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la mia Phalaenopsis sta morendo..

F

faby_9

Guest
ciao a tutti!
prima ha iniziato a seccarsi il fusto, partendo dall'alto si è ormai seccato fino alla base, e adesso anche una foglia si sta seccando! :cry:
La pianta è nella mia stanza, nn vicino alla finestra,l'acqua(minerale nn gassata) la do una volta alla settimana, nebulizzo acqua sulle foglie, il concime(che mi è stato venduto dal fioraio) 1 volta al mese circa, pero' il vaso è piccolo e di plastica vorrei cambiarlo, come fare?Che cosa sbaglio?
grazie tante a tutti
faby
 

Iacopo

Giardinauta Senior
Ciao Faby

Cerchiamo di capire: se per fusto intendi il getto floreale, poco male.

Lo stato delle radici? sono sane e turgide? ci sono nuove radici che stanno spuntando?

Il vaso è ben drenato? che tipo di substrato c'è?
 
F

faby_9

Guest
Prima di tutto grazie per avermi risposto!
Allora per "fusto" intendo il ramo dove erano attacati i fiorni(che si sono seccati per primi,uno ad uno!);
le radici non saprei dirtelo con esatezza sinceramente, mi sembra che sono turgide cmq;
per quanto riguarda il vaso, è di plastica entrano a malapena le radici e pochissima terra, non credo si possa parlare di substrato!(volevo aspettare sett per travasarla su consiglio del fioraio)
Per quanto riguarda il drenaggio...bah veramente tolgo l'acqua in eccesso che rimane nel sottovaso dopo un po' che le ho dato l'acqua...ma una volta mi sono dimenticata di farlo! :-(
Grazie tante ancora e nonostante sia molto ignorante in materia spero di essere stata chiara!
faby
 

Iacopo

Giardinauta Senior
Allora la cosa più preoccupante è quella che tu definisci "terra" se è terra davvero o torba o qualsiasi altra cosa che si compatta sulle radici rischia o ha già cominciato a farle marcire.
Se marciscono tutte le radici la pianta non può alimentarsi né bere e quindi deperisce e alla fine muore.

Le phalaenopsis sono orchidee epifite che vivono sulla corteccia degli alberi, le radici dopo aver ricevuto frequenti piogge si asciugano quasi completamente.

Il substrato adatto è fatto di pezzi di corteccia di abete o pino il cosidetto bark, nel quale l'aria penetra facilmente impedendo che le radici si ammalino.

Se la pianta è nel terriccio o nella torba dovrai rinvasarla con un composto di corteccia.

Meglio tenere la pianta sollevata dal sottovaso in modo che l'acqua che vi si raccoglie non tocchi mai direttamente il vaso.
 
F

faby_9

Guest
Grazie!
andro' dal vivaio a comprare il composto di corteccia di cui parli e la sistemero' in un vaso di terracotta piu' grande,anche se credo e spero che me l'hanno venduta già con questo composto, e sono io a non essere stata in grado di distinguere le due cose!

Grazie ancora anche per le informazioni ed i consigli.
faby
 

Iacopo

Giardinauta Senior
Attento al vaso di terracotta, va bene ma poi quando devi rinvasare le radici ci si sono attaccate tenacemente e diventa arduo non roperle, per questo motivo anch'io preferisco la plastica. altre discussioni già sviscerate sulle phapaenopsis sul FAQ del forum: http://www2.giardinaggio.it/forum/showthread.php?t=21642

Alcune info semplici per rinvasare dal sito di Giulio:

Rinvasi
Come abbiamo detto, le orchidee vogliono che molta aria circoli tra le radici e soffrono particolarmente i ristagni di acqua. Per questo motivo, è obbligatorio rinvasare le piante periodicamente ad intervalli di due-tre anni e cambiare completamente il composto dei vasi. Infatti i composti che normalmente vengono usati, a base di corteccia di conifera (bark), hanno il difetto di degradarsi abbastanza velocemente, e dopo due/tre anni il drenaggio viene ostruito causando problemi di asfissia radicale per le piante. Per le piante che vogliono il composto sempre umido, come Paphiopedilum e Phragmipedium, i rinvasi devono essere più frequenti, anche ogni anno.

Visti i motivi per cui le orchidee vanno periodicamente rinvasate, vediamo adesso come e quando.

Spesso teniamo queste piante in ambienti controllati, quindi il periodo del rinvaso non è così fondamentale come per altri tipi di piante, comunque il momento migliore è la primavera, appena inizia il risveglio vegetativo ed iniziano ad emettere le nuove radici. Inoltre è opportuno rinvasare comunque le piante quando ci si accorge che hanno sofferto per ristagni di acqua o comunque troppe annaffiature o eccessi di fertilizzanti.

