@Chamanite chiedeva se poteva usarli per stimolare la pianta a fare nuovi getti dopo la potatura che ha operato a causa dell'attacco.
Bisognerebbe capire di che esattamente si tratta.
I fitostimolanti sono prodotti diversi dai fertilizzanti e servono a promuovere la crescita delle piante applicati a basse dosi (questa è in sostanza la definizione storica) e attualmente sono regolamentati con apposita legge e possono essere definiti come
"... sostanze e/o microrganismi che applicati alla pianta o alla rizosfera stimolano i processi naturali che migliorano l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e la qualità del prodotto. I biostimolanti non hanno effetti diretti su parassiti e patogeni e quindi non rientrano nella categoria dei pesticidi (European Biostimulant Industry Council, 2013)".
I più noti sono estratti di alghe: in qualche misura hanno, come avevi pensato, molecole di tipo ormonale quali auxine, citochinine etc., ma contengono altre sostanze (laminarina, arginati etc.) che migliorano la tolleranza delle piante agli stress ambientali. Poi ci sono le sostanze umiche (es. la leonardite) che stimolano in particolare lo sviluppo delle radici.
Ce ne sono anche che hanno la capacità di promuovere le difese delle piante (segnatamente contro malattie crittogamiche), come il chitosano (vd. foto scattate presso Agrinnova-Università di Torino relativa a una sperimentazione).