come una canna di bambù al vento .......sono flessibile, mi piego, mi adatto /risolvo il meglio possibile.
l'unica cosa davvero imprevedibile ed impensabile sarebbe la mancanza loro e degli imprevisti.
tanto vale essere sempre pronti (dice il saggio "quando vedi la strada che curva ,pensa sempre che sarà molto pericolosa ,se poi non lo é, sarà stato più facile affrontarla " )
Li prendo a seconda del mio umore.
Se nero, li prendo malissimo e li subisco
Se normale mi vanno anche bene.
Ma devo essere avvisata per tempo.
maa credo sia una questione di personalità .....abitudinaria /casinista ("leggasi" dopo) previdente ecc .......ma in genere ......Bravo Marco!
Io di primo acchito sono un po' ingessata e nel secondo fasciata :fifone2:...poi pero' tendo a sciogliermi e a rinnegare la mia stessa riluttanza...vedremo gli sviluppi k07:
........ad esempio io di mio sono un pignolo attento ai dettagli e casinistaBe', per quanto riguarda i tempi i miei sono lunghetti, mi soffermo sui dettagli e mi sfugge la visione d'insieme, tra il lunghetto e il biblico, eccola li'!
sissi per me che di inglese ne so "ciccia di niente" è abbastanza incasinato.........Più o meno funziona così:
nella prima parte non mi ci vedo proprio del tutto e nelle parti che ho evidenziato ........più o meno dice: "la curva del cambiamento reattivo"
shock →negazione → paralisi/blocco → rabbia → dolore → guarigione → nuova forza → nuovi obiettivi → duro lavoro → successo → autostima
nonostante ciò che dici sull'incasinamento, quando l'ho letto ho trovato che illustrava bene quanto avevi appena descritto di te, marco
mi hai preceduto .......stavo scrivendo le stesse cose e praticamente con le stesse paroleMarco, naturalmente dipende dall'entità del cambiamento.
La prima fase è shock, stupore, inteso come "sorpresa".
Poi c'è una fase in cui si rigetta il cambiamento, non si accetta la nuova situazione creata.
Frasi tipiche sono "Non è possibile che sia successo", "Non può essere successo A ME". In alcuni (rari) casi, questa fase non viene superata. Esistono casi di persone che, dopo la morte di una persona molto cara, continuano a comportarsi come se la persona non fosse mai morta e a non accettarne la morte.
Superata questa fase, c'è un apparente "vuoto". Si è appena accettato il cambiamento, ma ci si sente inermi, senza speranza. Chi non supera questa fase, di solito finisce in uno stato di depressione cronica che può degenerare in situazioni gravi per la persona stessa, fino ad arrivare al suicidio nei casi estremi.
Poi si passa ad una fase di "aggressività", in cui si cerca un "colpevole" per il cambiamento avvenuto. In questa fase, ci sono casi in cui le persone compiono atti che in normali condizioni non sarebbero in grado di compiere.
Passata questa fase, resta il dolore. Sia che la "vendetta" abbia avuto luogo o meno, ci si rende conto dell'irreversibilità del cambiamento.
Con il passare del dolore, si riacquisisce la lucidità mentale necessaria per superare il cambiamento.
Da qui nasce la "forza per rialzarsi", si osservano le opportunità create dal cambiamento, o dalla nuova situazione e si trovano nuovi interessi, nuovi obiettivi. E poi ci si ricostruisce la strada, e via dicendo.
qualcuno potrebbe anche dire che dipende dalla s***a che si ha avuto nella vita ...:fischio:....ehm ehm... dipende da quali cambiamenti...
Marco, naturalmente dipende dall'entità del cambiamento.
La prima fase è shock, stupore, inteso come "sorpresa".
Poi c'è una fase in cui si rigetta il cambiamento, non si accetta la nuova situazione creata.
Frasi tipiche sono "Non è possibile che sia successo", "Non può essere successo A ME". In alcuni (rari) casi, questa fase non viene superata. Esistono casi di persone che, dopo la morte di una persona molto cara, continuano a comportarsi come se la persona non fosse mai morta e a non accettarne la morte.
Superata questa fase, c'è un apparente "vuoto". Si è appena accettato il cambiamento, ma ci si sente inermi, senza speranza. Chi non supera questa fase, di solito finisce in uno stato di depressione cronica che può degenerare in situazioni gravi per la persona stessa, fino ad arrivare al suicidio nei casi estremi.
Poi si passa ad una fase di "aggressività", in cui si cerca un "colpevole" per il cambiamento avvenuto. In questa fase, ci sono casi in cui le persone compiono atti che in normali condizioni non sarebbero in grado di compiere.
Passata questa fase, resta il dolore. Sia che la "vendetta" abbia avuto luogo o meno, ci si rende conto dell'irreversibilità del cambiamento.
Con il passare del dolore, si riacquisisce la lucidità mentale necessaria per superare il cambiamento.
Da qui nasce la "forza per rialzarsi", si osservano le opportunità create dal cambiamento, o dalla nuova situazione e si trovano nuovi interessi, nuovi obiettivi. E poi ci si ricostruisce la strada, e via dicendo.
Uhm...:confuso:
Non parlavo di cambiamenti negativi, be',presto per dirlo ma spero proprio di no,semmai il contrario ...e comunque, NON ho vinto alla lotteria