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sta sparendo l'Italia?

Olmo60

Guru Master Florello
seriamente e fuori da un certo aggancio ideologico che ci vedo, Cheguevilla dice -anche- cose che condivido: che le lingue si evolvono è scontato. sempre stato. di mio aggiungo che in sè può essere sia un arricchimento che una sterilizzazione. Dipende. e per me dipende dall'ambito dove si applicano i nuovi termini o il nuovo -stile-, se si tratta di uso o di abuso ecc...
Questa la ragione principale per cui trovo illeggibile/brutta metà della letteratura mondiale.
I termini inglesi sono indispensabili nell'ambito del lavoro: se dovessimo usare l'italiano in una conversazione di lavoro, al telefono, della durata di 10 minuti, durerebbe due ore..e forse gli interlocutori non si capirebbero. Guardate che ci sono anche delle espressioni tecniche inglesi che sono così azzaccate per spiegare qualcosa, che sto trovando formidabili: una tra tutte cherry picking quando si sta "portando via dal mercato qualcosa ai concorrenti"..non c'è equivalente! :su:
 
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ikkyusan

Aspirante Giardinauta
L'ho già detto, dove i termini sono insostituibili ci sta, è ammesso. Noi ne abusiamo un po' troppo, e non abbiamo nessun ritorno. Ci sono mille esempi che si possono fare.

Poi bisognerebbe accordarci su cosa si intende per evoluzione. Cherry pick (che vuol dire anche altro) è proprio un esempio della mancata evoluzione della lingua italiana. Il fatto di non avere un termine, una frase, per descrivere situazioni e contesti così comuni è una mancata evoluzione. Evoluzione non è solo un cambio di stile.

L'arricchimento c'è quando esiste una base culturale forte, su cui appoggiarci. Nel nostro caso, e riporto ancora l'esempio del traduttore google, questa base culturale manca.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
No, non è questione di evoluzione ma di struttura della lingua.
Per come la lingua è costruita, ci sono cose molto semplici da esprimere in una lingua e difficili da tradurre in un'altra. Mi rendo conto di questo problema quando devo tradurre da una lingua all'altra.
Esempio 1: tradurre in inglese (o danese o lingua anglo sassone) "odino purchè temano".
Esempio 2: tradurre in italiano (o spagnolo, o lingua latina) "streamline".
Entrambe le cose possono essere tradotte, ovviamente, ma è necessaria una locuzione arbitraria di parole che non è comunque in grado di riassumere il concetto espresso.

Olmo (andiamo per metà OT), ci sono vari motivi per cui buona parte della letteratura mondiale può sembrare brutta.
  1. Anni fa, pubblicare era molto costoso, difficile, e scriveva solo chi ne aveva davvero le capacità, per cui il livello era mediamente più alto (escludiamo le eccellenze, che possono esserci in qualsiasi momento).
  2. Anni fa, le traduzioni erano fatte da scrittori. Esempio stupido, Germinale di Zola è stato tradotto da Sbarbaro. Oggi, buona parte delle traduzioni viene fatta da traduttori non esattamente esperti e pagati qualche nocciolina.
  3. Alcune traduzioni sono oggettivamente difficili per questioni dovute alla struttura lessicale (vedi sopra).
Poi bisognerebbe accordarci su cosa si intende per evoluzione. Cherry pick (che vuol dire anche altro) è proprio un esempio della mancata evoluzione della lingua italiana. Il fatto di non avere un termine, una frase, per descrivere situazioni e contesti così comuni è una mancata evoluzione. Evoluzione non è solo un cambio di stile.
Se riusciamo ad esprimere un concetto complesso in modo semplice, io la considero un'evoluzione. Ha davvero così tanta importanza che le parole che utilizziamo abbiano una derivazione etimologica geograficamente definita all'interno di un confine politico?

