Tanto per precisare (magari qualcuno non lo sà): il progetto di unire calabria e sicilia con un ponte lungo 3,3 Km esiste più o meno dall'immediato dopoguerra (berlusconi non centra ASSOLUTAMENTE NULLA, anzi, forse, è stato l'unico che ha dato un seguito e un senso ai soldi di progetti e concorsi d'idee spesi dagli anni 50 fino ad oggi). Se l'esigenza si sente dagli anni 50, un qualche motivo ci sarà!!!!
Avete mai provato ad andare in sicilia in macchina???? La maggior parte del tempo la sprechi ad aspettare e a fare la tratta col traghetto. Ho studiato e ammirato per anni uno dei primissimi progetti del ponte (ancor oggi fantastico e ineccepibile dal punto di vista ingegneristico) ad opera di Sergio Musmeci (forse il più grande ingegnere italiano assieme a Nervi e Morandi del 900) (ps se capitate dalle parti di potenza sempre di musmeci vi consiglio anche di ammirare e "passeggiare" sotto al ponte sul Basento).
Il ponte sullo stretto, causa profondità elevatissima del fondale che intercorre tra sicilia a calabria sarebbe OBBLIGATORIAMENTE ad unica campata (non vogliamo fare i di più facendolo a unica campata anzichè a più campate, anche perchè non esiste giustificazione che regga al quadro economico di un progetto, è soltanto un OBBLIGO dettato dal contesto). Stante l'obbligo tecnico, sarebbe in ogni caso il ponte con la luce libera più lunga al mondo (3,3 km sono TANTI TANTI) e sarebbe una delle opere infrastrutturali più difficili, prestigiose e importanti del mondo. Non spetta a me dire o capire se il beneficio economico sia tangibile o meno, anche se di solito se si porta avanti un progetto per 50 anni qualcuno si è preso la briga di fare studi di fattibilità e una valutazione economica costo/benefici. Anche l'impatto ambientale non è poi così devastante come i boccaloni ambientalisti sostengono (primo perchè un ponte è un opera a mio avviso tanto estranea che si inserisce bene in un contesto naturale senza sembrare un "finto naturale" secondo perchè poi dovreste calcolare anche il non impatto di qualche traghetto in meno). In ogni caso anche su questo aspetto qualcuno più ingegnere di me ha fatto delle valutazioni di impatto ambientale (VIA) ed ha tratto delle conclusioni per poter portare avanti un progetto. Alla fine della fiera trovo piuttosto ridicola tutta la resistenza che si ha da 50 anni a questa parte :squint: (fatta di solito da gente che non può valutare nè gli aspetti economici, nè ingegneristici, nè l'impatto ambientale perche NON LO SA, ma parla solo per "sentito dire").
Resta il fatto che in danimarca e svezia (manco due regioni bensì due NAZIONI distinte) si trovano accordi e si fanno ponti di collegamento di 40 KM, noi ci facciamo le pippe mentali per una TAV (che grazie ad alcuni delinquenti ci costa 10 volte più del previsto), un PONTE, un tratto autostradale, fin anche alla cuccia del cane distante 250 metri dal mare.
Le nostre leggi e i vincoli ambientali sono severissimi e assolutistici; vietano in molti casi a prescindere in modo asettico qualsiasi intervento. Ma se un intervento è utile e si inserisce coerentemente e con armonia nel contesto completandolo invece che deturpandolo perchè questo deve essere "bocciato" a prescindere? (questo riferimento è in linea generale per spiegare il nostro approccio alle opere infrastrutturali e alle opere puntuali pubbliche e private in zone vincolate non si riferisce ad un caso specifico).