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Febbre da orchidee

D

De Vidi Guido

Guest
Ciao a tutti, ieri ho avuto il mio bel lavoro per seguire la nascita di sette paperette, figlie di “Rumore del mattino” e “Casanova”. Lei, chiamata “rumore”, perché durante il mese della covata, quando di mattino, usciva velocemente dal nido per mangiare, faceva un tal baccano che svegliava tutto il vicinato, lui “casanova”, perché feconda le uova d’ogni papera che gli passa vicino.
Eccole in foto, sono appena nate.
paperette-x-forum_01.jpg

Chiedo scusa per l’intrusione fuori tema, mi fa piacere farvi rivivere i miei eventi ameni.
C’è un secondo motivo per questo post inusuale: ho notato che la febbre da ‘Orchid-virus’, pericolosa malattia che attacca indistintamente tutti gli appassionati d’orchidee, sta mettendo in fibrillazione il Forum e quindi, prendiamoci questo ameno tranquillante e poi con calma affrontiamo la cura! Scherzi a parte, le orchidee vanno prese con tranquillità, non c’è quasi nulla di irreparabile.
L’amico Giulio, ha il pronto soccorso intasato ed è giusto dargli una mano.
Dopo aver fatto la mia visita pomeridiana della serra, dirò la mia su: rinvaso delle Phal., luce artificiale, cocciniglia e pensieri per l’autunno delle nostre orchidee. Ciao, vado in serra.
 

Scatolina

Guru Giardinauta
Grazie Guido per il simpatico "fuori tema"

Sono Germani Reali, vero!??! Ne vedo diversi dove lavoro... e ogni anno fanno sempre nuove covate :D

Aspetto fiduciosa il tuo parere sulla mia Phal da rinvasare!!! ;)

Scat
 
D

De Vidi Guido

Guest
Eccomi qua, in serra tutto bene o quasi, potete ben immaginare, con qualche migliaio d’orchidee, c’è sempre quella da clima fresco che sbuffa e le timide da ambiente ombreggiato che si lamentano per la troppa luce. Complessivamente, ok - niente lumache - bruchi spariti - qualche dendrobium a foglia caduca col ragnetto rosso ma tanto, tra poco, le foglie dovranno cadere – di cocciniglia neanche l’ombra – piante in crisi nella norma – periodo di stasi con le grandi fioriture e belle miniature in fiore: domani ne presento una sul mio Blog.
Il rinvaso delle Phalaenopsis: soprattutto con gli ibridi commerciali, studiati apposta per rimanere fioriti a lungo, è difficile trovare il coraggio di disturbarli per il rinvaso che per quanta attenzione si faccia, è sempre un trauma.
Ad ogni buon conto, ci sono due momenti propizi: il loro periodo vegetativo (punte delle radici di color verde) e la stagione calda (possibilmente all’inizio). Nei casi in cui tutto questo non coincide perché, come osserva Scat, il composto è andato a farsi friggere e siamo già in Settembre, allora bisogna operare con attenzione e stare attenti a limitare al massimo, interventi traumatici. La prima cosa da fare, è la pulizia della pianta, che va tolta dal vaso e liberata da tutto il composto vecchio e dalle sue radici secche o marcite.
Fatto? Nelle situazioni in cui sì son dovuti recidere degli spezzoni di radici, tutte le ferite vanno protette con del comune fungicida a base di rame e poi, la si lascia a riposo anche per una giornata. Il vaso può essere recuperato, ma va lavato accuratamente e sterilizzato con soluzione d’acqua e ipoclorito di sodio – 10 su 100 di acqua, mettendolo a mollo: il giorno dopo va sciacquato ed asciugato per bene.
Un buon composto per Phal. Si ottiene con corteccia di pino di media pezzatura messa a bagno per diversi giorni (la corteccia umida riduce lo stress da rinvaso) e miscelata con poca torba di sfagno molto filamentosa. Dove trovare sta roba? Questo purtroppo è sempre un problema di non facile soluzione: in genere i Garden sono forniti, però la corteccia è sempre di pessima qualità.
A questo punto abbiamo la nostra Phal. bella pulita, il vaso che non deve mai essere troppo grande (uno o due cm. di spazio attorno), il composto di corteccia 70% e torba30%, un po’ di polistirolo per drenare il fondo del vaso ( si evita il ristagno d’acqua sul fondo) e quindi si può iniziare l’operazione più importante: la sistemazione della pianta nel vaso.
Si sistemano delicatamente le radici dentro il vaso, e mentre con una mano si sostengono le foglie, con l’altra s’inizia deporre il composto attorno alle radici, battendo con il palmo della mano esternamente al vaso per favorirne la sua sistemazione. Fatto? A rinvaso ultimato s’infila un tutore a sostegno degli steli fiorali e della pianta. In bocca al lupo, abbiamo ancora due mesi buoni perché la pianta possa riprendersi ed affrontare l’inverno con sicurezza. Attenzione, spruzzatine sulle foglie ed ambiente ombreggiato, in genere, le Phal. non amano tanta luce. Troppo lungo? Chiedo perdono! Ciao a tutti, domani continuo con il resto.
 
