Debbi
la capitozzatura di cui parli altri non è che la celeberrima tecnica "akkazzodikane" del Sommo Maestro Masukatsu Stakakata, tecnica che cerca di ottenere il peggio nel minor tempo possibile... ;-)
....allora, il "cut and grow", lasciar crescere e potare, è la tecnica base per ottenere un decente alberello con poca fatica e tempo: una volta che i rami hanno raggiunto le dimensioni desiderate si tagliano senza pietà e così l'apice.
Il risultato è spesso pessimo e le cicatrici impiegano anni per chiudersi, in particolar modo quella apicale.
Se applicata con misura, la tecnica può funzionare senza deturpare troppo l'alberino, io da parte mia lavoro con legature ramo per ramo e non uso il vaso prebonsai. Alcuni miei bonsai sono nati da seme o cresciuti da talea già nel vasetto basso e sebbene ancora poco sviluppati sono già proporzionatissimi: questa è la tecnica primigenia, quella con la quale -suppongono gli storici- i primi bonsaisti duemila anni fa hanno creato i primi bonsai. Venivano fatti crescere in vasi piccoli per decenni, e solo il tempo dava loro l'aspetto di piccoli alberi, non le varie tecniche che usiamo oggigiorno (innesti, potature drammatiche, jin, shari, etc.).
Un bonsai di pregio NON è ottenuto per capitozzatura ma è raccolto in natura o nato da seme. E' come un figliolo che si guarda crescere, scegliendo ogni rametto, legandolo e aspettando che si sviluppi, senza tagli antiestetici, con pazienza.
Un saluto