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Il giorno del giudizio

RosaeViola

Master Florello
Giudizio, un'altra parola tabù.
Un'altra parola, fra tante altre, che spaventa e mette a disagio.

Chissà poi perchè. Forse per la confusione che si crea attorno a questo vocabolo o forse per i significati che le vengono attribuiti o forse per quello che evoca in noi e perchè percuote le nostre fragilità e la nostra insicurezza.

Ma alla fine, come si può pensare di non giudicare? E poi cosa si intende veramente con la parola giudizio?

Io credo che ogni essere umano raziocinante, intelligente, abbia un proprio giudizio della realtà che lo circonda, abbia un suo modo di intenderla, di sentirla ed interpretarla.
Questo per me è giudizio: PENSARE e RAGIONARE. VALUTARE e AVERE UNA PROPRIA OPINIONE PERSONALE.

Oppure quello che spaventa di questo termine, è il fatto che si pensa sempre che esprimendo il proprio parere, si pronunci una sentenza, un qualcosa che va al di là della mera riflessione?

Ma è anche vero, a mio avviso, che spesso quando si dice che si viene giudicati, si pensa che attraverso il giudizio, gli altri esprimano necessariamente, un valore o un merito e il loro contrario. Si pensa quasi sempre che dietro ad un giudizio si nasconda il fatto che gli altri ci sentano o ci facciano sentire SBAGLIATI.

No, non è così, a mio avviso, almeno non sempre.
Voglio dire che se anche una persona non la pensa come me su quel che faccio o penso, beh, alla fine non mi fa certo sentire giudicata perchè per quanto possa essere importante, non sempre e non con tutti, un parere o un giudizio possono essere determinanti nella mia vita e nemmeno voglio che lo siano.

Spesso nella mia testa risuonano queste parole: io sono io e tu sei tu.
Questo mi ha spesso permesso di rendermi conto che quel che sono, nei piani più profondi di me stessa, non viene intaccato perchè ognuno è come è ed ha diritto di esserlo.

Dico spesso di non giudicare gli altri, anche se il significato che io attribuisco a questa frase è qualcosa di diverso da come olitamente viene interpretato e forse è un concetto non espresso al suo meglio da parte mia.

Mi spiego. Io ho una mia precisa idea di qualcosa o di qualcuno che posso più o meno condividere con altri.
Questa mia idea è solo mia e si fonda su quelle che sono le mie capacità di analisi della realtà, su quella che è la mia esperienza, su come io conosco le dinamiche del genere umano.
Ma è un MIO parere e solo mio e non delimiterà certo, la mia capacità di rivedere una posizione, qualunque essa sia, nè farà nascere in me, un pregiudizio o una sorta di rifiuto nei confronti di chi, agisce e pensa in modo diverso dal mio sentire.

Siamo diversi e facciamo e pensiamo cose diverse e allora? Ognuno è padrone di vivere come vuole e nel momento in cui non lede gli altri, per me può fare esattamente come vuole.
Semmai a me, viene sempre la voglia sfrenata di capire PERCHE' lo faccia o lo pensi e non certo il COME, il CHI e il COSA.
Parto SEMPRE dall'assunto che se una persona pensa ed agisce in una certa direzione ha le sue ragioni ed ha un suo perchè.
Niente di quello che diciamo e facciamo, si origina casualmente. NIENTE.

Io posso giudicare una dinamica, un comportamento, un pensiero ma il giudizio verso la persona non è legato necessariamente a questo.

Ma allora perchè spaventa tanto questa parola?
Io credo, alla fine, che l'idea di essere giudicati faccia sentire molte persone, vulnerabili e col fianco scoperto.
Ma perchè? Forse perchè si sentono insicuri di ciò che pensano o forse perchè si sentono fragili affettivamente o forse perchè il loro interiore non è qualcosa di cui sono disposti a discutere.
Forse perchè quello che gli altri ci dicono, ci fa sentire messi in discussione e questo, per molti, rappresenta un pericolo.
 

milla04

Maestro Giardinauta
Sì, Ros, penso che il giudizio evochi automaticamente la presenza di due "livelli di potere" differenti, dei quali il più alto è occupato dal giudicante e viceversa: in quest'ottica è inevitabile che il concetto di giudizio crei una sorta di disagio al quale si reagisce con un atteggiamento di chiusura passiva, con evitamento o, in altri casi, con una specie di "contropiede" strategico, cioè un attacco preventivo (prima che tu parti con quello che per me può costituire un disagio, io ti faccio sentire presuntuosa, malevola o saccente).
Invece il giudizio è una lettura personale e inevitabile dell'ambiente in cui viviamo, e proprio in quanto personale tale decodificazione difficilmente è del tutto condivisibile dagli altri. Sta a noi avere la maturità e l'equilibrio per accettare che esistano certe differenze: dopo aver ascoltato gli altri potremmo restare fermi sulle nostre posizioni, potremmo renderci conto di non aver considerato degli aspetti, ma avremo imparato a confrontarci senza sentirci sotto esame.:flower:
:love_4:
 