S

SaraMay

Guest
Ciao Guido, tenerissimi i pulcini!!
e anche il primo piano di Rumore del mattino...domani non dimenticarti delle cocciniglie,tra i consigli di Giulio,Claudio e i tuoi la mia Phal ha qualche speranza!-meglio di ER questo pronto soccorso- ;)
 
D

De Vidi Guido

Guest
x Giulio.
Mi è bastato leggere le tue risposte a raffica ed ho subito immaginato i medici del pronto soccorso che vanno dentro e fuori dagli ambulatori, nei momenti di punta.
Ciao
 
G

Giulio

Guest
beh, guido, cosa vuoi farci. Sono tre anni e mezzo che sono su questo forum ed oramai ho preso una certa confidenza con la tastiera e con i pulsanti, così quando posso rispondo a tutto quello a cui riesco a rispondere.
Giulio
 
S

Silvestro73

Guest
Bellissimi e tenerissimi, grazie.Approposito sono Veronica ed ho lasciato un paio di post, spero di avere presto risposta anche solo per un saluto,sai Giulio ci ha un pò viziati. Comunque tra poco dovrò rinvasare una piantina di mia madre e credo che cercherò l'aiuto di tutti. Baci da Ischia
 

Piper

Maestro Giardinauta
Il torrente che passa ad un centinaio di metri da casa mia pullula letteralmente di germani reali, (ed anche di cacciatori che li tengono d'occhio, purtroppo, scalpitando in attesa del periodo di caccia). E' molto bello in primavera vedere mamma germana con la scia di paperette che attraversano il torrente (di solito inseguite dalla mia cagnolina, che comunque non le prende mai, e da me che inseguo lei).
Comunque non c'entra.
Volevo solo dirvi che ieri, in pieno attacco febbrile, ho acquistato la mia Phal di consolazione (quella per il rientro dalle ferie), ha ben 4 rami floreali e quando saranno tutti in fiore penso che sarà bellissima.
Purtroppo il pc di casa fà le bizze e non posso postarvi le foto, pazienza, lo farò più avanti.
 
D

De Vidi Guido

Guest
Vado con con la luce e le cocciniglie, domani parliamo d'autunno per le orchidee.

Luce artificiale: per le orchidee e per la vita vegetale in genere, la luce è fonte di nutrimento. Con la fotosintesi, attraverso gli stomi delle foglie, è catturata energia che va a sommarsi agli elementi chimici assorbiti dalle radici. Ci sono particolari tipi d’orchidee che sono fotosensibili, in altre parole regolano il loro sviluppo vegetativo compreso il periodo della fioritura, in funzione delle ore di luce a cui sono sottoposte. Detto questo, l’eventuale uso di fonti artificiali di luce, deve riprodurre il più possibile le frequenze d’onda presenti nello spettro della luce solare, e questo si ottiene con fonti ad incandescenza ( le care e vecchie lampadine) oppure con particolari tubi al neon, così come spiegati dettagliatamente da “Jago” mi sembra.
Ricorso a questi ausili; certamente non in situazioni marginali come mi sembra sia quella di Sara, generalmente s’interviene con la luce artificiale, per sopperire all’assenza quasi totale della luce esterna (coltivazione in seminterrati) oppure nei casi in cui si volesse forzare il periodo della fioritura (nelle coltivazioni industriali, portare a fiore le Cattleya in Dicembre piuttosto che gennaio, significa più soldini): quindi, se proprio non si tengono le orchidee in cantina, la luce artificiale non è il primo dei problemi, anzi non lo è proprio.

