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Le principali alterazioni del pomodoro

LucaXY

Master Florello
Il tutto è stato preso da questo link, mi sono solo limitato a selezionare le parti più importanti.
http://www.agrinnovazione.regione.s...bblicazioni/alterazioni_pomodoro_in_serra.pdf

Sfogliando queste pagine ricche di immagini potrete identificare velocemente e chiaramente la malattia del vostro pomodoro.




ALTERAZIONI NON PARASSITARIE

1) DANNI DA FREDDO

SINTOMI

I sintomi indotti dal freddo possono essere vari e dipendono da molti fattori, tra i quali i valori termici
raggiunti, la durata dell’abbassamento di temperatura, il periodo stagionale, la fase di sviluppo della pianta,
le condizioni nutrizionali, la varietà, ecc. Nei casi meno gravi si evidenzia una colorazione verde pallido
delle foglie superiori, soprattutto a carico della nervatura principale. Le nervature fogliari possono diventare
di colore violaceo scuro (fig. 1). Talvolta le fogliesi colorano, in parte o completamente, di rosso rugginoso
(fig. 2) o di bruno (fig. 3). Nei casi più gravi tutte le piante della serra possono presentare l’apice allessato.

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.....................
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Fig. 1 - Colorazione violacea .....................Fig. 2 - Colorazione rosso rugginoso della lamina fogliare
delle nervature fogliari indotta
da basse temperature

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.....................
Fig. 3 – Imbrunimento fogliari indotto da basse
temperature..........................................................

Sui frutti compare una tipica maculatura di colore verde più intenso; si possono formare delle
macchie marroni estese, d'aspetto cuoiaceo (fig. 5), a volte dai bordi frastagliati (fig. 6) in corrispondenza 8
delle quali la buccia è ispessita. Anche in assenza di manifestazioni esterne, i frutti possono maturare in
maniera irregolare, con le cavità interne che rimangono verdi ed i semi che diventano scuri. In ogni caso
possono andare incontro ad infezioni di funghi parassiti che li fanno marcire.

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Fig. 5-6 – Danni da freddo: macchie marroni
cuoiacee su frutti

CONDIZIONI FAVOREVOLI
• Piante giovani
• Elevata disponibilità di azoto
• Maggiore sensibilità di alcune varietà

RIMEDI
• Concimazioni equilibrate
• Utilizzare un secondo telo di copertura al tetto (“doppio telo”)
• Riscaldamento della serra



2) BLOTCHY - RIPENING

SINTOMI

Sui frutti ancora immaturi l’alterazione si manifesta con aree appiattite di colore bruno; su quelli in fase di
maturazione appaiono estese aree a contorno sfumato di colore verde-giallognolo (fig. 7 ) e frequentemente i
sintomi interessano uno o pochi frutti del grappolo (fig. 8). In corrispondenza di tali macchie la polpa appare
imbrunita all’interno.

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CONDIZIONI FAVOREVOLI
• Eccessiva disponibilità di azoto
• Suscettibilità varietale
• Eccessiva umidità del terreno e dell’aria
• Terreno compatto
• Escursioni termiche elevate associate ad insufficiente illuminazione

RIMEDI
• Apporto di sostanza organica
• L'incremento del potassio nella fertilizzazione può contribuire alla prevenzione dell’alterazione.



3) MARCIUME APICALE

Vedi QUI



4) SCATOLAMENTO

SINTOMI

Lo scatolamento si manifesta in modo evidente alla maturazione. I frutti si presentano deformati (fig. 11),
con diametro maggiore del consueto e leggeri, poiché a causa del ridotto sviluppo dei semi e della placenta si
formano delle anomale cavità (fig. 12)

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CONDIZIONI FAVOREVOLI
• Predisposizione genetica di alcune varietà
• Fattori tecnici e ambientali che inducono una imperfetta impollinazione dei fiori; determinante è il
contributo di eventuali applicazioni non corrette di alleganti di sintesi
• Accentuati sbalzi termici e di umidità relativa (frequenti nelle giornate soleggiate nel periodo
febbraio-aprile)
• Temporanee carenze idriche e nutrizionali

