• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

storia del Bonsai

  • Creatore Discussione Il Marchese del Ficus
  • Data di inizio
I

Il Marchese del Ficus

Guest
Bon-sai, parola di chiara origine giapponese, significa letteralmente "albero in vaso" o ancor megliocoltivare-in-vassoio (bon, vassoio, e sai, coltivare).
La coltivazione di alberelli in vaso, tuttavia, è di sicura origine cinese, così come i termini pun-sai e pun-ching (il primo dei quali fu esportato in Giappone assieme alla tecnica) che significano: il primo "coltivare in vaso o vassoio", proprio come in Giappone, e il secondo invece, quasi intraducibile, descrive un albero piantato in un contenitore e contornato da un paesaggio.

Reperti storici e leggnde ci aiutano a datare il "bonsai" termine che da qui in poi servirà a definire non solo l'oggetto artistico-religioso, ma la pratica, la tecnica, la filosofia, la spiritualità e misticismo che -propri del buddismo Zen diffuso in Giappone- contraddistinguono ormai questa arte.
Un bonsai di pino fu rinvenuto -quindi- in una tomba, che custodiva le spoglie del IV imperatore della dinastia cinese Shang (1700-1066 a.C.). Tremila anni fa... non è poco.
Una leggenda racconta poi che il funzionario, soldato e poeta Ton Guen-Ming, nel IV secolo d.C. si ritirò da guerra e vita pubblica e iniziò a dedicarsi alla coltivazione dei crisantemi in vaso, ma solo nel 600, durante la dinastia Tang il bonsai si diffuse in Cina capillarmente come esercizio importante per uomini di cultura, letterati e artisti che vi trovarono presto una via per avvicinatre i concetti di equilibrio ed essenzialità.
Al 706 d.C. risale poi la tomba di Li, figlio dell'imperatore Koshiu, nella quale è rappresentato pittoricamente un bonsai.
Una pergamena -finalmente- indica con precisione il 1195 d.C., vale a dire la data della diffusione del bonsai in Giappone, attraverso i monaci buddisti che in questa pratica avevano trovato una via per praticare e ricercare l'armonia,
l'asimmetria e la semplicità propri della filosofia Zen. Fu una rivoluzione vera e propria, sopratutto nel bonsai vediamo fondersi assieme la pratica filosofica, artistica, spirituale, intellettuale e manuale in una unica forma, perdipiù naturale e -sopratutto- viva, con la capacità di sopravvivere al suo artefice o custode... non è poco, non lo è affatto possedere la capacità di rappresentare l'eternità.

E' quindi in Giappone che si osserva la rapida evoluzione e trasformazione del bonsai, evidente dalla produzione e organizzazione dei circa 30 stili e vari sottostili ancora oggi considerati una base per la realizzazione di un buon bonsai.
Qui, durante il periodo Edo, 1603-1868, la pratica si consolida e diviene anche simbolo di prestigio... tra nobili si faceva a gara per donare il più bello allo Shogun o al Taiko e acquistarne così il rispetto e la simpatia.
Nel novecento, i contatti con l'occidente cominciarono a "pragmatizzare" il bonsai, già un po' conosciuto dalle nostre parti (europa, beninteso) grazie agli esemplari importati dagli Inglesi nel 1700 e 1800 come curiosità o "cineseria" e alle Esposizioni Internazionali di Londra, Vienna e Parigi che quadriennalmente si susseguirono nella seconda metà dell'800.

Nel Novecento europeo si cominciarono allora a codificare gli stili e la prima pubblicazione occidentale fu opera di Albert Maumenè che nel 1902 scrisse "La formazione degli alberi nani giapponesi" ancora oggi interessantissima per l'appassionato, e sempre agli inizi del secolo risale la tecnica della legatura dei rami, di probabile origine europea ma di ri-acquisizione giapponese...
Nel 1928, la prima esposizione Internazionale Kokufuu-bonsai-Ten, a Tokio, riscosse infine un successo enorme tanto da diventare annuale (tranne una pausa durante il secondo conflitto mondiale) e fulcro di tutta l'attività bonsaistica professionale del mondo, grazie alla presenza costante di grandi artisti internazionali come (contemporanei) Masahiko Kimura o il "nostro" Luis Vallejo, spagnolo e estremamente rispettato.

Anche in altre parti dell'Asia tropicale la pratica del bonsai ebbe grande diffusione, ed è infatti da Taiwan, dalla Cina meridionale, dalla Thailandia, da Singapore, da Hong Kong che provengono Carmona, Serissa, Ficus, bouganvillea e altre essenze tropicali ormai comunemente diffuse in occidente, ma in queste regioni è bene notare che il carattere
spirituale-filosofico fu prima abbandonato (e ciò si riflette sull'estetica, senza dubbio) e presto sostituito da quello occidentale, utilitaristico, grazie ai molti e frequenti contatti commerciali di questi paesi con l'Europa, i quali
permisero così la veloce esportazione dei bonsai economici ed ornamentali che ormai conosciamo bene e che comunemente acquistiamo a basso prezzo un po' ovunque... in poche parole, ciò che noi consideriamo "bonsai" e che pensiamo sia giapponese, in realtà è un suo "imbastardimento", dall'aspetto in effetti... turistico.

