratichiamo, per poi occuparci dei giardini celestiali quando sarà la nostra ora, ci vorrà pur qualcuno di esoerto anche lassù!
La cosa che magari mi intristisce di più, e pensare che prima o poi tutto finisce, e quindi mi rammarica sapere che quando non ci sarò più, tutti i miei sacrifici, le mie piante ed il giardino se ne vadano pian piano, però le ho amate tantissimo!
 
L

LuciaR

Guest
Sarà anche vero che la televisione spesso crea ansie, ma "Quel che resta del giorno" è un film così profondo e meraviglioso, che consiglio a chiunque non l'abbia ancora visto di vederlo, vederlo e rivederlo ancora. E' anche uno dei miei preferiti, cara Connie...
 
Z

zia Lilli

Guest
Concordo pienamente con Bepi.
Quando la tristezza e la malinconia ti assalgono non metterti davanti alla televisione, ma spegnila cerca un buon libro, fai una bella passeggiata, incontra qualcuno con cui parlare un po'.
Questa, forse non è la stagione giusta, ma dalle tue parti forse si può buttati nei fiori e guarda quanto ti offre il Creato.....
La televisione non è sicuramente un buon medico........ anzi esattamente l'opposto.
Ciao
 
C

Constance Spry

Guest
Allora (allora è conclusivo, si diceva un tempo): premetto che questo genere di periodi di riflessione interiore non hanno nulla a che vedere col consumo sfrenato di televisione (che nel mio caso si riduce al solito Startrecchino ed a qualche film registrato, ed anche di qualità, ho la presunzione di dire -sono un palato piuttosto raffinato da questo punto di vista-), e non passano mica leggendo libri o parlando con gli amici, ma piuttosto con se stessi. Come diceva Quelo: "La risposta che stai cercando non la trovi fuori di te, ma dentro di te; epperò è sbajata" .
"Quel che resta del Giorno" l'ho infatti registrato, non l'ho mica incontrato in tivvù, MAGARI li facessero dei film così buoni, altrochè!
L'avere dei problemi in famiglia, o di salute, o di danaro, o di altro, non esclude questi pensieri: sono pensieri naturali, sarebbe un guaio non averli!
E poi i libri non aiutano più di tanto, neanche se sono allegri come Twain o Jerome,non solo perchè una volta chiusi ti ritorna tutto, ma soprattutto perchè quando si hanno di questi pensieri ( che tante volte vengono proprio perchè si è tanto letto) il libro non è un interlocutore sufficiente a risolveri, e preciso che io sono più che convinta che risoluzione non sia certo in un libro,che sia "Tre Uomini in Barca" o la Bibbia o il Corano, ma nel proprio essere e nel proprio operare.
Sono anche costretta ad una precisazione un po' snob, ma se mi si tocca sui libri non posso che rispondere: la mia casa, sin da quando io ricordi, è sempre stata popolata da libri di ogni genere e tipo, ho sempre avuto più libri che ogni altra cosa in vita mia, per cui, se ho voglia o bisogno di leggere, non mi manca nè una sufficiente scelta per ogni stato d'animo, nè la capacità di individuare un volume che vi si possa attagliare.
Detto questo passiamo al sodo. Io credo che più di tutti Chicca si sia avvicinata al senso del mio discorso. Lei ha le iris piantate da un dottore che non ha mai conosciuto, che a lui sono sopravvissute. Il pensiero che le nostre piante andranno oltre la nostra vita è un buon pensiero, anche se potrebbe verificarsi l'evento opposto, cioè che vengano considerate solo "verdura" e soppiantate da un comodo lastricato. Ma intanto noi le amiamo e le curiamo, come dice il mio buon Alex.
In fondo in fondo il mio pensiero è piuttosto semplice: dovessi anche ritrovarmi alla sera della mia Domenica senza aver fatto niente che sia valsa la pena, almeno avrò un buon giardino, e non si sa mai, forse potrebbe bastarmi, o essere una contentino sufficiente ai miei fallimenti.
 
