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Il finto "cattivismo"

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
Allora ho bisogno di una coupe station wagon .. :D
(Bambina)
se è per questo attualmente spscciano per coupé e grancoupè delle banalissime quattroporte,per carità "vendono eleganza " ma sempre "sedan" o "berline" sono.
io invece intendo ( e rimangono tali per me) al massimo una classica "due posti" o al massimo una "due più strapuntino ( :fischio: leggi all'occorrenza per la ...." suocera") o una "due più due".......
ora la suocera non c'è più ma il bel coupé è rimasto.........
 

Olmo60

Guru Master Florello
pensa io che delle 'due sedie" ci ho fatto una filosofia "per" mia suocera infatti ho pure comprato na macchina coupe a due soli posti .....:fischio:...troppo faticosa per la suocera e pure scomoda se mai le fosse balenato il pensiero (e le è balenato credimi) di accompagnarci da qualche parte........come terza "incomoda".........


Io ho bisogno di una 3 posti .. o compro un sidecar ...

fossi in voi, un bel risciò e la suocera alla guida!:D
 

GIULY83

Giardinauta
@antiono, chissà se sei ancora attivo nel forum, chissà se hai voglia di riallacciare le fila di questo discorso così datato, deragliato inevitabilmente su un binario di frizzi e lazzi fra forumisti che non ho mai conosciuto, dal momento che sono nel forum solo da maggio 2020.

Dopo aver letto tutto il thread, se torno al tuo post di apertura capisco che nel titolo c'è un'incongruenza, perché "finto" e "cattivismo" si annullano a vicenda; il titolo giusto sarebbe stato "il finto cattivo" (= "cattivismo") .
Poi, alla tua domanda, se "il cattivismo può essere una forma di difesa sul forum come nella vita di tutti i giorni", si può rispondere "si!". E si potrebbe chiudere il discorso. Ma oggi voglio dilungarmi a spiegare un po' in dettaglio il mio pensiero.

@miciajulie, nel post del 27 giugno 2014, dice di essere erroneamente definita buonista dal marito, e ha ragione. Il termine buonismo ha un'accezione negativa (come molti termini che finiscono con suffisso "ismo"), con significato di falsa bontà. Se lei è come si descrive, non è neanche buona, e spero che non pensi di esserlo poiché chi crede di essere "buono" é bugiardo con se stesso e con gli altri, non volendo o non potendo riconoscere l'umana cattiveria che ci accompagna ogni giorno. Se lei è come si descrive, è dotata di una certa empatia che la porta ad applicare una regola fondamentale per chi è disposto a capire il comportamento dei propri simili, dote che io ritengo più unica che rara: vedere con gli occhi degli altri. Non sempre si riesce, ma è importante provarci. Esistono milioni di variabili per cui si agisce in una maniera piuttosto che in un'altra, noi non possiamo conoscere tutte le vicende passate che spingono una persona a diventare, nel caso specifico, cattivista. Troppo spesso siamo spietati nel giudicare gli atteggiamenti del prossimo, ma ci arrabbiamo quando gli altri non capiscono i nostri.
Anche il mellifluo buonista, da me poco sopportato, ha le sue buone ragioni per sbandierare una eccessiva bontà d'animo, probabilmente spaventato dalla forza della cattiveria che sente dentro di sé e che tenta di mascherare gettando fumo negli occhi. Tutto ciò a livello incoscio, sia chiaro, perché ben difficilmente si vuole essere coscienti di vivere condizionati anche dalla meschinità.
Ma la meschinità, la malignità, la perfidia ci appartengono "naturalmente". E più tentiamo di nasconderle o di negarle, più queste lieviteranno pericolosamente in un angolo del nostro animo rischiando, prima o poi, incontrollate e devastanti esplosioni.
Sono consapevole di essere ANCHE cattiva da molto, molto tempo. Ma ho smesso di colpevolizzarmi, forse non l'ho mai fatto. Vivo la mia cattiveria con una certa serenità, sfogandola prevalentemente coi pensieri e nascondendola ai più, altrimenti rischio la galera per reato di apologia sovversiva! Insomma, mi immagino di fare le peggio cose e tanto basta come valvola di sfogo, senza farmi troppe menate...
Una cosa è certa: considero i cattivisti più interessanti dei buonisti. Mi intrigano, mi fanno pensare, mi fanno chiedere cosa li spinga a certi modi spicci e inadeguatamente aggressivi.
Attenzione: so riconoscere gli stronzi! (chiedo scusa, ma qui la parolaccia è d'obbligo per rendere esattamente l'idea). E da quelli bisogna difendersi.
Eccola la risposta. Il cattivismo a certi, o a molti in certi momenti, serve per difesa, ma questo l'avevi capito anche tu. La difesa preventiva ed estrema di chi si sente troppo vulnerabile, di quelli troppo sensibili a espressioni e critiche a cui non saprebbero rispondere in modo appropriato. E con questo ho risposto a un'altra domanda: perché un individuo senta il bisogno di esprimersi col cattivismo.
Non è poi così strano che qualcuno, in questo mondo spietato, si vesta di cattiveria per difendersi da quella degli altri. È utile a mettere distanza, con la premessa chiara e minacciosa "attento a ciò che dici, altrimenti ti distruggo".
Bisognerebbe riconoscersi fra finti cattivi, per non fraintendersi. È auspicabile che succeda, altrimenti diventa un gatto che si morde la coda.
Immagina ciò che succede quando si litiga in modo sterile: due persone che per timore di sottomettersi alla volontà dell'altro si arroccano in una posizione di difesa aggressiva non sapendo affermare in altro modo la propria personalità.... In quel momento sono finti cattivi, e si sa che durante queste liti si è capaci di dire cose talmente crudeli da compromettere qualsiasi tipo di rapporto futuro.

Qualcuno sul forum afferma che qui sia diverso che nella vita reale. Perché? Qual è la differenza?
Le parole che usiamo, le espressioni, il modo di porci verso le cose, danno la dimensione di come siamo fatti. Anche quando, con l'aiuto dell'anonimato, ci volessimo presentare in modo diverso, prima o dopo "veniamo fuori", ci scopriamo anche se non vogliamo. La reazione di fronte a certe provocazioni, ad esempio, è determinante il più delle volte. Certo, è necessario interagire sufficientemente perché ciò succeda, e anche il fatto di intervenire in argomenti come questo da un'idea di come si sia interessati a un confronto in po' più "profondo" con i partecipanti su argomenti che esulano dallo scopo primario del forum.
La vera differenza è che scrivere non è come parlare. Di persona possiamo usare il gergo e dire anche cose "forti" mitigando o enfatizzando tutto con le espressioni facciali, con la postura e l'atteggiamento. Nella scrittura, se non vogliamo essere fraintesi, dobbiamo sforzarci di essere chiari, pesare e scegliere le parole di fronte a persone che non conosciamo e che non ci conoscono. Il che non è male. Nel mondo di immagini e superficialità che ci circondano, trovo positivo e arricchente tornare alla scrittura come modo di comunicare. Inoltre siamo costretti a intervenire uno alla volta, senza sovrastarci con le parole come succede sempre nella comunicazione verbale... Il prototipo della discussione "civile" quindi, con l'opportunità di rispondere in modo "pensato" e non "buttato lì" senza criterio e con tutti i rischi che presuppone una risposta impulsiva.
 
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