In occidente, la coltivazione in vaso ha ovviamente sviluppato caratteristiche assai differenti da quelle giapponesi o orientali e, in genere, basti pensare alle nostre terrazze o giardini che ospitano piante usate solo per mero scopo estetico e ornamentale.
Già i Romani coltivavano cipressi e ginepri in vaso per ornare i vialetti delle cripte o tombe (gli arberi pizzuti de noantri,per intenderci...), mentre nel Rinascimento, nei giardini dei prìncipi erano diffusi agrumi coltivati
in solidi vasi di cotto (il Vaso Fiorentino)... coltivare piante in vaso, evidentemente, è nella natura umana...

Oggi, almeno in Italia, il bonsai è una sorta di alternativa "difficile" alla pianta in vaso, pratica culturalmente assodata, ma con canoni estetici assai diversi...la nostra pianta infatti viene fatta crescere liberamente, e si cura più
il suo mantenimento e la coltivazione, piuttosto che la ricerca di un aspetto che sia il più possibile "mimesi" della sua forma originaria di albero e che è -che lo si voglia o no- il primo passo verso una forma di come dire... trascendenza botanica... da noi basta che fiorisca e che sia in salute, insomma.
Ancora oggi, infatti, c'è chi ritiene con convinzione che il bonsai soffra e -da parte dei più- vi è una certa diffidenza nei suoi confronti.
Ancora oggi qualcuno pensa che il bonsai sia una pianta "artificiale", frutto di incroci e non di mirate operazioni di coltivazione, oppure una specie di soprammobile che però- al contrario di quelli classici- ha la pessima tendenza a morire...

In Spagna si è invece sviluppata una bellissima scuola che privilegia la coltivazione di essenze mediterranee, scuola che ha sviluppato nuove tecniche di coltivazione, alternative a quelle giapponesi e maggiormente adatte alle nostre essenze. Grazie agli spagnoli, grandi sperimentatori, il bonsai di olivo si è fatto conoscere ed apprezzare per le sue qualità,
e dalla Spagna provengono curiose varietà di olivi e olivastri bonsai con foglie minuscole assieme ad altre essenze "bonsaizzate" come lentisco,rosmarino, timo... sempre dalla Spagna gli ormai noti Mistral International Contest e Congress, eventi europei di grande rilievo.
...nel nord Europa, si è sviluppata la coltivazione indoor, che privilegia essenze tropicali che si adattano con alcune accortezze alla vita all'interno, e si parla di Adenium, Crassule, jacaranda, Schefflera, ossia piante "da interno" alle quali si applicano le tecniche di miniaturizzazione.

Una reinterpretazione occidentale o mediterranea del bonsai, è quindi auspicabile, grazie alle varietà ed essenze che abbiamo
a disposizione ed utilizzabili come bonsai o kusamono (pianta da accompagnamento) oltre che ai bellissimi vasi in cotto che
ditte europee e sopratutto italiane producono, per tacere poi del clima al quale ovviamente le nostre specie sono abituate e che permette di goderne le qualità e la bellezza per almeno otto-dieci mesi.
Pur essendo difficile avvicinarsi ed entrare nell'ottica orientale, da essa possiamo comunque mutuare la ricerca di una qualche nuova armonia, possiamo trovarvi le basi per ricreare e riprodurre un po' di assolato mediterraneo sul balcone o in giardino, e ritrovarvi la pace e la quiete delle colline toscane, delle foreste calabresi, i sussurri dei pini di Roma....
Chissà, forse una nuova generazione di giovani bonsaisti italiani già sta cominciando a scrivere nuove pagine nella millennaria storia del bonsai... progettando e ricercando nuove soluzioni.
Da parte mia, curo i miei giovani e rari pinus Leucodermis, i miei baobab, i miei olivi educati in stili impressionistici e liberi... aspettando che crescano mentre aiutano a far crescere me...
 

Antonella73

Giardinauta Senior
Marchese smack!

secondo me questi tuoi post dovrebbero essere messi in evidenza dagli amministratori e sempre accessibili, anche a chi si dovesse iscrivere tra 5 anni! come quello sul rinvaso e la differenza tra pianta da vivaio e prebonsai...
per chi sta avvicinando al mondo dei bonsai sono MOLTO PIU' che utili e interessanti!!

Elebar mi hai sentito?:ros:
 
I

Il Marchese del Ficus

Guest
...hey Elebar, mi stanno raccomandando... ehi.. ci sei? dai.... per una volta che non ti tocca sgridarmi!!

(grazie Anto)
 

Lele85

Apprendista Florello
ottimo anche questo.....ma oh....in questo periodo ti vuoi accaparrare tante reputazione è? ahahah. come al solito devo prima reputare altri se no nn te la da a te....:(.....
 
