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10 m di vite da tavola...quale forma usare?

nicola.alleg

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutto il forum,
come da oggetto, avrei a disposizione 10 m circa in cui piantare delle viti da uva da tavola (sì sono tanti ma tra vicinato e parenti...).
Vorrei piantare almeno 2-3 varietà diverse, sfruttando un' eventuale scalarità della maturazione.
Mi chiedevo però quale possa essere la forma di allevamento migliore (e relative distanze di impianto) per non "mortificare" troppo le piante...
Qualche consiglio?
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
prima di tutto devi pensare a quanto spazio dedicare per l'intero impianto, poi potrai decidere quante piante utilizzare, le uve da tavola abbisognano di più spazio normalmente, perchè i tralci da tenere sono più lunghi. le tipologie classiche sarebbero a tendone o a Y dipende se vuoi creare una specie di pergolata, oppure se vuoi tenerle a spalliera le distanze tra piante aumenteranno.
Ricordati che comunque essendo di parma nn potrai adottare la tipologia a tendone vero e proprio, perchè determina un ristagno di umidità troppo elevato, sempre comunque relazionato a come vorrai gestire anche le strutture di sostegno per il tuo vigneto.

Ciao
 

nicola.alleg

Aspirante Giardinauta
ciao e grazie per la risposta. Allora, la striscia di terreno disponibile, come ho detto, è di circa 10 m, è escluso il tendone, che come tu hai giustamente ricordato non si adatta al nord.
La forma ad Y non la conosco...
Io pensavo ad una forma a spalliera, ma il dubbio è proprio quale forma più specifica adottare.
Ad esempio, pensavo al classico Sylvoz (http://www.acquabuona.it/img/allfig1.gif), che qui dalle mie parti è adottato per gli impianti in cui si vendemmia a macchina; ma appunto per questo non vorrei che le piante fossero come ho detto sacrificate, ossia che questa particolare forma limitasse la produzione a vantaggio di una comodità (la raccolta meccanica) di cui io, nel mio giardino, non ho nessun bisogno. Certo però che col Sylvoz potrei permettermi più piante (1.5-2.0 m l' una dall' altra), viti non troppo alte con conseguente facilità di raccolta, trattamenti ed eventuali protezioni (penso agli uccelli...).

Per quanto riguarda la potatura, anche io sapevo che deve essere preferita una potatura lunga: ma mi sai dire di preciso quanto devono essere lasciati lunghi i tralci (cioè quante gemme più o meno) e a che distanza l' una dall' altro?
 

marcisett

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutto il forum,
come da oggetto, avrei a disposizione 10 m circa in cui piantare delle viti da uva da tavola (sì sono tanti ma tra vicinato e parenti...).
Vorrei piantare almeno 2-3 varietà diverse, sfruttando un' eventuale scalarità della maturazione.
Mi chiedevo però quale possa essere la forma di allevamento migliore (e relative distanze di impianto) per non "mortificare" troppo le piante...
Qualche consiglio?