Onestamente, il problema dell'eventuale impoverimento del linguaggio io lo vedrei nella preparazione scolastica-accademica dei cittadini italiani. Ma anche qui, come ho già detto in un altro post, credo che ci sia stato un avanzamento piuttosto che un arretramento. Se ora abbiamo la percezione di un arretramento, questo è dovuto alle maggiori possibilità che le persone hanno di esprimersi, per cui mentre 20 anni fa leggevamo solo le cose scritte da chi sapeva scrivere, ora ci tocca leggere anche le opinioni di chi si vanta di essere stato bocciato tre volte a scuola e di essersi laureato "all'università della vita".
 

Olmo60

Guru Master Florello
Poi bisognerebbe accordarci su cosa si intende per evoluzione.
si, infatti "evoluzione del linguaggio..." non riguarda solo lo stile.
jobs act è un'evoluzione del linguaggio dal momento che ha sostituito una locuzione che a me non faceva schifo. E' pure un errore di traduzione, se è vero che -"ciò che signifca" per chi l'ha inventato, in inglese si traduce diversamente.
http://it.blastingnews.com/opinioni...ro-significato-di-queste-parole-00239153.html
comunque sia, jobs act per me resterebbe un anglicismo che ha evoluto in peggio per il motivo detto.
Per come la lingua è costruita, ci sono cose molto semplici da esprimere in una lingua e difficili da tradurre in un'altra. Mi rendo conto di questo problema quando devo tradurre da una lingua all'altra.
l'esempio di cherry picking è un esempio di evoluzione in meglio.
oltre a quelli citati, io vedo altri motivi per non amare certe case editrici.
 
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Cheguevilla

Giardinauta Senior
Jobs act non ha significati occulti, semplicemente molte delle riforme passate alla storia sono note come act (great reform act, slavery abolition act...). In inglese, act non vuol dire semplicemente legge, ma indica il senso di azione, di cambiamento radicale, per cui la parola italiana "riforma" è abusata, principalmente perché ogni "riforma" degli ultimi 20 anni è stata poco più che un ritocco cosmetico. Questo è un esempio di come la semantica sia usata per fini propagandistici. Se vogliamo, ci sono molti esempi al di fuori della politica, che in questo senso occupa uno spazio minoritario.

Su certe case editrice non so che dire. Per me il problema non è tanto la lingua: qualche anno fa, la Mondadori sponsorizzava I romanzi di Licia troisi come se fosse un nuovo fenomeno internazionale (l'hanno definita "la nuova Tolkien italiana"); ho letto una sua trilogia ed è stata piacevole come cagare un mattone.

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Artebelle

Aspirante Giardinauta
Sono consapevole del fatto che, molte parole in inglese rendono meglio di quelle italiane, almeno in certi contesti. Però è anche vero che l'italiano è una lingua molto ricca e al giorno d'oggi abbiamo perso l'uso di moltissimi termini che abbiamo progressivamente sostituito con parole straniere.
Quando ero alle medie mi divertivo parecchio a scrivere con il programma Word, era impostato perchè mi desse sinonimi e contrari dei termini che scrivevo. All'epoca avevo memorizzato parecchie parole che per me erano nuove, che non si usavano nemmeno a scuola!! Termini bellissimi che, a parer mio, rendono davvero molto bene...perchè si sa, certe volte, anche se il significato è lo stesso, il suono cambia la percezione che abbiamo di esso.
Probabilmente, se cercassimo su un vocabolario, troveremmo tante parole dimenticate ma che esprimono perfettamente l'idea del loro significato, senza dover cercare ad ogni costo dei termini stranieri.
Ovvio che, per risparmiare tempo e spazio, quando si tratta di lavoro, si possono usare termini stranieri più incisivi, ma non capisco la necesità di abbreviare per forza di cose un discorso, trasformando quella che può essere una bella chiacchierata in uno sterile ed asciutto scambio di termini. Ormai siamo fantasiosi solo per insultare il prossimo su facebook.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Non so bene cosa si intenda per "ricchezza" di una lingua. Se parliamo di numero di parole, di sicuro l'italiano è una lingua molto più "povera" dell'inglese. Non esiste un numero preciso di vocaboli presenti, ma l'inglese ha approssimativamente il doppio delle parole dell'italiano.
Se una parola italiana è dimenticata da tutti (o dal 99%) mentre una larga maggioranza usa una parola inglese al suo posto, questa parola diventa parte dell'italiano. Senza fare gli schizzinosi: la parola inglese "film" ha una traduzione italiana, ma oramai film è una parola della lingua italiana, con buona pace dei puristi.
La questione non è solo risparmiare tempo e spazio, ma comunicare adeguatamente un messaggio. Se una parola straniera rende un concetto meglio di una italiana ed è conosciuta da tutti gli interlocutori, ben venga l'utilizzo della parola straniera poichè arricchisce sia la discussione che il linguaggio.
La necessità di abbreviare un discorso si chiama sintesi e non è poca roba. Se due messaggi trasmettono la stessa informazione ma uno richiede la metà delle parole, ovviamente è preferibile.