C

Constance Spry

Guest
Brevemente rispondo al Topolino ( è un nome così grazioso Topo!): le tolgo perchè stanno tracimando dai loro contenitori e invadendo le zone coltivate del giardino. Comunque prometto di smettere di fumarle, un'altra sola e basta, eh? ;)
 
C

chicca

Guest
Non so a voi, ma a me questo discorso fa venire un gran magone..
mi sono scoperta a pensare che forse vorrei che tutte le mie piante morissero insieme a me: tutte dissecate all'istante!
Poi mi sono sentita egoista come quelle madri che si buttano dal balcone con il figlioletto in braccio e mi è venuto ancora più magone..
in realtà, probabilmente, il problema non si pone: grazie alle mie amorevoli cure..le mie piante muoiono prima..eeh..se muoiono!


Torno indietro un attimo al film, ma voi l'avete letto il libro? E' bellissimo! Lo consiglio a tutti quanti.
ciao
 
C

Constance Spry

Guest
Oh sì! Io l'ho letto, è un libro straordinario! Un vero amico libro.
 

BEPI

Giardinauta
Quando a padre Mariano gli fu diagnosticato un tumore al fegato,disse semplicemente:
Finalmente Lo vedrò.

[ 03-02-2002: Messaggio scritto da: bepi1952 ]
 
C

Carla

Guest
Io sono credente e tu lo sai Bepi, però non ho nessuna fretta di morire, perchè amo la vita, mio figlio, mio marito ed il mondo intero. Io ammiro padre Mariano ma al suo posto non avrei fatto i salti di gioia, non lo hanno fatto nemmeno le persone che ho visto soffrire, anche se hanno affrontato il loro calvario con coraggio. Madre Teresa ha detto: la vita è la vita vivila. Un abbraccio.
 