RIMEDI
• Impiego corretto degli alleganti, evitando d'irrorare i fiori nei giorni caratterizzati da forti escursioni
termiche o riducendo la dose
• Impiego dei bombi per l’impollinazione
• Concimazione azotata bilanciata



DANNI DA DISERBANTI

SINTOMI

I diserbanti ad azione di tipo ormonale (es. 2,4-D) e gli ormoni usati in fioritura come alleganti, possono
provocare gravi malformazioni di vario genere (fig. 15 e 16) fino a vere e proprie ustioni. Spesso le
alterazioni alle foglie - quali contorcimenti, ispessimenti, increspature e laciniature della lamina - sono
confuse con sintomi di virosi (CMV) o di infestazioni di ragno bianco (Polyphagotarsonemus latus); ma in
questi ultimi due casi i sintomi si manifestano su singole piante o gruppetti di piante sparsi irregolarmente.

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

• Elevate temperature
• Scorretto dosaggio della miscela ormonale
• Scarsa attenzione nell'esecuzione dei trattamenti alleganti
• Presenza di residui di erbicidi nelle attrezzature irroratrici
• Insufficienti precauzioni nell'esecuzione dei trattamenti diserbanti lungo le zone limitrofe alle serre
(effetto deriva a causa del vento, etc.)

RIMEDI

• Per la esecuzione dei trattamenti fitosanitari è consigliabile non utilizzare le stesse attrezzature usate
per i trattamenti alleganti o diserbanti; in caso contrario per eliminare ogni traccia di tali sostanze è
necessario effettuare scrupolosi lavaggi delle stesse
• L’acqua di lavaggio dei recipienti contenenti sostanze ormonali va smaltita nel rispetto della buona
pratica agricola
 

LucaXY

Master Florello
ALTERAZIONI PARASSITARIE

Malattie da funghi


GENERALITÀ

I funghi responsabili di malattie sono organismi che per vivere traggono le sostanze alimentari dalle piante,
comportandosi quindi come parassiti. Sono costituiti generalmente da molte cellule e hanno dimensioni
microscopiche. Invadono i tessuti di vari organi della pianta, formando muffe di vario tipo visibili ad occhio
nudo e originando in molti casi marciumi molli o secchi. Tali patogeni causano malattie infettive,
diffondendosi mediante vari tipi di organi di propagazione (ad esempio “spore”) che si possono trovare
nell’aria, nel terreno o nell’acqua.
Le condizioni d'elevata umidità dell’aria o di bagnatura degli organi della pianta favoriscono l’insorgere
delle malattie fungine; altrettanto importanti sono le tecniche colturali e la suscettibilità delle varietà.
Le malattie provocate da questi patogeni generalmente si contengono con una vasta gamma di specifici
prodotti fitosanitari.


MUFFA GRIGIA O BOTRITE

Nome scientifico agente patogeno: Botrytis cinerea

SINTOMI DELLA MALATTIA

Il fungo attacca tutti gli organi aerei della pianta in qualsiasi stadio di sviluppo e può causare danni molto
gravi. Le ferite di potatura permettono al fungo di penetrare con facilità nel fusto, su cui si riscontrano lesioni
allungate di colore grigio o bruno (fig. 17); sul frutto l’infezione inizia spesso nel punto d'inserzione del
peduncolo e produce un marciume acquoso grigio-brunastro (fig. 18 ). Una fitta muffa grigia ricopre le aree
colpite.

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Sui frutti verdi la botrite può determinare dei tipici anelli chiari (fig. 19), comunemente dette “macchie
fantasma”, che permangono fino alla maturazione (fig. 20). La malattia colpisce anche le foglie, causando
macchie (fig. 21) e disseccamenti (fig. 22).

