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Acqua per innaffiare

maya82

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti! :Saluto:

Volevo chiedervi un consiglio per quanto riguarda l'acqua da usare per le nostre ciccine.. quale acqua usate voi?
Ho letto che quella piovana sarebbe la migliore, ma in mancanza di questa, quella del rubinetto va bene? Per eliminare un po' di calcare, posso farla bollire? :confused:

E poi, in che modo innaffiate? Dall'alto o dal basso?

Grazie! :)
 

Erika

Moderatrice Sezz. Cactacee e Succulente / Parliamo
Membro dello Staff
ciao MAya io uso della normale acqua di rubinetto, non faccio cadere dall'alto e nemmeno uso dei sottovasi per evitare ristagni ma bagno semplicemente il terriccio.
 

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
Ciao, io bagno con acqua del rubinetto così com'è da anni e le piante stanno benissimo! Fra l'altro i sottovasi li uso, lasciando per una mezz'ora abbondante che la terra assorba quello che serve e poi, casomai, li svuoto se resta acqua (ma difficilmente accade). Se c'è spazio bagno da sopra, evitando di bagnare la pianta, altrimenti direttamente dal sottovaso.
 

Silene

Esperta di Cactacee
Ciao, io da anni bagno con acqua di rubinetto, a pioggia se sto bagnando il giardino, altrimenti bagno il terriccio.
 

roberto onofri

Aspirante Giardinauta
Ciao, io uso da anni acqua del rubinetto (con qualche scrupolo di coscienza visto che saltuariamente l'acquedotto del mio paese lo trattano chimicamente)
e bagno il terriccio superficialmente ogni giorno. Non uso sottovasi perchè non inzuppo mai la terra che è contenuta esclusivamente in vasi di terracotta. Per quei pochi vasi di plastica che ho, doso l'acqua in base allo sviluppo della pianta (e quindi al presunto sviluppo radicale) in modo che comunque la terra possa essere sempre areata.
 

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
...e bagno il terriccio superficialmente ogni giorno. Non uso sottovasi perchè non inzuppo mai la terra ...
Scusa Roberto, posso chiederti perchè bagni in questo modo (cioè solo in superficie)? In questo modo le radici tendono a salire in alto, non ad affondare nel terreno, visto che non vi troverebbero umidità... :rolleyes:
 

roberto onofri

Aspirante Giardinauta
Scusa Roberto, posso chiederti perchè bagni in questo modo (cioè solo in superficie)? In questo modo le radici tendono a salire in alto, non ad affondare nel terreno, visto che non vi troverebbero umidità... :rolleyes:

Scusami tu, sicuramente mi sono espresso male. Bagno superficialmente la terra ogni giorno proprio perchè è lo strato superficiale che ogni giorno si asciuga; da analisi costanti fatte tramite una sorta di zappetta, assicuro comunque che il terreno sito in profondità sia sempre fresco. In poche parole preferisco che lo strato superficiale a contatto con l'aria sia quello 'attivo' (concimazioni, irrigazioni) e quello che riceva l'acqua costantemente ma assicuri agli strati sottostanti un'umidità ancora più costante. Altri, invece, preferiscono fare un bagno massiccio al vaso fino a vedere l'acqua uscire dallo scolo, ed in effetti non nego che tale metodo sia più efficace per le radici (però quando rinvaso le radici sono normalmente sviluppate), tra l'altro penso che così facendo eviti che le mie piante possano essere a rischio marciume.
Ciao
 

Danilis

Apprendista Florello
Ciao Roberto. Dovresti annaffiare una volta ogni tanto e quando lo fai annaffiare abbondantemente.
Io ormai non bagno più con l'acqua del rubinetto, aspetto la pioggia (salvo rare eccezioni). Generalmente anche le piante più avvizzite (sto parlando di Cactaceae) ritornano belle gonfie con la pioggia e crescono spaventosamente in pochi giorni.
 

lucyvanpelt2004

Giardinauta Senior
Anche io uso acqua del rubinetto.
Se non piove, annaffio in genere una volta a settimana, abbondantemente e da sopra.
Ho anche i sottovasi, perché quasi tutte le piante grasse sono in una specie di carrellino e così evito che l'acqua vada di sotto. Però vedo che poco dopo i sottovasi si asciugano e l'acqua non resta mai stagnante.
Solo quando piove a dirotto vado a svuotare i sottovasi, ultimamente l'ho dovuto fare diverse volte, la scorsa settimana c'è stato anche una specie di nubifragio!
 

roberto onofri

Aspirante Giardinauta
Io ormai non bagno più con l'acqua del rubinetto, aspetto la pioggia (salvo rare eccezioni). Generalmente anche le piante più avvizzite (sto parlando di Cactaceae) ritornano belle gonfie con la pioggia e crescono spaventosamente in pochi giorni.

