Avere figli o non averne,fare di tutto per averne o non forzare la natura...è una cosa che,per mia esperienza personale e professionale,necessita di una valutazione strettamente ad personam.E' a mio avviso importante capire quali sono le VERE motivazioni che fanno nascere in una persona il desiderio di paternità o maternità che dir si voglia:vi assicuro che non è una cosa scontata.a riguardo ne ho viste e ne vedo tante.Vi racconto velocemente un caso su tutti.Ho avuto in cura una signora che non aveva avuto figli ed era rimasta vedova.Mi racconto' di averle provate tutte pe averli,sottoponendosi a cure ormonali pericolosissime e a manovre stettamente invasive,senza esito.Pure la FIVET non aveva funzionato.Era una sorta di martire della maternità.Non aveva fatto pero' una cosa molto semplice,ma che in questi casi si è visto essere molto utile,se non risolutiva:fare apposite cure termali,perchè spesso,la mancanza di concepimento deriva da fenomeni infiammatori di varia origine spesso occulti o ignorati.Non aveva voluto assolutamente adottare figli,e,cosa alquanto strana,non sopportava per troppo tempo di stare a contatto di bambini e parlava molto male dei suoi nipoti,senza che,fra l'altro,ci fossero veri e propri motivi.Mi disse che avrebbe voluto studiare e lavorare nel campo della moda,ma la sua famiglia,per sue convinzioni più che per vero bisogno,l'aveva mandata presto a lavorare e la spinse a sposarsi appena conobbe e si fidanzo' con un ragazzo.Per fortuna il matrimonio ando' bene.Qualcosa non mi quadrava.alla fine,presi coraggio,e le dissi con tatto ma in modo chiaro che lei in realtà di figli non ne aveva mai voluti.temetti una reazione brutta,ma la signora rimase sbalordita e mi disse,più o meno, "dottoressa,lei è una strega,ma come ha fatto a capirlo?".Insomma,questa donna si era sottoposta a quel martirio per dimostrare al suo entourage familiare che era una "omologata" ma che se i figli non le venivano non era colpa sua.La signora si sentì liberata,me lo disse lei stessa,anche perchè le feci capire che non la giudicavo assolutamente,ma che le avevo parlato proprio per liberarla da un peso che la schiacciava.La signora effettivamente si sentì liberata ,apri' letteralmente le cateratte e mi disse tutto quello che aveva dentro l'animo. Era un classico caso in cui il suo corpo "somatizzava"il rifiuto inconscio di maternità,e,per questa donna,i figli erano solo una patente di "regolarità sociale",non espressione di amore. Meno male che non era diventata madre,magari,molto probabilmente avrebbe reso i suoi figli degli infelici.O forse magari no,ma non è dato saperlo.