Inoltre, non facciamo l'errore di confondere la poesia o la letteratura con la lingua utilizzata come strumento funzionale per lo scambio di informazioni. Trattare la lingua come un fine invece che un mezzo è, a mio parere, un orribile errore.

Ora infilo anche il dito nella piaga. La qualità della lingua non è data solo dall'utilizzo di vocaboli italiani o stranieri, ma anche dall'applicazione corretta delle regole grammaticali.
 
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Artebelle

Aspirante Giardinauta
Consideriamo però, che l'inglese ha un numero maggiore di parole in quanto, essendo una lingua molto diffusa, ha subito molte influenze, sia antiche che più recenti.
Gli inglesi, al contrario di altri (per esempio, dei francesi) hanno da sempre adottato termini di altre lingue trasformandole in inglese...non so se mi spiego bene! In pratica i francesi tendono a tenere fuori le altre lingue dalla loro, usando quasi esclusivamente termini francesi, mentre invece, gli inglesi trasformano parole straniere in inglese...le "inglesizzano":cool: (io ho appena artebelizzato una parola!) . Tante parole che oggi gli inglesi usano abitualmente derivano da altre lingue. Senza contare poi, tutte le parole che si è inventato Shakespeare e che poi sono entrate a far parte del linguaggio comune. Ci sono lingue che hanno subito più influenze rispetto ad altre, per svariati motivi, ma per me resta assurdo sacrificare la propria lingua per un'altra. Le parole che si usano nella letteratura e nella poesia sono comunque parte di quello che siamo, anche se vengono usate molto meno non significa che non debbano essere contate come italiano.

Io trovo che esistano molti termini dialettali che esprimono certi concetti molto meglio dell'inglese e dello stesso italiano, però non è che tutti li usino, anzi, direi che spesso sono sconosciuti oltre i confini della regione in cui sono nati. Non so come sia negli altri dialetti, ma spesso nel dialetto romagnolo le frasi sono più brevi e dirette rispetto all'italiano (è anche vero però che i vecchi romagnoli mettono il plurale al posto del singolare XD, es.: due gelatO....un gelatI!!! XDXD)
L'inglese è stata scelta come lingua franca per comodità, è la più facile da apprendere (tranne per me, ovviamente:D) e proprio per il fatto che le frasi spesso risultano più brevi di quelle composte in altre lingue, e ovviamente comunque si è diffusa parecchio con il colonialismo.