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

• Temperature relativamente basse per la coltura in serra (20 °C), umidità oltre il 90% e presenza per
diverse ore di un velo d’acqua sugli organi della pianta
• Accentuati abbassamenti della temperatura notturna, che possono causare piccole lesioni che
permettono l’insediarsi dell’infezione

DIFESA

• L’arieggiamento della serra è la misura di prevenzione più importante da attuare
• Rispettare adeguate distanze tra le piante 17
• Eliminare e distruggere i frutti infetti
• Evitare lesioni alle piante
• La lotta chimica è incentrata su alcuni fungicidi con specifica azione antibotritica, il cui impiego non
deve essere frequente, per evitare la selezione di ceppi resistenti del fungo. In prossimità della
raccolta si raccomanda l’uso di prodotti con periodo di carenza breve. In ogni caso i trattamenti
chimici non risolvono il problema senza un adeguato arieggiamento della serra


PERONOSPORA (“mal nero”)

Nome scientifico agente patogeno: Phytophthora infestans

SINTOMI DELLA MALATTIA

La malattia interessa tutti gli organi verdi della pianta, producendo su steli e fusto macchie brunastre
irregolari (fig. 23), che anneriscono fino a provocare estesi disseccamenti (fig. 24); sulle foglie le macchie
inizialmente sono giallastre, poi imbruniscono.

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Una lieve muffetta biancastra può ricoprire le parti colpite (fig. 25). Sui frutti ancora verdi compaiono
macchie lucide irregolari, di colore verde oliva tendente al marrone e, in corrispondenza di esse, la superficie
appare depressa (fig. 26).

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

• Scarso arieggiamento della serra 19
• Temperature tra i 20° e i 25 °C ed elevata umidità relativa
• La presenza nelle prime ore del giorno di notevole umidità, facilmente visibile perchè simile alla
nebbia, è causa di una veloce e spesso non più controllabile diffusione della malattia

DIFESA

• Aprire le serre nelle notti invernali caratterizzate da venti sciroccali
• Utilizzare ventole o estrattori di umidità
• Per quanto riguarda i fungicidi antiperonosporici è consigliabile prediligere, per quanto possibile, i
composti del rame (efficaci anche nella prevenzione delle batteriosi)



OIDIO o MAL BIANCO (“biacca”)

Nome scientifico agente patogeno: Leveillula taurica

SINTOMI DELLA MALATTIA

E’ una malattia tipica delle regioni meridionali. Sulle foglie compare un'efflorescenza biancastra e farinosa
(fig. 27 e 28); sulla pagina superiore, in corrispondenza di queste aree i tessuti appaiono dapprima ingialliti e
poi disseccano (figg. 29 e 30), con conseguente deperimento e sofferenza della pianta. I frutti maturano con
difficoltà.

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

• Le spore del fungo sono trasportate facilmente da lievi correnti d’aria e hanno la capacità di
germinare in condizioni di bassa umidità ed elevata temperatura.

DIFESA

• Lo zolfo in polvere permette un buon contenimento della malattia se applicato regolarmente (ogni
sette giorni) nei periodi favorevoli al fungo
• Per ovviare al problema dei residui di zolfo sui frutti, è possibile distribuire zolfo sublimato
attraverso appositi fornelli da accendere durante le ore notturne
• Nei casi più gravi si possono utilizzare fungicidi specifici ad azione curativa
 

LucaXY

Master Florello
CLADOSPORIOSI

SINTOMI DELLA MALATTIA

Nome scientifico agente patogeno: Cladosporium fulvum

Malattia particolarmente grave in serra, colpisce soprattutto le foglie causando macchie giallastre (fig. 31).
Sulla pagina inferiore, in corrispondenza delle suddette aree, si riscontra una muffetta di colore brunastro
(fig. 32). Generalmente nel nostro ambiente i frutti non sono colpiti.

