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Aiutatemi a finire una storia....

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Ciao.
Dopo il racconto a più mani, che mi ha entusiasmato, non tanto per il risultato in sè (comunque molto apprezzabile secondo me), quanto per il fatto di scrivere assieme ad altri, dove la presenza di più mani fa sì che la storia cambi a ogni passo, non solo x chi legge ma soprattutto x chi scrive, mi è tornato in mente un mio vecchio lavoro, che ho cominciato nel 95, e non ho mai finito....
E' un romanzo (infatti ho scritto qualcosa come 30 capitoli da 8-10 pagine dattiloscritte ciascuno), che ho cominciato a scrivere di getto, ma che poi arrivato a un certo punto non ho più saputo continuare per mancanza di idee...
Si chiama La Fenice, e se domani ho un po' di tempo vi riassumo la storia.
Se qualcuno avrà voglia di leggere il riassunto, mi piacerebbe avere un'opinione e anche qualche suggerimento su come continuarlo, o su cosa cambiare.
Grazie fin da subito
Boba
 
M

mey1984

Guest
Credo che siamo tutti qui ad attendere di dare qualche idea e dire la nostra quindi.... più che volentieri!
 

daria

Master Florello
boba74 ha scritto:
Ciao.
Dopo il racconto a più mani, che mi ha entusiasmato, non tanto per il risultato in sè (comunque molto apprezzabile secondo me), quanto per il fatto di scrivere assieme ad altri, dove la presenza di più mani fa sì che la storia cambi a ogni passo, non solo x chi legge ma soprattutto x chi scrive, mi è tornato in mente un mio vecchio lavoro, che ho cominciato nel 95, e non ho mai finito....
E' un romanzo (infatti ho scritto qualcosa come 30 capitoli da 8-10 pagine dattiloscritte ciascuno), che ho cominciato a scrivere di getto, ma che poi arrivato a un certo punto non ho più saputo continuare per mancanza di idee...
Si chiama La Fenice, e se domani ho un po' di tempo vi riassumo la storia.
Se qualcuno avrà voglia di leggere il riassunto, mi piacerebbe avere un'opinione e anche qualche suggerimento su come continuarlo, o su cosa cambiare.
Grazie fin da subito
Boba


Sei consapevole che tutto questo ti farà sclerare, vero?!! :martello: :martello:
Vediamo cosa salterà fuori, io da parte mia cercherò di mettere al tuo servizio il mio "presunto stile" sintetico (non riesco a scrivere racconti piu' lunghidi 2 pagine, ho fretta di concludere) :storto: :eek:k07: :)
 

gigino67

Florello Senior
....e Vissero Felici E Contenti.......e A Mia Non M'arristau Nenti........


Carino No??!!!! Come Finale Credo Sia Il Massimo......
Hihihihihihihihihii
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Ho cercato di fare una cosa il più stringata possibile, eliminando molti particolari, spero non risulti un "mattonazzo":