Quello che sto cercando dire io, è che trovo normalissimo l'utilizzo di una lingua franca per poterci capire bene tutti, ma credo sia assurdo dover infilare termini stranieri ovunque!. Lasciamo stare parole come film, perchè se noi usiamo film, gli inglesi usano pasta, cappuccino e altri termini italiani, in ambito musicale, per esempio usano Adagio,Maestro, Opera ecc; in ambito artistico usano Chiaroscuro.
Insomma, ci sono parole straniere che sono diventate parte del linguaggio comune ma io continuo a non capire perchè, in italia, si debbano mandare in onda pubblicità in francese!!!!.
Non so se avete mai visto qualche spettacolo di Giuseppe Giacobazzi (mi fa schiantar dal ridere!). In un suo spettacolo, una volta, ha proprio trattato brevemente questo tema, elencando una serie di nomi stranieri che noi abbiamo dato alla frutta e ad un certo punto, una ragazza ha letto sfuse con accento inglese perchè non aveva idea di cosa volesse dire quella parola in italiano!! :ROFLMAO::ROFLMAO:
E qui mi ricollego al problema della grammatica che hai accennato tu: noi italiani ormai non sappiamo più parlare l'italiano...e non solo perchè non conosciamo che un terzo dei termini, ma proprio facciamo schifo in grammatica!!! Per imparare una lingua (compresa la nostra), si deve leggere, ascoltare e parlare tanto! Non so voi, ma quando io andavo alle medie la gente si drogava talmente tanto di messaggini sul telefono che a scuola avevano preso l'abitudine di storpiare le parole anche nei temi! Nessuno scriveva più in corsivo, poi non parliamo degli accenti.... oltre al fatto che gli insegnanti non ci correggevano, ho notato che in molti libri gli accenti sono totalmente assenti! Ho discusso con mio marito per giorni sul fatto che non sia accettabile che non siano presenti gli accenti in un libro universitario! Sono dovuta andare su internet a cercare la pronuncia di certe parole perchè non c'era un accento nemmeno a pregarlo!.
Insomma, parliamo un italiano schifoso e poi ci cacciamo pure in mezzo dei termini stranieri non necessari.

Un'altra cosa che mi incuriosisce è l'uso del termine "Stage".
Per esempio, la parola "stage" che viene spesso pronunciata in inglese ma in realtà è francese, non è altro che il nostro tirocinio! Poi noi abbiamo trasformato i nostri tirocinanti in stagisti...ma stagista in francese non esiste, è un' italianizzazione di una parola straniera :confused:, quando potremmo dire tirocinante, oppure apprendista, o interno, oppure se proprio dobbiamo usare una parola straniera dovremmo usare trainee in inglese o stagiaire in francese.
Tra l'altro, se dobbiamo usare per forza di cose, un termine straniero...almeno pronunciarlo bene, perchè stage in inglese vuole dire un'altra cosa! Pensate che noi, a scuola, abbiamo sempre pronunciate stage in inglese, compreso gli insegnanti... è dovuta intervenire la prof. di religione per spiegarci che stage è francese e non inglese... che tristezza!!!:cautious:.
Tutto questo discorso sconclusionato per dire: forse dovremmo imparare bene la nostra lingua prima di affogarci in quella degli altri. Usare termini stranieri non è sbagliato a prescindere (gli inglesi e gli americani lo fanno d'abitudine), ma non si può dire che non sia triste il fatto che molta gente non sappia che film non è altro che pellicola, o che ci siamo dovuti inventare la parola stagista pur di non usare apprendista. Poi, per carità, avete ragione se dite che dire computer viene più facile di calcolatore, ma non mi piace l'idea che la parola calcolatore venga bistrattata se, in fin dei conti è corretta.
 
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Olmo60

Guru Master Florello
se il linguaggio serve a comunicare un messaggio, perchè non l'alfabeto morse? è ancora più sintetico..ma anche i segnali di fumo.
quindi il linguaggio non trasmette solo messaggi puri e semplici o almeno non sempre e non solo.
Inoltre, non facciamo l'errore di confondere la poesia o la letteratura con la lingua utilizzata come strumento funzionale per lo scambio di informazioni.
se l'informazione (oggetto dello scambio linguistico) non è interpretabile, il linguaggio più sintetico sarà il migliore, (come succede per il linguaggio tecnico) ma se l'informazione si presta all'interpretazione, saranno più adeguati altri linguaggi che hanno pari dignità di comunicazione (poesia, immagini, letteratura).
Trattare la lingua come un fine invece che un mezzo è, a mio parere, un orribile errore.
.di certo, viene trattata come fine dai linguisti che la studiano, qui non mi pare sia stata trattata in questo senso.
Ora infilo anche il dito nella piaga. La qualità della lingua non è data solo dall'utilizzo di vocaboli italiani o stranieri, ma anche dall'applicazione corretta delle regole grammaticali.
concordo in pieno..a volte non si riconosce il soggetto di una frase e la risposta risulta sballata, ma nel virtuale può darsi che ci metta lo zampino la frammentazione.
 