Anch'io, quando piove, raccolgo l'acqua della grondaia e la utilizzo a volte per le irrigazioni; altre volte espongo i vasi direttamente sotto la pioggia, sarà una mia sensazione ma noto come tale acqua sia maggiormente apprezzata dalle piante.
Quindi mi consigliate di cambiare metodo? Dovrei innaffiare poche volte ma abbondandemente? Però le mie piante sono rigogliose e crescono subito proprio perchè il terreno è sempre fresco (fresco e non bagnato), in due anni alcune piante sono diventate enormi...proverò, grazie per i consigli:Saluto:
 

Danilis

Apprendista Florello
Ciao Roberto, le piante crescono rigogliose ma a ciò si accompagna una crescita non naturale. Considera sempre le piante in natura. Generalmente ricevono acqua poche volte all'anno e quando lo fanno si gonfiano e in genere dopo poco fanno anche i fiori. Però se non piove a lungo le piante sono quasi schiacciate sul terreno. E' una cosa naturale. Se le annaffi sempre, tutti i giorni, bagnandole ogni volta, le piante perderanno la loro naturalezza e poi avranno esigenze diverse, proprio perché sono state trattate in un modo a loro non consono.

Riporto delle immagini scattate da un amico cileno dal sito http://www.eriosyce.info/
Queste piante sono tutte del deserto cileno, anch'esso molto arido e ostile alla vita. Sono piante come la Eriosyce, la Copiapoa, alcuni Echinopsis, ecc..

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84875847_53b288b321.jpg


Ce n'era una ancora più interrata e schiacciata, ma ora non riesco a trovarla. ciao!
 

maya82

Aspirante Giardinauta
Posso chiedere un'altra cosa? Come mai a volte quando innaffio le piante dall'alto l'acqua ci mette un po' ad essere assorbita? Può essere perché il terriccio si è asciugato troppo dall'ultima innaffiatura? In questi casi è meglio se innaffio dal basso?

Grazie!
 

roberto onofri

Aspirante Giardinauta
E' il tipo di terreno che favorisce o impedisce l'assorbimento di acqua: un terreno argilloso, per esempio, si lascia attraversare dall'acqua in maggior tempo piuttosto di un terreno sabbioso. Anche un substrato torboso può ostacolare l'assorbimento d'acqua (dipende dalle cariche negative del terreno; anche se un terreno torboso, almeno per la mia esperienza, dovrebbe anzi inzupparsi per bene, specialmente se compattato e maturo). E' possibile che la terra asciutta impedisca l'attraversamento di acqua, quando il substrato è secco molte volte l'acqua penetra per strati molto lentamente.
Ciao
 

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
...Altri, invece, preferiscono fare un bagno massiccio al vaso fino a vedere l'acqua uscire dallo scolo, ed in effetti non nego che tale metodo sia più efficace per le radici (però quando rinvaso le radici sono normalmente sviluppate), tra l'altro penso che così facendo eviti che le mie piante possano essere a rischio marciume.
Ciao
Ciao, anche io, come Daniele, appartengo a questo "partito" :D; ti confermo che se il terriccio è adatto alle piante e quindi ben drenante (e fatto asciugare prima di ribagnare) è praticamente impossibile che ci siano marciumi.
Al contrario con il tuo metodo, se non il resto, almeno il colletto (zona delicata) non si asciuga mai... :rolleyes:
 

roberto onofri

Aspirante Giardinauta
Ciao Roberto, le piante crescono rigogliose ma a ciò si accompagna una crescita non naturale. Considera sempre le piante in natura. Generalmente ricevono acqua poche volte all'anno e quando lo fanno si gonfiano e in genere dopo poco fanno anche i fiori. Però se non piove a lungo le piante sono quasi schiacciate sul terreno. E' una cosa naturale. Se le annaffi sempre, tutti i giorni, bagnandole ogni volta, le piante perderanno la loro naturalezza e poi avranno esigenze diverse, proprio perché sono state trattate in un modo a loro non consono.