Tutto comincia nell’estate del 95 in un piccolo paese in provincia di Ferrara chiamato Saltamara (il nome è inventato). E’ la storia di Rodo, un ragazzo di 16 anni che frequenta un gruppo di amici che passano l’estate trovandosi al bar, o a giocare a basket o calcio al parco, o in giro in scooter per i paesi vicini. Lui e altri 4 o 5 amici sono i “capi” del gruppo, dove regna una specie di gerarchia. Ma l’equilibrio si rompe quando alcune ragazze del paese fanno amicizia con loro, e in poco tempo il grosso del gruppo si sfalda e rimane una compagnia mista, tenuta insieme da legami di interesse sentimentale reciproco, tipici dell’età. Arriva poi un nuovo ragazzo, di nome Valentino, appena trasferitosi da Ferrara assieme alla madre, che subito diventa amico con loro.
Parallelamente all’evolversi della storia della compagnia, c’è anche una vicenda personale di Rodo, il quale, nel passare con lo scooter presso una serie di curve, avverte come una specie di paura irrazionale. Le curve in questione sono teatro negli anni di numerosi incidenti, data la loro pericolosità (scarsa visibilità, alberature stradali, lunghi rettilinei che vi si immettono ecc..), e col passare dei giorni comincia ad avere dei presagi, frammenti di visioni o sogni legati a quel luogo. Comincia ad avere degli incubi in cui è lui ad avere un incidente.
Nel frattempo va insieme a una ragazza della compagnia e passa l’estate. In autunno gli incubi di Rodo si fanno talmente insistenti che lui cade in una specie di depressione, e per non far soffrire la ragazza decide di lasciarla e di allontanarsi dalla compagnia, iniziando a frequentare amici di Ferrara “poco raccomandabili”. Intanto le vicende della compagnia proseguono tra feste di compleanno, vacanze di Natale, capodanno, senza che di Rodo non si sappia nulla.
Durante l’inverno Rodo tocca il fondo, i suoi voti scolastici peggiorano, non gli interessa più nulla, ma malgrado i suoi sforzi per non pensare alla situazione, si ritrova come attratto da quel luogo e così cerca di farsene una ragione. Conosce una ragazza a Ferrara di nome Francesca con cui ha una storia. Francesca ha il pallino del soprannaturale, perciò quando Rodo le confida i suoi incubi lei sostiene che lui in una sua vita precedente abbia avuto davvero un incidente in quel luogo, e il fatto di esserci tornato ha scatenato in lui una specie di ricordo. Lui non ci crede, ma a poco a poco riesce a riprendersi e a convivere con questi incubi, così l’estate successiva torna a farsi vedere da alcuni membri della compagnia. Quando le cose sembrano migliorare, Rodo ha un incidente mentre è su in auto con gli amici di Ferrara e rimane in coma 15 giorni. I suoi amici della compagnia lo vanno a trovare e quando lui si risveglia scopre di non avere più quegli incubi, di aver come toccato durante il coma l’apice della verità, ma che ora non ricorda più nulla.
Tutto torna alla normalità finchè Francesca, si ripresenta facendogli vedere degli articoli di giornale che ha cercato in archivio, in cui sono elencati tutti gli incidenti mortali avvenuti in quel luogo. Lui li legge e si accorge che solo un incidente ha qualcosa in comune con le sue visioni: quello di un giovane, avvenuto 19 anni prima, che poi scopre essere il padre del suo amico Valentino, il quale gli aveva raccontato che suo padre era morto anni prima, perciò loro si erano trasferiti a Ferrara e solo adesso erano tornati. Rodo arriva alla conclusione che nella sua vita precedente fosse il padre di Valentino, e che l’istante della sua morte ha coinciso con il suo concepimento, perciò si è ritrovato casualmente a rivivere nello stesso luogo, pur con un'altra identità, ma la vicinanza con i particolari della sua precedente vita gli scatenano dei ricordi. Ha la conferma di ciò quando incontra la madre di Valentino, che inevitabilmente gli fa scatenare molti ricordi.
Intanto la storia dei rapporti all’interno della compagnia prosegue, Rodo e gli altri formano un gruppo rock e proseguono gli intrallazzi (innamoramenti, gelosie, amori non corrisposti ecc..).

La vicenda fin qui narrata copre un arco di 3 anni, e il grosso del racconto è incentrato sulla compagnia, mentre la vicenda di Rodo è vista come una cornice secondaria. Quindi non essendoci un inizio e una fine, non so come proseguire la storia, o quanto meno come concluderla (sia dal lato compagnia, che dal lato soprannaturale). Infatti (ed è spiegato fin dall’inizio) una storia in realtà non ha mai un inizio e una fine: se qualcuno se ne va, gli altri rimangono, nascono nuove storie che si intrecciano, perciò una conclusione appare quantomeno incompleta.
Per i luoghi e i personaggi mi sono ispirato alle mie esperienze, c’è un po’ del mio carattere in tutti i personaggi, quindi dal punto di vista delle vicende saprei anche come proseguire, ma la cosa risulterebbe una mera cronaca di vicende, senza un filo conduttore ben preciso, e alla lunga risulta noiosa. Vorrei qualche suggerimento su come orientare il tutto verso una conclusione.
Vi ringrazio fin da ora.
Ciao
 
Ultima modifica:
M

mey1984

Guest
Bella...:hands13: effettivamente è difficile da continuare o da trovare un finale :storto: anche perchè come dici te non puoi fare un "e vissero tutti felici e contenti" secondo me potresti trovare un continuo basato sulla questione che lui è il padre del suo amico in realtà.. tipo che gli salva la vita... bo? :squint: e sto gruppo rock che fa? funziona? fa scalpore? devo sapere di piu!!!:martello: :martello:
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
il gruppo rock suona in giro ogni tanto, salvo un periodo in cui il batterista parte per la naia e viene sostituito da una ragazza batterista... però non è che diventano famosi, è solo un passatempo come tanti.
Nasce da un'idea di Rodo, che nel periodo di depressione aveva scritto poesie o testi malinconici, e che decide di trasformare in musica. C'è il chitarrista (che è Valentino ed è l'unico che sapeva già suonare prima), poi il bassista, che si fa prestare il basso da un cugino, il batterista (ha una batteria perchè suo padre da giovane la suonava) e un tastierista (idem con il padre ex tastierista). Partono con roba scassata, poi visto che la cosa funziona si comprano strumentazioni adeguate. Suonano un capodanno durante una festa della compagnia e in giro per vari locali o sagre.
 