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Cheguevilla

Giardinauta Senior
se il linguaggio serve a comunicare un messaggio, perchè non l'alfabeto morse? è ancora più sintetico..ma anche i segnali di fumo.
quindi il linguaggio non trasmette solo messaggi puri e semplici o almeno non sempre e non solo.
Non so che differenza ci sia tra i messaggi "puri e semplici" e i messaggi. Sul concetto di sintesi, ne possiamo parlare, ma l'alfabeto morse non ha nulla a che vedere con la lingua e soprattutto non è per nulla più sintetico dell'alfabeto latino.
se l'informazione (oggetto dello scambio linguistico) non è interpretabile, il linguaggio più sintetico sarà il migliore, (come succede per il linguaggio tecnico) ma se l'informazione si presta all'interpretazione, saranno più adeguati altri linguaggi che hanno pari dignità di comunicazione (poesia, immagini, letteratura).
Ma infatti ho scritto chiaramente "se due messaggi trasmettono la stessa informazione".
Gli inglesi, al contrario di altri (per esempio, dei francesi) hanno da sempre adottato termini di altre lingue trasformandole in inglese...non so se mi spiego bene!
No, anche perchè poco sotto affermi l'esatto contrario.
Quello che sto cercando dire io, è che trovo normalissimo l'utilizzo di una lingua franca per poterci capire bene tutti, ma credo sia assurdo dover infilare termini stranieri ovunque!. Lasciamo stare parole come film, perchè se noi usiamo film, gli inglesi usano pasta, cappuccino e altri termini italiani, in ambito musicale, per esempio usano Adagio,Maestro, Opera ecc; in ambito artistico usano Chiaroscuro.
Se vuoi esempi di vocaboli di altre lingue (incluso il latino!) che gli inglesi usano correntemente, te ne posso fare parecchi. Gli inglesi (ma anche i danesi, per esempio) non sono diversi da noi. Chi ha tradotto (ricreato) vocaboli sono gli spagnoli, semplicemente perchè fino al 1978 c'era Franco.

Io trovo che esistano molti termini dialettali che esprimono certi concetti molto meglio dell'inglese e dello stesso italiano, però non è che tutti li usino, anzi, direi che spesso sono sconosciuti oltre i confini della regione in cui sono nati.
Come ho scritto sopra, la parola deve essere conosciuta da tutti gli interlocutori in questione. Comunque ci sono diversi termini dialettali che si sono diffusi a livello nazionale.

L'inglese è stata scelta come lingua franca per comodità, è la più facile da apprendere (tranne per me, ovviamente:D) e proprio per il fatto che le frasi spesso risultano più brevi di quelle composte in altre lingue, e ovviamente comunque si è diffusa parecchio con il colonialismo.
Non c'entra la comodità; il colonialismo ha fatto la sua parte, ma la questione è principalmente scientifica. Negli anni addietro fu il greco, poi il latino, poi l'arabo...
 

ikkyusan

Aspirante Giardinauta
Quello che volevo dire, e mi dispiace di non essermi fatto capire, è che per 'cultura' io intendo anche la conoscenza della grammatica. Avevo proprio fatto l'esempio del traduttore google.

La situazione sarà migliore (o uguale) rispetto ai decenni passati, ma è ugualmente devastante, e, ai giorni nostri assurdo che sia ancora così. È recente l'appello di professori universitari che si lamentano delle gravi carenze grammaticali dei propri studenti/laureandi.