T

trem

Guest
cara Costanze, credo che tutti abbiamo paura della morte, perchè equivale a sofferenza sia che si finisca sbudellati dalle bombe o in un frontale del sabato notte o che si finisca consumati della vecchiaia. Anche Gesu ha avuto paura di morire e ha gridato il suo terrore.
Io ho il terrore di morire nel dolore, spero di morire in un solo colpo, spero di non dover aspettare la morte consapevole sofferente impotente.
Il tuo discorso andava però oltre alla morte in se stessa o al divenire, reincarnazione o paradiso che sia. Superare il proprio limite cronologico, ripartiamo da queste belle fredde parole per dire morire. Gli uomini vorrebbero diventare immortali, non riuscendoci hanno costruito piramidi, ormai hanno più di 4000 anni, i francesi anche loro hanno un po’ questa passione di essere ricordati ad ogni costo e così il Pompidou ci ha lasciato il grande Museo, Mitterand la Grande biblioteca e l’arco della Defense, chissà se dureranno 4000 anni anche queste.
Nel piccolo pezzo di giardinetto condominale dove abita mia madre c’è un pinetto che aveva piantato mio padre; io ho ancora dei gerani con un fiorellino semplice che mia madre da anni continua a ricoverare in cantina in inverno e ripiantare in primavera, sono dei gerani di mio padre, che sono stati sempre a casa nostra da quando i miei si sono sposati nel ‘53, ora anch’io ne ho portato una pianta nella casa dove vivo con la mia compagna.
Ma non era nemmeno questo credo il cruccio che ti ha fatto scrivere questo post, non ho mai visto il film a cui hai fatto cenno (ci vado non più di due volte l’anno al cinema), ma credo che forse volevi far riferimento a l’inutilità che ci si sente addosso in certi momenti della vita.
Così ti ho scritto QUI E ORA, che non vuol dire, come poteva sembrare, che mo ti arriva uno ZOT che ti fulmina. QUI E ORA, è un pensiero buddista, vivere intensamente in questo momento, non pensare a cosa sarà domani, non farsi prendere dall’ansia, essere soddisfatti di quello che si sta facendo e vivere quel momento. Essere soddisfatti della semplice banalità del vivere. Purtroppo io, tu e molti di noi hanno letto troppi libri, si chiedono troppe cose, siamo sempre agitati, sempre fuori posto, sempre diversi, sempre in lotta con se stessi e con tutto il mondo, siamo complicati e insoddisfatti, mica sempre sempre però, brevi momenti di equilibrio riusciamo a volte a trovarli.
Insomma io non riesco a essere nemmeno un materialista/buddista, faccio un lavoro e penso a quello dopo e poi quello che ho appena finito non mi piace già più. Spesso credo che se avessi pensieri più semplici mi sarebbe più facile vivere, avrei le mie risposte già scritte, o anche se fossi credente saprei almeno dove si va a finire e che la giustizia che non ho avuto in terra l’avrò nell’aldilà, ma purtoppo non ho avuto il dono della fede.
L’unico desiderio che ho per il dopo mia fine è di essere cremato e le ceneri sparse dalla cima dell’Ortles, cosi dico sadicamente alla mia compagna che voglio che ce le porti lei personalmente la in cima, me la immagino a 99 anni a andare in cima all’Ortler con l’urnetta delle mie ceneri. Ma se anche non succederà così che importa tanto mica lo saprò mai dove saranno finite le mie ceneri.
Per superare il limite cronologico l’uomo fa i figli, vede perpetuare il se stesso che gli cresce davanti agli occhi, io figli non ne ho e non ne voglio avere.
Il mio amico Rokerduck che ha vissuto tutta la vita per accumulare roba ora è molto dispisciuto di essere vicino alla fine anche per via di quella storia della cruna dell’ago e vuole mangiarsi tutto il patrimonio per non lasciarlo a figli e nipoti ma soprattutto alle rispettive mogli e mariti, solo che è tanta di quella roba che gli ci vorrano altre tre o quattro vite per consumare tutto. Insomma i soliti fortunati.
 
C

Constance Spry

Guest
Beh, sì, ma sì....eh sì!
I figli i figli! si fanno figli e non fiori per superarsi...
Giusto, giusto...eh sì!
 
L

LuciaR

Guest
Ho letto con interesse tutti i vostri messaggi, ma non interverrò in merito alla morte, perchè in questo momento non mi sento proprio in grado di affrontare un discorso così complesso.
Perchè scrivo, allora?
Le vostre parole mi hanno fatto venire in mente il giardino di mio nonno, cui ero molto legata e di cui vi ho parlato già fin troppe volte (penso che ormai non mi reggete più...).
Ora che non c'è più, passo spesso davanti alla sua casa per guardare le sue piante e mi sembra che lui ci sia ancora. Quando morì, ero terrorizzata all'idea che i condomini di quella casa lasciassero andare il giardino (poichè era stato solo lui per 50 anni a curarlo e a tenerci).
Ed invece, fortunatamente, tutti di comune accordo, incaricarono un altro giardiniere affinchè continuasse a curarlo.
Quel giardino non ha piante particolarmente belle o rare (a proposito del discorso sui gerani), ma per me rappresenta l'eredità di una persona cui tenevo e che in qualche modo continua ad esserci per merito delle sue piante. Scusate l'enfasi, non ne sono solita, ma questi vostri messaggi mi hanno messo un pò di malinconia addosso.
 

elleboro

Florello
devo dedurne che a nessuno di Voi vengono quei terribili interrogativi cui ho accennato prima e che mi mandano in depressione? Nessuno di Voi, fra i non credenti, si chiede mai da dove arriva, dove va, e perchè? Non ci credo.
Mi viene il sospetto che anche Voi, come me, rifuggite dal praticare pensieri così difficili e terribili, tanto che preferite non parlarne nemmeno. Sbaglio?
 
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