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Esperienza di semina di Erythrina caffra

Lord Garland

Aspirante Giardinauta
Gentili amicici, che seguite interessati le mie esperienze di semina, trovando in esse tempo gaudioso per rilasciare commenti e critiche costruttive, questa volta giungo qui per rendervi partecipi dell'esperienza di semina dell'Erithrina caffra, alberi che mi danno sempre una grande soddisfazione.

Procederei con la procedura di semina che ha portato alla germinazione.


I semi di Erythrina caffra sono di questa morfologia e colore, più piccoli di quelli dell'E.crista galli, ma comunque 'fagioliformi', appartenendo alla classe delle fabaceae.

semierythrinacaffra_zpse784257d.jpg


Il seme, è stato preso, scarificato allo stesso modo che potete trovare nell'esperienza di semina di E.crista galli e poi è stato messo in ammollo per un tempo superiore alle 48h, perché il tempo necessario ad apprezzare una divaricazione del tegumento operato dalla radichetta embrionale è più lungo rispetto a quello operato nel caso del seme di E.crista galli. Ricordatevi che, personalmente, tentativi di semina effettuati prima di poter apprezzare la divaricazione del tegumento dalla radichetta, sono tutti falliti, con esito il marcimento dell'embrione; quindi abbiate pazienza e aspettate di vedere che il 'codino' radicale, rompi il tegumento; solo allora ponete in terreno. (posso ipotizzare che la difficoltà di germinazione fosse anche dovuta al periodo tardo-autunnale di semina)
Il liquido diventerà completamente ARANCIONE e potrete osservare, come di consueto, un aumento volumetrico del vostro semino.

Nella foto seguente potete apprezzare le dimensioni in paragone ad una matita, prima del viraggio di colore dell'acqua.

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Quindi, il seme è stato prelevato dall'acqua e seminato, in modo che l'andamento della radichetta fosse perpendicolare alla superficie del terreno, come rappresentato qui graficamente:

disposizionesemenelterreno_zps957f256f.jpg



A quel punto, ho atteso la germinazione del seme, seguendola di giorno in giorno, in un luogo dove la temperatura era intorno ai 23-24 °C (bicchiere posto sulla vetrinetta in salotto, non troppo distante dal camino a legna).
I due cotiledoni si sono alzati dal terreno, sollevati dall'innalzamento della radice e, pochi giorni dopo, il tegumento sopra alla radice ha cominciato a mostrare segni di rottura, rottura promossa dal sollevamento dell'ipocotile della pianta (porzione emergente dal terreno di ogni pianta).

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Come per l'E.crista galli, con una forbicina da unghie, ho rimosso, MOLTO DELICATAMENTE, la porzione di tegumento quando non fosse rimasto che una piccola porzione di ancoraggio alla restante parte del tegumento, cosicché l'ipocotile ha potuto continuare la sua crescita. Ne è seguita la spalancatura di due vere foglioline. In questo passaggio, ho spostato il bicchiere in una zona dove la temperatura fosse un po' più bassa (ho infatti notato che temperature invernali intorno ai 24 °C - se secche in particolar modo - promuovono la disidratazione delle giovani foglie e la loro caduta)

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Questa foto risale al 22.12.2012.

Oggi, la mia piantina sta mettendo fuori la terza e la quarta fogliolina.

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A voi commenti e critiche :D


P.S: cosa mi ha spinto a seminare questa specie vegetale? La particolarità dei fiori invernali e il fascino del suo tronco

:ciglione:
 
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