Riconoscimento e danni:
Le palme infestate dal punteruolo manifestano evidenti sintomi esteriori di alterazione purtroppo quando l’attacco è generalmente in fase avanzata, tale da modificare il portamento della chioma che si presenta asimmetrica e con foglie devianti (
7); a volte è tuttavia possibile osservare segni premonitori della presenza del rincoforo, dati da foglie smangiucchiate (
8) o seghettate. Gli adulti possono erodere le foglie, ma l’attacco letale è dovuto alle larve che, dopo essersi alimentate delle parti teneri alla base delle foglie, penetrano nello stipite divorando i tessuti, scavando e approfondendosi fino a un metro all’interno della palma: la loro attività in pratica non lascia scampo alla palma e quando anche l’apice vegetativo viene distrutto la chioma si affloscia completamente e la palma è persa (tra l’inizio dell’attacco e la morte della palma passano solitamente 4-8 mesi).
Distribuzione e diffusione:
R. ferrugineus è originario dell’Asia sud-orientale, ma a partire dagli anni ottanta-novanta del novecento si è andato diffondendo rapidamente verso ovest attraverso la Penisola Arabica, l’Africa settentrionale, fino ad approdare nei Paesi del Mediterraneo (in Italia dal 2005) e recentemente è stato segnalato anche a Laguna Beach ubicata nel sud della California (
9). Il rincoforo preferisce camminare ma nella ricerca di nuove fonti alimentari è in grado di spostarsi in volo anche a distanze ragguardevoli (un chilometro e più); l’incredibile velocità con la quale si è espanso attraverso i quattro continenti (e anche nelle isole come le Canarie) è da mettere in relazione alla movimentazione di palme a scopi commerciali; a livello regionale è possibile che la diffusione sia attuata indirettamente anche dall’uomo (ad es. per mezzo di camion telonati su cui questo insetto può cadere ed essere trasportato).
9 Mappa (2012) su sito EPPO
Legenda: ● Segnalazione nazionale ┼ Segnalazione sub-nazionale ▲ Segnalazione transitoria |
Piante ospiti:
Il punteruolo rosso ha come ospiti diversi generi di palme (fam.
Aracaceae) ed è potenzialmente in grado di vivere anche su piante di altre famiglie, ma nei Paesi Mediterranei dove le palme sono utilizzate per fini ornamentali la specie largamente più attaccata è la
Phoenix canariensis che è anche quella probabilmente più presente nelle alberate cittadine, parchi e giardini privati.
Biologia:
Si ha motivo di credere che biologia di
R. ferrugineus subisca modificazioni adattative in rapporto alle nuove aree di insediamento, dunque con ogni probabilità nelle zone invase tende in maggior o minor misura a differire da quella dei luoghi originari. Da studi condotti in laboratorio in Italia è risultato che le larve subiscono cinque mute in poco più di 100 giorni, quindi si impupano per una durata di circa quattro settimane. Gli adulti vivono fino a quasi quattro mesi (i maschi sono statisticamente più longevi di una dozzina di giorni) e le femmine depongono mediamente 170 uova ciascuna, con tasso di vitalità del 50% ; la maturazione delle uova e nascita delle giovani larve si realizza in pochi giorni. Sempre su allevamenti in laboratorio sono stati osservati tre cicli completi in due anni. L’insetto inizia a colonizzare le palme principalmente partendo dalla corona fogliare, insediandosi alla base delle foglie. I maschi emettono un feromone di aggregazione che richiama su una stessa palma adulti di entrambi i sessi. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova sfruttando eventuali ferite sulla palma e aprendo per mezzo del rostro fori nei tessuti più teneri. Sulle palme infestate usualmente si trova il rincoforo in tutti e tre gli stadi, e il numero di individui presenti su una stessa palma, specialmente di larve, può essere elevatissimo (si è arrivati a contare anche 700 individui). Il punteruolo tende a rimanere su una medesima palma finché essa verosimilmente offre nutrimento e spazio vitale per la colonia, poi migra alla ricerca di nuove fonti alimentari. Pur essendo specie di origine tropicale il rincoforo riesce a sopportare la stagione fredda delle regioni a clima temperato potendosi riparare all’interno della palma, dove anche a causa delle fermentazioni conseguenti all’attività trofica dell’insetto la temperatura è certamente ben superiore a quella atmosferica. Si ritiene comunque, anche in rapporto alle catture degli adulti in volo ottenute con trappole al feromone, che durante il periodo invernale la popolazione sia rappresentata prevalentemente da larve, il cui numero successivamente decresce fino a un minimo verso aprile per progressivo impupamento e comparsa degli adulti che danno luogo a nuove infestazioni.
Monitoraggio e diagnosi precoce:
Per il monitoraggio della presenza del punteruolo rosso sul territorio e dei suoi voli è disponibile il feromone di aggregazione (chiamato comunemente ferrugineolo) con il quale vengono innescate apposite trappole. Si è constato che l’attrattività aumenta se al feromone si aggiunge melasso e acetato di metile; anche il colore e il posizionamento delle trappole può contribuire all’attrattività: quelle introdotte commercialmente erano rosse (
10) (colore ritenuto generalmente adatto per i coleotteri) e venivano collocate sulle palme stesse, tuttavia da studi appositamente fatti invece è risultato più adatto il nero, inoltre possibilmente vanno posizionate al suolo e semi-interrate (
11).
Un elemento importante nel quadro della difesa integrata delle palme dal punteruolo rosso è la diagnosi precoce. Poiché l’ispezione visiva risulta complicata e anche costosa in quanto spesso richiede l’uso di piattaforme aeree o l’intervento di specialisti del tree-climbing (
12), è stato esplorato l’impiego delle più svariate tecnologie quali microcamere wireless montate su aste telescopiche, indagine endoscopica con fibre ottiche, termocamere all’infrarosso, diagnosi remota tramite fotografia da terra o aerea con apparecchiature fotografiche all’infrarosso, tuttavia tali sistemi si sono rivelati inadatti o di difficile lettura. Attualmente si sta lavorando su due metodi di diagnosi precoce, il primo basato sull’individuazione di composti volatili caratteristici, emessi dalle palme sotto attacco, utilizzando tecniche cromatografiche dei metaboliti fogliari (
fingerprint dei composti fenolici, metodo già applicato ad es. per determinare l’autenticità di alimenti come olii), il secondo sul riconoscimento sempre di specifiche molecole volatili percepibili come odori dal cosiddetto naso elettronico. Un variante, per così dire naturale di questo criterio, è l’impiego di cani addestrati, già sperimentato con un certo successo in Israele e in Italia attualmente in corso presso un centro cinofilo di Catania nell’ambito di un progetto europeo (
13): il fiuto dei cani potrebbe risultare molto utile soprattutto in vivaio e per l’ispezione di palme in transito commerciale.