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

• Alta umidità e temperatura compresa fra i 10 e i 27 °C (optimum 22 °C)
• Fra un ciclo colturale ed il successivo il fungo si conserva sui residui della vegetazione infetta
rimasta nel terreno e sulle strutture in legno delle serre

DIFESA

• E’ fondamentale arieggiare bene la serra
• Ai primi sintomi è consigliabile utilizzare fungicidi specifici
• Alla fine di ogni ciclo di coltivazione è necessario disinfettare le strutture in legno (per es. con
prodotti a base di tiram)



MALATTIE DA BATTERI

GENERALITÀ

I batteri sono organismi microscopici, costituiti da una sola cellula della lunghezza non superiore a tre
millesimi di millimetro. Si trovano nell’aria, nel terreno e nell’acqua; penetrano negli organi delle piante
attraverso ferite causate dall'uomo, da animali e dagli agenti atmosferici. Si moltiplicano dividendo
direttamente la propria cellula fino a formare colonie costituite da milioni di individui, che invadono i tessuti
della pianta, generando marciumi o alterazioni di vario tipo. Per la cura delle malattie batteriche non sono
disponibili prodotti fitosanitari autorizzati, ad esclusione di alcuni prodotti a base di rame e di AcibenzolarS-methyl, che svolgono un'azione di prevenzione.

CANCRO BATTERICO

Nome scientifico agente patogeno: Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis

SINTOMI DELLA MALATTIA

Il batterio si localizza nei tessuti conduttori delle piante. Inizialmente la malattia determina l’appassimento
delle giovani foglie col ripiegamento verso l’alto dei margini (fig. 37) e il disseccamento parziale delle foglie
basali associato a macchie allungate sui piccioli (fig. 38).

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Successivamente provoca avvizzimento generale, con estesi disseccamenti fogliari, mentre sugli steli si
evidenziano striature e fenditure (fig. 39). Tagliando il fusto per lungo si notano ingiallimenti o imbrunimenti
del tessuto conduttore.
Sui frutti si manifestano caratteristiche piccole macchie scure circondate da alone chiaro (fig. 40), che
ricordano l’occhio di un uccello. Il batterio può infettare anche il seme.

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CONDIZIONI FAVOREVOLI

• Alte temperature ed elevata umidità relativa
• Ferite provocate dall’uomo durante le varie operazioni colturali
• Presenza di residui vegetali sul terreno

DIFESA

• Per il trapianto utilizzare piantine originate da seme certificato e provenienti da vivai autorizzati, per
avere le migliori garanzie di sanità
• Distruggere e non interrare i residui vegetali
• Attuare ampie rotazioni colturali

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LucaXY

Master Florello
MALATTIE DA VIRUS​


GENERALITÀ

I virus sono entità vitali costituite da particelle di acidi nucleici e proteine che, penetrate nelle cellule delle
piante, vi si moltiplicano e ne modificano le normali funzioni fisiologiche, causando gravi alterazioni degli
organi. Le malattie da virus si possono manifestare con sintomi variabili in funzione delle condizioni
climatiche e delle varietà. Talvolta, i sintomi delle differenti virosi non sempre sono fra loro facilmente
differenziabili e sulla stessa pianta possono verificarsi infezioni di più virus. In qualche caso è difficile
distinguere una virosi da altre anomalie di diversa natura (fitotossicità, mutazioni genetiche, etc.). Pertanto,
le infezioni da virus possono essere identificate con certezza solo con esami di laboratorio più o meno
sofisticati. Nel presente opuscolo si illustrano i principali sintomi indotti dai virus più diffusi nel nostro
territorio.
Va precisato che non esistono prodotti fitosanitari in grado di curare le malattie virali, ma solo misure atte a
prevenire le infezioni. La ricerca è attivamente orientata verso la costituzione di varietà tolleranti o resistenti
alle virosi.

