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Alberi ... o pompe idrovore?

Greenwich

Aspirante Giardinauta
:flower: Quando ci accostiamo al mondo vegetale, a quello degli alberi in particolare, che a molti di noi piace allevare miniaturizzati in vaso, possiamo farlo secondo molti differenti aspetti.
:flower: Prevalgono certamente l'aspetto affettivo e quello estetico, ma se conosciamo abbastanza bene anche i principii di funzionamento dei nostri beniamini, possiamo allevarli con maggior successo.
:flower: Secondo me, l'aspetto più importante è quello che concerne il cosiddetto "bilancio idrico"; l'acqua infatti è il più importante fattore per la crescita, perfino più importante della luce stessa. Se mi affaccio ad osservare il mio giardino, noto che dopo l'aridità estiva le piogge abbondanti di quest'autunno hanno stimolato la produzione di nuova vegetazione e perfino di qualche margherita e di qualche bocciolo di rosa.
:flower: Ora, una delle cause più comuni di perdita di un bonsai è proprio la mancanza d'acqua, e questo perchè i minuscoli vasi in cui li costringiamo hanno poca capienza, ma anche perchè l'aria, circolando liberamente anche sotto e sui lati, porta ad un inaridimento più veloce; certo, li si può tenere in serra, spruzzare frequentemente, dotarli di irrigazione automatica e via discorrendo, ma non tutti di noi hanno il tempo o la costanza per farlo.
:flower: Consideriamo dunque gli alberi sotto questo aspetto: la similitudine con la pompa idrovora è particolarmente veritiera, basti pensare che al prosciugamento della palude Pontina, negli anni '20 e '30, hanno contribuito le migliaia di eucalipti piantati proprio con lo scopo di ridurre l'eccesso di acque stagnanti della zona, e di prevenirlo in futuro.
:flower: Tutte le piante dunque fanno questo lavoro, prelevano l'acqua dal suolo e la convogliano alle parti aeree, dove viene utilizzata per la fotosintesi; successivamente evapora, più o meno lentamente in funzione dell'umidità atmosferica, della ventilazione e delle caratteristiche delle foglie.
:flower: Una foglia piccola, poco espansa, coriacea (pensate all'olivo, agli abeti) ha più capacità di mantenere l'umidità rispetto a una foglia più grande (platano, ippocastano), che tuttavia avrà per contropartita una maggiore efficienza fotosintetica.
:flower: Al controllo dell'evaporazione contribuiscono notevolmente i pori (stomi), con cui le foglie sono in grado di regolare la traspirazione (evaporazione).
:flower: Detto questo, torniamo ai bonsai e ai loro microvasi. Dico sempre a me stesso che il "rigore estetico" che impone chiome lussureggianti e vasi microscopici rischia di nuocere alle piante stesse; tutti dicono che un buon drenaggio previene la marcescenza delle radici, è sacrosanto, ma facilita anche la dispersione dell'acqua, e vanno quinsi prese delle contromisure in questo senso, come la scelta del terriccio adatto e una dimensione del vaso appropriata: non possiamo pretendere chiome imponenti se l'apparato radicale, che è la fonte primaria di approvvigionamento idrico, è ridotto ai minimi termini.
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Quello che hai scritto è sacrosanto, e occorre quindi avere molta cura nelle annaffiature. L'unica cosa che però devo dire, specie riguardo ai bonsai dei principianti, è che una delle cause più comuni di morte è invece l'eccesso di annaffiatura, che unito a un terriccio poco drenente (come si trova nella quasi totalità dei bonsai venduti) causa ristagni i cui sintomi si fanno sentire quando ormai è tardi...
 
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