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Api e impollinazione

wangga

Aspirante Giardinauta
Scusate, ma i computer cessi della biblioteca non mi permettono di aprire la discussione nella sezione giusta del forum.

Non ho capito bene una cosa. Il lavoro delle api e degli altri insetti è determinante per l’impollinazione incrociata di varietà di fruttiferi autoincompatibili (o autosterili). Ma in un albero totalmente autocompatibile (o autofertile), in generale, il lavoro delle api è superfluo ai fini dell’allegagione? Necessario? Migliorativo?
La domanda è posta al fine di decidere se è uguale mettere vicine due (di numero) piante di albicocco di varietà che si impollinano fra loro oppure 2, o anche solo una ma autofertile. La fioritura dura pochi giorni, metti che uno fiorisce un po’ prima dell’altro, e che nel giorno buono piove e le api stanno in casa a raccontarsi delle barzellette, va tutto a ramengo. Ora, domanda iniziale a parte, e data l’esiguità del numero di piante, mi sembra più avveduto, così a occhio, scegliere la seconda opzione. Neh vero?
Ciao.
 

Antonio81

Giardinauta Senior
non ho capito bene la parte iniziale, cmq ti posso solo dire che per garentirti il lavoro delle api puoi provare a piantare in prossimità dei alberi da impollinare le seguenti piante da fiore:menta, timo sono le piante che più attragono le api all'inizio dell''estate, ma anche erica e lavanda formano graziosi cespugli e attragono le api. tra quelle che fioriscono per diversi mesi all'anno ricordiamo: il cotoneaster horizontalis (Marzo aprile) la mahonia aquifolium (marzo aprile) le varie specie di pelargonio, e di geranio (maggio settembre), sedum spectabilis (settembre ottobre), la ginestra (aprile maggio) e le margherite (settembre, novembre)
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Hai posto una buona domanda (a cui non so rispondere....), in effetti il fatto che una pianta sia autofertile è un vantaggio perchè si può impollinare senza bisgono di altre varietà compatibili nei paraggi, ma a questo punto credo che le api servano comunque per fecondare i fiori, portando il polline nell'antera (che sia della stessa pianta o di un'altra), e a questo punto il fatto che ci sia la pioggia nel momento della fioritura diventa un problema di tutti gli alberi da frutto (autofertili o meno). Naturalmente una pianta autofertile ha più possibilità di fruttificare in tal caso perchè il polline è subito lì, e bastano poche api (o forse nessuna) per l'impollinazione, ma comunque secondo me non è un grosso problema, perchè se ci fai caso i fiori sono in numero elevatissimo rispetto a quelli che saranno i frutti, questo per far fronte a eventuali difficoltà di impollinazione: nel migliore dei casi se anche tutti i fiori vengono impollinati poi la pianta scarta da subito un certo numero di frutti, perchè non riuscirebbe comunque a mantenerli tutti, invece nel peggiore dei casi, i pochi fiori che vengono impollinati probabilmente diventeranno tutti frutti maturi.
Ho notato che ad es. per le viti una primavera molto piovosa (durante la fioritura) porta a una minor produzione di uva (grappoli più piccoli), il che significa meno acini per grappolo, ossia meno fiori impollinati.
 

lenticchio

Aspirante Giardinauta
:Saluto:
Sì sì, Boba ha ragione :) .
Comunque avere un albero autofertile forsenon garantisce il successo assicurato.:eek:k07:
 