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daria

Master Florello
boba74 ha scritto:
Ho cercato di fare una cosa il più stringata possibile, eliminando molti particolari, spero non risulti un "mattonazzo":

Tutto comincia nell’estate del 95 in un piccolo paese in provincia di Ferrara chiamato Saltamara (il nome è inventato). E’ la storia di Rodo, un ragazzo di 16 anni che frequenta un gruppo di amici che passano l’estate trovandosi al bar, o a giocare a basket o calcio al parco, o in giro in scooter per i paesi vicini. Lui e altri 4 o 5 amici sono i “capi” del gruppo, dove regna una specie di gerarchia. Ma l’equilibrio si rompe quando alcune ragazze del paese fanno amicizia con loro, e in poco tempo il grosso del gruppo si sfalda e rimane una compagnia mista, tenuta insieme da legami di interesse sentimentale reciproco, tipici dell’età. Arriva poi un nuovo ragazzo, di nome Valentino, appena trasferitosi da Ferrara assieme alla madre, che subito diventa amico con loro.
Parallelamente all’evolversi della storia della compagnia, c’è anche una vicenda personale di Rodo, il quale, nel passare con lo scooter presso una serie di curve, avverte come una specie di paura irrazionale. Le curve in questione sono teatro negli anni di numerosi incidenti, data la loro pericolosità (scarsa visibilità, alberature stradali, lunghi rettilinei che vi si immettono ecc..), e col passare dei giorni comincia ad avere dei presagi, frammenti di visioni o sogni legati a quel luogo. Comincia ad avere degli incubi in cui è lui ad avere un incidente.
Nel frattempo va insieme a una ragazza della compagnia e passa l’estate. In autunno gli incubi di Rodo si fanno talmente insistenti che lui cade in una specie di depressione, e per non far soffrire la ragazza decide di lasciarla e di allontanarsi dalla compagnia, iniziando a frequentare amici di Ferrara “poco raccomandabili”. Intanto le vicende della compagnia proseguono tra feste di compleanno, vacanze di Natale, capodanno, senza che di Rodo non si sappia nulla.
Durante l’inverno Rodo tocca il fondo, i suoi voti scolastici peggiorano, non gli interessa più nulla, ma malgrado i suoi sforzi per non pensare alla situazione, si ritrova come attratto da quel luogo e così cerca di farsene una ragione. Conosce una ragazza a Ferrara di nome Francesca con cui ha una storia. Francesca ha il pallino del soprannaturale, perciò quando Rodo le confida i suoi incubi lei sostiene che lui in una sua vita precedente abbia avuto davvero un incidente in quel luogo, e il fatto di esserci tornato ha scatenato in lui una specie di ricordo. Lui non ci crede, ma a poco a poco riesce a riprendersi e a convivere con questi incubi, così l’estate successiva torna a farsi vedere da alcuni membri della compagnia. Quando le cose sembrano migliorare, Rodo ha un incidente mentre è su in auto con gli amici di Ferrara e rimane in coma 15 giorni. I suoi amici della compagnia lo vanno a trovare e quando lui si risveglia scopre di non avere più quegli incubi, di aver come toccato durante il coma l’apice della verità, ma che ora non ricorda più nulla.
Tutto torna alla normalità finchè Francesca, si ripresenta facendogli vedere degli articoli di giornale che ha cercato in archivio, in cui sono elencati tutti gli incidenti mortali avvenuti in quel luogo. Lui li legge e si accorge che solo un incidente ha qualcosa in comune con le sue visioni: quello di un giovane, avvenuto 19 anni prima, che poi scopre essere il padre del suo amico Valentino, il quale gli aveva raccontato che suo padre era morto anni prima, perciò loro si erano trasferiti a Ferrara e solo adesso erano tornati. Rodo arriva alla conclusione che nella sua vita precedente fosse il padre di Valentino, e che l’istante della sua morte ha coinciso con il suo concepimento, perciò si è ritrovato casualmente a rivivere nello stesso luogo, pur con un'altra identità, ma la vicinanza con i particolari della sua precedente vita gli scatenano dei ricordi. Ha la conferma di ciò quando incontra la madre di Valentino, che inevitabilmente gli fa scatenare molti ricordi.
Intanto la storia dei rapporti all’interno della compagnia prosegue, Rodo e gli altri formano un gruppo rock e proseguono gli intrallazzi (innamoramenti, gelosie, amori non corrisposti ecc..).

