• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

sommes tous Charlie

Olmo60

Guru Master Florello
ho sotto gli occhi un articolo di P. Flores D'Arcais che trovo talmente giusto e condivisibile da riportarlo qui..anche per quello che è successo oggi a Copenhagen e sul dibattito che si sta facendo sulla libertà o no di pubblicare vignette anche offensive sulla religione:

"Se il criterio dell'offesa diventa il paradigma della libertà, a decidere sarà la suscettibilità.Ma la tua libertà trova un limite nella mia eguale libertà, non nella suscettibilità, per definizione soggettiva e presso ciascuno diversa. Io sono libero di irridere la tua fede, perchè con il mio scherno non ti impedisco affatto di praticarla, e tu resti libero di irridere le mie convinzioni, ma non puoi impedirmi di praticarle, benchè la tua sensibilità le viva come offensive: libertà simmetrica . Diversamente non solo ogni credente diventa titolare di un diritto di censura, ma a decidere dei limiti della libertà sarebbero alla fine i fondamentalismi di ogni confessione. Non è un paradosso. Si ragioni freddamente: una volta accettato il divieto dell'offesa per ciò che è vissuto come sacro, tanto maggiore sarà la suscettibilità del credente e tanto più ampia la sfera delle espressioni che per lui costituiscono non solo offesa ma addirittura sacrilegio. Maggiore la suscettibilità (che è massima al fanatismo!) e maggiore il diritto di far tacere gli altri, questo il risultato che nelle parole di (Biiiip- devo tacere il nome) sembra così ragionevole di ecumenica tolleranza. Più grave ancora: il criterio della suscettibilità inerente alla categoria dell'"offesa" crea un meccanismo sociale che incoraggia la surenchère: più sono intollerante più ho titolo a far tacere, dunque, vengo premiato in termini di potere se faccio lievitare il mio cruccio per la critica (naturale in ciascuno) dapprima in risentimento, poi in rabbia e infine in fanatismo, dando libera stura (anzichè civile repressione) alla pulsione di onnipotenza che si annida in ciascuno di noi. Non basta: se è giusto censurare ciò che offende ogni religione, saranno l'ipersuscettibilità degli ebrei, dei cristiani, dei musulmani, ma anche ogni idiosincrasia dei testimoni di Geova, dei mormoni, dei fedeli al Verbo di scientology e molto altro ancora. Tutto ciò che ognuna di queste fedi trova molesto diventa legittimo oggetto di anatema e ostracismo. Cosa resta della libertà di critica dopo questo bel rogo di libertà "offensive"? Ogni pretesa di Verità ha diritto di mettere il bavaglio a ciò che vive come ingiuria. Ma per centinaia di milioni di uomini furono sacri Stalin e Mao, e la "supremazia bianca" è dogma di fede de Ku Klux klan: guai a chi li critica! La logica del "non si può offendere" è spietata, non consente un "on/off" secondo i propri comodi.

p,s non sapevo che già in diversi paesi, dopo Chrlie questa "rinuncia" è stata fatta..sono successe delle cose...
:eek:
 

lilith

Master Florello
ho sotto gli occhi un articolo di P. Flores D'Arcais che trovo talmente giusto e condivisibile da riportarlo qui..anche per quello che è successo oggi a Copenhagen e sul dibattito che si sta facendo sulla libertà o no di pubblicare vignette anche offensive sulla religione:

"Se il criterio dell'offesa diventa il paradigma della libertà, a decidere sarà la suscettibilità.Ma la tua libertà trova un limite nella mia eguale libertà, non nella suscettibilità, per definizione soggettiva e presso ciascuno diversa. Io sono libero di irridere la tua fede, perchè con il mio scherno non ti impedisco affatto di praticarla, e tu resti libero di irridere le mie convinzioni, ma non puoi impedirmi di praticarle, benchè la tua sensibilità le viva come offensive: libertà simmetrica . Diversamente non solo ogni credente diventa titolare di un diritto di censura, ma a decidere dei limiti della libertà sarebbero alla fine i fondamentalismi di ogni confessione. Non è un paradosso. Si ragioni freddamente: una volta accettato il divieto dell'offesa per ciò che è vissuto come sacro, tanto maggiore sarà la suscettibilità del credente e tanto più ampia la sfera delle espressioni che per lui costituiscono non solo offesa ma addirittura sacrilegio. Maggiore la suscettibilità (che è massima al fanatismo!) e maggiore il diritto di far tacere gli altri, questo il risultato che nelle parole di (Biiiip- devo tacere il nome) sembra così ragionevole di ecumenica tolleranza. Più grave ancora: il criterio della suscettibilità inerente alla categoria dell'"offesa" crea un meccanismo sociale che incoraggia la surenchère: più sono intollerante più ho titolo a far tacere, dunque, vengo premiato in termini di potere se faccio lievitare il mio cruccio per la critica (naturale in ciascuno) dapprima in risentimento, poi in rabbia e infine in fanatismo, dando libera stura (anzichè civile repressione) alla pulsione di onnipotenza che si annida in ciascuno di noi. Non basta: se è giusto censurare ciò che offende ogni religione, saranno l'ipersuscettibilità degli ebrei, dei cristiani, dei musulmani, ma anche ogni idiosincrasia dei testimoni di Geova, dei mormoni, dei fedeli al Verbo di scientology e molto altro ancora. Tutto ciò che ognuna di queste fedi trova molesto diventa legittimo oggetto di anatema e ostracismo. Cosa resta della libertà di critica dopo questo bel rogo di libertà "offensive"? Ogni pretesa di Verità ha diritto di mettere il bavaglio a ciò che vive come ingiuria. Ma per centinaia di milioni di uomini furono sacri Stalin e Mao, e la "supremazia bianca" è dogma di fede de Ku Klux klan: guai a chi li critica! La logica del "non si può offendere" è spietata, non consente un "on/off" secondo i propri comodi.

p,s non sapevo che già in diversi paesi, dopo Chrlie questa "rinuncia" è stata fatta..sono successe delle cose...
:eek:
condivisibilissimo
 

ginestra

Master Florello
L'analisi è giustissima, basti pensare che molti paesi arabi fanno satira non solo sugli usi e costumi occidentali, compresa la religione, ma anche su loro stessi e la loro religione (senza però troppo eccedere). Ma sono musulmani moderati appunto, e non fanatici.
Del resto il fanatismo religioso l'abbiamo conosciuto anche noi, in Europa e in Italia da parte della chiesa cattolica e di cui non si trova traccia al giorno d'oggi. Loro, gli islamici radicali, si trovano ora nelle stesse condizioni con la differenza di poter disporre di armi moderne, di finanziamenti colossali e di tecnologia informatica. Sono più pericolosi perchè possono arrivare in qualsiasi punto e in qualsiasi momento.
Quello che mi meraviglia è il paradossale silenzio dell'ONU.
 

MaryFlowers

Fiorin Florello
ho sotto gli occhi un articolo di P. Flores D'Arcais che trovo talmente giusto e condivisibile da riportarlo qui..anche per quello che è successo oggi a Copenhagen e sul dibattito che si sta facendo sulla libertà o no di pubblicare vignette anche offensive sulla religione:

"Se il criterio dell'offesa diventa il paradigma della libertà, a decidere sarà la suscettibilità.Ma la tua libertà trova un limite nella mia eguale libertà, non nella suscettibilità, per definizione soggettiva e presso ciascuno diversa. Io sono libero di irridere la tua fede, perchè con il mio scherno non ti impedisco affatto di praticarla, e tu resti libero di irridere le mie convinzioni, ma non puoi impedirmi di praticarle, benchè la tua sensibilità le viva come offensive: libertà simmetrica . Diversamente non solo ogni credente diventa titolare di un diritto di censura, ma a decidere dei limiti della libertà sarebbero alla fine i fondamentalismi di ogni confessione. Non è un paradosso. Si ragioni freddamente: una volta accettato il divieto dell'offesa per ciò che è vissuto come sacro, tanto maggiore sarà la suscettibilità del credente e tanto più ampia la sfera delle espressioni che per lui costituiscono non solo offesa ma addirittura sacrilegio. Maggiore la suscettibilità (che è massima al fanatismo!) e maggiore il diritto di far tacere gli altri, questo il risultato che nelle parole di (Biiiip- devo tacere il nome) sembra così ragionevole di ecumenica tolleranza. Più grave ancora: il criterio della suscettibilità inerente alla categoria dell'"offesa" crea un meccanismo sociale che incoraggia la surenchère: più sono intollerante più ho titolo a far tacere, dunque, vengo premiato in termini di potere se faccio lievitare il mio cruccio per la critica (naturale in ciascuno) dapprima in risentimento, poi in rabbia e infine in fanatismo, dando libera stura (anzichè civile repressione) alla pulsione di onnipotenza che si annida in ciascuno di noi. Non basta: se è giusto censurare ciò che offende ogni religione, saranno l'ipersuscettibilità degli ebrei, dei cristiani, dei musulmani, ma anche ogni idiosincrasia dei testimoni di Geova, dei mormoni, dei fedeli al Verbo di scientology e molto altro ancora. Tutto ciò che ognuna di queste fedi trova molesto diventa legittimo oggetto di anatema e ostracismo. Cosa resta della libertà di critica dopo questo bel rogo di libertà "offensive"? Ogni pretesa di Verità ha diritto di mettere il bavaglio a ciò che vive come ingiuria. Ma per centinaia di milioni di uomini furono sacri Stalin e Mao, e la "supremazia bianca" è dogma di fede de Ku Klux klan: guai a chi li critica! La logica del "non si può offendere" è spietata, non consente un "on/off" secondo i propri comodi.

p,s non sapevo che già in diversi paesi, dopo Chrlie questa "rinuncia" è stata fatta..sono successe delle cose...
:eek:

Questo tuo discorso e ragionamento ho cercato fin dall inizio di spiegar ,fallendo ogni volta ,un po' come " la mia libertà finisce dove inizia la tua ". . . Brava olmo :love:
 

Olmo60

Guru Master Florello
Questo tuo discorso e ragionamento ho cercato fin dall inizio di spiegar ,fallendo ogni volta ,un po' come " la mia libertà finisce dove inizia la tua ". . . Brava olmo :love:

X Mary: non è il mio discorso, ma un discorso che in parte mi ha colpito per la sua logica interna. Però tra le righe, sembra che sia ammesso e lecito poter dire quello che passa per la testa, mentre non è così: anche la libertà di espressione trova un limite nel codice penale..mi sembra che liquidi troppo in fretta Charlie H.
 

lilith

Master Florello
Vignetta di Elle K su Repubblica :l Italia è a un tiro di missile dalla Libia, dice uno. Risposta : ora dobbiamo solo venderglielo!
 

MaryFlowers

Fiorin Florello
Oi hanno fatto veder come sarebbe facile per 4 terroristi magari come kamikaze potrebbero risalir tranquillamente lungo il fiume Tevere che per un tratto e' completamente selvatico e senza anima viva ad arrivar alle porte di Roma .e cosa mai potrebbero fare i nostri altri 4 poliziotti pur mal pagati e forse anche senza benzina nella brum brum a intervenire e a salvarci???? :(
 
Oi hanno fatto veder come sarebbe facile per 4 terroristi magari come kamikaze potrebbero risalir tranquillamente lungo il fiume Tevere che per un tratto e' completamente selvatico e senza anima viva ad arrivar alle porte di Roma .e cosa mai potrebbero fare i nostri altri 4 poliziotti pur mal pagati e forse anche senza benzina nella brum brum a intervenire e a salvarci???? :(

i poliziotti nulla, ma le pantegane (leggasi ratti) se li magnerebbero vivi. Da l punto di vista "tevere" noantri romani siamo al sicuro.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Contro Charlie: perchè faceva satira soprattutto sull'islam ma poco o niente sull'ebraismo (come religione)?
 

e.leo

Maestro Giardinauta
Allora saranno stati ammazzati perché sionisti.
Oppure marxisti poco democratici e di parte, o perché la loro satira faceva cagare. Volendo un motivo valido per ammazzare qualcuno lo si trova sempre
 

Olmo60

Guru Master Florello
chi è che sa perchè non si può più chiamare l'isis -isis-??? ora andrebbe chiamato Daesh..per politicallly correct...ha detto il ministro..ma non ha spiegato questo correct...comunque quando l'ho sentito stava sudando e parlava sotto voce.
 
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