ragazzi, io ho personalmente sperimentato varie miscele e terricci, le conclusioni le ho postate quà e là, anche sul post "terriccio per rinvasi facile".
Aleda ha ragione sul fatto che i terricci devono variare a seconda dell'esposizione, io aggiungo che sempre sono la causa dei vari malesseri o problemi che insorgono sulle nostre piantine.
Personalmente, io penso che
un pugno di sabbia grossolana è pressochè obbligatorio, considerando che ne basta poca per sciogliere il terreno e far sì che non si compatti troppo, diventando impermeabile.
Il terriccio viene GRAVEMENTE danneggiato dall'uso esagerato o continuativo di concimi chimici che -essendo sali acidi- saponificano la parte organica e trasformano il substrato in un incoerente pappone o polverone. Ad essi si aggiunge -spesso- il calcare che "fiorisce" sulla superficie del terreno e aggiunge danno a danno. L'uso di concimi organici a lenta cessione fa sì che i sali non si accumulino nel terreno danneggiando lui e le radici.
Lo "scheletro" nei terricci bonsai è TUTTO.
La pomice è diventata la mia prediletta perchè simile al lapillo ma non impedisce la formazione del muschio. Trattiene e rilascia umidità costantemente, favorisce la radicazione fine ma asciuga in fretta, quindi bisogna fare attenzione.
Il lapillo è più piccolo e duro, rispetto alla pomice, è ricchissimo in microelementi ed è il substrato ideale per le specie mediterranee ma non solo. Peraltro è leggero e adatto alla radicazione come la pomice ma risulta un pochino più compatto col vantaggio di rendere stabile lapintina appena rinvasata...
L'akadama è neutra, leggera e tende a disfarsi, ma nonostante questo è il terriccio più "gettonato" perchè fa trendy usarlo e dovrebbe creare pochi problemi. Io la uso assoluta con sabbia in aggiunta per rinvasi curativi su piante che hanno sofferto danni radicali e che perciò necessitano di un terriccio neutro e privo di nutrienti. La necessità di aggiungervi costantemente dei concimi rende l'akadama un po' antipatica e inadatta per specie "voraci" (acero, p. es.), ma perfetta per conifere o piante con le radici delicate.
Se usata assieme a terriccio organico diventerà -molto probabilmente-un mattone in breve tempo.
Pozzolana. Ottima per il drenaggio, ferrosa, durissima, da usare su piante mediterranee, olivi, fichi etc. E' un compromesso per chi non può procurarsi di meglio, e a volte una soluzione sorprendente.
Argilla in granelli, da usarsi per terricci che devono trattenere umidità: si usa in percentuali del 20% nei terricci per serisse, carmone o piante che cmq amno l'umido. da usare con attenzione per non formare sacche di umido sotto il tronco.
Kanuma. Acidissima e grossolana, la usano i giappi per le acidofile come le azalee. mejo er sor lapillo.
Kiryu. Ferrosissima e grossolana, per conifere. daje cor lapillo, è mejo.
Tutto questo per indicare questi terricci come CORRETTIVI da aggiungere ad una base che può essere terriccio di bosco, humus di lombrico o un buon terriccio pronto. La percentuale, quindi la si decide in base a vari fattori che solo l'esperienza diretta può indicare, ricordando che più scheletro si aggiunge più il terreno è drenante e trattiene meno umidità. La prova del pugno è sempre valida ma ricordiamo che il terriccio bonsai più è "lento" o sciolto più facilmente favorisce la radicazione e -nel contempo però- deve essere curato con attenzione per evitare che dissecchi.
un caro saluto a tutti\e
Er sor Marchese