Cocciniglia e magari, visto che non ci facciamo mancare niente, che sia pure quella cotonosa.
Nell’ambiente degli orchidofili, il problema cocciniglia, è come la peste o l’aids. Sì perché quando te la trovi in casa oppure in serra, stai pur certo che non ti abbandona più.
Ad ogni modo, non è il caso di drammatizzare perché fortunatamente questo parassita non è di velocissima infestazione. Tutti gli agenti esterni qualche problema all’equilibrio vegetativo lo portano e nel caso della cocciniglia cotonosa, abbastanza importante, in quanto succhia tutta la linfa che serve alla pianta, che deperisce inspiegabilmente a vista d’occhio. Gli interventi postumi, sono come si è detto - d’eliminazione meccanica (pulizia delle piante, se sono poche) - uso d’oli emulsionati che impediscono alle ventose della cocciniglia di far presa sulla pianta ma, che creano qualche problema perché impermeabilizzano le foglie – disinfezione con alcol etilico diluito con qualche pericolo di fitotossicità – oppure con prodotti chimici ed in questi casi bisogna prendere tutte le precauzioni del caso.
La cocciniglia, è di difficile eliminazione, perché in qualche guaina, anfratto o ferita della pianta, rimane nascosto sempre qualche uovo che a sua volta fa ripartire il ciclo.
A chi è interessato, consiglio di leggere nel blog www.orchids.it il post del 22.05.04, dove illustro le mie esperienze con un prodotto sistemico, poco pericoloso che agisce sul sistema nervoso dei diversi agenti delle orchidee.
Per finire, mi preme dire questo a Sara: se le tue Phal. sono state attaccate dalla cocciniglia, primo significa che ti è stata regalata con qualche pianta, secondo che le condizioni di forma e ambientali della tua amata falena non sono ottimali, eliminiamo il problema presente, però con calma e attenzione, cerchiamo di capire cosa vuole la tua orchidea: se ti serve una mano, eccomi qua.

[ 31.08.2004, 19:42: Messaggio scritto da: De Vidi Guido ]
 
S

SaraMay

Guest
Grazie per i consigli Guido. Se ho ben capito,mi suggerisci di non pormi il problema della luce artificiale. Però ho letto in diversi testi e anche in alcuni posts che la mancanza di luce è uno dei primi fattori che inibiscono la fioritura. Naturalmente,come avrai capito,non dispongo di una serra e mi dispiacerebbe vedere le mie beniamine fare solo nuove foglie...forse due semplici neon come mi hanno detto,che non sono molto costosi,possono essere un aiuto...Per quanto riguarda la cocciniglia,hai indovinato,la Phal mi è stata regalata,e non so se in precedenza,magari nel vivaio dove è stata acquistata,fosse vicino ad altre piante...L'estate l'ha passata all'aperto,nella terrazza, in un posto luminoso e rivolto ad est,ma mai con luce diretta. Ho utilizzato dei grandi sottovasi con argilla espansa per l'umidità,ma naturalmente niente acqua a contatto con il vaso...quest'ultimo l'ho sistemato sopra una piccola griglia sospesa. Non nebulizzo spesso la pianta,per evitare ristagni nelle ascelle delle foglie,solo qualche volta nelle giornate ventilate. Concime bilanciato ogni 25 giorni, controllo spesso le foglie- queste piccole invadenti cocciniglie proprio non le avevo viste- e...accetto volentieri ogni critica al mio operato! se ho fatto qualche errore ti prego di dirmelo, e vedrò di rimediare!! ciao Sara
 
G

Giulio

Guest
Il cercare di riprodurre le frequenze di luce emesse dal sole per coltivare le piante è un errore abbastanza comune. In realtà è un po' uno spreco.
L'ideale teorico sarebbe quello di riprodurre le frequenze di assorbimento della clorofilla che non hanno molto a che vedere con quelle di emissione solare.
Comunque i casi sono due (solo luce artificiale o luce artificiale come compendio) e le soluzioni molteplici. Nel caso di solo luce artificiale direi di abbandonare i neon in favore delle lampade ad alogenuri metallici. Ultimamente molti 'casalinghi' si sono rivolti a questa soluzione con ottimi risultati. Però sara diceva che ha poca luce solare, non nulla del tutto.

