A
Andrè
Guest
Una specie di bonsai diffusissima da noi è quella tropicale o subtropicale (a.k.a. Semitropicale), originaria di Corea, Cina, Taiwan, Okinawa ecc... fa eccezione il Giappone che poco si interessa di questo tipo di essenze.
Parliamo perciò di ficus (microcarpa o retusa, solitamente), carmona, schefflera, e serissa... diciamo che tutte le essenze citate si trattano più o meno allo stesso modo così come qualunque altra che proviene da tali fasce climatiche.
Vivono in natura in ambienti solitamente molto umidi, come la foresta subtropicale... un particolare microclima che dovremo tentare quantomeno di avvicinare. Fa eccezione il ficus che si adatta anche a climi aridi, ma che se mantenuto in un ambiente umido dà il meglio di sé, vegetando con vigore ed emettendo radici aeree.
Un ambiente adatto si può creare con una serra fredda, non completamente chiusa e NON esposta al sole, nella quale porremo recipienti pieni d'acqua. Chi ha un ficus e lo ha fatto adattare ad un'esposizione senza sole diretto, lo vedrà emettere radici aeree, se posto in queste condizioni.
Necessitano comunque di molta luce, sopratutto indiretta: il pieno sole lo sopportano (al ficus giova moltissimo per esempio, sopratutto dopo rinvaso e\o defogliazione), ma un'esposizione luminosa è sufficiente per mantenerle in salute.
Calore: serve loro per emettere radici. Quindi rinvasi e operazioni sulle radici è meglio effettuarli da aprile in poi, così da evitare danni o “blocchi”. La loro fisiologia si ferma quando le temperature scendono sotto i 12 gradi, si esalta quando superano i 28.
Per il terreno e le concimazioni, io ho sperimentato che vivono bene sia in terreni sciolti sia in terreni torbosi, ma preferisco miscele con akadama e pomice molto drenanti che in inverno evitano danni alle radici e in estate favoriscono lo sviluppo delle radici. Aggiungo comunque sempre un po' di torba bionda anche per acidificare il ph del terreno ma sopratutto per evitare sorprese visto che sono costretto a coltivare su un terrazzo assolatissimo.
Concimare, concimo pochissimo, e mi limito a trattamenti con prodotti acidificanti o concimi con questa caratteristica, diluendoli molto. Qualche cubetto di biogold o altro concime solido, comunque, male non fa.
Questo perchè in natura queste essenze crescono in terreni poveri e continuamente dilavati dalle piogge tropicali o subtropicali, sciolti e tutto sommato poveri. Carmona e serissa pare pretendano annaffiature con acqua con poco calcio, così come la jacaranda che addirittura la pretende demineralizzata.
Per le potature, ritocchi cimature etc, il periodo migliore è da aprile a luglio, rispettivamente.
L'annaffiatura, se il terriccio è buono, non sarà un problema: usare akadama o pomice, o lapillo vulcanico, assieme ad una minima quantità di torba tritata o terriccio comune, farà sì che l'eccesso di acqua sgrondi via, garantendo un perfetto apporto di umidità senza ristagni ed evitando sopratutto in inverno problemi di marciume. Ovviamente asciuga in frettissima, esponendo il bonsai a rischiosi colpi di secco ed è perciò consigliato l'uso di un sottovaso.
Questi sono consigli di carattere generale, considerando che in Italia le condizioni climatiche variano notevolmente da sud a nord: è evidente che queste essenze si troveranno molto più avvantaggiate se coltivate al centrosud, mentre al nord sarà un po' più difficile mantenerle in forma.
Parliamo perciò di ficus (microcarpa o retusa, solitamente), carmona, schefflera, e serissa... diciamo che tutte le essenze citate si trattano più o meno allo stesso modo così come qualunque altra che proviene da tali fasce climatiche.
Vivono in natura in ambienti solitamente molto umidi, come la foresta subtropicale... un particolare microclima che dovremo tentare quantomeno di avvicinare. Fa eccezione il ficus che si adatta anche a climi aridi, ma che se mantenuto in un ambiente umido dà il meglio di sé, vegetando con vigore ed emettendo radici aeree.
Un ambiente adatto si può creare con una serra fredda, non completamente chiusa e NON esposta al sole, nella quale porremo recipienti pieni d'acqua. Chi ha un ficus e lo ha fatto adattare ad un'esposizione senza sole diretto, lo vedrà emettere radici aeree, se posto in queste condizioni.
Necessitano comunque di molta luce, sopratutto indiretta: il pieno sole lo sopportano (al ficus giova moltissimo per esempio, sopratutto dopo rinvaso e\o defogliazione), ma un'esposizione luminosa è sufficiente per mantenerle in salute.
Calore: serve loro per emettere radici. Quindi rinvasi e operazioni sulle radici è meglio effettuarli da aprile in poi, così da evitare danni o “blocchi”. La loro fisiologia si ferma quando le temperature scendono sotto i 12 gradi, si esalta quando superano i 28.
Per il terreno e le concimazioni, io ho sperimentato che vivono bene sia in terreni sciolti sia in terreni torbosi, ma preferisco miscele con akadama e pomice molto drenanti che in inverno evitano danni alle radici e in estate favoriscono lo sviluppo delle radici. Aggiungo comunque sempre un po' di torba bionda anche per acidificare il ph del terreno ma sopratutto per evitare sorprese visto che sono costretto a coltivare su un terrazzo assolatissimo.
Concimare, concimo pochissimo, e mi limito a trattamenti con prodotti acidificanti o concimi con questa caratteristica, diluendoli molto. Qualche cubetto di biogold o altro concime solido, comunque, male non fa.
Questo perchè in natura queste essenze crescono in terreni poveri e continuamente dilavati dalle piogge tropicali o subtropicali, sciolti e tutto sommato poveri. Carmona e serissa pare pretendano annaffiature con acqua con poco calcio, così come la jacaranda che addirittura la pretende demineralizzata.
Per le potature, ritocchi cimature etc, il periodo migliore è da aprile a luglio, rispettivamente.
L'annaffiatura, se il terriccio è buono, non sarà un problema: usare akadama o pomice, o lapillo vulcanico, assieme ad una minima quantità di torba tritata o terriccio comune, farà sì che l'eccesso di acqua sgrondi via, garantendo un perfetto apporto di umidità senza ristagni ed evitando sopratutto in inverno problemi di marciume. Ovviamente asciuga in frettissima, esponendo il bonsai a rischiosi colpi di secco ed è perciò consigliato l'uso di un sottovaso.
Questi sono consigli di carattere generale, considerando che in Italia le condizioni climatiche variano notevolmente da sud a nord: è evidente che queste essenze si troveranno molto più avvantaggiate se coltivate al centrosud, mentre al nord sarà un po' più difficile mantenerle in forma.