rossl

Giardinauta Senior
ho già spiegato nel 3d 'donne di pastica' come io intenda la parola 'giudicare' e quindi non vorrei essere così noiosa da ripetermi, aggiungo solo che il fraintendimento, secondo me, nasce perchè si attribuisce erroneamente a questa parola il significato di 'maldicenza'.
In realtà significa semplicemente scegliere, esprimere un parere, positivo o negativo che sia, e quindi esercitare una delle facoltà della nostra mente; il problema nasce quando mancano l' educazione, il rispetto per l'altro, il senso della misura, la consapevolezza della propria fallibilità
 

Elyass86

Guru Giardinauta
Io credo che il problema che giustamente tu sollevi, sia accennato nello scherzoso titolo che hai scelto.

E che abbia una più profonda radice etimologica, ancor prima che 'concettuale'.
Mi spiego.

Il giudizio, è a mio parere, un modo per entrare in contatto con la realtà che ci circonda,un maniera per conoscerle, e in parte farla nostra.
Cosa siamo senza interazioni con l'ambiente in cui viviamo?E come possiamo interagire con questo ambiente se non esprimendo giudizi?
Kant,l'uomo il cui pensiero non smette mai di affascinarmi, ha impostato tutta la sua filosofia sui giudizi.Sottolineando come sebbene in vari modi, sebbene con significati differenti, siano la base del brocesso cognitivo, arrivando poi ad identificarsi, con ogni nostra frase.

Ben diverso da un giudizio è invece l'azione che seguita il giudizio, ovvero il modo in cui ci poniamo nei confronti dell'oggetto del nostro giudizio,(sia un bosco sacro, o una donna Rifatta dalla testa ai piedi).
La reazione insomma al giudizio.

Quando si parla di giorno del giudizio, si pensa alle conseguenze del giudizio.
Quando si parla di giudice, si pensa alle conseguenze del giudizio.
E così per molti altri esempi.
E' questo che intendo per problema etimologico, che poi si rispecchia sul piano concettuale: L'identificazione di giudizio e condanna.

Io giudico, eccome se giudico....E vorrei giudicare di più..

Splendide considerazioni Zia ros
 

Clorophilla

Florello
Giudizio, un'altra parola tabù.
Un'altra parola, fra tante altre, che spaventa e mette a disagio.

Chissà poi perchè. Forse per la confusione che si crea attorno a questo vocabolo o forse per i significati che le vengono attribuiti o forse per quello che evoca in noi e perchè percuote le nostre fragilità e la nostra insicurezza.

Ma alla fine, come si può pensare di non giudicare? E poi cosa si intende veramente con la parola giudizio?

Io credo che ogni essere umano raziocinante, intelligente, abbia un proprio giudizio della realtà che lo circonda, abbia un suo modo di intenderla, di sentirla ed interpretarla.
Questo per me è giudizio: PENSARE e RAGIONARE. VALUTARE e AVERE UNA PROPRIA OPINIONE PERSONALE.

Oppure quello che spaventa di questo termine, è il fatto che si pensa sempre che esprimendo il proprio parere, si pronunci una sentenza, un qualcosa che va al di là della mera riflessione?

Ma è anche vero, a mio avviso, che spesso quando si dice che si viene giudicati, si pensa che attraverso il giudizio, gli altri esprimano necessariamente, un valore o un merito e il loro contrario. Si pensa quasi sempre che dietro ad un giudizio si nasconda il fatto che gli altri ci sentano o ci facciano sentire SBAGLIATI.

No, non è così, a mio avviso, almeno non sempre.
Voglio dire che se anche una persona non la pensa come me su quel che faccio o penso, beh, alla fine non mi fa certo sentire giudicata perchè per quanto possa essere importante, non sempre e non con tutti, un parere o un giudizio possono essere determinanti nella mia vita e nemmeno voglio che lo siano.

Spesso nella mia testa risuonano queste parole: io sono io e tu sei tu.
Questo mi ha spesso permesso di rendermi conto che quel che sono, nei piani più profondi di me stessa, non viene intaccato perchè ognuno è come è ed ha diritto di esserlo.

Dico spesso di non giudicare gli altri, anche se il significato che io attribuisco a questa frase è qualcosa di diverso da come olitamente viene interpretato e forse è un concetto non espresso al suo meglio da parte mia.

