Sono d'accordo con Cristina per quanto riguarda un giudizio estetico sul bruco in questione, di colore verdino con strisce longitudinali rosa (non brutto quindi). Si tratta della forma larvale di un Licenide (in questo caso una farfallina di circa 2 cm di apertura alare, con il dorso superiore delle ali di colore bruno,ed il dorso inferiore marmorizzato), Cacyreus marshalli, a cui in Italiano ho dato il nome di "Bega del Geranio". Facendo una ricerca con Cacyreus, si trovano diversi documenti. Più volte sono intervenuto in vari Forum riguardo alla lotta a tale parassita. Esso ormai è praticamente ubiquitario in Italia (e non solo) e ce lo terremo anche in futuro. La lotta non è facile, essendo un endoparassita, che però è specifico del genere Pelargonium: anzitutto si pota fino ad arrivare a tessuti sani. Ma non si può seguire il consiglio di Cristina, che sarebbe crudele: il bruco morirebbe per inedia o come preda. Non sono note armi biologiche, quindi, malgrado non mi piaccia, è giocoforza ricorrere ad armi chimiche: il Fenitrotion sembra funzionare abbastanza, se dato precocemente; più efficace, ma costoso, è un trattamento a base di Imidacloprid, nel formulato liquido (Confidor) o ancora meglio solido (Provado Pin); anch'essi andrebbero dati all'inizio della stagione perchè sono sistemici e impiegano un po' prima di fare effetto; sono poi alquanto persistenti.
Con minor impatto ambientale, l'ingegneria genetica potrebbe quasi certamente risolvere il problema.
Ciao, Ugo