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Fallimenti con la cotoneterapia

echinopsis

Giardinauta Senior
Non c'è verso che riesca a far spuntare una radichetta che sia una alle Phalenopsis in cotoneterapia.
E' la seconda volta che lo faccio, la prima l'anno scorso (poi dopo dei mesi nulli mi son rotto e l'ho buttata via), e finora niente.
Quella di quest'anno son più di 4 mesi che è lì e non si è mossa una virgola. A parte fare più volte la muffa alla base (ho capito che a differenza di quanto si dice ogni tanto bisogna arieggiare) non ha fatto una radichetta che sia una e anche la fogliolina nuova ora comincia a raggrinzarsi.
Ma voi che ci riuscite come fate? Qual è il vostro trucco?
saluti
 
M

Millian

Guest
anch'io non mi sono mai trovata con la cotoneterapia.
secondo la mia esperienza, lascio l'orchidea a radici libere (se ci sono), non uso alcun terriccio, bagno ogni 7 gg per immersione e lascio ben asciugare le foglie, in base alla stagione e alle temperature nebulizzo leggermente il colletto evitando ristagni d'acqua.
generelmente le nuove radici spuntano dopo 6 mesi.

bye
 

-rainbow-

Aspirante Giardinauta
Ciao anche io non mi sono trovata con la cotoneterapia :unsure: ora anche io una phal senza radici, la sto tenendo in un vaso con arigilla espansa e ho messo anche un sottovaso con argilla che tengo sempre bagnato.

Millian che intendi che la bagni per immersione? bagni proprio le foglie? Non ho mai capito se le foglie assorbono l'acqua!
 

biro46

Maestro Giardinauta
La cotoneterapia usata come alternativa alla classica sfagnoterapia resta più complessa e con riuscite molto minori rispetto alla sfagnoterapia ed occorre molta più attenzione proprio per il materiale di base che viene usato, il cotone idrofilo, ha caratteristiche ben diverse rispetto allo sfagno. Anche se ben sfiocchettato, se non si sfiocchetta non serve a niente, tende ad asciugare molto più in fretta rispetto allo sfagno in quanto ha meno capacità assorbente come conseguenza bisogna bagnarlo con più frequenza con problemi che sono il compattamento del cotone e la perdita del microclima che si è realizzato nell'ambiente circoscritto dovuta all'apertura del contenitore o del sacchetto, inoltre mentre lo sfagno ha proprietà antibatteriche ed antibiotiche naturali e anche se bagnato resta molto ossigenato si compatta di meno e stimola anche la formazione radicale il cotone non ha queste caratteristiche sopratutto se compattato.

Quali alternative alla cotoneterapia e alla sfagnoterapia (molte volte lo sfagno è difficile da trovare se non da venditori specializzati)?? ce ne sono molte ma tutte hanno una caratteristica, sono legate all'ambiente, alle prove fatte e alla pazienza di chi coltiva
La prima è sicuramente quella di imparare a coltivare correttamente le nostre orchidee, se le radici marciscono la colpa non è sicuramente dell'orchidea e la pianta ci manda dei segnali inequivocabili del fatto che non la stiamo coltivando correttamente sta a noi riconoscerle

Poi ci sono quelle di recupero

Una può essere lo sfioro di acqua, in un contenitore a bocca larga, ad esempio quelli del miele, si mette acqua con alcuni pezzi di carbonella poi si mette la pianta con la parte senza radici ben pulita eliminando tutto il secco delle vecchie foglie ed il nero della parte di fusto che sta marcendo o suberando facendo in modo che la base del fusto sia appena sopra il livello dell'acqua, in questo modo si crea intorno a quello che sarà il nuovo apparato radicale un alto livello di umidità necessaria alla formazione delle radici. Accortezza necessaria è quella di aggiungere acqua se il livello si abbassa e nebulizzare periodicamente le foglie se tendono a disidratarsi

Un'altra può essere l'utilizzo di bark e sfagno o bark (vero bark non il terriccio per orchidee) e muschio (che preferisco) si fa un substrato di bark e muschio in parti uguali, si mette sul fondo di un vaso abbastanza largo una parte del substrato fatto e su questo si adagia la parte finale del fusto della orchidea senza coprirlo, si nebulizza almeno giornalmente il substrato, quando si iniziano a formare le radici si aggiunge dell'altro substrato e si continua a nebulizzare il substrato e così via finchè il vaso non è pieno del substrato, in questo modo la pianta non subisce poi traumi successivi dovuti al rinvaso da un substrato all'altro

Poi ce ne sono tanti altri che sono stati adottati ma qualsiasi sia non aspettatevi miracoli perchè dal momento in cui si inizia il trattamento al primo risultato passano mesi ma sicuramente il migliore è il primo che ho indicato, impariamo a conoscere e coltivare le nostre orchidee
 
M

Millian

Guest
a volte lascio che si bagnino anche le foglie, poi asciugo bene tra le ascelle. altre lascio immersa solo la base/il colletto.
cmq anche le foglie assorbono l'umidità!
 

cscarfo

Esperto di Orchidee
La sfagnoterapia è un nome altisonante per indicare quello che gli inglesi chiamano sphag&bag, sfagno e busta. Il termine terapia aggiunge mistero a questo semplice rimedio. Probabilmente è stato coniato per scherzo.
Si mette una pianta in una busta solo per evitare che perda acqua. Per campare la pianta deve aprire gli stomi e così facendo perde acqua.
Mettendola in un ambiente con aria molto umida si riducono molto le perdite di acqua. A questo serve la busta, nient'altro.
Lo sfagno secondo alcuni ha proprietà di stimolazione della emissione di radici, etc. etc, ma molti usano al suo posto il cotone con gli stessi risultati. A mio parere sfagno, cotone, uno straccio bagnato, corteccia umida, etc. hanno lo stesso compito: arricchire di umiidtà l'aria.
Ci pensa la pianta, se può, a emettere le radici, che assorbono acqua da sfagno, cotone, corteccia nella stessa maniera.
Un elemento importante è la luce, che deve essere moderata. Più di tanto, senza radici, la pianta non può fare, perciò è inutile metterla sotto luce forte.