E' importante bagnare la pianta almeno 24 ore prima, così le radici (umide) diventano più flessibili e si possono piegare facilmente, altrimenti si corre il rischio di spezzarle durante le operazioni di rinvaso.

Nel nuovo vaso (se ne occorre uno nuovo, altrimenti si può riutilizzare il vecchio lavandolo con varechina e risciacquandolo bene) occorre predisporre uno strato di drenaggio alto circa un terzo del vaso. Il drenaggio può essere fatto sia con pezzi di coccio sia con pezzi di polistirolo, l'importante è che sia abbastanza alto e non ostruisca i fori di scolo (tra l'altro se si usa vasi di plastica è consigliabile fare altri fori per migliorare l'aerazione).

Come composto si può usare il bark (che è corteccia di conifera spezzettata) con aggiunte di materiali vari che servono a migliorano il drenaggio e/o la ritenzione idrica, quali il polistirolo a pezzi, torba, carbonella di legna (ottima anche da sola), pezzetti di spugna, lana di roccia, foglie di faggio secche. Altri ottimi materiali spesso indicati anche nei libri e nelle pubblicazioni, sono l'osmunda che è una fibra vegetale formata da radici di una felce, l'Osmunda regalis (che guarda caso è protetta allo stato naturale ed assolutamente introvabile in commercio) e lo sfagno, che è un muschio palustre che assorbe molta acqua e la rilascia gradatamente e si può usare sia fresco (vivo) che secco (neanche lo sfagno si trova in commercio, però si può trovare ai bordi degli acquitrini e nelle torbiere).

Spesso su internet mi è capitato di leggere "n.z." inteso come composto: si tratta di un'abbreviazione di "New Zeland sphagnum moss" ossia "sfagno della Nuova Zelanda"; pare infatti che la varietà neozelandese dello sfagno sia la migliore del mondo per quanto riguarda la coltivazione di orchidee ... non andate però a cercarla nei negozi italiani, perché probabilmente vi rideranno dietro.

Si trovano comunque in commercio dei mix già preparati a base di bark, che si possono tranquillamente usare per piante medio/piccole o per quelle che amano avere radici sempre umide come Phalaenopsis, Paphiopedilum ecc. mentre sono poco indicati per vasi (e piante) di grandi dimensioni (come i Cymbidium) e per quelle che soffrono se il composto rimane umido a lungo, come Cattleya, Laelia, Vanda ecc. Per queste è più consigliato usare la corteccia (a pezzi grossi) che viene venduta da sola e che spesso viene usata nelle aiuole per evitare le erbe infestanti. Ricordiamoci però che la pezzatura del composto deve essere proporzionata alla grandezza del vaso, ad esempio un vaso di 30/40 cm di diametro deve per forza avere un composto di pezzatura grande, sui 2/3 cm e più, altrimenti la zona centrale del composto rimarrà sempre umida, a scapito della salute delle piante, mentre per un vaso di 10 cm di larghezza si può utilizzare una pezzatura di circa un centimetro o anche meno. Il composto va inumidito qualche ora prima dell'uso.

A questo punto si può estrarre la pianta dal vaso e districare le radici, togliendo tutto il vecchio composto e tagliando via le radici morte. E' consigliabile immergere la pianta in una soluzione con un fungicida per qualche minuto, quindi si può sistemare la pianta nella nuova dimora, avendo cura di sistemare bene il nuovo composto tra le radici e di non ricoprire il rizoma, bensì lasciarlo all'aria. Visto che le radici dovranno avere del tempo per crescere ed ancorarsi al vaso, è consigliabile inserire un tutore e fissarci i bulbi perché non si ribaltino, poi si sistema il vaso in un posto riparato e si cerca di lasciarlo in pace per 15/20 giorni senza annaffiare, dando solo alcune spruzzature qualche volta al giorno. Solamente Paphiopedilum e Phragmipedium amano essere innaffiati subito dopo al rinvaso.

Il rinvaso può essere evitato in un solo modo, ossia facendo vegetare le piante su tronchetti, zattere e cose del genere.

Essendo epifite infatti per loro è questo il modo naturale di crescere, quindi si adatteranno benissimo. Come supporti si può utilizzare vari tipi di legno, l'importante è che siano privi di tannini (evitare quindi legno di castagno e quercia), che siano abbastanza resistenti all'umidità (ad esempio pioppi ed altri legni "leggeri" si sfaldano troppo velocemente) ed abbiano la superficie molto rugosa in modo che le radici vi si possano aggrappare saldamente; normalmente si usano scorze di sughero o pezzi di robinia (chiamata anche acacia) stagionati a cui non sia stata tolta la corteccia.