Ma comunque, quello che conta è infatti il contesto, se tutti ci capiamo già, che bisogno c'è di dire 'startato' al posto di avviato, o 'signoffato' invece che approvato.
Ieri al supermercato (in piena periferia) invitavano a visitare il reparto 'groceries'...

Poi, si cambia il contesto, e...puff...nessuno capisce un ca..o di inglese.

Qualche mese fa provavo a spiegare al mio collega indiano, il nostro concetto di padulo. Non ci sono riuscito subito. Dopo una sua approfondita esperienza (esperienza) del contesto lavorativo, mi disse che aveva compreso.
Il loro concetto che più si avvicina al nostro padulo, è quello di un tipo che passa proprio mentre uno sta scagliando una freccia a caso, e lo colpisce. Bellissimo, ma per sua ammissione, il nostro padulo è superiore.
 

Artebelle

Aspirante Giardinauta
Non mi pare di aver scritto l'esatto contrario. Comunque se mi sono spiegata male, mi scuso.
Sono riuscita a trovare un documento che spiega abbastanza bene quello che intendo, per evitare altre incomprensioni ve lo copio e incollo direttamente

"Il successo di una lingua, e il numero di lemmi che la compongono, è determinato dal numero di persone che la parlano. Ma la supremazia di una lingua dipende anche dalla facilità con cui si lascia invadere, storpiare, corrompere grazie alle influenze straniere.
Ad esempio, il francese, ossessionato dallo sciovinismo, cerca di tenere fuori dai propri confini la terminologia forestiera; l’inglese invece la adotta e negli anni questa forza ha portato la lingua inglese, tra tutte le lingue del mondo"

Non capisco cosa intendi con "la questione è principalmente scientifica".
Anche il francese ha avuto il suo momento, ma come per tutte le altre dipende da un fattore politico, culturale ed economico. Il latino si è diffuso con l'avanzare dell'impero romano in quanto era la sua lingua ufficiale ed è diventata lingua ufficiale della Chiesa di Roma, il greco si è diffuso con la colonizzazione greca ed è stata considerata per diverso tempo come lingua dei dotti e dei filosofi. Per il francese, sarò sincera...non me lo ricordo mica bene!:D se non sbaglio, il francese ha avuto il suo periodo di massima espansione dopo l'incoronazione di Carlo Magno. La lingua inglese, invece, si è diffusa principalmente con il colonialismo, anche se gia in precedenza aveva avuto un certo successo grazie agli scambi commerciali.
Al giorno d'oggi è la lingua più parlata ma si pensa che non sarà comunque sempre così, alcuni dicono che potrebbe un giorno essere scalzata dal cinese...ma in realtà non so si possano fare delle vere previsioni, il cinese è abbastanza difficile e comunque dipende molto anche dal potere economico e commerciale che acquisisce un paese.
Comunque che sia una lingua facile lo dicono gli altri, io no di certo! Non sono mai riuscita ad impararla :D. Presumo comunque che il suo successo sia dovuto anche a questo, sicuramente non è l'unico motivo e lo abbiamo visto, ma avrà indubbiamente aiutato visto che si continua a parlare inglese ovunque ed è la lingua più insegnata in tutto il mondo. Io continuo a non capirla, ma chi ha fatto il linguistico sostiene che è la più facile di tutte (se la batte con il tedesco, almeno così mi dicono).

Quello che volevo dire, e mi dispiace di non essermi fatto capire, è che per 'cultura' io intendo anche la conoscenza della grammatica. Avevo proprio fatto l'esempio del traduttore google.

La situazione sarà migliore (o uguale) rispetto ai decenni passati, ma è ugualmente devastante, e, ai giorni nostri assurdo che sia ancora così. È recente l'appello di professori universitari che si lamentano delle gravi carenze grammaticali dei propri studenti/laureandi.