wangga

Aspirante Giardinauta
E' chiaro che si tratta di un "problema limite" dovuto all'esiguità del mio spazio a disposizione, e al fatto che a 760 m sull'Appennino bolognese l'albicocco è forse oltre i suoi limiti oggettivi (di produzione, visto che sembra essere in generale più resistente al freddo del pesco). Comunque ho poi trovato scritto su www.agraria.org che l'impollinazione delle api è comunque necessaria. Suppongo che intenda dire che lo è per una produzione "normale", e non per avere 4 albicocche. La domanda era propedeutica a un'altra domanda: "Posso, in prossimità della fioritura e dell'allegagione, riparare la pianta con TNT, escludendo quindi l'intervento degli insetti?"
A questo punto mi sembra di poter dire (dirmi): NO.
Comunque, l'albicocco è coltivato in Val Venosta (cv.Vinschger Marille), e nel cuneese. Qui si coltivano (molto più estesamente che in A.ADIGE) alcune varietà (alcune di origine canadese: Orangered e Hargrand, autoincompatibili ma che si impollinano fra loro) che sembrano più resistenti alle gelate tardive (Flavorcot), oltre alla Tonda di Costigliole, di aspetto povero ma apprezzatissima nella zona per il sapore. Scartabellando su Google ho letto che in generale sono le cv a fioritura precoce che hanno una maggior resistenza alle brinate tardive (ovvio), che sono poi state scelte e incrociate con altre, per avere varietà con fioritura più tardiva e meno sensibilità ai ritorni primaverili di freddo. In Francia la cv Bergeron si coltiva nelle zone settentrionali del paese (ma qui da noi non rende, fa troppo caldo).
Proverò prima con una pianta, al massimo avrò buttato via 10 Euro (e 4/5 anni di inutile attesa).
Ciao.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Fai ragionamenti un po'difficili da seguire.
Intanto l'albicocco è pianta lucivaga ed eliofila, chiede esposizione favorevole e climi miti anche se resiste a inverni freddi (teme però le gelate primaverili a causa della precoce fioritura), dunque la tua prima preoccupazione dovrebbe essere, volendo l'albicocco, di scegliere una varietà adatta al tuo ambiente e, visto che sarà un single, sicuramente non autosterile (alcune varietà di albicocchi lo sono in tutto o in parte). Nel cuneese danno buoni frutti (son tutte autofertili): CARMEN TOP, TONDA DI COSTIGLIOLE; altre varietà rustiche o di riferimento (sempre autofertili): BELLA D'IMOLA, NINFA, S.CASTRESE.
Dal punto di vista biologioco e botanico autofertilità e modalità di impollinazione sono due concetti distinti.
Il sesso delle piante può essere distribuito su due distinti individui maschile e femminile (specie dioiche), oppure i fiori maschili e femminili pur rimanendo distinti si formano sulla stessa pianta (monoiche), situazioni miste (subdioche), riunito in uno stesso fiore (ermafrodite) come nell'albicocco.
L'impollinazione è il trasporto del polline sul pistillo. L'esistenza di fiori ermafroditi comporta la possibilità dell'autogamia (la pianta si feconda col proprio polline, ma non necessariamente...come dire...da sola), nelle piante dioiche si ha obbligatoriamente l'allogamia (in natura tuttavia l'evoluzione ha 'inventato' meccanismi vari per limitare l'autofecondazione, sfavorevole alla sopravvivenza della specie). Detto trasporto avviene con modalità diverse, nell'albicocco è entomofila (tramite insetti), e comunque l'impollinazione incrociata ne determina un aumento di produttività.
I fiori visitati dalle api hanno petali dai colori brillanti, spesso bianchi o azzurri e con particolari caratteristiche dette 'indicatori del miele' non di rado invisibili all'occhio umano (un evidente esempio di indicatori del miele per gli insetti sono le 'macchie' dentro la corolla della digitale purpurea, in foto allegata).
http://i101.photobucket.com/albums/m49/alessandro2005/449px-Digitalis_Purpurea1.jpg
Credo sia conveniente che mi fermi qui...stavo dimenticando di trovarmi su un forum.
Ciao a tutti
 
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wangga

Aspirante Giardinauta
Il Dottore mi ha consigliato un Goldrich (Sungiant). L'ho piantato, ma poi scartabellando in rete, ho letto che non è autofertile: alcuni lo danno per autosterile, altri per parzialmente autofertile.:surp: Possono essere vere entrambe le possibilità? Ciao.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Il Dottore mi ha consigliato un Goldrich (Sungiant). L'ho piantato, ma poi scartabellando in rete, ho letto che non è autofertile: alcuni lo danno per autosterile, altri per parzialmente autofertile.:surp: Possono essere vere entrambe le possibilità? Ciao.

Fu questo Dottore a consigliarti?
dottorbalanzone.jpg
Varietà mediamente vigorosa a portamento assurgente, media produttività; frutto grande e ovale di color arancio intenso, polpa arancio e consistente, discreto gusto, acidità medio-alta, ottimo da sciroppare; buon adattamento anche in collina; parzialmente autosterile, necessita di impollinatori.
fruttosungiant.jpg

Ciao e Buon Natale
 

wangga

Aspirante Giardinauta
A parte la congrua presenza di insetti e piante impollinatrici nelle vicinanze, altri fattori possono influire in modo diretto sull'autofertilità di un albicocco considerato parzialmente autofertile? (clima, terreno?)
Ciao.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
A parte la congrua presenza di insetti e piante impollinatrici nelle vicinanze, altri fattori possono influire in modo diretto sull'autofertilità di un albicocco considerato parzialmente autofertile? (clima, terreno?)
Ciao.

E questa è davvero una bella (in senso scientifico) domanda. Vedi, chiedendo mi hai fornito un ottimo spunto di approfondimento su un argomento che era fuori dal mio orizzonte mentale. No so se riuscirò a trovare materiali al riguardo e direi che anche la ricerca non sarà semplice, essendo la fertilità un fenomeno complesso che attiene alla biologia vegetale e alla genetica.
 

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Alessandro, mi fai morire!!:martello2 :lol: :lol: :lol:

Si può allora dire che ho...un mio piccolo affezionato pubblico?!

E per parafrasare artisticamente la tua firma...

duetto.jpg
Due monologhi non fanno un
dialogo, ma un bel duettino sì (?Mozart?)

icon13.gif

Per Wangga
Ho incominciato a cercare, ma è dura. In rete non trovo nulla di approfondito, e nei testi che ho in casa l'argomento non è specificamente analizzato. Se si trattasse di autosterilità completa, si potrebbe pensare a una causa genetica (es. alleli per l'autosterilità), oppure a cause nella biologia del fiore e dell'impollinazione (es. maturazione sfasata degli stami rispetto alla ricettività della parte femminile). Quello che concettualmente mi complica le idee è la parziale autosterilità.
 
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wangga

Aspirante Giardinauta
Terza opzione che si trova su internet (sempre per il Goldrich): "autofertile, ma produce meglio se impollinato." Quindi è come dire parzialmente autofertile. Era per capire se cambiando il clima o il terreno cambia anche la fertilità della pianta. In questo caso però, non mi sembrano (clima e terreno) una causa diretta: è chiaro che se il clima e il terreno sono quelli ottimali per la varietà, la produzione aumenta. Ma aumenta anche il rapporto tra fiori/frutti?

Il Dottore è: http://www.vivaibattistini.com/

Ciao.
 
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