TRASMISSIONE DEI VIRUS

La trasmissione dei virus può avvenire per parti di pianta, per contatto o ad opera di organismi animali
vettori (generalmente parassiti stessi delle piante, tra i quali alcuni insetti e nematodi).
Nella trasmissione per parti di pianta le virosi si diffondono tramite gli organi di propagazione: bulbi, tuberi,
talee, seme (in casi rari).
Nella trasmissione per contatto il virus si trasferisce da una pianta ammalata ad una sana attraverso piccole
lesioni determinate da sfregamenti o dai passaggi tra i filari durante le operazioni colturali.
I vettori animali possono trasmettere i virus per via “meccanica” o “biologica”. Nel primo caso le particelle
virali sono trasportate sull’esterno dell’apparato boccale del vettore, che le acquisisce alimentandosi su
piante ammalate (modalità tipica di alcuni afidi); talvolta le particelle virali possono essere trasportate dalle
zampette o altre parti del corpo. I virus trasmessi in tali modi sono detti “non persistenti” perchè, non
essendo capaci di moltiplicarsi all’interno del vettore, possono essere inoculati nelle piante entro un arco di
tempo molto breve (da pochi minuti a poche ore). Nel secondo caso, invece, si realizza un rapporto stretto tra
il vettore (afidi, aleirodidi, etc.) ed il virus: il fitofago, succhiando da piante infette, acquisisce il virus che
raggiunge le ghiandole salivari, ove si moltiplica; successivamente, il vettore infetta altre piante sane
iniettandovi, durante l’alimentazione, la saliva contenente il virus. Questi virus si dicono “persistenti” perchè
possono essere inoculati dal vettore per un arco di tempo più o meno lungo (alcune settimane o mesi).



ACCARTOCCIAMENTO FOGLIARE GIALLO DEL POMODORO

SINTOMI DELLA MALATTIA

Le giovani foglie ingialliscono, s'increspano e i margini si accartocciano verso l’alto (fig. 51). Le piante
presentano accrescimento ridotto (fig. 52) a partire dal momento in cui si sviluppa l’infezione. Se la
penetrazione del virus avviene nei primi stadi (fig 53), la pianta non si sviluppa e non produce fiori; se
avviene tardivamente l’accrescimento si blocca (fig 54), i frutti prossimi alla maturazione la completano
mentre gli altri non si sviluppano e possono andare incontro a cascola. La pezzatura è ridotta.

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TRASMISSIONE

Il virus è trasmesso da Bemisia tabaci (fig. 55), una delle note “farfalline bianche delle serre”. La
trasmissione è di tipo persistente e gli insetti infetti sono quindi in grado di inoculare il virus per oltre dieci
giorni, alimentandosi su piante diverse. La velocità di diffusione della malattia è maggiore nei mesi caldi. Il
TYLCD non si tramette per seme o per contatto.

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PREVENZIONE

• Utilizzare piantine provenienti da vivai regolarmente autorizzati, che abbiano quindi strutture idonee
e che applichino scrupolosamente tecniche di difesa fitosanitaria adeguate (uso di reti “escludiinsetto” con maglie costituite da 20 x 10 fili per centimetro in ordito per trama, presenza di doppie
porte, eliminazione delle erbe infestanti, esecuzione di adeguati interventi insetticidi)
• Distruggere le piante di pomodoro infette già alla prima comparsa dei sintomi
• Prima del trapianto e durante la coltivazione eliminare le erbe infestanti ospiti del vettore, all'interno
delle serre e lungo il perimetro esterno
• Impiegare idonee reti “escludi-insetto”, opportunamente fissate alle aperture, almeno fino
all'allegagione del quarto grappolo fiorale per ostacolare l’ingresso degli insetti e prevenire le
infezioni di TYLCD (fig. 56)
• Copertura delle serre con teli di plastica fotoselettiva, cioè con capacità di filtrare la banda
dell’ultravioletto (200-380 nm), efficaci nel limitare la capacità di alimentazione e riproduzione del
vettore
• Usare pannelli gialli invischiati di colla per insetti (fig. 57), per valutare la presenza delle farfalline
all’interno della serra e stabilire il momento più opportuno per gli interventi chimici
• Nelle giovani colture a trapianto estivo, durante i primi due mesi, effettuare trattamenti insetticidi
specifici per assicurare un elevato abbattimento delle popolazioni del vettore

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AVVIZZIMENTO MACULATO DEL POMODORO

SINTOMI DELLA MALATTIA

Le piante infette presentano nanismo. Le foglie hanno aspetto bronzeo (fig. 58), con macchie scure e
maculature giallastre (fig. 59), che possono evolvere in parziali o estesi disseccamenti (fig. 60); le cime si
ripiegano verso il basso (fig. 61). I frutti presentano caratteristiche macchie e anulature verdi, gialle o brune e
talvolta anche annerimenti (fig. 62). La malattia spesso porta a morte le piante.