Come compendio sono più che sufficenti invece i normalissimi neon a luce bianca (cool white), che emettono in maniera principale su uno dei due picchi di assorbimento della clorofilla.
Volendo, per le nostre orchidee, un'accoppiata di un neon a luce calda (quella un po' giallognola) e uno o due a luce fredda tappa tutte le mancanze di una debole illuminazione solare, senza spendere troppo.
I neon apposta per la crescita delle piante sono di solito appositamente studiati per acquari e piante acquatiche, hanno problemi diversi (per controllare la crescita delle alghe e nel contempo avere una illuminazione accattivante per l'acquario ad esempio) e soluzioni diverse da quelle che ci interessano, infatti hanno uno spettro di emissione spesso particolare (e non ne trovi due che lo abbiano uguale).
In soldoni ... a parità di watt le piante sfruttano meno 'luce' di queste piuttosto che dei comuni e banali cool white.

ciao

Giulio
 
J

Jago68

Guest
Per quanto riguarda l'emissione della luce molto spesso si banalizza un discorso molto complesso, visto che è un campo in cui ho esperienze professionali, spero di poterVi dare notizie utili:
- luce emessa da lampade ad incandescenza: ha uno spettro di emissione che tende ad avere radiazione degli infrarossi molto accentuata e radiazione ultravioletta quasi assente;
- luce emessa da lampade ad alogenuri metallici: dette anche lampade a scarica l'emissione varia dal tipo di miscela presente (Sodio, Mercurio,..) e dalla pressione (alta o bassa)non hanno spettro uniforme ma tendono a privilegiare delle lunghezze d'onda (colore giallo o verde molto spesso)
- luce emessa da lampade fluorescenti anche qui l'emissione varia dal tipo di miscela dei gas(gas neon non è più presente!) attualmente presentano spettri di emissione vari che tendono a privilegiare le lunghezze d'onda centrali e ultraviolette.
- luce naturale: se guardiamo lo spettro è uniforme (sia nella frequenza che nell'intensità) nei vari colori e attulamente nessuna lampada lo riesce a replicare!
Finita questa disquisizione tecnica, ma doverosa, per le nostre orchidee qual'è la luce migliore?(in assenza di quella naturale, naturalmente)
Visti i costi/benefici (sia in termini di acquisto che di esercizio) la soluzione più vantaggiosa, a mio avviso, è senz'altro l'utilizzo di lampade fluorescenti con tonalità diurna (spettro che più si avvicina a quella naturale) e ha lo stesso prezzo della tonalità bianchissima o cool white.
Il sistema che proponeva Giulio di utilizzare affiancando due lampade di tonalità diverse (calda/bianchissima)si utilizzava prima dell'avvento delle tonalità diurna (e comunque il risultato non è lo stesso a causa di molteplici aspetti quali distanza della sorgente luminosa (lampada) somma delle frequenze (colori)ecc..).
Sperando di avervi dato notizie utili e di non avervi annoiato.
Cordialmente Jago.
P.S. secondo le mie esperienze importante è oltre al tipo di lampada anche il sistema di diffusione della luce. Se a qualcuno interessa ben volentieri darò notizie in merito. Jago
 
S

SaraMay

Guest
Un amico mi ha suggerito i neon fluorescenti a luce fredda della Sylvania Grolux,dice che hanno una bassa emissione di calore,che il consumo è ridotto e che non costano molto. Sono specifici per la coltivazione di piante,non per acquari. Però lui li utilizza per stimolare la germinazione,quindi non so se fanno al caso mio.
 
J

Jago68

Guest
Quelle di cui parli te SaraMay vanno benissimo e come diceva Giulio nei post precedenti tendono ad aumentare le lunghezze d'onda per l'assorbimento della clorofilla (banda dell'ultravioletto e del verde) il costo per una lampada da 18W è circa sui 7,00 euro contro una lampada della stessa potenza ma tonalità diurna che è circa di 3,50 euro. Valuta tu se spendere circa il doppio o meno. La tonalità di colore non incide sull'emissione di calore o sul consumo.
Ciao Jago
 
D

De Vidi Guido

Guest
Prima di tutto, do il benvenuto al nuovo arrivato jago, che sta portando un deciso contributo tecnico al problema 'luce artificiale'.