Ciao. Il non mortificare troppo la pianta. se a questo aggiungiamo come risultato : una migliore qualità dell'uva, minor impiego di manodopera e minor concimazione è una bella cosa. Proverò a spiegarti tutto questo (anche se questo potrebbe essere di non tanta importanza per chì coltiva poche piante) . Quale metodo usare per ottenere questo risultato? Realizzare l'equilibrio fra vitigno portainnesto e ambiente, per avere uva di qualità risparmiando in manodopera e concimazioni. Questo equilibrio si ottiene negli allevamenti a cordone orizontale(il silvo è uno di questi) variando la distanza d'impianto delle viti lungo il filare. A parità di portainnesto , per un determinato anbiente , con una variazione di 30- 40 cm in più o in meno rispetto alla distanza ottimale si passerà da uve di buona qualità a prezzi contenuti, a uve di qualità più o meno scadenti a prezzi maggiorat. In CONDIZIONI DI PERFETTO EQUILIBRIO il vitigno inizialmente ha uno sviluppo rapido . poi per meccanismi fisiologici la velocità di crescità si attenua in modo naturale alla fioritura, dopo che ogni germoglio ha emesso 15- 20 foglie; sui nodi più bassi dei germogli è anche presente un certo numero di femminelleil cui apparato fogliare integra positivamente la capacità assimilativa della pianta. Dopo la fioritura la velocità di crescita continua a diminuire, per arrestarsi, a causa della concorenza dei grappoli, all'epoca dell'invaiatura quando su ogni germoglio o sulle sue femminelle son complessivamente presenti circa una trentina di foglie. La maturazione procede quindi in modo regolare, sostenuta da un apparato assimilativo efficiente e sufficiente, che à avuto modo di occupare sopra il cordone tutto lo spazio disponibile sulle strutture. Poichè dopo l'invaiatura (inizio maturazione) la crescita è praticamente nulla , la necessità di cimature si riduce al minimo ed è quindi rispettata al massimo l'integrità della superficie utole, con questo l'uva raggiunge la piena maturazione e le migliori caratteristiche organolettiche compatibili con il vitigno. Le foglie sopra e in corrispondenza dei grappoli inviano i loro zuccheri nei grappoli stessi per la crescita e il deposito , mentre quelli sotto il grappolo mandana gli zuccheri nel tronco e negli altri organi perenni. La produzione di zuccheri è in . IN SINTESI: un vitigno per mantenersi in equilibrio dopo un inizio di crescita veloce per la formazione di un numero sufficiente di foglie , deve arrestare la sua crescita all'inizio della maturazione dell'uva, per non avere competizione fra il grappolo e la gemma apicale del germoglio ; ciò perchè la costruzione di nuove foglie porterebbe via zuccheri al grappolo. Nel caso di mancato equilibrio dovuto a una distanza sulla fila maggiore dell'ottimale , si otterrà dal vitigno dato il numero maggiore di punti di competizione(grappoli e gemme apicali) una crescita rallentata, col risultato di una formazione minore di foglie, e di conseguenza la maturazione pracederà a rilento e cesserà prima di aver raggiunto il suo potenziale massimo . Per riportare alla nomalità il vitigno il cui sviluppo è deviato rispetto a quello in equilibrio, si dovrà procedere a forti somminitrazioni di concimi , difficilki da dosare e di effetto quasi sempre aleatorio. Viceversa il mancato equilibrio dovuto a una distanza sulla fila minore dell'ottimale (di conseguenza pochi punti di competizione) comporta , dato il continuo vegetare problemi anche maggiori ; in questo caso il limitato numero di germogli e degli altri fattotri sopracitati dà origine a germogli che si sviluppano in modo rapido e che per la loro vigoria favorisconp anche la formazione di un notevole numero di femminelle. Il ritmo di accrscimento rallenterà solo di poco al mamento della fioritura e riprenderà in modo sostenuto fino e oltre l'invaiatura esercitando un effetto competitivo sui grappoli che hanno iniziato il processo di maturazione. La densità della chioma lungo il filare aumenterà accentuando l'ombreggiamento sulle foglie più interne e sulla fascia produttiva. I germogli occuperanno facilmente lo spazio sulla struttura e sporgeranno al di sopra di essa , ricadendo verso l'interfilarecausndo un ulteriore ombreggiamento sulla parte più bassa della parete e sui grappoli. Per migliorare il regime luminoso e favorire la circolazione dell'aria all'interno della chioma , saranno allora necessari interventi ripetuti di cimatura sopra e ai òlati del filare; tali interventi stimoleranno un ulteriore sviluppo delle femminelle , la cui presenza accrescerà la compatessa della chioma e la competizione nei confronti dei grappoli. Il ciclo annuale risulterà più lungo e il risultato sarà un ritardo nel processo di accumulo dei carboidrati nelle bacche e una minore lignificazione dei germogli . In definitiva la MANCANZA DI EQUILIBRIO comporterà la necessità di azioni correttive che aumenteranno i costi e non sempre permeteranno di raggiungere i risultati attesi. Usando portainnesti più deboli , si può fare un impianto più fitto , in modo di avere una maggiore competizione radicale e di conseguenza una maggior esplorazione delle radici nel terreno : con questo si avrà la massima utllizzazione delle riserve d'acqua a cui consegue il massimo assorbimento di elementi minerali , che si traduce in maggiori quantitativi di sostanza secca e di enzimi, dai quali dipendono i vari elementi della qualità ; inoltre aumenta anche i depositi di zuccheri nell'uva in quanto la maggior competizione radicale arresta l'accrescimento dei germogli prima dell'invaiatura , consentendo alla pianta di utilizzare i glucidi per i grappoli e non per la vetazione. Marcello
 

brandegeei

Esperto in Fitopatologie
Ciao
restando sul semplice, le uve da tavolo devono avere 6 a 10 gemme per tralcio, dunque bisogno di più spazio. Se il tuo terreno è ricco e profondo, l'argilloso di riporto lo è, allora devi pensare di diminuire il numero di piante, a meno che tu nn vada a cercare vitigni da tavola innestati con caratteristiche particolari, ti conviene informarti in zona che tipologia di vitigni puoi trovare.

http://www.cedra.it/portal/page?_pa...ea=20&title=Impianto/potatura&cp=0&tipodocu=S

Ciao
 
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