Mi spiego. Io ho una mia precisa idea di qualcosa o di qualcuno che posso più o meno condividere con altri.
Questa mia idea è solo mia e si fonda su quelle che sono le mie capacità di analisi della realtà, su quella che è la mia esperienza, su come io conosco le dinamiche del genere umano.
Ma è un MIO parere e solo mio e non delimiterà certo, la mia capacità di rivedere una posizione, qualunque essa sia, nè farà nascere in me, un pregiudizio o una sorta di rifiuto nei confronti di chi, agisce e pensa in modo diverso dal mio sentire.

Siamo diversi e facciamo e pensiamo cose diverse e allora? Ognuno è padrone di vivere come vuole e nel momento in cui non lede gli altri, per me può fare esattamente come vuole.
Semmai a me, viene sempre la voglia sfrenata di capire PERCHE' lo faccia o lo pensi e non certo il COME, il CHI e il COSA.
Parto SEMPRE dall'assunto che se una persona pensa ed agisce in una certa direzione ha le sue ragioni ed ha un suo perchè.
Niente di quello che diciamo e facciamo, si origina casualmente. NIENTE.

Io posso giudicare una dinamica, un comportamento, un pensiero ma il giudizio verso la persona non è legato necessariamente a questo.

Ma allora perchè spaventa tanto questa parola?
Io credo, alla fine, che l'idea di essere giudicati faccia sentire molte persone, vulnerabili e col fianco scoperto.
Ma perchè? Forse perchè si sentono insicuri di ciò che pensano o forse perchè si sentono fragili affettivamente o forse perchè il loro interiore non è qualcosa di cui sono disposti a discutere.
Forse perchè quello che gli altri ci dicono, ci fa sentire messi in discussione e questo, per molti, rappresenta un pericolo.

Credo anch'io che il giudizio inteso come "valutazione" sia un processo naturale per ognuno. E credo anche che spesso il giudicare nel senso di esprimere la propria opinione o critica subisca un'interpretazione distorta, dispregiativa del termine. Il giudizio è sacrosanto nella misura in cui appartiene solo a me e non lede la vita altrui. La paura di essere giudicati è conseguenza di questa accezione negativa del termine e, secondo me, di una scarsa fiducia in se' stessi che induce a cercare sicurezze nelle conferme degli altri.
 
A

ambapa

Guest
Sono d'accordo con tutto quanto detto finora. Posso solo integrare con una breve considerazione. Il giudizio acquisisce a volte un'accezione negativa ma, che ne siamo consapevoli o meno, è un'attività che esercitiamo continuamente, in ogni momento della nostra vita. Il senso critico è alla base della scelta. Quando diciamo quella persona non ci piace vogliamo dire: io non sono o non voglio essere così. Questo non significa condannare.
 

aseret

Florello Senior
Aggiungo anche il fatto che spesso quando si scrive, mancando il tono della voce e l'espressività del viso, le considerazioni fatte possono essere fraintese.
 

decky

Florello Senior
Giudizio:s.m.
FO
1 affermazione che, superando la semplice constatazione di un fatto, esprime un’opinione, una valutazione: un g. avventato, negativo, positivo; esprimere liberamente il proprio g., non preoccuparsi del g. altrui; a mio, a tuo g.: secondo il mio, il tuo parere
2 facoltà individuale di giudicare, di valutare | discernimento, senno: sei proprio senza g.!, l’età del g.
3 TS filos., operazione logica che connette, affermativamente o negativamente, un soggetto con un predicato .
__________________________________________________________


Capita a volte che ci si senta davvero colpiti quando l'interlocutore afferma le sue verità discordando totalmente dalle proprie,e affondando il coltello in quelle che sono le proprie convinzioni meno forti.
I modi di esprimersi fanno la differenza,quando sono troppo invasivi,maleducati,quando sono pregiudizi senza nessun fondamento spesso ci fanno arrabbiare.
Ma quando si tratta solo di pareri differenti,espressi in una discussione sana,uno scambio di idee non possono che essere un'aggiunta al nostro io,le opinioni altrui servono sempre per ampliare i nostri orizzonti e metterci in discussione,purchè non siano critiche fini a se stesse e mirate solo a ferire o a mettere in cattiva luce agli altri quella persona come a volte accade anche qui.
 

daria

Master Florello
Và anche detto che del giudizio altrui, è anche possibile fregarsene, non è che proprio tutto tuttissimo quel che viene detto, in particolare qui dentro, debba tangerci tanto da ferirci.Si operano delle scelte, perchè no si discrimina anche e si passa oltre.
paroline magiche: secondo me.
 

