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far diventare bonsai un piccolo alberello già bello cresciuto

J

jv_guano

Guest
ciao!

nel mio giardino ho un albero di quercia o qualcosa di analogo, non so dirvi quanti anni abbia, alto circa mezzo metro o anche più, col tronco del diametro di 2-3 cm...

un albero del genere è ancora "recuperabile" per farlo diventare un bonsai, oppure si è già sviluppato troppo?

se la risposta, come spero, è affermativa, in che tipo di vaso conviene metterlo?
uno basso e largo da bonsai, oppure, siccome è bello cresciutello, un vaso "normale" abbastanza profondo?

grazie mille!
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Ciao, jv
In linea di massima è possibile recuperare alberi come il tuo, e anche molto più grandi, per farli diventare bonsai. Molto spesso si recupera solo la parte più bassa, il “piede” e si ricostruisce la chioma in un secondo tempo. In tutti i casi non si usano subito vasi bonsai ma si preferisce usare i cosiddetti “vasi da allevamento”, tipo grosse ciotole, vecchie insalatiere o vaschette di polistirolo. In questi contenitori la pianta emetterà le radici sottili e molto numerose che le permetteranno in futuro di vivere in un piccolo vaso da bonsai e per l’abbondanza della terra e dei nutrienti ricostituirà in breve tempo (pochi anni) la chioma.
Se ne hai possibilità sarebbe utile vedere una foto della tua pianta
 
J

jv_guano

Guest
grazie per la risposta!

per cui suggerisci l'uso di "vasi" in linea di massima poco profondi giusto?
con piede intendi solo la parte bassa del tronco, potando tutti i rami? :| che soluzione drastica!

a quest'albero sarei interessato perchè ha già un tronco cicciotto ma non è molto alto, per cui, da neofita assoluto, penso possa essere un'ottima base su cui cominciare l'arte bonsaistica!

ho anche piantato delle piantine (acerini giapponesi), ma tralasciando che solo due son sopravvissuti, ora che diventino anche solo dei pre-bonsai, vista la velocità di crescita....sarò già vecchio! :p

certamente, sarò lietissimo di postare la foto, sperando mi possiate dare qualche dritta!
ad ogni modo, aspetto l'inverno per metterla in vaso, vero?
adesso è in terreno aperto..

grazie!
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
Utilizzo vasi poco profondi perché nei bonsai interessano solo le radici orizzontali, però dipende anche dalla pianta recuperata, se ha solo radici verticali è necessario all’inizio usare vasi profondi.
Per piede intendo proprio la parte bassa del tronco, magari i primi 10 o 20 cm, e raramente su piante già alte in questa zona si trovano rami interessanti. Naturalmente se ce ne sono mi guardo bene dal tagliarli, cerco di utilizzarli per il disegno finale che viene stabilito dall’albero stesso. E lo stesso discorso è valido per le margotte, scelgo le porzioni dove sono già presenti i futuri rami primari, e un po’ meno anche per le talee.
Sugli acerini non sono del tutto d’accordo, vedrai che dopo un paio d’anni cominceranno a crescere più velocemente e molto dipende dalla taglia che vorrai dare ai tuoi bonsai. Se ti orienti verso piante intorno ai 15 cm di altezza avrai presto soddisfazione, possono essere molto belle anche con tronchi di un solo centimetro di diametro. Naturalmente se miri a piante di 60 cm, ci vorranno molti anni per ingrossare il tronco.
Tutti gli espianti è meglio farli a pianta in riposo, a inizio primavera, proprio quando le gemme cominciano appena ad ingrossare, o anche a fine autunno se non c’è rischio di gelate invernali
 
J

jv_guano

Guest
mi hai risposto nella seconda parte della frase: se l'alberello infatti presenta profonde radici verticali, allora è meglio "temporeggiare" per il momento e riporlo in un vaso profondo!
quindi non farsi prendere dalla foga e "forzarlo" in un vaso piccolo..

ma se tagli il tronco a 20 cm di altezza, eliminando quindi tutti i rami, dopo da lì l'alberello ricresce?
cioè, so che "in natura" avviene così: per le strade è pieno di basi di platani segate, da cui rinascono i germogli, ma è una pratica sicura al 100% oppure ci sono buone possibilità che l'albero non sopravviva se viene privato di tutti i suoi rami?
per quanto riguarda la quercetta (che non son neanche sicuro sia una quercia, facile che sia anche una roverella) ecco le foto...son venute un po' male perchè ero controluce..
semmai stasera ci riprovo col sole a favore..
penserei quindi di espiantarla ad autunno, quassù non sono infrequeni le gelate invernali..

ma quindi, espiantandolo dal giardino e mettendelo in vaso quest'autunno, le radici mi consigli di lasciarle intatte, o comunque provvedo a scalfire il pane di terra, dirimere le radici e magari tagliare il fittone?? (che poi, ulteriore domanda da ignorante proprio: il fittone è sempre uno?)








per quanto riguarda gli acerini, anche se è leggermente OT: le tue parole mi rinfrancano, sinceramente a me piacciono anche di più i bonsai piccolini che non quelli grandi (diciamo che i tuoi splendidi "bonsai" nel topic "vasi per prebonsai" sono della grandezza massima che piace a me!); però devo dire che da questa primavera li ho visti crescere zero, son cresciuti un pochino guarda caso giusto finchè ero in ferie, anche se son stati mezzi acciaccati poi da una grandinata.. :(
 

il conte verde

Maestro Giardinauta
La capitozzatura bassa è una pratica che presenta pochissimi rischi, ma la sicurezza al 100% non c’è. Ti ricordo che non può essere praticata con la maggior parte delle conifere perché non germogliano dal tronco. Secondo me è molto più rischioso l’espianto, specialmente con specie come le querce che solitamente presentano radici molto lunghe e profonde, con poche suddivisioni. Sulle operazioni da fare potrai valutare soltanto tu durante l’espianto, se sei fortunato troverai abbastanza radici superficiali da poter rischiare. Devo dirti che con le querce io nella maggior parte dei casi ho dovuto rinunciare per non comprometterne la salute. Se pensi che il rischio sia troppo alto potrai sempre margottare raso terra, o effettuare la zollatura, che consiste nello scavare una trincea circolare intorno al tronco, tagliando le radici che si incontrano. Poi riempirai la trincea di sabbia grossolana, da mantenere umida, che favorirà la formazione di radici capillari; nel frattempo la vita della pianta sarà garantita dalle radici verticali profonde.
 
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