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TRASMISSIONE

Il virus è trasmesso in maniera persistente da alcune specie di tripidi, tra le quali Frankliniella occidentalis
(Fig. 63) è quella più diffusa nei nostri ambienti. Non si trasmette per seme.

PREVENZIONE

• Utilizzare piantine provenienti da vivai autorizzati, che abbiano quindi strutture idonee e che
applichino scrupolosamente tecniche di difesa fitosanitaria adeguate
• Distruggere le piante di pomodoro infette, già alla prima comparsa dei sintomi
• Prima del trapianto e durante la coltivazione eliminare le erbe infestanti ospiti del vettore, all'interno
delle serre e lungo il perimetro esterno
• Attuare scrupolosamente la lotta chimica o biologica ai tripidi sin dalle prime fasi di accrescimento
delle piante
• Buoni risultati si possono ottenere nel periodo primaverile-estivo con lanci dell’insetto predatore
Orius laevigatus



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LucaXY

Master Florello
MOSAICO DEL PEPINO

SINTOMI DELLA MALATTIA

I sintomi si evidenziano maggiormente a temperature più basse e compaiono generalmente 2-3 settimane
dopo l’inoculazione del virus. Le piante giovani spesso mostrano nanismo. Le foglie sono più piccole, con il
lembo bolloso e il bordo smerlettato (fig. 71), facendo assumere all’apice un aspetto simile a quello dei danni
provocati da erbicidi e/o ormonature; nelle foglie apicali o mediane a volte si possono osservare
decolorazioni a mosaico e macchie scure.
Nelle infezioni tardive i nuovi getti possono mostrare mosaico clorotico (fig. 72); a volte si possono notare
anche macchioline giallo pallido (fig. 73) che mutano in chiazze angolari di un giallo intenso; le foglie basali
evidenziano ingiallimento internervale e lieve bronzatura (fig. 74) che a volte può evolvere in aree necrotiche.

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Sul fusto si possono notare striature brune, così come sul rachide del grappolo fiorale e del palco fruttifero
(fig. 75).Sui frutti compaiono butterature necrotiche (fig. 76), più evidenti nelle varietà di tipo “cherry”, e macchie decolorate di aspetto marmoreo, più facilmente riscontrabili nelle varietà cosiddette “a grappolo”; la
maturazione appare comunque irregolare.

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TRASMISSIONE

Il virus è molto contagioso e si trasmette per via meccanica attraverso gli attrezzi da lavoro, le scarpe, i
vestiti, le mani ed il contatto tra pianta e pianta. I lavoratori delle serre quindi possono trasmettere facilmente
il virus. Il patogeno è stato riscontrato anche nelle radici e le infezioni possono avvenire attraverso gli
attrezzi di lavorazione del terreno. Può rimanere vitale nel materiale vegetale secco e sulle strutture. A 14°
°C le particelle virali rimangono infettive per circa 90 giorni; sui vestiti per almeno 14 giorni. Il rischio della
diffusione attraverso il polline è molto elevato. La trasmissione avviene anche per innesto. Non si esclude del
tutto la possibilità di trasmissione per seme, dal momento che sono state riscontrate particelle virali sui
tegumenti.