Antonio81

Giardinauta Senior
secondo me tutti siamo dispenzabili, ma nessuno lo è.
voglio dire che il parere di ogniuno può essere accettato, o rifiutato, ma nel contesto penso che per esprimere un proprio giudizio specialmente su una persona, bisogna ben pesare le parole da dire ricordandoci che a chi stiamo dando un giudizio, è pur sempre un essere umano come noi stessi, e alle volte i giudizi dati vengono presi come critiche, quindi offese,
ad esempio io esco con un amico e noto che il suo modo di vestirsi è molto trasandato, quindi a fin di bene cerco di dargli qualche consiglio in proposito, ora il mio parere può essere iterpretato in tre modi:1 o come consiglio utile da prendere,2 o con poca importanza perchè al tizio piace vestirsi in quel modo, 3 o adirittura come offesa grave, perchè sto mettendo a disaggio la persona.
io personalmente nella mia vita ringrazio tutte quelle persone che mi hanno saputo dire ciò che pensano su di me, aiutandomi il più delle volte a crescere, ma disprezzo le persone che non avendo il coraggio d'affrontarmi, mi hanno giudicato alle spalle, comportandosi da vili

ps ditemi se sono uscito fuori tema
 

decky

Florello Senior
Và anche detto che del giudizio altrui, è anche possibile fregarsene, non è che proprio tutto tuttissimo quel che viene detto, in particolare qui dentro, debba tangerci tanto da ferirci.Si operano delle scelte, perchè no si discrimina anche e si passa oltre.
paroline magiche: secondo me.
Fregarcene mah...dipende dalla propria apertura mentale al dialogo,è chiaro che se si percepisce che dall'altra parte si discute con una persona che ha solo voglia di sentenziare a priori senza ascoltare è un bene evitare di darle peso,ma se si incontra una persona che,malgrado ci dica quello su cui non siamo d'accordo,quello in cui non crediamo,c'è comunque la voglia di confronto e di riflessione,la voglia di capire le sue motivazioni e di controbatterle.
 

daria

Master Florello
Fregarcene mah...dipende dalla propria apertura mentale al dialogo,è chiaro che se si percepisce che dall'altra parte si discute con una persona che ha solo voglia di sentenziare a priori senza ascoltare è un bene evitare di darle peso,ma se si incontra una persona che,malgrado ci dica quello su cui non siamo d'accordo,quello in cui non crediamo,c'è comunque la voglia di confronto e di riflessione,la voglia di capire le sue motivazioni e di controbatterle.

Vale la prima dek mi sembrava ovvio, ma forse non sono stata spiegata bene :D
Ovvio anche che nella seconda ipotesi sia facile lo scornamento, ma tant'è
 

decky

Florello Senior
Vale la prima dek mi sembrava ovvio, ma forse non sono stata spiegata bene :D
Non è che non ti sei spiegata bene,è che è ovvio per te,per come sei fatta tu.
Però ci son persone che non distinguono l'interlocutore che ci va giù dritto pesante come un treno solo perchè magari prova antipatia.
Ci sono anche persone che non ascoltano nemmeno una parola,tu parli parli o scrivi per ore e dall'altra parte trovi un bel muro in cemento armato o peggio ancora di gomma (vero Ro?:rolleyes: )....
 

decky

Florello Senior
è vero dek! ma sempre operando una scelta, mi scorno più volentieri con chi mi piace :D
questione di stima,sai che quelle persone che in quel momento non sono d'accordo con te comunque sia hanno determinati requisiti che ti fanno apprezzare il loro dialogo e la loro voglia di interagire con te.O semplicemente ti stimolano.


Nel forum questo tipo di scelte si notano come insegne a caratteri cubitali :rolleyes: .
 
H

hakuna__matata

Guest
Capita a volte che ci si senta davvero colpiti quando l'interlocutore afferma le sue verità discordando totalmente dalle proprie,e affondando il coltello in quelle che sono le proprie convinzioni meno forti.
I modi di esprimersi fanno la differenza,quando sono troppo invasivi,maleducati,quando sono pregiudizi senza nessun fondamento spesso ci fanno arrabbiare.
Ma quando si tratta solo di pareri differenti,espressi in una discussione sana,uno scambio di idee non possono che essere un'aggiunta al nostro io,le opinioni altrui servono sempre per ampliare i nostri orizzonti e metterci in discussione,purchè non siano critiche fini a se stesse e mirate solo a ferire o a mettere in cattiva luce agli altri quella persona come a volte accade anche qui.

concordo pienamente con queste parole.

Il giudicare fa parte del nostro essere e, di conseguenza, come diceva Elyass, non ci sarebbe nessun tipo di interazione, se non ci si potesse giudicare.
La cosa importante è non far scadere il proprio giudizio in critica fine a se stessa.
Purtroppo però, questo accade molto più spesso di quanto si immagini.
E, a mio avviso, è questo che fa nascere una sorta di timore, di disagio nei confronti di questa parola.
 

rossl

Giardinauta Senior
a parte Seya che si affida solo alla cippa lippa, vedo che siete tutte molto 'giudiziose' ragazze (e ragazzi).

Uffi, siamo tutti d'accordo, che gusto c'è?
 
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