La vicenda fin qui narrata copre un arco di 3 anni, e il grosso del racconto è incentrato sulla compagnia, mentre la vicenda di Rodo è vista come una cornice secondaria. Quindi non essendoci un inizio e una fine, non so come proseguire la storia, o quanto meno come concluderla (sia dal lato compagnia, che dal lato soprannaturale). Infatti (ed è spiegato fin dall’inizio) una storia in realtà non ha mai un inizio e una fine: se qualcuno se ne va, gli altri rimangono, nascono nuove storie che si intrecciano, perciò una conclusione appare quantomeno incompleta.
Per i luoghi e i personaggi mi sono ispirato alle mie esperienze, c’è un po’ del mio carattere in tutti i personaggi, quindi dal punto di vista delle vicende saprei anche come proseguire, ma la cosa risulterebbe una mera cronaca di vicende, senza un filo conduttore ben preciso, e alla lunga risulta noiosa. Vorrei qualche suggerimento su come orientare il tutto verso una conclusione.
Vi ringrazio fin da ora.
Ciao



Ciao
Bene, nell'ordine mi ricorda un giovane Holden della bassa, le atmosfere dei racconti di Piero Chiara e un film di cui non ricordo il titolo con il marito della matura nonchè piacente bionda che si reincarna in un giovane,(tu mi ricordi il giovane :eek:k07: )

Comunque, venendo al dunque credo che tu solo lo possa concludere, noi lo leggeremo (fossi in te lo frazionerei con brevi capitoletti e non cercherei una fine classsica lo lascerei crescere... come i protagonisti) :) :)
 

boba74

Esperto di alberi ed arbusti
Giovane Holden?
Piero Chiara?
E chi sono?
Comunque è già frazionato in capitoli, magari un po' lunghi, ma leggendoli mi sembrano abbastanza scorrevoli...
Io avevo idea di proseguire di molti anni, magari senza riportare mese per mese tutto ciò che succede. Però vorrei avere uno spunto, ad esempio: le curve della morte sorgono in un punto in cui c'è una specie di boschetto (non quello di Rebecca), ma comunque un ex giardino di una villa abbandonata che adesso è diventato un vero e proprio bosco perchè lasciato a se stesso (tra l'altro esiste davvero un posto così nel mio paese...) e io volevo creare un nesso tra quel luogo antico e gli incidenti che capitano proprio in quel punto, come una specie di entità che è lì da sempre ed è la vera causa degli incidenti. Però non so come giustificarla, e come fare in modo che Rodo anno dopo anno scopra la verità....
Help!
 
M

mey1984

Guest
be a me piace molto il fatto che loro possano girare l'italia o quel che è grazie a questo gruppo (non come gruppo famoso ma come passione) e che magari questi ricordi possano mano a manno ricomporsi nella testa del ragazzo... pero io... son una pessima scrittrice e non appassionerei nemmeno un topo di bibioteca
 

aseret

Florello Senior
Forse potresti incominciare a mettere in maggior rilievo le vicende di Rodo,mentre il gruppo si fraziona in quanto ivari personaggi prendono strade diverse: si sposano, partono, frequentano l'università ,fanno scelte sbagliate..
Valentino potrebbe appartenere a quest'ultimo gruppo per motivi vari:contrasti con la madre, gelosia per un suo eventuale compagno...
Rodo continua a sentirsi responsabile per il ragazzo,per il quale sente sentimenti amicali,ma anche paterni e riesce alla fine a ricondurlo ad una vita normale. La casa:vi aleggia tra gli altri lo spirito del padre di Val.,che nei momenti piu' critici si incarna in Rodo, o gli appare per aiutare il figlio e la moglie: Quando i problemi si sono risolti ,Rodo è finalmente libero di vivere la sua vita.

Questa potrebbe forse essere un'idea.

Ciao
 
Ultima modifica:
A

annamichela

Guest
:froggie_r
Troppo intrigante hai toccato argomenti, almeno per me molto interessanti, ho letto diversi libri che parlano di vite precedenti, di ipnosi regressiva, di spiritismo ecc. ecc., ci devo pensare e poi ti dirò.......
A presto!:hands13:
 

aseret

Florello Senior
boba74 ha scritto:
Giovane Holden?
Piero Chiara?
E chi sono?
Comunque è già frazionato in capitoli, magari un po' lunghi, ma leggendoli mi sembrano abbastanza scorrevoli...
Io avevo idea di proseguire di molti anni, magari senza riportare mese per mese tutto ciò che succede. Però vorrei avere uno spunto, ad esempio: le curve della morte sorgono in un punto in cui c'è una specie di boschetto (non quello di Rebecca), ma comunque un ex giardino di una villa abbandonata che adesso è diventato un vero e proprio bosco perchè lasciato a se stesso (tra l'altro esiste davvero un posto così nel mio paese...) e io volevo creare un nesso tra quel luogo antico e gli incidenti che capitano proprio in quel punto, come una specie di entità che è lì da sempre ed è la vera causa degli incidenti. Però non so come giustificarla, e come fare in modo che Rodo anno dopo anno scopra la verità....
Help!



Potrebbe essere accaduto qualcosa di drammatico, secoli prima,..qualcuno appassionato di storia locale scopre dei documenti che narrano tale vicenda e giustifica la vendetta di tale spirito contro i discendenti dei responsabili della sua morte.
 
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