Ai tronchetti sarebbe bene comunque legare dei ciuffi di sfagno o qualche altra cosa (tipo il misto di muschio e fibre di cocco che troviamo legato ai paletti per le piante rampicanti domestiche) per aumentare l'efficacia delle innaffiature, in quanto, essendo all'aria aperta, le radici si asciugano molto velocemente, richiedendo a volte diverse annaffiature nell'arco di una stessa giornata.
© Giulio Farinelli 1997-2005
 
Ultima modifica:
F

faby_9

Guest
ok andro' subito a leggere le info sul sito cmq scegliero' sicuramente la plastica!
grazie ancora!
faby
 
D

De Vidi Guido

Guest
Ciao Faby 9 benvenuta tra le orchidee ed in questo forum. Le moderatrici di questo forum chiedono di non linkare altri siti e quindi, se ti può servire ti copio incollo un post che ho fatto ad ottobre sul mio blog:

PHALAENOPSIS – L’origine del nome deriva dal greco phalaina “farfalla notturna” e opsis che significa simile, vista la sua somiglianza con certe falene tropicali.
Esistono circa cinquanta specie; alcune sono assai note, altre più rare nelle collezioni.
Certe specie mostrano splendidi fiori che le rendono preziose, anche se durano pochi giorni, mentre altre, mantengono la fioritura da due a cinque mesi e fioriscono in successione dando quindi l'impressione di durare assai di più, e rendendole ancor più desiderabili.
Le Phalaenopsis non hanno bisogno di molta luce e richiedono una minima temperatura notturna di 18 gradi, due fattori che rendono facile la loro coltura in serra e non eccessivamente difficile in ambienti domestici.

La divulgazione delle Phalaenopsis “ibridi” che praticamente hanno invaso le nostre case,
colloca queste orchidee fra le più richieste. I motivi di tanta popolarità derivano dalla lunga durata dei fiori, dal costo relativamente contenuto e dalla facilità di propagazione.
Le lunghe e ampie foglie che s’incurvano possono essere lucide o coriacee, verdi o chiazzate di grigioverde, e molto spesso pigmentate di porpora nella pagina inferiore. Sono lunghe da 10 a 40 centimetri, perciò una pianta adulta può occupare un'area abbastanza grande. In altezza la pianta cresce lentamente e forma solo una o due foglie nuove ogni anno. Le piante adulte si compongono di cinque o sei, alcuni esemplari qualcuna di più. Le robuste radici, sovente appiattite, si sviluppano sul fusto, tra le foglie mature, e si allungano verso il basso, dentro e fuori del vaso di coltura, scendendo ancora di qualche centimetro.
Le spighe fiorali nascono all'ascella delle foglie più basse, sovente dalle zone dove vecchie foglie sono cadute e quindi dalla parte più vecchia della pianta. I fiori si dividono per la loro struttura in due gruppi. Il primo gruppo, quello dell'Euphalaenopsis, è caratterizzato da appendici che sporgono dal labello e da petali assai più ampi dei sepali. Il secondo gruppo, quello delle Stauroglottis, ha i petali simili ai sepali e il labello privo di appendici.
In entrambi i gruppi, il labello, che ha varie forme, è unito alla parte basale della colonna, chiamata «piede» della colonna, per mezzo di un prolungamento.
La stagione vegetativa, durante la quale si formano le nuove foglie e si sviluppano le radici, va dalla primavera all'autunno e le spighe dei fiori compaiono dalla tarda estate all'inverno.
Alcuni esemplari sono molto puntuali riguardo l'epoca di fioritura, molti altri un po’ meno, soprattutto gli ibridi, e quindi le spighe fiorali possono svilupparsi in qualsiasi momento dell'anno, indipendentemente dallo sviluppo vegetativo della pianta.

In molte specie, lo stelo fiorale è alto ed arcuato senza ramificazioni nelle forme bianche, ramificato in altre.
Alcune piante formano tutti i fiori su una sola spiga e nello stesso tempo. In altre varietà, i fiori si aprono in successione, e lo stelo continua a formare nuove gemme. Le piante che hanno questo comportamento possono rimanere in fiore per buona parte dell'anno, dato che i singoli fiori durano diversi mesi e che nuovi continuano a formarsi per sostituire quelli appassiti.
Non tagliate la spiga fiorale finché non siete ben sicuri che ha cessato di formare nuove gemme.
In molte specie e ibridi, se lo stelo dei fiori viene reciso proprio sotto il nodo che ha prodotto il primo fiore, può formarsi uno stelo laterale da uno dei nodi inferiori recante una seconda spiga.
Quando una Phalaenopsis non è coltivata in condizioni ambientali ottimali, difficilmente forma nuovi getti fiorali in presenza di ramificazioni laterali sui vecchi steli; sarà l’esperienza a stabilire se rimuovere uno stelo fiorale o lasciare che formi rami secondari.