Chiedo scusa per la mia insistenza, lungi da me l'idea di mostrarmi volutamente caparbio nel perorare una causa con tanta enfasi come forse sto facendo. Daniele, la naturalezza con la quale le piante grasse vegetano nei loro nativi ambienti aridi non può, a mio avviso, in questa discussione, essere presa in considerazione. La nostra passione per i cactus non certo si espleta in un ambiente simile a quello dove da secoli sono naturalizzati tantomeno le pratiche di coltura possono essere identificate con quelle di Madre Natura. La forzatura con la quale abbiamo trasferito le piante grasse dai deserti alle nostre case ha stravolto loro le condizioni originarie di crescita, fioritura e riproduzione. Se veramente volessimo parlare di naturalezza in modo coerente, dovremmo quantomeno avere a disposizione un terreno semi-desertico e non vasi di plastica, un clima scarso di precipitazioni e la capacità di osservare la crescita delle piante da 'esterni', non intervenendo nelle cure, non propagando per talea e non adottando quegli accorgimenti che permettono, invece, di propagarle all'infinito in una serra tramite atmosfera controllata,fertilizzanti, antiparassitari, irrigazioni e terreni preparati con uno studio certosino delle percentuali chimiche.
Irrigare abbondantemente una volta a settimana credendo di adottare una tecnica naturale è soltanto un pretesto per camuffare quella forzatura con la quale pensiamo di coltivare nel modo piu similare possibile alle abitudini genetiche delle piante grasse. Non nascondo che approfitto della forzatura per concimare le mie piante, ripararle dal freddo, curarle dai parassiti e, quindi, irrigare come meglio reputo senza generalismi inutili: le mie piante le voglio belle, sane, grandi, fiorenti, condizioni difficilmente attuabili in natura per lunghi tempi.

Per Elebar, ripeto ancora:-il terreno non è mai intriso d'acqua ma è sempre fresco e ripeto fresco. La somministrazione giornaliera di una modestissima dose d'acqua sullo strato superficiale, causa l'istantanea percolazione della stessa negli strati sottostanti; l'analogia è con la terra di giardino o di bosco: in condizioni normali (non di alluvione, come l'irrigazione massiccia, o di siccità) gli strati profondi del terreno contengono umidità ottimale alla diffusione radicale. La temperatura estiva del mio paese posto quasi a 600 m d'altitudine, il luogo dove tengo le piante (terrazza al 4° piano non protetta da muri di altri fabbricati vicini) e il tipo di terriccio sciolto e siliceo che uso, consentono allo strato superficiale di asciugarsi rapidamente in meno di una giornata e che quindi il colletto si possa asciugare benissimo.
Sperando che da questo intervento non traspaia una involontaria verve polemica o saccenteria, aspetto altri pareri o consigli
Ciao
 

Danilis

Apprendista Florello
Ciao Roberto, scusa anche da parte mia se insisto ma non sono daccordo su ciò che dici.
E' chiaramente impossibile ottenere piante come quelle in natura. Ho infatti detto che io mi rifaccio alle condizioni naturali delle piante, ma ovviamente non è possibile nè per me, nè per la pianta, sostenere ciò che avviene nell'habitat originario delle stesse.
Come hai giustamente detto, le piante grasse che sono state cresciute qui, avranno purtroppo perso la loro naturalezza. Ciò non implica però che la possano in parte riacquisire.
Considera questa cosa: Le piante che vengono annaffiate molto, avranno cellule più gonfie, con meno concentrazione salina. Questo fa sì che durante l'inverno, a causa della concentrazione scarsa di sali, è più alto il punto di congelamento dell'acqua e quindi è più facile che la pianta possa subire danni da freddo. Contrariamente, innaffiando quindi poco, le piante avranno cellule più piccole nelle quali sarà accumulata più sostanza di riserva (lipidi, carboidrati, ecc...) e ci sarà uno sviluppo di lignina più alto, con conseguente robustezza verso le avversità climatiche e verso tutti quei fattori, come i parassiti, che possono indebolire la pianta.
Diciamo che la pianta, trovandosi con meno acqua a disposizione e con meno sostanze nutritive, è più propensa ad accumulare sostanze di riserva e a creare zone (in genere si trovano nel colletto) dove verranno accumulate tutte le sostanze che serviranno alla pianta in un secondo momento.