Ora cerco di concludere i temi enunciati all'inizio di qesto post: come affrontare la stagione fredda.

Arriva l’autunno anche per le nostre orchidee. Veronica nel suo post, alza le antenne in previsione dell’approssimarsi della stagione fredda e poco luminosa.
Dobbiamo subito affermare che i problemi Autunnali di Veronica da Ischia, sono indubbiamente diversi rispetto a quelli di Sara che vive a Torino oppure a quelli di Scat, che come me, fra poco s’immergerà nelle profonde nebbie Venete. Pertanto i livelli d’allarme sono legati alle condizioni geografico - ambientali.
Ad ogni buon conto, i problemi della stagione fredda, a mio avviso sono in linea generale, due: temperatura e luce. In subordine vengono poi le situazioni specifiche, legate al tipo d’orchidee ed ambiente dove vivono. Tralasciamo le coltivazioni in serra; se qualcuno lo desidera, le potremo trattare in un altro post, affrontiamo le classiche situazioni della veranda, del davanzale o dello spazio espropriato al nostro soggiorno.
Per quanto riguarda la luce, a parere mio, il ricorso ad ausili luminosi artificiali deve essere attivato come ultima risorsa e cioè, dopo aver effettivamente verificato carenze vegetative oppure deformazioni della linea di crescita, dovute alla luminosità deficitaria. Quanto detto prima, si nota dall’eccessivo allungamento della pianta, magari con tendenza a seguire la parte più luminosa della finestra: praticamente si produce il fenomeno opposto all’eccessiva esposizione luminosa che si manifesta invece con sintomi di bracchizzazione e/o scottatura.
In ogni modo, la luminosità non può essere un parametro disgiunto dagli altri due importanti valori e vale a dire: temperatura ed umidità. Agire soltanto sulla luce, con tutti gli artifici che si vuole, non si ottiene gran che.
Nella stagione fredda, autunno – inverno, bisogna garantire le minime esigenze di temperatura alle varie specie o ibridi in collezione - ad esempio le Phalaenopsis che per altro, avendo bisogno di poca luce, non risentono del deficit invernale, non dovrebbero mai trovarsi con temperature inferiori ai 18-20 gradi - mentre altre varietà da climi più freschi possono resistere anche a temperature più basse, anzi , ai Cymbidium ad esempio, non bisogna mai dare notti invernali, con più di 10-12 gradi centigradi.
Stesso discorso per l’umidità: in autunno inverno è più facile stressare le piante d’orchidea, sia per disidratazione in quanto di bagna meno, sia per possibili attacchi fungini, dovuti a ristagni d’acqua - escluse le orchidee in riposo e su queste discuteremo in altra sede, durante la stagione fredda - è utile agire con nebulizzazioni, piuttosto che con eccessive bagnature. Morale, l’autunno – inverno, anche per le orchidee è una stagione d’attività condizionate.
In altre parole, durante la stagione fredda non si deve pretendere miracoli dalle nostre piante, basta farle sopravvivere dignitosamente, in attesa della buona stagione.
 

Scatolina

Guru Giardinauta
oppure a quelli di Scat, che come me, fra poco s’immergerà nelle profonde nebbie Venete


Ehm.... veramente io sarei di Rimini... :rolleyes:


Scat
 
S

SaraMay

Guest
Grazie Jago x la precisazione,adesso ho le idee un po' più chiare...in effetti non avrei mai pensato che l'argomento luce fosse così complicato!!
 
D

De Vidi Guido

Guest
Scusa Scat, con tutte ste orchidofile, vado in tilt :confused: pensavo a Piper, la simpatica Vicentina: però come nebbie metto dentro anche la Romagna, che dici?
Ciao.
 

Scatolina

Guru Giardinauta
Bah... ti dirò... nella mia zona di nebbia se ne vede pochina, anche perchè io sono proprio sulla costa... giusto qualcosa al mattino... ma poi si dirada coi primi raggi di sole :cool:


Scat

[ 01.09.2004, 17:34: Messaggio scritto da: Scatolina ]
 
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