COLTIVAZIONE

Invasatura.
Le Phalaenopsis richiedono vasi piuttosto piccoli e, in generale, non vogliono essere rinvasate con frequenza.
Non si deve tuttavia permettere ad una pianta di esaurirsi. Con questo tipo d'orchidee, forse più che con qualsiasi altro, è importante scoprire il giusto substrato di coltura, adatto all'ambiente e alle condizioni climatiche.
Il substrato che incontra generale successo si compone di corteccia d’abete, miscelata con poca torba di sphagno.
Ricordo che la corteccia, va messa a bagno 3-4 giorni prima allo scopo di prepararla già umida ed inoltre per togliere la polvere e le impurità di vario genere.
Si rinvasa, quando il substrato non è più in buone condizioni o quando una pianta ha perso molte foglie inferiori e rimane fuori del substrato, il fusto nudo. In generale s’interviene, quando le nuove radici si stanno sviluppando, di preferenza, a fioritura finita.
Per rinvasare, rimuovete la pianta dal vaso e ripulitela dal substrato vecchio. Rompete con le dita la parte secca del fusto, posta al di sotto la corona delle radici vive.
Nel caso in cui le radici attive sono troppo lunghe, tagliatele ad una lunghezza conveniente per il nuovo vaso: le radici tagliate daranno rami laterali che penetreranno nel substrato, permettendo un saldo ancoraggio della pianta. Lasciate che le radici superiori assumano la loro posizione naturale, sia all'interno sia all'esterno del vaso.
La corteccia dovrà essere in pezzi piuttosto grossi e la pianta sarà sistemata ben al centro del vaso e, qualunque sia il materiale usato, la parte basale dovrà essere coperta da 3 centimetri circa di substrato.
Dopo l'invasatura, la pianta, va innaffiata con moderazione. Mantenete l'atmosfera umida (60-70 per cento di umidità relativa) e nebulizzate le piante una volta al giorno.
IL periodo di post rinvaso richiede particolare attenzione, se si nota un eccessivo appassimento delle foglie, vale la pena di ridurre ulteriormente la luce per tutto il periodo necessario alla formazione di nuove radici.
Queste piante, che provengono dalle regioni tropicali dell'Asia, calde e umide, devono essere coltivate a temperature moderatamente calde.
Durante la notte la temperatura non dovrebbe scendere sotto i 18 gradi centigradi. La temperatura diurna dovrà essere di 5-6 gradi in più di quella notturna, durante l'inverno, ma potrà aumentare durante l'estate, purché sì prendano le consuete precauzioni contro un calore eccessivo.

Acqua.
Le piante vanno innaffiate di frequente, in modo da non lasciar mai asciugare completamente il substrato di coltura; ma si tenga presente che non amano essere tenute a bagno.
Le piante gradiscono una nebulizzazione nei giorni di bel tempo, ma devono asciugarsi prima della notte. I getti tendono ad essere succulenti e sono particolarmente facili a rovinarsi per eccesso d’umidità.

Somministrazione di fertilizzanti.
Le Phalaenopsis traggono profitto dalla somministrazione di fertilizzanti. Il quantitativo opportuno, se coltivate in corteccia, è di un grammo per litro d'acqua ogni 2 o 3 settimane, scegliendo la formula 30-10-10 nella fase vegetativa e 20-20-20 il restante periodo.

Luce.
Una luce troppo forte, ingiallisce le foglie e bracchizza la pianta. Le Phalaenopsis crescono bene con luce soffusa da sotto bosco.

Ventilazione e circolazione dell'aria.
L'aria in circolazione dovrebbe essere umida. Una buona ventilazione e circolazione dell'aria aiutano a mantenere sane le piante in ogni momento, ma sono particolarmente importanti per impedire che le foglie siano colpite dal fungo Botrytis che prospera a basse temperature in ambiente stagnante.