Invece molto importante, e penso sia la causa della maggior parte degli insuccessi, è la temperatura.
Se vogliamo far radicare una pianta in inverno, i 18-20°C dei nostri appartamenti sono insufficienti. Per una Phal ibrida queste temperature significano che si trova in inverno pieno, che è la stagione secca e non bisogna vegetare. 18°C sono le minime notturne dei giorni più "freddi" dell'anno per molte specie ed è raro che nel loro habitat la temperatura scenda di notte a 16°C. Negli stessi giorni "freddi" le massime diurne sono intorno ai 26°C. E con queste condizioni le piante stanno ferme. Con 20°C di massima una pianta stressata, ferma da tempo avrà difficoltà a riprendere a vegetare ed emettere radici nuove.
L'anno scorso una grossa Phal aveva perso tutte le radici (per mia colpa). L'ho messa in corteccia grossa, senza sfagno, senza busta. Questo è successo a fine maggio. Immediatamente ha emesso radici nuove e per tutta l'estate ne ha fatte tantissime.

Dato che invece a molti succede in autunno-inverno di scoprire che la pianta appena ricevuta in regalo ha le radici marce, oppure di aver innaffiato troppo in relazione al substrato e alle temperature, è difficile poi recuperare la pianta. Possiamo usare qualsiasi substrato, ma finché non escono nuove radici il substrato non conta nulla: possiamo anche lasciare la pianta sospesa in aria.
Peciò la busta è utile per mantenere in vita per alcuni mesi una pianta priva di radici. Ma non bisogna aspettarsi di vederne di nuove finché con la buona stagione le temperature aumentano decisamente. Se abbiamo una stanza o un punto molto caldo, si può provare a stimolare la pianta, oppure usando una lampada ad incandescenza o alogena, che riscaldano di più.

Spero di aver contribuito a smitizzare un termine spesso abusato e che rappresenta un piccolo rimedio per chi, come noi, non ha una serra come si deve con termostato, igrostato, etc. e può mantenere 32°C quando fuori c'è la neve.

Ciao

Carlo
 

echinopsis

Giardinauta Senior
Ringrazio tutti gli intervenuti e in particolare cscarfo e biro46 per le puntuali e approfondite spiegazioni.
 

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
io di norma uso sfagno o sfagno e bark, eventualmente metto in un vaso di vetro e copro con Domopak, per mantenere l'umidità oppure lascio semplicemente così.

lo sfagno, trattenendo l'umido aiuta a non disidratare la pianta, che abbia o meno proprietà disinfettanti, e pare sia una prerogativa solo dello sfagno vivo, non saprei, ma essendo acido, potrebbe aiutare a ridurre la formazione di alcune muffe.

al momento ho 6/7 barattoli di vetro con sfagno e bark coperti di pellicola con tante mini piantine deflaskate :D

alcune vanno alla grande, altre un po' meno

il primo ingrediente per il recupero di piante in difficoltà è la pazienza
trova il giusto equilibrio e abbandonale, non troppo, ma quanto basta perché tu non ti stressi in attesa che loro facciano qualcosa.
 

pedra

Giardinauta
Io che non sono una grande esperta di phal ho provato con successo la cotoneterapia,ma come diceva chi mi ha preceduta, credo che la stagione sia di molto aiuto,difatti la phal così trattata ha radicato in poco tempo,però era estate,quindi luce e temperature ottimali.
 

biro46

Maestro Giardinauta
Lo sfagno secco e pressato se è ben conservato in un contenitore ben chiuso conserva le proprietà antisettiche in quanto resta presente il formolo che è la sostanza che da allo sfagno le proprietà antisettiche. Questa sostanza è volatile e dopo che lo sfagno è stato esposto all'aria o dopo un po' di tempo dall'utilizzo se ne va completamente e lo sfagno perdendo le sue proprietà antisettiche tende a marcire in modo più o meno veloce in base a tipo di sfagno
 

matti3001

Aspirante Giardinauta
se può esserti d'aiuto, io ho ottenuto ottimi risultati con i barattoli a sfera su cui tengo accesa una lampada per 12h al giorno! ho notato che più della temperatura a giostrare la crescita dei keiki che tengo lì dentro è la luce!, tant'è che nel periodo in cui avevo tolto la lampada si erano bloccati immediatamente e dopo averla rimessa, hanno ripreso a crescere vigorosamente! :)
ovviamente come ha detto spulky, l'ingrediente principe è la pazienza :)
 

matti3001

Aspirante Giardinauta
solo sfagno umido con adagiate sopra le piante! :) col tempo non solo i keiki si sono ripresi, ma è nato anche dello sfagno!

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