Ma comunque, quello che conta è infatti il contesto, se tutti ci capiamo già, che bisogno c'è di dire 'startato' al posto di avviato, o 'signoffato' invece che approvato.
Ieri al supermercato (in piena periferia) invitavano a visitare il reparto 'groceries'...

Poi, si cambia il contesto, e...puff...nessuno capisce un ca..o di inglese.

Qualche mese fa provavo a spiegare al mio collega indiano, il nostro concetto di padulo. Non ci sono riuscito subito. Dopo una sua approfondita esperienza (esperienza) del contesto lavorativo, mi disse che aveva compreso.
Il loro concetto che più si avvicina al nostro padulo, è quello di un tipo che passa proprio mentre uno sta scagliando una freccia a caso, e lo colpisce. Bellissimo, ma per sua ammissione, il nostro padulo è superiore.

Ecco, ammetto di non sapere cosa sia il reparto groceries! :eek:
Ed effettivamente non conoscevo nemmeno Cherry piking... cioè, in italiano io dire scegliere le ciliege, scelta delle ciliege o una cosa simile XD.
Anche io penso che non siano necessari tutti sti termini stranieri quando possiamo dirlo in italiano. Va bene usare certi termini, ma è effettivamente brutto non sapere come si dice quella parola in italiano :D ...e mi ci metto in mezzo perchè faccio parte di quelle persone che ha avuto seri problemi scolastici! e mica sempre per colpa mia eh u.u.
Usare l'inglese in una situazione in cui si è tutti di nazionalità diverse, è perfetto, se si sa l'inglese. Così ci si capisce tutti, bene o male...ma il mio problema è un altro! ripeto che non arrivo a capire la necessità di usare l'inglese o il francese per presentare un prodotto sulla tv italiana, agli italiani!! Così come non capisco "groceries" al centro commerciale o in posti come la Coop! Io mi immagino le nonnine che bestemmiano (si, le nonne bestemmiano!) perchè non capiscono che cavolo sia! XD.

Comunque abbiamo tutta una serie di parole fantastiche e che non risultano esattamente come italiano corretto :D!! In romagna usiamo la parola ingoblare e sgoblare per dire avvolgere e svolgere o arrotolare e srotolare :D, ingoblato si dice anche di una corda o filo arrotolato male, un po ingarbugliato.
Poi noi abbiamo anche una parola molto particolare per dire lombrico, non so come si scrive perchè l'ho sempre sentita dire ma non l'ho mai vista scritta. La parola in questione è Argnèccul, che, oltre a voler indicare l'animale lombrico, vuole dare l'idea del movimento XD.

Ah, ragazzi, so che non c'entra molto con questa discussione, ma vi prego...ascoltatelo XD!. Fabio de Luigi spiega il dialetto angloromagnolo :D.

-https://www.youtube.com/watch?v=K3bfcrRNqck-
 
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Olmo60

Guru Master Florello
ma l'alfabeto morse non ha nulla a che vedere con la lingua e soprattutto non è per nulla più sintetico dell'alfabeto latino.
mai paragonato o detto che l'alfabeto morse abbia qualcosa a che fare con la lingua. .se rileggi cosa hai quotato è scritto li. la sintesi del morse? SOS.
 
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ikkyusan

Aspirante Giardinauta
Oggi sul corriere un titolo ridicolo: "Il day after il blitz"

Oltre a fare incartare la lingua, da come suona male, tanto valeva togliere i due articoli "il".
 

Stefano De C.

Florello Senior
La cultura è data da tante cose, e non mi pare così in declino.
La cucina italiana è rinomatissima in tantissimi paesi, così come molti prodotti.
Molti cantanti all'estero (Raffaella Carrà, Albano e Romina, Tiziano Ferro, Laura Pausini ecc., e recentemente anche Occidentali's karma è diventato comune in tutta Europa) sono cmolto famosi
 

Igla17

Aspirante Giardinauta
Questo mi sembra normale,ogni tempo aveva i suoi slogan. Ma avvicinando alla maturita la lingua che si usa e piu pulita perche Italia mai sparisssheee
 
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