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Fico, talea

Greenray

Esperto di Bonsai
Senza sperarci troppo ho malamente piantato una talea di fico ed al ritorno delle vacanze (circa un mese fa) ha iniziato a buttare foglie con una certa vivacità.
Ho fatto tutto evidentemente fuori stagione, ma pare che la sua voglia di vivere stia per ora prevalendo.
Chissà perché l'ho conficcata a circa 45 gradi di inclinazione.

Le gemme con foglie che vigorosamente stanno per diventare rametti sono abbastanza ben distribuiti sulla circonferenza e sulla lunghezza, a parte una certa prevalenza a girare in su il capino.

La mia domanda è se va lasciato assolutamente in pace (e per quanto) affinché sopravviva oppure è meglio potare qualche gemma (le più alte?) affinché non sottraggano forza al gran lavoro che sta facendo tutto il resto.

Grazie per i consigli che vorrete dare ad uno ancora sprovveduto.
 

simike87

Bannato
per adesso io direi che non devi assolutamente toccarlo, anzi, per un bel pò sarebbe meglio non toccarlo! magari quest'altranno lo metti in una dimora fissa e stop, secondo me, poi quando vedi che è forte e in ottima salute puoi iniziare a lavorarlo
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Questo significa che nonostante tutto incomincio a capire.
Per "dimora fissa" intendi già un vaso bonsai? Non è troppo presto?
La talea è di inizio estate 2009.

Ciao e grazie
 

simike87

Bannato
Anch'io sono un neofita greenray, è da soli 4 mesi che mi sto dedicando al bonsai e alle piante in generale, vedrai che se c'impegamo anche noi presto riusciremo a combinare qualcosa di buono!
per dimora fissa intendo il suo vaso dove dovrà stare, di solito il vaso da talea non è mai la sua dimora fissa per la composizione del terreno mi sembra, non ricordo, però mi sembra che sia per quello, quest'altranno, in primavera se il fico è in salute lo puoi mettere a dimora!
pensa che io ho fatto la pazzia di spostare una pianta di fico di 1 metro e 80 da terra a vaso un mese e mezzo fa! la pianta aveva perso tutte le foglie, ma poi si è ripresa alla grande, anzi, molto meglio di prima è diventata!
alla sua base aveva anche un rametto piccolo che spuntava con 2 foglie, io l'ho separato dalle radici piano piano, solo che non sono riuscito a farlo bene e me n'erano rimaste solo 2 piccolissime di radici attaccate alla piantina piccola, l'ho messa in vaso, ha perso anche lei le foglie e ora sta alla grande! però a te conviene farlo quest'altr'anno il rinvaso e solo se la pianta è in salute!!!
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Quello che dobbiamo evitare è di strappare dalla loro esistenza, delle piante colpevoli solo d'averci incontrato.

Io sto reprimendo una strana euforia per la quale raccatterei tutto per invasarlo ed osservarne la crescita in casa mia.
Fortunatamente però non dispongo dello spazio necesssario, né come metri quadri, né come tipo di spazio per fare questo, ovvero è molto, molto limitato, in pratica un balconcino dove però voglio stare anch'io a leggere, a pranzo, a sonnecchiare quando il caldo è troppo.

Per ora ho sacrificato solo due aceri che stavano per essere accoppati e sepolti dall'asfalto.
Ce n'erano di molto adatti sia al bonsai che non, belli grandicelli e ben messi, ma ho scelto i più vicini ai lavori, sgangherati e moribindi, coperti da una polvere che sembrava cemento, pensando che se li avessi fatti morire io, mi avrebbero comunque ringraziato d'aver dato loro una chance, ma proprio una sola.
Ma pare che come nei film americani, il bene stia trionfando sul male, che la vita sopravviva all'asfalto e al cemento, e così i miei aceri nonostante le mie cure, non pare vogliano ancora crepare.
Ma devo stare attento che questo apparente successo non mi incoraggi a proseguire nella maniera in cui l'ottimismo mi spingerebbe a fare.
Bisognerebbe sempre pensare a quale sarebbe l'opinione della pianta e non farsi convincere da giustificazioni che in parte abbiamo.

Ad esempio, nella siepe del mio condominio, ho trovato un povero acero che viene regolarmente falciato dall'impresa addetta da chissà quanti anni.
Mi ha fatto pena. Si è propagato in altri due piccoli tronchi che presumo siano partitii dal primo che è alto una spanna e di diametro circa 5 cm.
E' soffocato dalla siepe (credo di bosso), ma sopratutto dalle piccole costruzioni di cemento costruitegli attorno, necessarie 1) per il riscaldamento condominiale, 2) per l'estintore, 3) per la casella della pubblicità, 4) per la base del recinto metallico.
Si mi ha fatto pena ed ho subito pensato a toglierlo di li.
Ma a prescindere da quante probabilità di successo avrei, devo chiedermi: ma alla faccia di tutti i torti subiti quell'acero comunque vive! Non si dispera come farei io nella sua situazione. Sarebbe una cosa buona toglierlo di li? Ma per metterlo dove? Sul mio balcone non starebbe meglio. Inoltre caro Mister Enky, come la mettiamo con il prossimo inverno, come conserverò ciò che ho tentato di salvare?
Mi serve qualche consiglio in proposito, ma ritornerò in seguito sull'argomento.

Anche le talee di fico che ho invasato provengono da quelle esplosioni selvatiche di una pianta che viene "rasata" dalle persone che passano fra i suoi rami, costretti a calpestarli, in uno stretto sentiero dove il fico pare padrone.
Anche li, spuntare dei rami credo che non gli abbia nuociuto.

Insomma quello che temo è che pur considerando le piante esseri viventi e volendole rispettare, magari con buonissime intenzioni possiamo far loro inutilmente male.
Mi piacerebbe leggere una sorta di "decalogo", i "comandamenti" per chi come sta capitando anche a me, tiene sotto controllo la tentazione di raccogliere ignare pianticelle per poi stare a guardare cosa accadrà, per il proprio piacere, per capire, per imparare, si, anche per amare.
Ma presupposto dell'amore è il rispetto.

Incominciando a riconoscere le diverse foglie, qualche albero, osservo molto più di prima il verde che mi circonda e lo trovo più bello.
Anziché portare le piante a casa nostra, la cosa migliore sarebbe andare noi a vivere vicino a loro. Impareremmo molto prima quel che c'é da sapere e loro non ci respingerebbero.

L'ho fatta un po' lunghetta! Ma finisco subito.
Ciao
 

Greenray

Esperto di Bonsai
Ci ho ripensato, continuo ancora un po'.

Una politica che ad esempio condivido è il recupero delle talee dopo la potatura.
Quello andrebbe in discarica, gettato via come "materiale" mentre chissà quanti ne farebbero volentieri laboratorio e oggetto di cure.

Si dovrebbero tener d'occhio le piante da cui vorremmo una talea e quando vengono assalite da chi ha il compito di potarle, richiederne qualche campione.

Ma per me che vivo in città, le piante che più frequentemente trovo nei condomini, sono belle, appariscenti, talvolte esotiche, risultato di sfide ingaggiate fra condominii.
Quelle che invece interessano più a me sono le piante autoctone (scusa il parolone, ma è domenica e posso permettermelo), si, quelle piante che avremmo trovato dappertutto se non le avessimo sterminate con i potenti mezzi di cui il progresso ci ha fornito.
Parlo delle piante dei nostri boschi (o quel che erano...) il castagno, il faggio, il larice, il leccio e così via, così nostrani che ...nemmeno si trovano più.

Giuro che adesso smetto.
Riciao
 
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