elena_11293
Master Florello
[parte 1]
ricevo oggi e posto, un appello che è già circolato in passato e che pur non avendo raggiunto lo scopo ha ancora un enorme valore..
___________________
fermiamo l'incosciente massacro dei randagi in romania, firmiamo qui la petizione e passiamo voce:
http://www.thepetitionsite.com/43/i...itted-to-the-european-commission-to-stop-the/
Da oggi, 21 giugno, la Romania massacrerà i suoi randagi.
La Romania non accetta più proteste, non vuole ascoltare. Ecco quindi cosa resta da fare.
Immaginate, metaforicamente, i suoi governanti che si premono i pugni sulle orecchie e chiudono gli occhi così stretti che nemmeno un po’ di luce può più passare. Nessuna luce negli occhi, nessuna luce nel cuore: il 21 giugno la Romania varerà la legge che permetterà lo sterminio di due milioni di randagi che vagano per il Paese.
La Romania che non aiuta le associazioni animaliste che, da tutto il mondo, si battono da anni per salvare la morale di quella nazione. La Romania che non ha mai messo in pratica un progetto di sterilizzazione a tappeto eora si lamenta che i randagi sono troppi. La Romania che uccide i suoi cani in canili lager che sembrano usciti dalle pagine di Maus, che sembrano usciti dagli incubi di un sopravvissuto all’olocausto. La Romania che toglie la vita agli animali che dovrebbe amare, bloccandogli il collo con una grossa pinza e poi piantandogli una siringa dritta nel cuore, gettandoli a terra mentre ancora agonizzano.
La Romania che ha deciso -a due giorni dal voto che autorizza, per legge, per mano dei suoi parlamentari e del suo presidente, ad uccidere, distruggere i suoi randagi, a “terminarli”- che non accetterà più alcuna firma di protesta da inviare al Parlamento Europeo.
La Romania che lega le mani e tappa le bocche di chi vuole dire no, di chi vuole dire basta a simili scelte. Voteranno a favore dello sterminio: maggioranza e opposizione, per una volta, sembrano essere d’accordo.
Da settimane gira, in internet, un appello: l’obiettivo era raggiungere 1 milione di firme da inviare al Parlamento Europeo per dire NO al massacro dei randagi. Gli animalisti - e, più in generale, le persone perbene - hanno fatto il possibile per far girare la petizione il più possibile, per mettere al corrente chiunque di quello che sta accadendo.
Nel momento in cui scriviamo questo articolo le firme raccolte non sono neppure undicimila. Undicimila su un milione richieste. *
Dei cani della Romania pare non importare a nessuno. Amaro, doloroso, indicibilmente e tristemente sorprendente constatarlo - se si pensa, solo su Facebook, quante centinaia di migliaia di persone sono iscritte a pagine e gruppi che professano amore per gli animali.
E allora ci rivolgiamo a quelle diecimila e rotte persone a cui qualcosa, dei cani della Romania, importa. Ai volontari che vivono nel Paese per aiutare questi animali e che, quando chiamano in Italia, piangono. Ai cani che muoiono e vengono torturati mentre tutti noi prendiamo il caffé, e ci facciamo un bel sonno, guardiamo un film alla TV o ci comperiamo un telefonino nuovo.
Ci rivolgiamo a quello sparuto gruppo di persone per chiedere loro, ancora una volta, di dare voce a chi voce non ne ha, di parlare per i più deboli tra i deboli, i più indifesi tra gli indifesi, i più innocenti tra gli innocenti.
La petizione è stata un fallimento finora, nonostante il nostro impegno. Questi cani hanno le ore contate. Ma facciamoci sentire ancora.
Ecco come:
[vedi 2]
ricevo oggi e posto, un appello che è già circolato in passato e che pur non avendo raggiunto lo scopo ha ancora un enorme valore..
___________________
fermiamo l'incosciente massacro dei randagi in romania, firmiamo qui la petizione e passiamo voce:
http://www.thepetitionsite.com/43/i...itted-to-the-european-commission-to-stop-the/
Da oggi, 21 giugno, la Romania massacrerà i suoi randagi.
La Romania non accetta più proteste, non vuole ascoltare. Ecco quindi cosa resta da fare.
Immaginate, metaforicamente, i suoi governanti che si premono i pugni sulle orecchie e chiudono gli occhi così stretti che nemmeno un po’ di luce può più passare. Nessuna luce negli occhi, nessuna luce nel cuore: il 21 giugno la Romania varerà la legge che permetterà lo sterminio di due milioni di randagi che vagano per il Paese.
La Romania che non aiuta le associazioni animaliste che, da tutto il mondo, si battono da anni per salvare la morale di quella nazione. La Romania che non ha mai messo in pratica un progetto di sterilizzazione a tappeto eora si lamenta che i randagi sono troppi. La Romania che uccide i suoi cani in canili lager che sembrano usciti dalle pagine di Maus, che sembrano usciti dagli incubi di un sopravvissuto all’olocausto. La Romania che toglie la vita agli animali che dovrebbe amare, bloccandogli il collo con una grossa pinza e poi piantandogli una siringa dritta nel cuore, gettandoli a terra mentre ancora agonizzano.
La Romania che ha deciso -a due giorni dal voto che autorizza, per legge, per mano dei suoi parlamentari e del suo presidente, ad uccidere, distruggere i suoi randagi, a “terminarli”- che non accetterà più alcuna firma di protesta da inviare al Parlamento Europeo.
La Romania che lega le mani e tappa le bocche di chi vuole dire no, di chi vuole dire basta a simili scelte. Voteranno a favore dello sterminio: maggioranza e opposizione, per una volta, sembrano essere d’accordo.
Da settimane gira, in internet, un appello: l’obiettivo era raggiungere 1 milione di firme da inviare al Parlamento Europeo per dire NO al massacro dei randagi. Gli animalisti - e, più in generale, le persone perbene - hanno fatto il possibile per far girare la petizione il più possibile, per mettere al corrente chiunque di quello che sta accadendo.
Nel momento in cui scriviamo questo articolo le firme raccolte non sono neppure undicimila. Undicimila su un milione richieste. *
Dei cani della Romania pare non importare a nessuno. Amaro, doloroso, indicibilmente e tristemente sorprendente constatarlo - se si pensa, solo su Facebook, quante centinaia di migliaia di persone sono iscritte a pagine e gruppi che professano amore per gli animali.
E allora ci rivolgiamo a quelle diecimila e rotte persone a cui qualcosa, dei cani della Romania, importa. Ai volontari che vivono nel Paese per aiutare questi animali e che, quando chiamano in Italia, piangono. Ai cani che muoiono e vengono torturati mentre tutti noi prendiamo il caffé, e ci facciamo un bel sonno, guardiamo un film alla TV o ci comperiamo un telefonino nuovo.
Ci rivolgiamo a quello sparuto gruppo di persone per chiedere loro, ancora una volta, di dare voce a chi voce non ne ha, di parlare per i più deboli tra i deboli, i più indifesi tra gli indifesi, i più innocenti tra gli innocenti.
La petizione è stata un fallimento finora, nonostante il nostro impegno. Questi cani hanno le ore contate. Ma facciamoci sentire ancora.
Ecco come:
[vedi 2]