Parassiti delle Phalaenopsis.
Il nemico delle Phalaenopsis, ed anche d’altri generi, è il falso ragnetto rosso. La specie Tenuipalpus pacificus è appunto chiamato il parassita delle Phalaenopsis
Esistono diverse specie simili al Tenuipalpus, appartenenti al genere Brevipalpus, che gli rassomigliano per l'aspetto e per il comportamento e che attaccano sia le Phalaenopsis, sia altre orchidee.
Il falso ragnetto rosso provoca danni gravissimi alle foglie, manifestandosi dapprima come macchie giallastre irregolari che diventano poi incavate e si necrotizzano, restando bianche o grigie o diventando marrone, e che finiscono per causare una perdita precoce delle foglie. Il danno provocato dal parassita ha l'aspetto di una malattia fungina o virale. I parassiti sono invisibili ad occhio nudo, cosa che li rende ancor più pericolosi; possono essere visti soltanto con una lente a dieci ingrandimenti, oppure con un microscopio binoculare anche non molto potente.
Sovente in una sola macchia della foglia si annidano più parassiti e altri possono nascondersi lungo le nervature o all'ascella delle foglie. Si insediano in entrambe le pagine delle foglie e provocano danni, sia sopra sia sotto.
Altro nemico micidiale per tutte le orchidee ed anche per le Phalaenopsis, è la cocciniglia cotonosa.
Un buon insetticida sistemico e poco nocivo per l’uomo è il Confidor: potete trovare notizie su questo Blog nell’archivio di Ottobre post n° 16.

Per finire, attenzione alle lumache ed alle chioccioline: il detto che le orchidee piacciono ai collezionisti ma alle lumache ancor di più è sempre d’attualità.
Ciao e in bocca al lupo. Guido
 

mercuzio

Maestro Giardinauta
non linkare???questa non la sapevo...io lo faccio a volte ma se non si può ditemelo che smetto ok???
Per Faby...intanto complimenti per il nome (io mi chiamo Fabio!!:lol: )
poi stai tranquilla il ramo si secca prima o poi ed è normalissimo!!!!
Io aspetterei a rinvasare se la pianta non è davvero nel terriccio comune...in questo caso devi farlo IMMEDIATAMENTE!!
Segui i consigli di Iacopo e di Guido e vedrai che la tua piantina vivrà bene e allungo :eek:k07:
Ciaoooooooo
 
D

De Vidi Guido

Guest
Ciao Fabio, se leggi la discussione che ho aperto dal titolo "Spiegazioni" troverai che hanno perfino contato quante volte viene nominato il mio blog ed i link di rimando per trovare le spiegazioni sono stati definiti "fastidiosi"...io mi adeguo...il buon Jacopo invece no, anzi gioca alle correzioni postume. Pazienza
 

mercuzio

Maestro Giardinauta
Questa me la sono proprio persa....scusate tanto ma non sono mica d'accordo!!
che male c'è nel lincare un validissimo sito sulle orchidee in un forum dove si parla appunto di orchidee?Il tuo sito l'ho linkato anche io spesso perchè è pieno di info utili a tutti...non credo si tolga niente al forum facendolo...anzi...tanto più che anche tu sei un giardinauta (fortuna nostra) quindi....lo scopo non è di scambiarci informazioni utili sulla coltivazione?
Poi visto che ...appunto...anche tu sei iscritto qui mi sembra logico che ci sia collaborazione....Mah? Non capisco davvero
 

Iacopo

Giardinauta Senior
Guido come al solito si finisce a parlare di tutto fuorché di orchidee.

O non ho capito niente io, o non hai capito niente tu.

Secondo quanto detto nel regolamento e quanto sottolineato da Elebar

1) si possono mettere link nella firma: quindi apri 'sto benedetto cp utente in alto a sinistra, su impostazioni apri "firma" e scrivici il tuo indirizzo web

2) si possono mettere link a patto che questo non sia fatto scientificamente per portare da un'altra parte la gente, se uno risponde e copia e incolla da un'altro sito deve poter citare la fonte.
Quello che vogliono evitare, e ti hanno fatto pure l'esempio sono risposte telegrafiche del tipo: qui trovi tutto: www.pincopallino.net
senza che nel forum rimanga nessun altra informazione

Io non gioco a niente, sono interessato a rispettare le regole comuni. Comunque già ieri ho scritto a Elebar perché dirimesse ulteriormente queste interpretazioni.
 
Ultima modifica:

elebar

Wonder Moderatrice Suprema
Membro dello Staff
Aggiungo...

Iacopo ha scritto:
...
2) si possono mettere link a patto che questo non sia fatto scientificamente per portare da un'altra parte la gente ...
Anche se non è fatto "scientificamente" ma il risultato ottenuto è lo stesso...
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Iacopo ha scritto:
... Quello che vogliono evitare, e ti hanno fatto pure l'esempio sono risposte telegrafiche del tipo: qui trovi tutto: www.pincopallino.net
senza che nel forum rimanga nessun altra informazione
Esatto! :)
 
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