PREVENZIONE

• Per avere le migliori garanzie di sanità utilizzare piantine prodotte da seme certificato e provenienti
da vivai autorizzati
• A fine ciclo occorre rimuovere e distruggere tutti i residui della coltura di pomodoro, i fili di
sostegno e quant’altro possa essere stato contaminato dal virus. Nel caso di una successiva coltura di
pomodoro, prima del trapianto utilizzare disinfettanti su tutte le superfici sensibili (strutture serricole,
impianti di irrigazione, substrati di coltivazione, teli di pacciamatura, etc.)
• E’ necessario un monitoraggio accurato e regolare della coltura per individuare precocemente i
sintomi della malattia. Le piante sospette vanno contrassegnate e devono essere immediatamente
sottoposte all’attenzione di un esperto
• Rimuovere le piante con sintomi (vanno inserite in un contenitore di plastica o in un sacco) evitando
il contatto con le piante sane; eliminare anche le piante attorno a quelle infette e bruciarle
immediatamente
• Osservare rigide misure igieniche per i lavoratori in modo da evitare la diffusione del virus: ad
esempio indossare indumenti usa e getta (camici, guanti, copriscarpa), disinfettare le mani usando
idonei prodotti in dispenser localizzati presso tutte le entrate, riporre guanti e indumenti in
contenitori speciali all’uscita dalla serra
• Sostituire gli attrezzi di lavorazione (coltelli, cesoie, etc.) o disinfettarli, prima di passare da una
zona infetta ad una non infetta, immergendoli per qualche minuto in candeggina commerciale
• Disinfettare sia i carrelli per la raccolta che le cassette, o altri dispositivi per gli imballaggi,
nebulizzando candeggina commerciale diluita o altri disinfettanti (es. fosfato trisodico)
• Distruggere le erbe infestanti attorno e dentro le strutture terricole, possono fungere da serbatoio per
il virus
• Ridurre al minimo o evitare l’accesso di visitatori



MACULATURA ZONATA DEL GERANIO

SINTOMI DELLA MALATTIA

Sulle foglie apicali si evidenziano maculature anulari di colore bruno, a volte associate a distorsione dei piccioli; su quelle medio-basali le macchie sono più estese e per lo più giallastre. Anche sui piccioli fogliari (fig. 81) e sui fusti (fig. 82) si notano spesso maculature brune concentriche ed incavate. I frutti spesso sono di piccola pezzatura, malformati, con tipiche anulature concentriche infossate e di aspetto idropico che possono diventare necrotiche. L’intera pianta ha un aspetto rachitico e cespuglioso, con scarsa fruttificazione a causa della necrosi dei fiori.

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NEMATODI GALLIGENI
(“patate” o “anguille”)

Nomi scientifici:
Meloidogyne incognita
Meloidogyne javanica
Meloidogyne arenaria


DESCRIZIONE DEL FITOFAGO E DANNI

I nematodi galligeni inducono vistose protuberanze (galle) sulle radici attaccate. Tali malformazioni sono dovute alla reazione dei tessuti radicali causata dalla iniezione di saliva tossica durante le punture di alimentazione. I maschi e le larve di seconda età (stadio infestante) hanno il corpo allungato e sottile (fig. 83) e vivono liberi negli strati di acqua presenti nel terreno; le femmine si fissano nelle radici e assumono una forma a pera (fig. 84) di colore bianco madreperlaceo. L’azione infestante è svolta dalle larve che, appena sgusciate da uova contenute in ovisacchi gelatinosi deposti nelle radici, si muovono nel terreno alla ricerca di
altre radici in cui penetrare.

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Erika

Moderatrice Sezz. Cactacee e Succulente / Parliamo
Membro dello Staff
Luca bel lavoro.....ma ieri sera non hai festeggiato l'arrivo del nuovo anno? :confuso:
 

LucaXY

Master Florello
Luca bel lavoro.....ma ieri sera non hai festeggiato l'arrivo del nuovo anno? :confuso:

Dovevo andare ad un super party ma avevo madre, padre e sorella ammalati. :squint:

Dunque ho pensato, dato che in FAQ si parla solo di marciume apicale, di aprire un topic chiaro e ricco di immagini per rendere più facile la consultazione delle malattie dei pomodori.
Forse, in futuro, potrei trattare altri argomenti alquanto importanti. :rolleyes:
 

Barbabietolo

Aspirante Giardinauta
Bel lavoro di ricerca.

La verità è che solo un laureato sa enumerare e riconoscere sul campo le mille patologie dei pomodori, alcune semplicemente senza rimedio. Tutto quello che possiamo fare da dilettanti è diversificare le varietà e sperare che la stagione non tiri brutti scherzi.
So che i pomodori prodotti per il consumo domestico vengono coltivati all'interno di serre sterili, cosa che la dice lunga sulla sensibilità di questa pianta.
 
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