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IL POTASSIO (K+): Posologia

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Moderatore Sez. Prato
Membro dello Staff
Il k è considerato a tutt'oggi, un elemento misterioso. Benchè le conoscenze riguardo alle funzioni di k sono notevolmente aumentate nel corso degli anni, alcuni aspetti restano ancora incompresi.
Uno di questi riguarda il fattore che k non è presente in tutte le parti biochimiche delle piante. La clorofilla, proteine, vitamine ed altre sostanze, all'interno delle quali l'azoto gioca un ruolo importante, in realtà non contengono K. L'altro aspetto misterioso consiste nel fatto che K è considerato un co-fattore e cioè che per alcune piante esso deve essere presente per la formazione dei costituenti biologici mentre per altri, esso partecipa alla formazione di materiale biologico senza però risultare presente nelle cellule costituite.
Il ruolo principale di K è la formazione dei carboidrati, crescita meristematica, attivazione enzimatica e formazione delle proteine. Inoltre K gioca un ruolo nella fotosintesi, e la carenza di K si tramuta in una diminuizione dei carboidrati e maggior suscettibilità alle malattie.
La parola che meglio riassume il ruolo di K è "stress".
Il K comporta l'apertura e la chiusura degli apparati stomatici. Tali apparati, sono poco aperti sulla cuticola della pianta , infatti, come i pori della nostra pelle, essi si possono aprire e chiudere a seconda delle condizioni climatiche. La loro funzione ha lo scopo di permettere l'ingresso di gas e la traspirazione dell'acqua. Gli apparati stomatici giocano quindi un ruolo chiave nel controllo dagli stress climatici e pertanto, la deficenza di K si manifesta con elevata suscettibilità. La mancanza di corretti valori di K però è difficile da osservare. Ad esempio, in conclamati casi di insufficienza, alla semplice applicazione di K si ottiene un incremento della crescita aerea e radicale. Mentre, la medesima quantità di K su una cultivar con carenze modeste, non produce le stesse performances. Anche la stessa resistenza alla siccità, malattie, tress ambientale non sono quantificabili visibilmente.
Sono stati enormi passi avanti nella fertilizzazione di K nei prati. Questo ha portato alla modifica delle concimazioni negli ultimi 20 anni.
Fino al 1980, i fertilizzanti comunemente usati erano NPK 20-3-3 e 20-2-4. Successivamante, i concimi applicati sono stati arricchiti di K fino a raggiungere titoli tipo 20-5-15 e 30-0-30. Questo cambiamento è succeduto a studi approfonditi sulle proprietà sopracitate e non solo sulle performances di crescita delle erbe.
C'è però la tendenza da parte dei managers dei tappeti erbosi,di applicare altissime quantità di K e bassi valori di N. Bisogna però ricordare che K è un catione(K+). Su terreni con elevato CEC (cation exchange capacity ) tipo argilloso (25-30 meq/100ml) tale pratica è obbligata mentre, su terreni sabbiosi con valori di CEC(1-6 meq/100ml) tali dosaggi sono controproducenti. Il motivo risiede nel fatto che K+ eccessivo, tende a saturare le porosità disponibili di CEC a spese di altri catione come Mg++ e Ca++. In questi casi pertanto l'applicazione di K attraverso "nutrizioni liquide"(spoon feeding) sono da preferirsi a quelle radicali.

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