Come ho già detto è impossibile far sì che la pianta crei una corazza di cera come avviene in natura, oppure far sì che la pianta resista alla siccità come le piante in habitat; per i motivi che anche te hai spiegato. Ma questo non vuol dire che non si possano imitare le condizioni naturali.

Ho alcune piante che dopo essere state adattate a una esposizione maggiore alla luce, a una più prolungata siccità, ad un terreno più povero e ad un periodo freddo, hanno prodotto spine molto più simili alle piante presenti in natura. Stessa cosa per l'apparato radicale.
Ho da poco visto una Lophophora williamsii, su un altro forum, che aveva fatto un apparato radicale molto dissipato, del tutto differente da quello che è presente in natura. Anche qui, non si può ottenere in coltivazione un bel apparato radicale profondo come in natura, ma le mie Lophophora presentano comunque un bel fittone abbastanza lungo e una resistenza sicuramente maggiore alla siccità di una Lophophora appena uscita da un vivaio; quindi eccessivamente nutrita e annaffiata.

Questo è il mio punto di vista, ed una idea che mi sono più o meno fatta ascoltando altri coltivatori e osservando le piante :)
Ciao!
 

Litoria

Aspirante Giardinauta
Caro Roberto, mi trovi perfettamente d'accordo: io annaffio esattamente come te. :embarrass

Una collega di lavoro mi ha invece svelato il segreto di una sua amica dalle splendide piante: la signora in questione annaffia con l'acqua con cui lessa le verdure (naturalmente non salata...). La mia collega sostiene di non aver mai visto piante tanto rigogliose: cosa ne pensate, sarà un buon concime naturale? :lol:
 

roberto onofri

Aspirante Giardinauta
Grazie Danilis, mi fa piacere questo scambio costruttivo d'opinioni. Capisco come in effetti le piante si possano sforzare per acquisire la loro naturalezza e che le condizioni naturali si possono imitare. Devo anche ringraziarti per evidenziare i problemi legati ad un'eccessiva quantità di acqua, tali problemi, peraltro già sperimentati da tempo (in inverno a causa di piogge incessanti o di gelate) ho sempre cercato di risolverli limitando le irrigazioni invernali (una volta al mese) e, nei casi di avversità grave, trasportando i vasi dentro casa.
Non vorrei passare per un vivaista: quando parlo di forzatura e di estetica floreale mi riferisco ad una equilibrata tecnica colturale che non fa uso sproporzionato di concimi o, ripeto, di irrigazioni indiscriminate. La nostra bravura consiste nella capacità di saper dosare sapientemente concimi, acqua e terricci affinchè si faccia di quello che io chiamo forzatura la pratica che ha un solo fine: godere della bellezza delle piante. Non deve essere una bellezza effimera ed artificiosa fino al sospetto (e qui ti do ragione, molti vivai coltivano e commerciano esseri che sono tutt'altro che piante) ma una bellezza che possa coniugare quella capacità innata delle piante a stupire con i fiori, le foglie, la loro crescita, con le possibilità che questa si possa realizzare più facilmente e in tempi più brevi. Questo, intendo, per forzatura.
Anche se una pianta in natura avrà le cellule di minori dimensioni o una quantità di lipidi maggiori, non ci darà facilmente tanti fiori di quanto potremmo ottenerne se apportassimo una 'forzatura' (terriccio, temperatura...). Ripeto, qui nessuno è tanto esagerato da voler gonfiare le piante col silicone tramite irrigazioni giornaliere (che peraltro io sospendo gia a settembre), ma penso che ricerchiamo quei 'trucchi' per avere piante sempre più belle nel rispetto dei loro limiti (e guai a non tenerne conto, non posso pensare di fare una cura ormonale massiccia solo perchè voglio un sacco di fiori)
Ciao
 
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