I

Il Marchese del Ficus

Guest
....oddio della reputazione mi frega veramente molto molto poco... peraltro DETESTO i Cacciatori di Reputazione che tempestano il forum con discussioni riprovevoli ed emetiche... pensa tu che una volta mi hanno risposto, dopo un mio intervento su un thread orrendo, "una cosa l'ho notata che tendi comunque a venire nella sezione ot tendenzialmente per far polemica scegliendo solo certi topic...negli altri topic non ti vedo mai visto che io ci sono sempre lo posso affermare...o sbagliO?".
Non sbagliava... infatti -al contrario di chi DILAGA per il forum cercando di racimolare o mendicare PR- io mi scelgo topics che mi interessano e gli altri non li leggo, fregandomene di numero di messaggi o punti reputazione...
A me piace scrivere e comunicare, qui ho lo spazio per farlo.
 

Lele85

Apprendista Florello
Logicamente il discorso della reputazione non centra niente con tutto quello che hai detto....nel senso che anche a me poco importa....ma ti reputo perchè è un ottimo post....e visto che il forum è dotato di questa opzione.....lo uso quando è giusto :)

Comunque meglio non parlare di tutto ciò qui....la sezione bonsai purtroppo non è un'isola senza polizia....:D:D:D....
In ogni caso mi farebbe piacere che partecipassi di più in OT quando hai tempo, partecipa alle discussioni che più ti garbano, e di discussioni interessanti ce ne sono :)
 

Sirethar

Giardinauta Senior
Un pò di nozioni su questo hobby fanno sempre bene!
Io avevo letto anche la storia del signore giapponese che era fissato con un albero presente nella sua residenza estiva. E che quindi lo volle in vaso per poterselo portare dietro e per vederlo sempre.
 

Sirethar

Giardinauta Senior
Stando a quanto leggo sul mio libretto di bonsai:
Le origini sono certamente cinesi (come ha ben detto il Marchese)...però non sia mai che i giapponesi associno un elemento importante della loro storia a qualcun' altro!
Quindi la leggenda giapponese sulla nascita del primo bonsai narra che nacque dal capriccio di un daimyo che era praticamente ossessionato dalla bellezza di una pianta presente nella sua residenza estiva. Visto che non voleva rinunciare a contemplare la pianta anche in inverno (cenno alla meditazione? può darsi), allora fece collocare la sua amata pianta in vaso. Così da poterla portare sempre con se.
Questa storia è datata attorno al 1200 d.c
 

Silvio07

Florello
Anche io voto per gli interventi del Marchese in evidenzia. Sono molto istruttivi sopratutto a quelli come me che si stanno appassionando ai bonsai. E' vero che tu scrivi così tanto quando non hai niente da fare e ti sfoghi? Mi pare che tu l' avevi detto in un post.
 

Amybonsai

Aspirante Giardinauta
Complimenti al marchese del ficus!!!!!!
lo so scrivere queste parole anche in cinese e giapponese, tanto sono uguali, heee.....
BONSAI------盆栽
IN CINESE-----盆景
 

aseret

Florello Senior
Interessante il tuo post, Andrea, Anche se, pur ammirandoli, i bonsai mi fanno un po' di pena, costretti ad obbedire all'uomo e non a svilupparsi liberamente...ma questà è solo una mia sensazione.
Puoi continuare a parlare di questo argomento?
 

aleda

Giardinauta
Interessante il tuo post, Andrea, Anche se, pur ammirandoli, i bonsai mi fanno un po' di pena, costretti ad obbedire all'uomo e non a svilupparsi liberamente...ma questà è solo una mia sensazione.
Puoi continuare a parlare di questo argomento?

Perche la vite,il melo.l`ulivo e tutte le piante da coltivazione si possono sviluppare liberamente!Il bonsai viene accudito meglio di qualsiasi altra pianta senza essere obbligato a dare qualche cosa in cambio,solo lu sua bellezza ripaga il bonsaista. alex
buongavill.jpg
 

aleda

Giardinauta
madonna Alex ma come fai?? ogni foto lascia a bocca aperta che meraviglia questa bouganville !!!


anche questo è tuo?

ciao

Si è una delle due bounga che ho,L`altra chi sa perche è tutta in fiore un pò sbiaditi in quanto non cie sole ma in fiore,speriamo che fiorisca anche quest`estate.
 
I

Il Marchese del Ficus

Guest
si Silvio, scrivere è liberatorio, fa scappare i cattivi pensieri e -se si ha la fortuna di scrivere per e sopratutto CON altri- la cosa diviene ancora più buona... ho trovato questo luogo virtuale dove potermi esprimere e credi a me, mi ha fatto molto bene. Ho conosciuto voi, per esempio, e non è poco.
Aseret, mi piace parlare dei bonsai, mi inviti a nozze.
Ti vorrei solo far riflettere che per quanto il bonsaista si sforzi, l'alberello avrà sempre la sua libertà... bonsai non è assecondare la natura ai propri fini (estetici per esempio), ma viceversa. E' adattare tecniche e obiettivi allo sviluppo dell'alberino che -se forzato- sicuramente morirà. Ecco... la verità sta in mezzo, e bonsai diviene un modo per comprendere, "sentire", vivere la natura cercando di indirizzarla verso una Forma che la rappresenti, in piccolo, senza tuttavia sopraffarla....
Un caro saluto a tutti\e
 
Alto