goldcrest
Aspirante Giardinauta
Era una fredda giornata di maggio come tante altre quando l'occhio balzò su di un timido germoglio verde di un'azalea moribonda. Come tutti i giorni cercava di sopravvivere con le sue ultime forze guardando dalla finestra di una stanza con soli tre muri perfettamente simmetrici.
Il colore dei suoi germogli sembravano ridarle un'ultima speranza ... e si domandava se avesse potuto trascorrere ancora un ultimo natale ma uno strano suono sembrò avvicinarsi.
Un fruscio come quello del mare si faceva sempre più forte e sembrava venire proprio sotto di lei, quando d'un tratto si sentì sollevare, scuotere, sbattere così forte da non percepire più lo spazio intorno a lei. Il freddo gelido le passava fra i nuovi germogli e non riusciva ancora a capire cosa stava succedendo. Immobile ma allo stesso tempo tremante ogni ramo si fletteva mentre sentiva che il suo pane che veniva trafitto da un oggetto freddo e metallico con quattro punte. Entrava ed usciva strappando il pane al quale era connessa sin quand'era talea.
Le sue radici erano avvinghiate ad una massa deforme dall'odore nauseabondo di fumo pungente, abitato da lunghi vermi neri. La marcescenza avanzata mostrava quanto dura era vivere intrappolata nel terrore di ogni giorno di non trovare nutrimenti con le ultime radici mentre dei parassiti senza scrupoli le strappavano ogni giorno sempre un pò più di vita. Non era rimasto neanche una "briciola del suo vecchio pane" quando sentì così freddo da avere un deliquio.
Un calore intenso alle radici si faceva sempre più forte e come quando ci si scotta, d'istinto ci si allontana dal fuoco e ci si lecca le ferite, lei non poteva farlo. Il suo pane era totalmente nuovo. Terra profumata composta da torba e terra fresca con un pizzico di acidità proprio come piaceva a lei. Erano anni che non ne toccava di nuova e poi così da vicino! Per un'attimo si sentì rinata e si ricordò quando in serra era con le sue vecchie sorelle tutte uguali.
Il calore cessò d'istante quando l'acqua si fece spazio fra le radici facendo scivolare delle piccole bollicine su per la superficie proprio sotto i suoi piccoli e nuovi germogli malconci. Raccolta in una nuova dimora più piccola della precedente, si sentiva a pezzi. Perse nuovamente i sensi abbandonandosi all'oblio di una fredda e lunga notte di maggio...
Il colore dei suoi germogli sembravano ridarle un'ultima speranza ... e si domandava se avesse potuto trascorrere ancora un ultimo natale ma uno strano suono sembrò avvicinarsi.
Un fruscio come quello del mare si faceva sempre più forte e sembrava venire proprio sotto di lei, quando d'un tratto si sentì sollevare, scuotere, sbattere così forte da non percepire più lo spazio intorno a lei. Il freddo gelido le passava fra i nuovi germogli e non riusciva ancora a capire cosa stava succedendo. Immobile ma allo stesso tempo tremante ogni ramo si fletteva mentre sentiva che il suo pane che veniva trafitto da un oggetto freddo e metallico con quattro punte. Entrava ed usciva strappando il pane al quale era connessa sin quand'era talea.
Le sue radici erano avvinghiate ad una massa deforme dall'odore nauseabondo di fumo pungente, abitato da lunghi vermi neri. La marcescenza avanzata mostrava quanto dura era vivere intrappolata nel terrore di ogni giorno di non trovare nutrimenti con le ultime radici mentre dei parassiti senza scrupoli le strappavano ogni giorno sempre un pò più di vita. Non era rimasto neanche una "briciola del suo vecchio pane" quando sentì così freddo da avere un deliquio.
Un calore intenso alle radici si faceva sempre più forte e come quando ci si scotta, d'istinto ci si allontana dal fuoco e ci si lecca le ferite, lei non poteva farlo. Il suo pane era totalmente nuovo. Terra profumata composta da torba e terra fresca con un pizzico di acidità proprio come piaceva a lei. Erano anni che non ne toccava di nuova e poi così da vicino! Per un'attimo si sentì rinata e si ricordò quando in serra era con le sue vecchie sorelle tutte uguali.
Il calore cessò d'istante quando l'acqua si fece spazio fra le radici facendo scivolare delle piccole bollicine su per la superficie proprio sotto i suoi piccoli e nuovi germogli malconci. Raccolta in una nuova dimora più piccola della precedente, si sentiva a pezzi. Perse nuovamente i sensi abbandonandosi all'oblio di una fredda e lunga notte di maggio...